Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: Nikki Cvetik    12/04/2012    2 recensioni
(Da " A White, Pure Life")
-Abbiamo sentito di nuovo il sangue nelle vene, accorgendoci di quanto e per quanto tempo ci sia mancato.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chapter Two: The red ribbon around her wrist.
Il nastro rosso attorno al suo polso.
Lately,
did you ever feel the pain
in the morning rain as it soaks it to the bone?
Live Forever - Oasis
 
Quattro giorni prima.
 
La donna giaceva supina, allungata sul muretto. Il volto sereno e disteso, incorniciato dai soffici capelli castano chiaro. Portava le mani incrociate sul petto, a toccarsi il cuore e sotto di loro una rosa bianchissima.
Anche il vestito era bianco, leggero di tulle, morbidamente drappeggiato sulle gambe. Scendeva come una nuvola bianca su tutta l’altezza dei mattoni e terminava sulle caviglie, poco prima di due candidissime scarpette.
Ovviamente, in tutta la scena, di una purezza disarmante, non poteva spiccare altro se non l’enorme chiazza scarlatta che le macchiava il busto e parte della gonna.
 
Il corpo era stata trovato alcune ore prima dal guardiano mentre stava pulendo le erbacce dalle aiuole piene di fiori. Ripensava alla sua giovinezza, lui, e alle lunghe e calde estati degli anni ’61, le belle ragazze in costume e i colpi di calore.
Adesso si trovava a radunare le foglie secche con il maglioncino di pile e gli occhi lucidi per il raffreddore. I meteorologi dicevano che si trattava di una corrente gelida proveniente da nord ovest, ma lui lo sapeva di chi era la colpa, mica delle correnti artiche. Tutto quello smog, tutto quell’inquinamento, avrebbero finito per rivoltare la terra come un guanto. E la natura avrebbe detto la sua, certo, facendoli tremare come pinguini in piena estate.
Sospirava il povero guardiano, e sospirando si era voltato verso destra insieme alla scopa e alle erbacce. Ma sul muretto presso il quale era solito radunare il lavoro di una mattina intera, aveva corto quella ragazza.
L’aveva capito subito che era morta e aveva chiamato i poliziotti con la voce tremante, quasi rischiando l’infarto.
Tutta la cavalleria era arrivata in meno di un’ora e lui era rimasto a guardare da un angolo lontano tutta quella gente vestita strana mentre ronzava attorno a quella povera ragazza. Somigliava alla sua nipotina Sophe, si disse, e decise che quel pomeriggio sarebbe andata a trovarla.
Intanto, pochi passi più in la, una Chevrolet si era accostata al marciapiede e ne erano scese tre persone. Si divisero: la donna verso uno dei poliziotti radunati a distanza, uno degli uomini presso il medico legale mentre l’altro camminava spedito in direzione della scena primaria.
Scrutò a lungo il corpo, studiandone la posizione. I suoi occhi vennero attratti dal sangue, in contrasto con il candore diffuso dell’intera scena.
Ma non vi prestò molta attenzione, spostando il suo sguardo altrove.  Era una firma, non una prova. E chi conosce il ruolo che ha la firma di un assassinio nel complesso del suo omicidio, sa benissimo che è il posto dove l’omicida avrà messo più cura. Sicuramente, se ci fosse stato qualche errore, sarebbe stato ovunque fuorché lì.
Cominciò esaminando il derma sotto varie angolazioni ed appuntò a mente tutto ciò che sarebbe potuto essere rilevante. Poi occhi, capelli e unghia, in cerca di materiale interessante per le prime teorie. Infine il vestito, controllando bene tra le cuciture.
La sua mente continuò a immagazzinare dati, mentre una porzione più piccola analizzava il mondo attorno a lui, in special modo alla sua destra.
Passi decisi, tacco 9, falcata medio-corta. Lisbon.
-Penso che il tuo lavoro qui sia inutile per dirci chi è l’assassino.
-Hai fatto i compiti a casa?
-Sfortunatamente. Pensavamo di essercene liberati nel 2003.
-Ahh, Lisbon…davvero credi che un serial killer possa semplicemente “andare in pensione”?
-Di certo tu non aiuti.
-Ne riparleremo quando dovrò salvarti da tutti i tuoi “serial killer della terza età”.
-Io ho una pistola.
-Così offendi i miei sentimenti!
