Ciao Melisanna, questo capitolo è stato modificato rispetto
alla versione originale seguendo i tuoi suggerimenti. Spero che soddisfi
di più.
Ho tolto la storia delle vecchie guardiane, che era slegata dal resto della trama; potrebbe essere la traccia per un lavoro futuro. Ho cercato anche di alleggerire i dialoghi, anche se il clima del capitolo si fa comunque teso, come preludio al successivo, più drammatico. |
PROFEZIE
Riassunto delle puntate precedenti
Elyon si ripresenta a trovare le sue amiche ad Heatherfield. Appare cambiata, esuberante, e racconta del suo progetto di far sviluppare la sua città anche copiando tecnologie terrestri. In un attimo di sconforto, racconta di essere angosciata per una profezia fatta da lei stessa, che prevede l'avvento di una nuova tirannia a Meridian. L'oracolo raccomanda alle guardiane di essere vicine ad Elyon, che è in un periodo di cambiamento, e di consigliarla bene. Poco tempo dopo, Elyon si ripresenta alle amiche, invitandole a cena al palazzo reale. Arrivate qui, si apparta con Cornelia per farle delle confidenze sul suo passato, lasciando le altre in compagnia di Caleb. Nel giardino, Irma e Taranee respirano a pieno il polline di alcuni fiori, subendone strani effetti. Caleb rivela che quello è il luogo preferito da Elyon, da quando questa ha ricevuto una misteriosa lettera postuma di sua madre. Da allora, trascura i doveri di regina e fa studi tutti suoi. Aggiunge che la profezia prevede che lei stessa sarà il nuovo tiranno. Cornelia giudica che questi fiori la influenzano negativamente, e dovrebbero essere estirpati. Dopodichè, tutte le ragazze vanno a cena con la regina. Nel corso della cena, Elyon racconta una interessante leggenda sull'origine degli abitanti del metamondo e della stirpe reale. |
Cap.7
Nuove stelle e vecchie guardiane
Meridian, terrazzo del palazzo reale
Nella notte luminosa, l’altopiano che si estende a nordovest del castello
è visibile fino alle basse vette della catena che delinea l’orizzonte
visibile. Sulle cime, vaghe tracce di neve brillano nella notte.
Ogni monte, ogni albero, ogni collina, lo stesso castello ha due ombre
nitide che si proiettano sul terreno. Dove queste ombre si sovrappongono,
si creano zone nere che sembrano come degli angoli dimenticati dalla creazione
del modo.
Non serve la competenza di un astronomo per notare in cielo due stelle
luminosissime, più luminose persino della luna piena.
“Altrochè Venere!”, esclama Hay Lin, “ Chissà cosa darebbe
Eric per poter vedere questo spettacolo!”.
“Sono favolose!”. Questo entusiasmo ha contagiato anche Irma. “Chissà
quanto vi fanno risparmiare di illuminazione stradale!”.
Hay Lin le osserva a lungo, traguardandole con un capitello. “Ma …
si muovono? Non sono stelle fisse?”.
“Ragazze, quelle cosiddette stelle sono il risultato di un mio esperimento
magico!”. L’orgoglio di Elyon traspare dalla sua voce. “Ci sono numerosi
piccoli satelliti naturali in orbita attorno a questo mondo, poco più
che grossi sassi. Io sono riuscita a farne accendere cinque usando un’antichissima
magia”.
“Li hai fatti tu?”, chiede incredula Cornelia.
“In un certo senso sì. Ma io ho solo praticato una magia descritta
in un antico libro collezionato da Phobos”.
“Da dove viene tutta l’energia che irradiano?”, chiede Taranee.
“Non lo so, ragazze. Sto cercando una spiegazione su ogni genere di
libri. Ho divorato gran parte della biblioteca di Phobos, dove sono descritti
migliaia di incantesimi, ma non c’è una spiegazione fisica del perché
funzionano”. Elyon scuote la testa. “Vorrei capire cosa succede su quei
grossi sassi. Sto cercando su libri di fisica, ma l’unica cosa che ci somiglia
un po’ è la fusione nucleare. Allora ho fatto un piccolo esperimento”.
Scruta i giochi di ombre sui visi delle amiche. Vi legge stupore e
curiosità. Solo Taranee ha già capito l’enormità di
quanto sta per spiegare.
“Ho simulato ciò che accade nel cuore di una stella. Ho inserito
idrogeno dentro una grande sfera di vetro con una piccola cavità.
Ho fatto rimpicciolire la sfera fino alle dimensioni di una palla. La ho
fatta levitare via a grande altezza. Poi la ho fatto rimpicciolire rapidamente,
comprimendo l’idrogeno dentro finché non è avvenuta la reazione”.
