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Autore: Airaly    12/04/2012    1 recensioni
"La pioggia colpiva insistente la città, una Londra stanca, assopita, ma non del tutto addormentata. Poco lontano dal centro, in una modesta casetta londinese, un Drago stava compiendo il suo destino. Ripose con cura gli strumenti al loro posto, controllò nuovamente la casetta. Era tutto in ordine. Aprì la porta, e subito fu investito dal ruggito del vento e della pioggia battente, quasi come lo stessero accusando. Il Drago ignorò le grida impazzite del vento, invece, incamminandosi, tese le orecchie per ascoltare le urla silenziose della morte che festeggiava nell'appartamento. Quello era il coro che avrebbe accompagnato la sua ascesa."
Perché dovevo rendere onore a Thomas Harris.
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti
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Tornò a casa, ripulì e ripose con cura la dentiera di lattice che indossava, poi rimise a posto gli strumenti. Dopodiché andò a farsi una doccia, si lavò per bene tutto il corpo, ed una volta uscito si infilò un morbido kimono di seta. Scese al piano inferiore, estrasse le cassette dalla telecamera che aveva appena riposto, sistemò il proiettore di fronte al telo bianco che pendeva davanti ad una poltrona in salotto, si preparò un drink e si accomodò a sedere. Il Drago accese il proiettore, inserendo la cassetta. La famiglia Leeds apparve davanti ai suoi occhi, felice, durante un'allegro pomeriggio d'estate. Guardò i volti ed i colori che passavano rapidamente, i due figli che ridevano davanti alla telecamera, la mamma che portava in casa i sacchetti della spesa, il cane che scodinzolava dietro. Fermò la scena sulla signora Leeds. Era davvero una bella donna, alta e formosa, i capelli scuri ed ordinati che ricadevano morbidi sulle spalle scoperte ed abbronzate. Mandò indietro il nastro, riguardò tutta la scena. Poi tolse la cassetta, ed inserì il nastro nuovo, quello su cui aveva registrato poche ore fa. La scena stavolta non iniziava con un sorriso e tanti colori. Iniziava con i coniugi Leeds che dormivano ignari nel proprio letto.

 

"John, dimmi come sono morti" disse Sherlock, mentre osservava attentamente le quattro figure appoggiate al muro. La sua voce parve come un coltello, tagliava la spessa coltre di morte che esalava la stanza.

"Non è evidente?" rispose il dottore, ancora turbato dalla scena che si presentava davanti ai suoi occhi. Il detective prese a fissarlo con il suo sguardo di ghiaccio. "Dimmelo lo stesso" sentenziò. John sospirò, come al solito non seguiva la sua linea di ragionamento, in quella stanza poi gli riusciva particolarmente difficile.

Di malavoglia si avvicinò ai cadaveri, osservandoli da vicino, o perlomeno, dalla distanza minore che il fetore di sangue e morte permettevano.I quattro corpi erano appoggiati al muro, seduti per terra, quasi stessero guardando un film o facendo un gioco tutti insieme. Sul corpo delle vittime erano presenti evidenti ferite, probabilmente inferte con un'arma da taglio, anzi, sicuramente inferte con un'arma da taglio, concluse amaramente John, visto che alcuni pezzi scheggiati di uno specchio erano ancora conficcati nella carne. Oltre a questo, ad ogni vittima erano stati cavati gli occhi, probabilmente con le stesse schegge che avevano provocato gli altri traumi. Mentre guardava i tagli, il dottore notò un'altro genere di ferite, solamente sul corpo della signora Leeds, che, notò solo in quel momento, era nudo, molto più piccole e meno evidenti. Le osservò bene, le ferite seguivano una linea arcuata, una serie di piccole depressioni impresse nella carne. Erano morsi. Inspirò piano aria nei polmoni, con orrore, mentre le orbite sanguinanti continuavano a fissarlo, quasi facendosi beffe di lui mentre si rendeva conto dell'orrore sofferto da quel corpo martoriato. Si sentiva sempre meno a proprio agio in quella stanza.

"John" intervenne Sherlock "concentrati sulle ferite presenti dal collo in giù, di tutte le vittime, mi interessano quelle per adesso. Cosa ne pensi? Non hai ancora detto una parola". Il dottore sorvolò sul fatto che solitamente LUI rimaneva spesso a strisciare per la stanza o il vicolo di un delitto finché non traeva le giuste conclusioni, a volte per intere ore senza degnarlo di uno sguardo.

"Le vittime sono morte a causa di queste profonde ferite presenti in tutto il corpo, più specificatamente i tagli inferti alla gola ed agli occhi sono stati fatali, il dissanguamento è la causa più probabile. Inoltre ci sono anche questi... morsi, sul corpo della signora Leeds, non sono la causa della morte ovviamente, anche se è da specificare se sono stati inferti dopo il decesso o... prima" continuò John, rabbrividendo a quella possibile eventualità.