-Arrangiati. Da quanto è qui?
-Almeno un’ora, da quanto dice il guardiano.
-Possibile che nessuno abbia visto nulla?
-Sono le 6 di mattino, Lisbon, precisamente di domenica, ancor più precisamente di luglio. Al massimo ci sarà stato qualcuno a fare jogging.
Nel frattempo, l’altro uomo si stava avvicinando a loro dopo finito di parlare con i poliziotti che, celermente, avevano già identificato la donna. Fossero tutti così collaborativi, pensò.
-La vittima è Vicki O’Connor, 28 anni, rapita il tredici di maggio.
Falcata lunga ma gamba corta, scarpe italiane. Cho.
-Quindi, se siamo al 3 di luglio…
-Cinquant’uno giorni, Lisbon, circa un mese e mezzo. Si è contenuto stavolta.
-Sapete chi è l’assassino?
Jane si alzò, stiracchiandosi dopo essersi voltato verso il coreano.
-Non stiamo parlando di un assassino, bensì di un serial killer. E’ chiamato L’angelo e…puoi ben capire da solo il perché.
Gli occhi dell’agente si posarono sul corpo senza vita della donna e la lunga veste.
-E quindi?
-Quindi il nostro serial killer è uno psicopatico all’attivo dal ’95 e questa, per la precisione, è la sua quinta vittima. Tutte donne di età compresa tra i diciotto e i ventotto anni. Vengono rapite e tenute chiuse per giorni, a volte anche per mesi, e poi sono ritrovate così agghindate, sempre in parchi pubblici o comunque luoghi molto trafficati. Nessuna data particolare, nessun intervallo realmente rispettato. A parte l’aspetto delle donne ed il modus operandi, non c’è nulla che faccia pensare ad uno schema.
-O magari c’è ma tu non lo vedi. E’ più probabile che tu non riesca a capire il suo modo di agire, piuttosto che non ne abbia uno. Stiamo comunque parlando di un pazzo!
Lisbon alzò gli occhi al cielo, tornando a rivolgersi al suo sottoposto.
-Schema o non schema le indagini sono a un punto morto dal ’95. Nessuna nuova prova, nessun errore.
-Tosto.
-Di più. E’ meticoloso, freddo, irrazionale. Tutte le donne sono state rapite per un lungo periodo di tempo, dai 20 ai 70 giorni, ma sono sane come un pesce. Well…I mean…a parte il fatto di essere morte, ovviamente. Questa pare essere stata rinchiusa meno delle altre, a giudicare dal colore della pelle. Un mese e mezzo. Due, al massimo.
-Sai dirci qualcosa di più?
-Nulla più di quanto non sia già stato detto, Lisbon. La causa della morte mi sembra scontata e il modus operandi lo conosci come l’avemaria. Inoltre, se l’assassino fosse donna, la prenderei per farmi le pulizie a casa. Questa ragazza è stata pulita oltre l’inverosimile…
In quel momento l’occhio di Jane si andò a posare proprio sul particolare che aveva tralasciato, la ferita all’addome.
-O forse no…
Si avvicinò alla donna, osservando il sangue raggrumato sul vestito. Si accorse di una piccola porzione di sangue leggermente più chiara su una balza e, con un fazzoletto che aveva estratto dalla tasca, rigirò tra le mani il lembo di tessuto. Il sangue sembrava mischiato con qualcosa che lo rendeva leggermente più vivace, ma, allo stesso tempo, la sostanza era più bianca ancora del tessuto sottostante.
-Penso di aver trovato qualcosa!
Cho e Lisbon gli furono subito addosso e lui indicò col mignolo della mano libera il piccolo semicerchio rosso.
-C’è qualcosa qui, qualcosa che ha assorbito del sangue. Sembra una polvere biancastra.
-Droga?
-No, troppo fine. Pare trasferita. E’ sotto il sangue, quindi deve essere per forza dell’assassino.
-Non può essere un trasferimento accidentale?
-Il vestito è nuovo di fabbrica, lavato due volte prima di essere indossato. Il serial killer ripulisce accuratamente tutte le sue donne prima di ucciderle. Perciò se si trova sottoil sangue, il suo trasferimento è avvenuto in un intervallo di tempo tra la pulizia e l’accoltellamento. Ergo, solo l’assassino o qualche complice ha potuto trasferire questa sostanza.
-Troviamo un legame con la sostanza, troviamo l’assassino.
-Esatto.
-La farò organizzare dal laboratorio. Et..etcccccciùùùùùùùùùù!
-Influenza? Il 3 di luglio?
-Peggio: raffreddore. Raduna tutti e torniamo al CBI. Dobbiamo avvisare le altre squadre e la polizia locale.
 
