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Autore: overthinkgeo    08/04/2012    6 recensioni
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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-John?-



-John dobbiamo partire tra meno di un'ora-
-John mi stai ascoltando?-
Sherlock sta digitando velocemente delle parole al pc senza distogliere lo sguardo dallo schermo. La stanza è diventata improvvisamente più cupa e non riesco a capire di cosa stia parlando.
-Prepara subito le tue valige, dobbiamo andare a Reading-
-John, è tutto ok? alzati da quella poltrona e prepara la valigia-
Continua a digitare lettere su lettere in modo spedito, sembra quasi che le mani scrivano le cose prima che le pensi.
Comincio a liberare la poltrona dal mio peso e, stordito, mi volgo verso la direzione che porta alla mia stanza.

Avevo ascoltato il racconto dell'uomo a tratti, non ero interessato.. o meglio, avevo altro a cui pensare. Per una volta potevo evitare di ascoltare tutto ciò che il cliente aveva da dire, mi ero detto. Dal momento in cui le mie abilità deduttive fanno quasi scappar da ridere e tutte le volte che cercavo di osservare con attenzione un cliente Sherlock intuiva i miei sforzi e mi metteva alla prova chiedendomi cosa avevo notato. Davanti al cliente stesso. Non esiste niente di più spinoso, potrei quasi scommetterci.

mi giro con uno scatto, mi blocco.. e assumendo un'espressione di dubbio domando: -Cosa stai cercando?-
Solleva le mani dalla tastiera, tremano leggermente. -Un Hotel, ovviamente. Dove credi di dormire per una notte? in mezzo alla strada?-
La mia espressione dubbiosa si tramuta in una smorfia e senza perdere troppo tempo stringo i pugni e mi dirigo al piano di sopra.

A dire la verità non avevo proprio capito niente di ciò che aveva spiegato l'uomo. A pensarci un attimo mi sembra quasi di essere tornato alla mia adolescenza.. quando ,dopo le lezioni, -nonostante i grandi sforzi- le uniche cose che riecheggiavano nella mia mente erano parole sparse, senza alcun collegamento.

Preparo la valigia, e mi accorgo che -al contrario- le poche parole che Sherlock mi aveva appena detto mi erano ben chiare in testa.

"una notte", aveva detto. Così infilo una camicia, un paio di jeans e il pigiama nel trolley, lo chiudo e percorro nuovamente le scale per raggiungere il mio amico.

-Senti Sherlock, prima non ho fatto attenzione al racconto del signor Munro. Ho avuto qualche problema con mia sorella e ho pensato tutto il tempo ad altro.- Sto chiaramente mentendo.
Mi blocco e spero che Sherlock intuisca che voglio che mi spieghi il problema dell'uomo.

Stringe le labbra, socchiude gli occhi e si volta verso di me.
-Sono impegnato ora, ti spiegherò tutto durante il viaggio-


Sherlock ha chiesto in prestito la macchina a Lestrade. Di recente ha litigato con Mycroft. Non so quale sia la causa precisa, ma credo abbia a che fare con un caso di importanza nazionale.
Sono le 20.00 e ci stiamo dirigendo a Reading. La macchina è buia e il riscaldamento è al massimo.. eppure non mi infastidisce, adoro crogiolarmi nel tepore. Il denso calore che mi circonda è assente sulla mia guancia sinistra, la quale è totalmente appoggiata al finestrino umido. Guardo fuori dalla macchina, ma ogni istante sono tentato dal girarmi e osservare Sherlock, che sta guidando ed è interamente inabissato nel mare di sapienza che si conserva in lui. Sembro non esistere per lui, e questo mi affligge. Anche perché vorrei sapere per quale motivo ci stiamo dirigendo a Reading, e se lo chiamassi ora lo infastidirei, ne sono sicuro.
-Sherlock, potresti dirmi per quale motivo stiamo andando a Reading?- Le parole mi escono dalla bocca come se qualcuno le avesse calciate dall'interno.

