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Autore: _martyart_    14/04/2012    1 recensioni
Da due anni il detective liceale Shinichi Kudo è stato trasformato in bambino da uno stupido, tremendo errore.
Finalmente quello stesso giorno, un assolato pomeriggio estivo, ci sarà una svolta, che potrebbe essere la soluzione di tutti i suoi problemi o l'inizio di tutte le sue pene. Tra enigmi e misteri il piccolo Conan Edogawa affronterà l'ultima battaglia contro l'organizzazione. Questa storia è destinata a rimanere incompleta per mancanza di idee dell'autrice. Vi chiedo immensamente scusa.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Detective Conan formattato Capitolo 3: Errori


Un serie di sfortunate coincidenze


Quella sera era stata davvero piacevole. Dopo una bella mangiata, infatti, i due detective si erano lasciati 

sprofondare nel sonno nella camera di Heiji che, notò Shin,  prenotata per due posti letto. Aveva previsto 

tutto questo? Si era chiesto. Forse si, forse no, ma tanto l'indomani si sarebbe chiarito tutto.


E quindi? Adesso cosa facciamo? Siamo fregati! Li abbiamo persi per l'ennesima volta!” Gli avevo 

urlato contro inviperito Shinichi, nei panni di Conan.

Per me non è come dici tu!” Aveva replicato il diciassettenne del Kansai ”Ci deve, ci deve essere una 

soluzione!”

Questo era il breve dialogo che i due detective si erano scambiati quando avevano scoperto che l'uomo 

ucciso da quello suicidatosi non era registrato all'anagrafe. Non avevano nessuna informazione su di lui, 

 in pratica. L'unica soluzione era che fosse uno straniero in viaggio; quando tutto sembrava perso, un 

barlume di speranza era brillanto negli occhi di entrambi: Numayama* poteva ancora condurli 

all'organizzazione.

Protetto dall' FBI, questa volta, avrebbe compiuto il lavoretto della valigetta, ma essendo scortato dagli 

agenti i complici degli uomini nero sarebbero caduti nelle loro mani.

O perlomeno, questo era quello che speravano. Ma poi c'era stato quell imprevisto...


Fui ripotato alla realtà di sobbalzo: era stato Il mio cellulare a svegliarci. In un dormi-sveglia guidato per lo più dal 

subconscio avevo raggiunto rantolando il telefonino che stava sul freddo pavimento e squillava con insistenza, 

avvicinando poi la cornetta alla bocca e rispondendo con un assonnato: “Pronto?”Mi ero così ritrovato a parlare al 

telefono a testa in giù sul letto.

Shinichi! Ciao” Squillò una voce femminile dall' altra parte.

Ran!” Rinvenni io.

Ti ho svegliato?” Mi chiese premurosamente.

No,no! Eh che... Insomma: ti stavo per chiamare!”

Dal letto di Heiji provenne quello che sarebbe dovuto essere un risolino, ma suonò più come un mugolio assonnato.

Cosa è stato?”

No, niente, sta tranquilla. Stavo facendo il caffè” Le risposi mentre mi dirigevo verso il bagno, infilandomi i 

pantaloni.

Un altro suono più simile ad una risata provenne da sotto le coperte, ed io per farlo zittire gli lanciai la prima scarpa 

che mi passò sotto mano. Come risposta ebbi un gorgoglio indispettito. Una volta entrato in bagno e chiusa la porta 

alle spalle, riuscì a continuare la conversazione.

Ti va se oggi facciamo qualcosa assieme?” Mi domandò.

Oggi?” Divagai un po' “Certo. Oggi è perfetto. Dove ti piacerebbe andare di bello?”

Sai che giorno è?” Mi domandò con fare sospetto.

Emh... Oggi...” Non sapevo proprio dove andare a parare. Che giorno era? 13... No: 14 Marzo. 14 Marzo, 14 

Marzo... Il White Day!**

Oh, guarda non me lo ricordo” La stuzzicai.

Shinichi” Sibilò con una punta di asprezza nella voce. “Oggi è il White Day”

Certo! Non me ne ero dimenticato!” Le risposi con fare ironico. “Quindi... Cosa pensavi di fare?”

Emh” Iniziò imbarazzata “Sai, ci sarebbe il luna-park che inaugurano proprio per questo giorno”

Arrossi violentemente. Voleva che la portassi alla festa per il White Day?

Emh ma non c'è bel tempo... Nel pomeriggio non davano acqua?” Il mio tentativo di sviare la gita era dettato 

solamente dal mio imbarazzo.

No. E' una giornata fantastica!”

Dai Ran... Ci sono talmente tante altre mete che potremo scegliere!”

E' inutile che vuoi sempre avere ragione tu -ci sono talmente tante altre mete che potremo scegliere- “ Disse 

imitando la mia voce “Almeno per una volta, perché non lasci scegliere a me dove andare?!” Sbottò.

Emh... “ Non sapevo cosa dire: ero un tantino sotto choc. “Al-allora che ne dici se facciamo venire anche Hattori e 

la sua amica?” L'ultimo, futile tentativo di salvarmi.

Heiji e Kazuha?! Ma come? Sono qui a Tokio?!”

Si. Ieri ho incontrato Heiji, e mi ha detto che qui con lui c'era anche lei. Se vuoi posso invitarli.”

Infatti la sera stessa aveva scoperto che Hattori aveva prenotato una camera per due solo perché con lui era venuta 

quella ragazza che conosceva dall'infanzia: Kazuha; per un attimo me ne ero completamente dimenticato!

Ma quando la giovane aveva scoperto che avrebbero dovuto dormire assieme aveva rinunciato all'idea e si era fatta 

assegnare un'altra stanza. E così si era liberato quel posticino per me...

