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Autore: EmmeSmile    09/04/2012    0 recensioni
E se i One Direction non esistessero?
E se Liam, Harry, Zayn; Louis e Niall fossero dei semplici ragazzi che non vanno neanche tanto d'accordo?
E se i loro destini si incrociassero a causa di una ragazza ambigua?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 3

Il peggio deve ancora venire.
 

Quel giorno non darei andata a scuola perché la direttrice mi aveva detto che voleva vedermi per “parlare”.
Ragazze, se qualcuno vi dice che vi deve parlare tremate, perché significa che l’avete fatta grossa.
Il suo ufficio è immenso, con due grandi vetrate che illuminano tutta la stanza e un’imponente libreria di legno scuro stracolma di libri, che dubito abbia letto, che occupa tutta una parete.
La sua figura autoritaria troneggiava nella stanza.
Portava un tailleur scuro, i suoi capelli biondi erano raccolti in uno chignon tiratissimo e i suoi occhi glaciali mi stavano squadrando.
Io ero talmente assonnata che non mi ero neanche cambiata i vestiti, per cui mi presentai da lei con quelli della sera prima, scelta non proprio azzeccatissima da parte mia, e mi misi a sedere sulla poltrona di pelle senza il suo permesso, cosa che la irritò notevolmente.
Ma che siamo nel ‘600 che devo chiedere il permesso per sedermi?
< Signorina Milena – ero l’unica che veniva chiamata per nome dato che non si sapeva chi fossero i miei genitori- è stata da poco accolta in questo orfanotrofio e…
< Arrivi al punto >, odiavo sentirmi raccontare la mia storia da quell’arpia, se mi voleva cacciare che me lo dicesse subito.
< Il punto è che ieri sera, oltre a non essersi presentata a cena, è uscita dopo il coprifuoco per andare…ma dov’è andata vestita in questo modo? >
< Lo vuole davvero sapere? > replicai con una faccia da cazzo che levati.
< Sì, lo voglio davvero sapere >.
Presi un bel respiro per rendere tutto un po’ più teatrale e risposi: < A scopare >, mantenendo un’espressione seria.
Si incazzò talmente tanto che gli occhi le stavano per uscire dalle orbite e le vene le si stavano gonfiando, sarebbe esplosa di lì a poco.
< Non tollero un linguaggio del genere nel mio ufficio – sembrava un drago sul punto di sputare fuoco con quelle sue narici allargate- sono stata chiara? >
< Limpida direi. Che faccio esco? >
< Ora se ne va in camera sua e non esce da lì per tutto il giorno >.
< E questa lei la chiama punizione?
- ripetei sarcastica- comunque, se è quello che vuole, agli ordini signor capitano! > e terminai alzandomi in piedi e facendo il saluto militare.
Ma fottiti.
Salii velocemente nella mia camera, quando vidi la figura di un ragazzo affacciata alla finestra.
E questo chi è?
Mi misi a sedere sul mio letto con la stessa grazia con cui di solito si getta un sacco di patate per terra.
Tenevo gli occhi chiusi. Bruciavano quando erano aperti. La porta sbattè. Sarà stato il vento, pensai, ma non c’era corrente.
Spalancai gli occhi e mi persi in quelli di lui, limpidi e azzurri da poterci affogare.
Lui si tirò su e incominciò a camminare con nonchalance per la stanza. Il silenzio che si era creato era fastidioso, così iniziai a parlare.
< Chi sei? >
Lui non rispondeva, sembrava non avesse sentito, così riprovai.
< Chi sei? > sta volta con un tono di voce più alto.
< Non ha importanza il mio nome, piccola >
Piccola? Quell’essere aveva osato chiamarmi piccola? Presi un bel respiro, come se dovessi mettere la testa sott’acqua e restarci per mezz’ora.
< E allora cos’ha importanza? >
< Quello che potremmo essere >
e sorrise.
Forse quando diceva così le ragazze gli saltavano addosso, ma a me era solo venuta voglia di spaccargli quel bel musino contro lo stipite della porta.
< Io una possibile assassina e tu un possibile cadavere > sorrisi anch’io, ma fintamente (?).
< Davvero non sai chi sono, piccola? >
Ancora? Ancora piccola? Ora sclero.
< Senti biondino, piccola ci chiamerai una delle troiette con cui vai a letto, stai attento a come mi rivolgi la parola sennò ti ritrovi a mangiare con la cannuccia >.
Cambiò espressione, diventò serio.  Forse il mio discorso ispirato aveva fatto effetto.
< Tu devi stare attenta a come mi rivolgi la parola –fece una pausa teatrale. Ma non lo sa che sono io la regina delle pause teatrali?- perché io sono il figlio della direttrice >.
Con quel sorrisetto soddisfatto stampato sulla faccia mi stava davvero facendo diventare una persona violenta.
Toc toc.
L’arpia barra madre del ragazzo per cui sarei stata arrestata per omicidio barra gran figo, era appena entrata nella mia camera, che non era mai stata tanto affollata.
< Vedo che hai conosciuto mio figlio –il suo sguardo era passato da “profondo disgusto” quando aveva guardato me, ad “assoluta estasi” quando si era rivolta verso il pargolo- potete venire nel mio ufficio >.
Che gran botta di culo! Due volte nello stesso giorno nell’ufficio della direttrice e per di più in compagnia del suo braccio destro.
< E’ già la seconda volta oggi, mi darete un premio? >
Arpia fece finta di niente, mentre l’altro mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio : < Mi sono accorto solo ora di non essermi ancora presentato. Sono Niall, Niall Horan > e mi tese la mano, che io ignorai.
< E tranne la presentazione, non ha i nulla in comune con James Bond >.
Avete presente quando vi trovate in una situazione assurda e pensate che non potrebbe andare peggio? Era esattamente quello che pensavo anch’io, che dopo una mattinata passata nell’ufficio della direttrice e la conoscenza del figlio, per me, almeno per oggi, sarebbe finita. Invece no. Si vede che qualcuno, fatemi solo scoprire chi, ha pensato che per me non fosse abbastanza. Come potrebbe andare peggio? Semplice. Scoprendo che quel dente devitalizzato mi doveva seguire nei compiti, che tutto erano tranne che sufficienti, e questo significava doverlo sopportare ogni sacrosanto pomeriggio mentre mi scervellavo per capire quella materia assurda che è la matematica o mentre cercavo di farmi entrare nella zucca quelle maledettissime date di storia.
Che Dio mi assista.

 


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ANGOLO DELL'AUTRICE

Sto aspettando come una bambino il giorno di Pasqua il suo ovetto queste benedette recensioni.
Penso che non continuerò questa FF dato che non ha alcun successo.
A voi provare a farmi cambiare idea

 
 
 
 
 
  
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