“Quale reazione?”. Irma non sa molto sulle stelle. Forse crede davvero
che abbiano cinque punte.
“La fusione dei nuclei”, le risponde Elyon. “Da ogni quattro nuclei
di idrogeno se ne è creato uno di elio”.
“E il cambio conviene?”, chiede Irma scettica. Quattro gomitate anonime
la zittiscono.
“La luce ha illuminato tutto il cielo di Meridian per un paio di secondi.
Siccome era notte fonda, il tuono lontano ha svegliato tutti gli abitanti”.
“Davvero è esplosa?”.
“Sì, Will. Chi ha visto la vampata ha avuto problemi di vista.
Anch’io”. Guarda il cielo socchiudendo gli occhi.
“E la gente come l’ha presa?”.
“Non bene. Continuo a percepire pensieri preoccupati. Insomma, vorrei
non averlo fatto”.
Le ragazze si guardano. Qualche pensiero guizza tra loro.
Elyon rompe quel silenzio imbarazzato. “Sapete, ho dato i vostri nomi
alle cinque stelle artificiali”.
Guarda rapita verso il cielo. Sarebbe delusa a vedere la smorfia di
Irma.
“Così Cassidy non è più la sola ad avere una stella
tutta sua!”, commenta la guardiana. “Un bell’auspicio!”.
Alla luce degli astri, si vede Elyon inarcare le sopracciglia. “Chi
è Cassidy?”.
Will le fa un riassunto. La brevità del suo racconto tenta di
minimizzare l’orrore di una sconvolgente storia di gelosia, culminata con
l’assassinio di una guardiana da parte di un’altra.
Quando Will smette di parlare, la regina è piena di domande.
“Allora è stato il cuore di Kandrakar a corrompere Nerissa?”.
“Non so. Preferisco pensare che sia stato tutto dovuto alla sua ambizione”,
risponde Will.
“E non temi che..”.
“Non dirlo! Sì, ci penso. Anche tuo fratello Phobos ha detto
che sarebbe finita così. Ma era solo un suo inganno”. Poi, quasi
inudibile: “Io prego sempre che fosse solo questo!”.
Si sente un po’ di freddo. Tutte le ragazze tornano al calduccio, in
sala da pranzo.
Meridian, palazzo reale, sala da pranzo
Will guarda ancora l’orologio. “Le undici e tre quarti! Elyon, ora dobbiamo
scappare di fretta. E’ stata una bellissima serata…”.
Elyon sembra essersi ricordata all’improvviso di una cosa.
“Ragazze, se avete ancora cinque minuti, vorrei esaminare le vostre
ali, perché credo di avere capito a cosa servono”.
L’idea è accolta con un evidente interesse. Cornelia, in un
alone di luce, assume il suo aspetto da guardiana. “Ecco fatto, Ellie”.
Si siede su una delle grandi sedie vellutate.
“Grazie, cara. Vediamo…”. Elyon passa la mano destra aperta a pochi
centimetri dalla punta di un’ala.
“Cosa stai facendo?”, chiede Will, seguendo con attenzione i movimenti.
“La sto irradiando con la mano. Sì, riesco a seguire l’energia,
fluisce verso i muscoli della spalla e del braccio. Continua verso la mano”.
“Ora sento caldo”, dice Cornelia. Volta all’insù il palmo. “Sembra
quasi luminoso!”.
Elyon è seria, come un medico che sta per proferire una diagnosi.
“Voi guardiane avete poteri magici anche senza trasformarvi, vero?”.
“Sì”, risponde Will, “le prime avvisaglie hanno preceduto la
prima trasformazione di quasi un anno”.
“Però sono più tenui”, completa Taranee. “Si esauriscono
rapidamente”.
“Ragazze, queste ali fanno la differenza”. Elyon fissa rapita le splendide
iridescenze verdi e azzurre. “Captano i poteri che permeano l’ambiente.
Rinnovano la vostra energia magica quando viene utilizzata. Sono collegate
con le braccia, perché voi usate quasi sempre il palmo delle mani
per operare magie”.
“Ellie, posso farle sparire?”.
“Ancora un attimo, Corny”. La Luce di Meridian riprende a fare oscillare
le mani su un’ala di Cornelia.
“Che fai? Sembra che le accarezzi…”.
Elyon ritira le mani dall’amica, e le tiene con i palmi affacciati
a pochi centimetri tra loro.
Compare un’iridescenza che, in qualche secondo, prende la forma di
una copia dell’ala.
Mentre riassume il suo aspetto normale, la guardiana è allibita.
