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Autore: overthinkgeo    13/04/2012    5 recensioni
Osservo il suo profilo immobile che si nasconde tra le ombre della stanza. La sua espressione è indecifrabile. Ora pacifica, ora turbata. La contrazione della sua bocca non trasmette altro che tensione e irritazione, mentre i suoi occhi serrati lo presentano come una persona senza pensieri.. o meglio, disinteressata.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Tra noi non c'è nient'altro che il nostro respiro.
Ho lasciato i soffici capelli di Sherlock e sono immerso in un'aria pesante che sembra aver fermato il tempo.
Non avevo mai osservato il viso del mio amico da così vicino, sembra quasi un'altra persona.
Non mi muovo. Non capisco se desidero che questo momento non passi mai, oppure sono incatenato dalla vergogna.
Il silenzio soffoca il mio respiro, che ha paura a farsi sentire.

Qualcuno nel corridoio dell'hotel ha aperto una porta. La quiete viene rotta in mille pezzi e Sherlock si gira di scatto in direzione del muro che confina con l'esterno.
Non mi muovo ancora.
Si vede chiaramente come Sherlock abbia paura a girarsi nuovamente dal mio lato, non sa cosa aspettarsi e probabilmente desidera che tutto ciò non sia mai accaduto.
Rimane voltato verso la porta, e quando comincia a girarsi..

-John..- si schiarisce la voce

E' voltato dalla mia parte, ma ora è più distante e io comincio a compiere qualche piccolo movimento. Sembra di manovrare un corpo di plastica.

-John.. non so cosa tu abbia in mente- La sua voce si interrompe ogni volta, non sa cosa dire. L'atmosfera che si è creata mi sta uccidendo lentamente. Gli volto le spalle e mi dirigo verso il mio letto. Non voglio sentire cosa sta per dire.
Deglutisce -John io.. esco, devo controllare alcune cose. Ci vediamo domani mattina davanti all'hotel. Mi raccomando sii puntuale-

Si rinchiude in bagno, si veste e nel giro di pochi secondi il rumore della porta pesante che sbatte invade le mie orecchie.
Sono disteso, o meglio, sprofondato nel letto. Non riesco a chiudere occhio e creare un filo discorsivo avente del senso nella mia testa.
Sono devastato da una martellante tristezza e il mio cuore saltella senza sosta.
Vorrei dormire per spegnere l'interruttore che aziona tutta questa trepidazione, ma mi è impossibile.
Mi rifiuto di alzarmi e provare a fare qualcos'altro per distrarmi, voglio dormire.
I miei sentimenti sono acuti e nitidi, ma i miei occhi cominciano a cedere. Un lieve bruciore mi impedisce di tenerli aperti.
Il mio corpo sta dormendo, la mia mente sta ancora correndo.



Sono le 5, entra una lieve luce dalla finestra che illumina il mio letto. Per un momento mi sembra di essere tranquillo, ho ancora in mente le cose che stavo sognando poco fa e il tepore del letto è aggrappato ai miei vestiti.
Sherlock non c'è. Il suo letto è vuoto e disfatto. Non vedo nemmeno la sua giacca, la sua sciarpa.
Poco prima sentivo quell'alba come una gradevole melodia che cavalcava l'aria e mi faceva cominciare la giornata con una nota di felicità.
Ma non appena ricordo l'accaduto, l'alba diventa il mio ultimo pensiero. Il fresco venticello, il sole pallido, il tepore delle coperte. Nulla ha più importanza.
Mi siedo sul letto e mi stringo il viso con le mani. Vorrei che tutto questo fosse scritto su un foglio così che io possa gettarlo in un cestino ed eliminarlo dai nostri ricordi.