-Questa mattina, all’Holly Park di Sacramento è stato rinvenuto il corpo di  VickiO’Connor, 28 anni, rapita il 13 maggio scorso. Abbiamo motivo di credere che Vicki sia la quinta vittima del serial killer chiamato l’Angelo. E’ stata rinchiusa per un totale di 51 giorni, poi uccisa da un singolo colpo di coltello, dalla bocca dello stomaco al cuore. Alla stessa maniera sono state uccise altre quattro donne.
Lisbon ha una voce parecchio gutturale questa mattina, probabilmente si è ammalata dopo l’inseguimento sotto la pioggia dell’altro ieri.
Eppure è lei a parlare per il briefing, cosa che personalmente ritengo assolutamente inutile.
La maggior parte di loro non sta ascoltando.
E se anche sta ascoltando non gli interessa.
E se anche gli interessa non è in grado di esserci utile.
Ma ce ne sono di cose a questo mondo che ritengo totalmente inutili, tanto vale usare questo tempo libero per sonnecchiare.
Dopotutto la “nuova” voce di Lisbon è estremamente soporifera.
-La prima vittima risale al 1995. Helen Fatts, 27 anni, rapita l’11 marzo, è stata ritrovata due mesi dopo nella pineta del St Danielle Institute, uno delle scuole più prestigiose dell’intera Sacramento, dove lavorava. Il caso fece molto scalpore al tempo, ma non si poteva ancora parlare di un seriale. La seconda è stata Mary Power, 18 anni, rapita il 26 gennaio del 1996. Lei fu tenuta rinchiusa per meno di un mese e il suo corpo rinvenuto nel giardino del suo vicino di casa. Le indagini all’inizio hanno seguito la direzione più ovvia…
Certo, quel pover’uomo è stato rinchiuso per ben due mesi in carcere senza nemmeno uno straccio di prova ad accusarlo.
Si può prendere come scusante le tecniche di laboratorio poco avanzate di allora, ma chiunque avrebbe capito che un assassino non lascerebbe il corpo della sua vittima sul vialetto di casa.
-…che, però si è rivelata una pista falsa. La terza vittima è Serene Marchers, 28 anni, una pediatra del St Paul Hospital, rapita il 5 aprile del 2002 e ritrovata il primo di giugno dello stesso anno. Questo omicidio è stata una svolta per il caso: gli investigatori si sono accorti che i giorni tra il rapimento e il ritrovamento di Helene Fatts erano stati 57, esattamente gli stessi di Serene Marchers. Si è pensato ad uno schema, a questo punto, ma gli elementi erano ancora troppo pochi e le prove del tutto circostanziali. Così si pensò che gli intervalli tra gli omicidi potessero seguire un andamento preciso. Nulla di più sbagliato. Circa un anno dopo, il 28 marzo del 2003, un barbone rinviene il corpo di Iris Chang-Lynn, una eroinomane che si seppe essere scomparsa l’8 gennaio dello stesso anno. E questo fu l’ultimo omicidio conosciuto dell’Angelo, almeno fino a stamani. Tutte queste donne sono state uccise con le stesse, identiche modalità di Vicki O’Connor. Sono tutte di età compresa tra i 18 e i 28 anni, ma la fisionomia è differente per tutte. Tre hanno i capelli castani, una neri e l’altra rossi. Due sono americane, una cinese e due inglesi. Estrazioni sociali diverse e nessun episodio nella loro vita ad accumunarle. So che è un caso difficile e che sarà un lavoro duro ed estenuante, dato che abbiamo pochissime prove, ma mi aspetto da tutti voi il massimo dell’impegno. Detto ciò, buon lavoro.
Trentasette sedie si muovono in sincrono e altrettante persone cominciano a girovagare per il bullpen.
Fine del riposino.
-Ti ho trovato molto interessato.
-La maggior parte delle informazioni erano già di mio dominio. Ho solo dato una ripassata.
-Sì, e sarebbe molto gradita anche la tua collaborazione, oltre che il tuo ben misero ascolto.
-Ma io sto collaborando.
-Scaldando il divano?
-Ahi-ahi, Lisbon, Lisbon…io non ho bisogno di tutta quella gente attorno per risolvere un caso.
-Allora illuminaci. Qual è la tua brillante teoria, stavolta?
-Ci sto lavorando.
-E scommetto che andarti a fare un the fa parte della tua definizione di “ci sto lavorando”.
-Ora che me l’hai ricordato, sì! Ma prima ho qualcosa per te.
Da dentro uno dei cassetti tiro fuori un sacchetto di carta e lo porgo a Lisbon che lo apre, dopo averlo saggiato con circospezione.
Ne estrae il contenuto e lo osserva alla luce dei neon.
-Cos’è? Un intruglio per stendere le persone? Sai, perché mi sarebbe davvero utile in questo momento.
-E’ solo olio di eucalipto. Devi metterne qualche goccia in una tazza e appoggiarla al calorifero. Ho notato che hai qualche problemino alle vie respiratorie.
-Ti ringrazio. Ma ora voglio che tu ti sieda qui e guardi quella lavagna finché non ti salta in mente qualche bella idea, d’accordo?
-Mi permetto di protestare…!
-Tu non ti permetti un bel niente! O l’eucalipto la prossima volta te lo metterò nel the!
Alzo le mani e, per prenderla in giro, mi metto con la sedia esattamente al centro della stanza con gli occhi fissi alla lavagna.
Tutti i dati sulle donne sono stati divisi in colonne ordinate, con numeri e parole importanti scritti in pennarello colorato, tutto il resto in nero.