Deglutisce e inclina leggermente la testa. Non sembra scocciato.
-Il signor Munro ha un problema con sua moglie. Sono sposati da 3 anni e non hanno mai avuto segreti tra loro. Ma è da circa 4 mesi che la moglie si comporta in modo strano. Si chiama Effie, vive con lui a Reading, al numero 36 di Mansfield Road e fa la babysitter. Ultimamente si sta occupando di una famiglia che richiede il suo aiuto solo dalle ore 14.30 alle 19.00, ma circa 3 o 4 volte alla settimana la donna esce di casa al mattino presto e torna più tardi la sera. 4 mesi fa Effie chiese 120 pounds al signor Munro ma non gli disse il motivo per cui li aveva presi. Questi sono i fatti principali.. ma il signor Munro, pieno di dubbi e preoccupazioni, ha notato strani comportamenti da parte della moglie: nonostante la donna passi più tempo fuori casa, al suo ritorno, è spesso allegra e spensierata. E' sempre stata una donna a cui non interessava curare i piccoli particolari, non è trasandata ma nemmeno amante della moda, e recentemente ha cominciato a curarsi le unghie.. cosa che in 3 anni non ha mai fatto. E per finire, quando è fuori casa negli orari spropositi, non è raggiungibile al telefono.-

-E' ovvio che questo caso sia banale e scontato, ma il signor Munro ha insistito nel farsi raggiungere a Reading, pagandoci anche l'hotel per una notte.. ovviamente vuole che osserviamo il comportamento della donna dal momento in cui esce di casa, siccome lui non può farlo. Tuttavia, il comportamento della moglie mi stupisce; se davvero non hanno mai avuto segreti tra loro non capisco perché debba comportarsi in modo così disinvolto. E' quasi ovvio che la donna abbia un altro uomo o che frequenti persone all'insaputa del marito. Ma perché tutta questa tranquillità?- finì con un pizzico di irritazione.

Sono restato tutto il tempo zitto, ad ascoltare con attenzione ciò che diceva. Quando Sherlock parla nulla è noioso.. seguo i suoi discorsi senza perdermi una sola parola.
Penso anche io che la donna frequenti gente di nascosto dal marito, e mi meraviglio che Sherlock abbia accettato questo caso. Ma dopotutto, ha ragione.. è un comportamento alquanto insolito.

In un'oretta arriviamo a Reading. La luna arde in cielo silenziosamente.
Raggiungiamo il Crescent Hotel, che si trova vicino alla casa della coppia.
All'ingresso ci accoglie una donna bionda, che indossa una gonna blu e una camicetta bianca. Ci da le chiavi della nostra camera.
La nostra camera.
Nostra.
Dormiremo nella stessa stanza e mi sento notevolmente disorientato.
Mentre raggiungiamo la stanza, sento il rumore dei nostri piedi che sbattono sul pavimento in legno.
Sono investito da un'onda di felicità, che attraversa tutto il mio corpo fino a farsi percepire sotto forma di brivido che mi attraversa il collo e scende giù per la schiena.
Sherlock apre la porta e mette la sua valigia nell'armadio.
La stanza è molto piccola, e sobria. Due letti rivestiti da una coperta a strisce bianche e azzurre occupano la maggior parte dello spazio e una sedia si trova accostata sotto una piccola mensola di legno.

Mi siedo sul letto vicino alla finestra, Sherlock è in bagno.
Ne esce dopo pochi minuti con la sua solita vestaglia blu, mi guarda ...
- John, domani mattina dovremmo svegliarci molto presto, ho puntato la sveglia alle 5 e 15, dunque ti conviene dormire-

Guardo in basso, la moquette è blu scura ed è decorata da una fantasia molto semplice. - Certo - Rispondo.

Mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte, non ho sonno ma devo cercare di dormire.
Sherlock spegne anche la sua lampada, ma è ovvio che rimarrà tutta la notte a riflettere. Lo fa solo perché vuole che io dorma.

Mi giro verso la finestra, il materasso è soffice e le coperte odorano di detersivo. Sono quasi rigide.
Cerco di chiudere gli occhi, e aspetto di addormentarmi.






Saranno passati 15 minuti da quando ho serrato gli occhi. Ma dormire è l'unica cosa che non vorrei fare in questo momento.


Mi alzo.
Mi dirigo verso il letto del mio amico, mi fermo davanti a lui per non più di 3 secondi. E' girato dall'altra parte, e sembra non essersi accorto di me.
senza nemmeno pensarci un attimo
affondo la mano nei suoi ricci e mi chino fino ad arrivare all'altezza del suo viso.
Lo spessore dei suoi capelli è tra le mie dita, li massaggio. Accarezzo la sua testa.

Con un movimento brusco Sherlock si gira e mi ritrovo a pochi centimetri da lui.
Sulla sua faccia è stampata un'espressione di stupore.
Il mio cuore ha cominciato la sua corsa.
Siamo immobili



occhi dentro agli occhi...
  
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