“Elyon, cosa hai fatto?”.
“Fidati di me, Corny”. Le sorride, mentre l’aletta fluttua sospesa
tra i suoi palmi.
La rassicurazione non ha effetto. “Non mi piace. Elyon, questo non
mi piace per nulla!”.
“Scusa, ora la faccio scomparire”. Un lampo di luce, e lo spazio tra
le sue mani torna vuoto.
Per la prima volta da anni, Cornelia guarda la sua vecchia amica con
diffidenza. “Non sono sciocca. Riprodurrai quell’ala appena io sarò
fuori da questo palazzo. Ma perché?”.
“E’ solo un esperimento”, risponde con nonchalance. Poi, guardando
meglio tra i giochi di ombre sul viso di Cornelia, si accorge della sua
espressione. “Ti prego Corny, non tenermi il broncio. Sai quanto mi fa
male”.
Cerca gli sguardi delle altre. Spera di trovarvi un’assoluzione. Capisce,
con sgomento, che non è così.
Le guardiane si scambiano occhiate di sfuggita. Dei pensieri guizzano
tra loro.
“Ragazze… dite qualcosa!”.
Dopo un lungo silenzio, Will le si avvicina. Le altre si raggruppano
alle sue spalle, un passo indietro. “Elyon, posso essere sincera? Credo
di parlare a nome di tutte. Stasera ci hai turbate”.
“Cosa…”.
“Ci sembra che il tuo desiderio di … di conoscenza, ecco, ti abbia
preso la mano. Non ti ricordavamo così”.
“….”.
Will continua. “Mettiti nei nostri panni. Ci hai parlato di predizioni
inquietanti, alle quali credi ciecamente. Fai i tuoi esperimenti su scala
grandiosa, senza che servano per soddisfare un vero bisogno, e senza un’idea
chiara delle conseguenze”.
“Quelle stelle artificiali… sei sicura che siano così innocue?”,
chiede Taranee.
“Cosa dovrebbero fare?”, protesta Elyon. “Orbitano a sessantamila chilometri
di altezza!”.
“E sia. E poi quella sfera…”, continua Will. “Tu sai benissimo che
sulla Terra quella si chiamerebbe bomba termonucleare!”.
“Soprattutto”, aggiunge Cornelia, “non ci rassicura sapere che passi
il tuo tempo in mezzo a tutti quei fiori gialli”.
“Cosa… Ma cosa vi ha detto Caleb di questo?”.
“Niente”, mente. “Ma sai che io conosco le piante. Percepisco che quelle
hanno una influenza negativa. Credimi, se te ne sbarazzi è meglio”.
“Ma Cornelia, sono solo i fiori del mio giardino…”.
“Le parole solo fiori sono una grossa sottovalutazione. Guarda l’effetto
su Taranee e Hay Lin…”.
Hay Lin, chiamata in gioco, fa una smorfia di disagio. Ricorda vagamente
che, in giardino, le sono usciti di bocca commenti che non è il
caso di ripetere mai più.
“Eppoi”, incalza Irma, “prevedi che diventerai una tiranna, sei angosciata
all’idea, eppure cominci a fare proprio le cose che ci si aspetterebbe
da un tiranno. Ti disinteressi della tua gente. Ti isoli nel giardino di
Phobos. Leggi i suoi libri. Costruisci una...”.
Un calcio discreto di Will interrompe l’infelice intervento.
Elyon le guarda a bocca aperta. “Ma non ve l’ho detto io, che sarei
… ”. Abbassa lo sguardo, storce la bocca. “E’ stato Caleb, vero?”.
Un cameriere in livrea sta per entrare con un vassoio di bibite. Non
sappiamo che cosa ha percepito, ma è bastato per farlo desistere
ed andare via discretamente.
“Ma no!”. Will cerca di recuperare la situazione. “Noi pensiamo solo
che tu stia bruciando le tappe. Abbiamo paura che qualche magia troppo
potente possa sfuggirti di mano”.
“Hai tanti anni davanti a te”, aggiunge Hay Lin. “Perché vuoi
provare tutto e subito?”.
“Will, non sforzarti di addolcire la pillola. Ho capito. Tu pensi che
prima o poi ci troveremo a combattere su fronti opposti”. Appena dette
queste parole, la regina ne sembra spaventata.
“Cosa dici?”. Will, sorpresa, scruta il viso turbato di Elyon. “Noi
ti stiamo solo dicendo le nostre impressioni”.
“E’ per onestà nei tuoi confronti”, aggiunge Taranee.
Elyon cerca lo sguardo di Cornelia. L’amica le sorride, ma è
un sorriso velato dal dubbio.