 

Helene Fatts:
Età: 27
Rapimento: 3/11
Anno:1995
Ritr: 05/16
Giorni: 57
 
Mary Power:
Età:18
Rapimento:1/23
Anno:1996
Ritr: 2/21
Giorni: 29
 
Serene Marchers
Età: 28
Rapimento: 4/5
Anno:2002
Ritr: 6/1
Giorni: 57
 
Iris Chang-Lynn:
Età:18
Rapimento: 1/8
Anno:2003
Ritr: 3/28
Giorni: 79
 
Vicki O’Connor:
Età: 28
Rapimento:5/13
Anno:2011
Ritr: 7/3
Giorni: 51

 

Avete presente quella sensazione…quella che vi viene quando guardate per tanto tempo una cosa e, stranamente, proprio questa vi sembra cominciare a muoversi in maniera sinuosa?
Questo può accadervi anche davanti a una lavagna come quella.
Nonostante l’ottimo lavoro di Van Pelt.
Ed è questo che sta avvenendo in questo momento nel mio cervello: un affollamento di numeri e lettere totalmente inutili.
Mi sento sminuito nella mia importanza se Lisbon pretende di farmi chiudere il caso in questa maniera. E poi già faccio abbastanza comprendendo il comportamento delle persone, non posso mica pretendere che anche i numeri comincino a scintillarmi come in A Beautiful Mind!*
Non è mio buon uso imprecare, ma è quello che faccio mentre mi alzo dirigendomi alla zona relax con le migliori intenzioni di prepararmi un bel the.
Ed è proprio allora che sento aprirsi l’ascensore e uscirne una masticante e incurante Summer.
Pur facendo coppia fissa con Cho da almeno tre mesi, sembra che l’influenza dell’Ice-man non l’abbia nemmeno sfiorata.
Forse l’unico che può tirare un sospiro di sollievo è il buco dell’ozono, infinitamente grato al coreano per le tonnellate di lacca che gli ha permesso di risparmiare: con mio sommo piacere, i capelli di quella donna hanno finalmente assunto una “forma” definitiva.
Non che prima le sue acconciature non fossero altrettanto belle, ma penso che quella donna abbia finalmente compreso la sua persona e non abbia più bisogno di ricercarsi nelle varie “lei” che abbiamo visto in questi mesi.
Che ciò dipenda anche dall’acconciatura?
Sissignori, anche da quella.
-Hey, biondino, come vanno le cose qui da quando me ne sono andata?
-Con te a non mandar più avanti la baracca, abbiamo trovato serie difficoltà. Ma, dimmi, cosa ci fai qui?
-Passavo…e mi andava di farvi un salutino, compreso il mio stallone. Sai dove posso trovarlo?
-Credo sia sceso al laboratorio. Doveva ritirare delle documentazioni sul caso.
-Sì, ne hanno parlato alla tele. Non mi puoi dire niente nienteniente