Sherlock annuì. "Continua" aggiunse poi.

"Ehm, credo che sia tutto" disse John. Uno scintillio balenò negli occhi del detective.

"Ne sei sicuro?" proseguì "le tue deduzioni sono esatte, ma purtroppo sono assolutamente lontane dalla verità". Il dottore si irritò leggermente, odiava quando il coinquilino lo faceva parlare e ragionare per mezz'ora solo per dirgli alla fine che aveva sbagliato tutto.

"Dove ho sbagliato?" chiese quindi, un pò riluttante e rassegnato ad ascoltare l'ennesima, brillante prova del collega.

"Oh, non hai assolutamente sbagliato, la tua analisi è perfetta, hai soltanto mancato di osservazione, hai mancato i particolari essenziali. Il che ti ha portato ad ignorarne uno importantissimo". Si avvicinò quindi ad uno dei cadaveri, precisamente a quello del signor Leeds. "Guarda qui" disse, indicando il petto macchiato di sangue "non vedi nulla di strano?".

John si avvicinò ancora di più, guardando attentamente la chiazza rossa. Inizialmente non vide niente, dopo poco però, aiutato dalle indicazioni dell'amico, intravide all'altezza del cuore un piccolo foro, nascosto dai grumi di sangue.

"Gli hanno sparato!" esclamò il dottore. Sherlock sorrise, felice che finalmente John avesse colto quell'importante particolare. Quindi si alzò, ed iniziò a girare per la stanza. "L'assassino a sparato solo a lui".

"Dici davvero?" chiese il dottore, osservando con attenzione il cadavere dell'uomo, che effettivamente, anche ad un confronto accurato con gli altri corpi non mostrava segni letali di accoltellamento. "Perché il killer ha ucciso soltanto il marito con una pistola? Avrebbe potuto ucciderli tutti e quattro, evitando il rischio che qualche membro della famiglia si accorgesse della sua presenza".

"Già, come mai hai sparato al marito?" ripeté il detective in un sussurro, quasi come se avesse l'assassino di fronte agli occhi. Poi tornò ad esaminare i cadaveri, e John sussultò quando improvvisamente Sherlock esclamò soddisfatto.

"John! John guarda!" dissè entusiasta, indicando il corpo della signora Leeds "come ho fatto a non accorgermene prima? Che stupido, stupido, sono stato!".

Il dottore si avvicinò a guardare il motivo di tanto entusiasmo da parte del suo amico, e solo dopo aver guardato per bene riuscì a vedere a cosa si riferisse. Sui polsi della vittima era presenti dei lividi, delle striature violastre che erano passate inosservate a causa delle altre abbondanti e più evidenti ferite.

"Sembra che sia stata legata" asserì John.

"Legata con le mani dietro la schiena" confermò Sherlock "i segni lasciati dal nastro adesivo sono inconfondibili. Aaah! Che caso magnifico John, il cane, le mani legate!". John evitò di chiedere come diavolo facesse a sapere che la vittima era stata legata con del nastro adesivo e non con una corda, e stava per rimproverare l'amico per il suo eccessivo entusiasmo, quando Lestrade irruppe nella stanza.

"Sherlock, non vorrei interrompere il vostro lavoro, ma è arrivato il coroner, sapete, per i cadaveri. Penso che non gli farebbe piacere trovare due sconosciuti a giro per la scena di un crimine... beh, come questo" disse, facendo un'ampio gesto con la mano.

"Fa niente Lestrade, ce ne stavamo giusto andando" disse allegro il detective, uscendo dalla macabra scena del delitto. Quando John si chiuse la porta alle spalle sentì il suo amico ridere di gusto in fondo alle scale. Lui e Lestrade si guardarono. Le risate di Sherlock Holmes portavano sempre guai con se.

 

__________

 

Eccomi finalmente con un nuovo capitolo, chiedo scusa per il ritardo, ma purtroppo tra scuola ed impegni vari ho decisamente poco tempo per aggiornare^^" Comunque, in questo capitolo vediamo altri inquietanti particolari riguardanti il Drago ed il suo operato, ma tranquilli, nel prossimo capitolo il fedele Lestrade farà un pò di luce su questo mistero grazie ai dettagli della sacrosante ed onnipresente scientifica! Mentre il nostro Sherlock ovviamente farà tutto di testa sua.... Inoltre si presenterà un personaggio molto interessante, qualche idea su chi possa essere? c;

Ringrazio tutti coloro che hanno letto questi due capitoletti iniziali, e prometto che quando avrò più tempo rispenderò anche ad ogni vostra recensione, un grazie anche a chi lascerà un commento in futuro, a chi lo ha già lasciato e a chi passava semplicemente di qua. Mi scuso per il capitolo un pò corto e scritto velocemente, spero comunque che vi sia piaciuto :)

Hila

  
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