La porta scorrevole dell'hotel si apre, Sherlock è sul ciglio della strada e sta usando il cellulare.
Non voglio avvicinarmi. Non voglio vederlo in faccia. Non voglio parlargli.
Avanzo lentamente, l'aria è impregnata di umidità. Sherlock si gira per un istante e poi ri-incolla il suo sguardo sullo schermo del cellulare.
-Seguimi, andiamo a casa del signor Munro-

Prendiamo la macchina e ci parcheggiamo lungo la via, in un luogo dove possiamo vedere con facilità la porta della casa dei due.
Non mi volto mai verso di lui. Mi guardo intorno e osservo le case.
Sherlock continua a maneggiare con il telefono.

-Sherlock..-

Si gira, non ha problemi nel guardarmi negli occhi anche dopo la situazione della notte prima.

- ti chiedo di dimenticarti tutto riguardo ieri notte. Ero molto stanco e non so cosa mi sia preso. Non vorrei che questo fatto si metta in mezzo al caso e ti faccia preoccupare per niente..-
Ero molto afflitto, pensavo che il mio comportamento avesse distratto Sherlock. L'avesse messo in una situazione di imbarazzo che gli impediva di pensare al lavoro e andasse in panico ogni volta che gli stavo accanto. Ma a quanto pare non era così, è disinvolto come sempre.
Non riesco a capire se per lui il lavoro sia così interessante ed emozionante che riesce a fargli rimuovere ogni sentimento e pensiero che sia al di fuori del caso (dunque se ne infischia altamente poiché non gli interessa), oppure sia così bravo a fingere, recitare e mantenere la calma anche se le emozioni respirano dentro di lui.

Annuisce con calma e con un'espressione di sicurezza e tranquillità. Guarda in basso e poi alza lo sguardo.

-No.. non ti preoccupare-

Aveva già dimenticato tutto a quanto pare! L'ha vissuto e poi rimosso dai suoi problemi, dalle sue preoccupazioni! Mi sembra impossibile, assurdo!
O forse è solo una mia impressione. Come fa Sherlock Holmes a non pensare minimamente ad un fatto successo poche ore prima?
E' allergico ai sentimenti? Ora mi sembra nella norma il fatto che abbia rimosso dal cervello il sistema solare! Mettendolo a confronto con questo.. è spaventoso.

Siamo in macchina da circa un'ora, sono le 6 e 15 e non si è ancora visto nessuno.
Non parliamo.
Sono assonnato, ma lucido. Non riesco a distrarmi con Sherlock di fianco.
Mi muovo sul sedile per trovare una posizione differente e senza volere allungo la mano verso quella di Sherlock. Mi basta un minimo tocco per far agitare il mio intero corpo.. mi appoggio, le nostre mani non si toccano.
Guardo fuori dal finestrino e sospiro rumorosamente.


All'improvviso.. sento qualcosa che sfiora le mie dita lievemente. Mi giro senza fretta, anche se so già di cosa si tratta.

Le lunghe dita di Sherlock arrivavano fino alle mie, mi tocca soltanto con i polpastrelli dell'indice, del medio e dell'anulare. Lui guarda fuori, come facevo anche io poco prima. Non vuole guardare perché non vuole ammettere di averlo fatto. E' una cosa che nella sua vita non ha mai provato, e ora la sta assaporando lentamente.

Non mi muovo. Non voglio rovinare tutto.
Non riesco a crederci, è come assistere ad un evento soprannaturale.
Mi sono chiesto per così tanto tempo se Sherlock provasse qualcosa, nel profondo.
Qualcosa di piccolo, quasi impercettibile.
E ora ne ho avuta la prova, posso vedere quel "qualcosa" respirare per la prima volta.
In questo mini gesto vedo un inizio, l'inizio di un nuovo rapporto.. Mi sembra di avere di fianco una persona diversa.
Se il mio cuore -la sera prima- batteva per l'imbarazzo, ora si agita senza vergogna. Non ho intenzione di farlo fermare. Non questa volta.

Poco fa mi ero chiesto se Sherlock avesse dimenticato tutto perché c'erano cose a cui pensare che lo interessavano di più, oppure riuscisse a recitare l'indifferenza e a nascondere le sue forti emozioni come un attore professionista.

La risposta è -ovviamente- ...sapeva recitare benissimo
  
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