-Assolutamente. Se avessi voluto informazioni saresti dovuta restare qui. Al massimo tutto quello che riuscirai a leggere su quella lavagna da qui.
Sbuffante e un filino mortificata si gira verso il bullpen, seccata prima, scoppiando poi in una sonora risata.
-Dovrei capire perché stai ridendo?
-Hahahahahaha! Avanti! E’ uno scherzo vero? Cosa ci fanno un Numero di Nepero, un Pi greco, un radiante e una sequenza di Fibonacci scritti sulla lavagna di una stazione di polizia? Ditelo che l’avete fatto apposta.
-Cos…?
-I numeri! I numeri scritti sulla lavagna. E’ vero, Pi Greco e Fibonacci sono intrecciati, ma è impossibile non riconoscerli.
-Mi stai dicendo che quei numeri hanno un senso?
-Certamente.
Lascio direttamente la tazza sul lavello e mi fiondo sulla lavagna, seguita a ruota da Summer.
La vedo prendere un pennarello verde e segnare i numeri corrispondenti alle età.
-Questi numeri formano la sequenza 2718281828.Se però mettiamo la virgola tra il primo 2 e il 7, abbiamo 2,718281828. È la costante matematica “e”, detta numero di Nepero, usata come base della funzione esponenziale.
Subito dopo afferra il pennarello azzurro e cerchia i giorni dei rapimenti.
-Come ti ho detto, questa è la sequenza di Fibonacci. 1123581321, mentre i giorni in successione sono i numeri di Pi Greco: 3,1415. Infine i giorni del periodo del rapimento sono 5729577951. Anche qui, mettendo la virgola, si ha: 57,29577951, cioè la misura in gradi di un radiante.
-E i giorni del ritrovamento?
-Non mi ricordano nulla. Ma sono in funzione degli altri due numeri, dubito che significhino qualcosa. Neanche gli anni mi dicono nulla.
-I rapimenti sono stati fatti con una certa regolarità: due a distanza di un anno, poi un lungo periodo di inattività, ancora due omicidi vicini, di nuovo inattività, un altro omicidio. 9596020311. Non ti viene in mente nulla?
-Assolutamente niente.
-D’accordo. Proviamo così…I primi due omicidi a distanza di un anno, secondo e terzo omicidio a distanza di sei, terzo e quarto di nuovo un anno, quarto e quinto otto anni…
-No aspetta. Puoi ripetere? Hai detto un anno, poi sei, poi uno, poi otto?
-Sì.
-1,618 è il Rapporto Aureo.
-E’ qual è il numero del rapporto aureo dopo l’8?
-Il numero è…lo 0.
Senza aspettare neanche che me lo dica, prendo un pennarello e incomincio a scrivere sulla lavagna, sotto dettatura di Summer.
Entrambi abbiamo capito una cosa: entro la fine di quest’anno L’angelo commetterà un altro assassinio.
Età: 45
Rapimento: 9/21
Anno:2011
Giorni: 31
 
 
-Mi stai dicendo che sappiamo quando la vittima sarà rapita, ma non chi sia?
-Esatto. Basandoci sulle altre date e sulle successioni di Summer, sappiamo il giorno del rapimento e l’età della vittima.
-La buona notizia è che abbiamo un altro mese per scoprirlo.
Lisbon si alzò dalla scrivania e raggiunse gli altri nel bullpen, seguita da Jane e da Summer. In quel momento erano stati raggiunti da Cho con i risultati sulla polverina trovata nella gonna.
-Non si tratta né di droga né di altre sostanze chimiche. E’ semplice solfato di calcio puro.
-Be’, abbiamo ristretto il raggio dei sospettati a muratori e insegnanti. Il solfato di calcio è usato per il cemento o per i gessetti per le lavagne.
-Potrebbe essere una qualsiasi persona che usi una lavagna di ardesia.
Jane rise all’affermazione di Lisbon e si alzò, cominciando a camminare per la stanza.
-E’ solfato di calcio puro. Nella maggior parte dei gessetti di adesso, la percentuale di solfato di calcio è assai minore rispetto a quella di una volta, per l’aggiunta di additivi e stabilizzanti. L’unica altra ipotesi è che il solfato si trovi in polvere, quindi nell’edilizia. Perciò dobbiamo cercare o qualche manovale o un insegnante, “vecchio stile” per di più.
-D’accordo: scoprite se Vicki O’Connor ha per caso avuto bisogno di un muratore nei periodi immediatamente precedenti al suo rapimento.
-Vicki O’Connor viveva all’interno di un condominio, non in una casa singola. La gestione della manutenzione non ha segnalato interventi nel suo appartamento.
-Damn…!
Fu la risposta di Lisbon all’affermazione di Van Pelt.
-Guarda il lato positivo: almeno adesso sappiamo che può trattarsi solo di un insegnante.
-Jane, il tuo ottimismo è alquanto fuori luogo al momento. Ma hai ragione: è l’unica strada che possiamo permetterci di seguire. Rivedete il passato delle vittime e controllate se c’è qualcosa che possa giustificare la presenza di un insegnante.
La squadra si divise e ognuno andò a occupare la propria postazione, mentre Jane seguiva Lisbon nel suo ufficio.
-Dovresti prenderti un paio di giorni: non hai una bella cera.
-La prendo come un’ironia. Non posso certo chiedere una malattia nel bel mezzo di un’indagine del genere.
-Io lo farei.
-Io non sono te, Jane. E poi sto bene, al massimo sarà un po’ di febbre. Perciò vatti a stendere sul tuo divano: non voglio che tu abbia una così facile occasione per darti malato, per colpa mia per di più.
-Ahi! Hai svelato il mio piano super-malvagio!
-Leva il culo dalla poltrona, Izma! E quando alzerò lo sguardo non voglio trovarti qui…uno…
Con suo sommo orrore, Jane la vide prendere il fermacarte da davanti il pc ed alzarlo fino alla spalla.
-Non…non farai mica sul serio…
-…Due…
Ma la donna non abbassava il braccio.
Il mentalista si allontanò con uno scatto fulmineo urlando “questo è abuso di potere!!” contro una Lisbon che, seduta alla scrivania, se la rideva abbondantemente sotto i baffi.
 
La giornata passò tranquilla e Lisbon si poté godere qualche ora di meritato riposo nel suo ufficio.
Era stata per tutto il tempo seduta alla scrivania a controllare i dossier sulle vittime, ogni tanto alzandosi per andare a prendere una nuova tazza di caffè.
Guardando il bullpen, non c’era stato un solo momento in cui avesse visto i suoi sottoposti a riposo.
A parte Jane, ovviamente, che si era però dimostrato più produttivo del solito.
Lisbon non osò neanche chiedersi cosa potesse girare per la testa al mentalista, quindi si limitò a fare la sua parte, per quanto improduttiva, di lavoro.
Quelle vittime sembravano non avere nulla in comune, a parte l’omicidio in se.
Proprio quando ormai sembrava aver perso le speranze di trovare un nesso, Jane bussò sullo stipite con la faccia seria.
-Forse io e Van Pelt abbiamo trovato qualcosa.
 
-Stavamo controllando i trascorsi di Helen Fatts e Iris Chang-Lynn, quando abbiano notato una cosa: la prima lavorava al St Danielle Institute come professoressa, nello specifico di musica, mentre la seconda ha cominciato a drogarsi dopo che era stata rifiutata la sua domanda d’accesso all’istituto. Inoltre Serene Marchers, prima di lavorare al St Paul, era stata studentessa al St Danielle e Mary Power è stata rapita mentre si trovava vicino all’istituto, in un bar con una amica che, guarda caso, in quel momento era al secondo anno di studi al St Danielle. 
-E come mai tutto questo non è saltato fuori prima?
-Sarebbe potuta essere una coincidenza. Le vittime sono tutte della zona: è normale che fossero in qualche maniera legate a quel college. Probabilmente gli altri investigatori hanno scartato l’ipotesi fin dall’inizio. Siamo riusciti a ricostruire questo collegamento solo perché ora sappiamo che il possibile assassino è un docente o qualcuno legato all’insegnamento. Senza quella polverina sulla sua gonna, anche noi avremmo accantonato questa idea immediatamente.
Lisbon dovette ammettere che Jane non aveva tutti i torti. In un’altra situazione, non si sarebbe mai sognata di seguire quella pista perché avrebbe potuto condurre a un punto morto, oltre che sprecare tempo prezioso.
La bravura di un detective si vede non tanto dal verificare tutte le ipotesi possibili, tanto dal seguire solo quelle che davvero possono essere ritenute utili, onde evitare di tirare la questione per le lunghe.
In questo caso così anomalo, il fattore tempo era stato a favore dell’assassino, fino a quel momento.
-Cosa mi dite di Vicki O’Connor?
-Ancora nulla, ma è solo una questione di tempo. Probabilmente già domani mattina arriveremo a un quadro completo.
-Bene. Ora andate a casa e riposatevi. Il fine turno è passato già da un pezzo e io vi voglio freschi per domani. Sarà una giornata campale e non accetterò cedimenti. Andate.
Tutta la squadra annuì e, dopo aver preso le loro cose, sgombrarono il bullpen in pochi minuti. Erano rimasti solo Jane e Lisbon, il primo a rassettare la sua giacca, pronto a tornare a casa, e l’altra nel suo ufficio.
Prima di lasciare l’edificio, Jane andò a salutare il suo capo, ancora immersa nei fascicoli.
-Mi pareva che avessi accennato al fatto che domani sarebbe stata una lunga giornata. Per te non sarà da meno.
-Sto solo ricontrollando alcune cose.
-Scommetto che te li porterai a casa.
Con la testa indicò i fogli tra le mani di Lisbon, facendola sbuffare come una teiera.
-Hai ragione: sì, me li porterò a casa. Ma cos’hai oggi che sei così polemico? Più del solito, addirittura! Mettessi tanta costanza anche nel tuo lavoro, risolveremmo i casi in un baleno.
-Già ne metto fin troppa: non lamentarti.
-La ringrazio per la sua generosità, vossignoria. Levati da lì come una poiana o vuoi sfidare di nuovo il fermacarte?
Il mentalista percorse lo spazio che lo separava dall’ascensore in pochi secondi e si voltò solo un attimo verso l’ufficio di Lisbon, per lanciargli uno sguardo sprezzante. Anche lei lasciò l’ufficio e tornò a casa,  dove in pochi minuti si ritrovò a letto.
Solo un paio di ore dopo, quando si sentì troppo stanca per continuare a leggere, decise di spegnere l’abat-jour.
Il suo sguardo si posò sulla tasca della giacca, leggermente rigonfia per la boccetta regalatale da Jane.
Subito si alzò ed andò in cucina per prendere una tazza piena d’acqua. La mise sulla scrivania e aprì il flacone, annusandone il contenuto. L’odore era forte e pungente, ma subito sentì sollievo al naso e ai polmoni. Ne versò alcune gocce nella tazza e la pose sul calorifero affianco al letto e subito la stanza fu pervasa da delicati vapori.
Si addormentò immediatamente, per una volta ringraziando il suo buon mentalista.
********************************************FINE***************************************
 
*La frase non è mia. L’ho ripresa da una frase detta da Larry in una puntata di Numb3rs.
 
The Corner:
 
Capitolo due perché, come dice la mia proff di italiano, meglio cominciare dall’inizio.
 
Mi scuso per la pubblicazione in due giorni successivi, ma ho paura di avere molto poco tempo libero questo fine settimana (non per colpa mia, ma del calcolo differenziale).
 
Vi lascio con una “promo” del prossimo capitolo:
 
“I gesti comunicativi sono ricamati di una fitta espressività barocca, ogni azione è riccamente trapuntata di significati nascosti.
E’ un linguaggio a sé, un discorso di cui non si può capire il significato staccandolo dal significante. Per comprendere un singolo movimento, una singola parola, c’è bisogno di uno studio eccezionale, che loro sono capaci di portare a punto in pochi millesimi di secondo.”
 
 
Baci.


Nikki C.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: Nikki Cvetik