Più ci pensavo e più questo fatto mi incuriosiva. Io e quel ragazzo avevamo un sacco di analogie, ma anche tante 

differenze. Entrambi siamo detective, tutti e due abbiamo un'amica dell'infanzia che ci stanno a cuore, sia io che lui 

abbiamo una passione irrefrenabile per il pericolo... Ma io sono il detective dell'ovest, lui è quello dell'est. Lui è più 

impulsivo di me. Tutto il Giappone ci conosceva, ed almeno una cosa era certa: insieme formavamo una coppia 

inimitabile.

Speravo che fossimo solo noi due. Ma va bene: ho voglia di vederli.” Disse sospirando.

Le sue parole mi riportarono alla realtà ed insieme mi stupirono. Solo noi due. Lei voleva che fossimo stati solo noi 

due...

Ma cosa ti frulla in quel cervello???” Mi aveva urlato quando avevo comunicato al mio amico i nostri piani per 

quella giornata “Come ti è saltato in mente di volere accettare il suo invito?!” Sputacchiando una fetta di pane 

generosamente cosparsa di marmellata.

Non mi lasci nemmeno finire le frasi”Gli dissi con uno sguardo scocciato “le ho subito suggerito di cambiare meta.” 

Continuai, mentre mi riaffioravano in mente le sue parole: Speravo fossimo noi due....

Tanto lo so che che ci vuoi andare” Mi stuzzicò “Ti devo dire che però avevo pensato che tu non volessi più uscire 

di casa: dimmi la verità. L' avevi decifrato anche tu quel messaggio:

-Sappiamo chi sei. Vinceremo noi. Arrenditi-.*** 

Cosa intendi fare, geniaccio?!”

Se si faranno vedere, semplicemente li affronterò”

Shinichi Kudo” Disse lui con una lentezza teatrale “la semplicità con cui tratti le questioni di vita e di morte mi 

stupisce sempre. Metterai in pericolo Ran se ti vedranno con lei. Lo sai questo, vero?”

Certo che lo so!” Esclamai indignato “Ma almeno io non mi porto dietro la ragazza nonostante sappia come stanno 

le cose!” Sbottai, un po' per ribattere un po' per vedere la sua reazione.

"Lei... Lei non è la mia ragazza!”Esclamò arrossendo “Poi anche tu! Dovevi proprio decidere di andare alla festa per

il White Day?! Adesso me la devo portare dietro!”

All'improvviso ci ritrovammo davanti una giovane alta, bruna, con i capelli raccolti disordinatamente in una coda, 

attentamente legata da un nastro. Indossava un una minigonna celeste abbinata ad un maglione avorio.

Chi è che ti dovresti portare dietro?!” Esclamò fissandoci torva.

Oh, n-no niente...” Balbettò Hattori.

Kudo! Ciao!” Mi disse appena mi notò, dapprima sorpresa, regalandomi in seguito un sorriso.

Ciao Kazuha” La salutai rispondendo a mia volta “ti va oggi di venire a fare un giro?” Diventò viola.

I-io e t-te?!” Chiese sbigottita.

Ma che cosa pensi?” Intervenne Heiji, evidentemente ingelosito “nessuno ti chiederebbe di uscire!”

Lei si fece scura in volto “Heiji sei una maleducato!” Le rispose mentre stava già tirando fuori la borsetta da 

sfoderare come arma. Per fortuna intervenni prima che questo accadesse.

Ti spiegheremo tutto mentre andiamo...” Le dissi per non tirarla per le lunghe.

E mentre uscivano dall'albergo, solo per un istante, a Shinichi parve di intravvedere allontanarsi una Porshe

nera. Ed un brutto presentimento si impossessò di lui, scuotendolo fin dentro le ossa.

Dovete sapere che il Luna-park è un posto infido per tutti i giovani accompagnati da una partner.

In ogni angolo dove può arrivare l'occhio umano è appostata una bancarella, di quelle che vendono braccialetti, 

collanine o vestiti solitamente artigianali. Oltre a questi, alcuni producevano cose da mangiare. I più gettonati erano i 

dolci come brioscine, cioccolato o pasticcini, ma essendo ad una fiera di divertimenti non mancavano zucchero filato e 

attrazioni, come le montagne russe e i giochi come il tiro al bersaglio con le pistole ad acqua o a pallini.

Ran aveva un bellissimo sorriso dipinto sul volto, e sembrava davvero compiaciuta mentre si gustava il suo dolcissimo 

zucchero filato rosa, che per poco non mi aveva appiccicato in testa.

Anche Kazuha se ne era fatto comprare uno da Heiji, e se lo “dividevano” beatamente seduti sulla panchina a pochi 

centimetri da noi. Battibeccavano ogni volta che mentre la ragazza era distratta a parlare con Ran lui allungava la mano

e gliene rubava un pezzo. E la mia Ran rideva di gusto, allungandomene spontaneamente un po' del suo.

Quando rideva era come se niente avesse più senso. Niente. Adoravo ogni cosa di lei quando era felice.

Le si illuminavano gli occhi di una luce speciale, i suoi capelli ondeggiavano spensieratamente al minimo alito di vento e 

le guance le si coloravano di una sfumatura rosa. Cosa che capitava raramente quando non c'ero io, nei panni di 

Shinichi. Mi sorrideva contenta e di quando in quando si faceva cullare dalle mie braccia, mentre srotolava un pezzetto 

di zucchero e me lo adagiava sulla lingua.

Scusate un attimo” Dissi io fissandole entrambe negli occhi “avete rotto tanto per venire qui e adesso preferite 

starvene su una panchina?” Fecero delle facce scioccate, poi improvvisamente si interessarono alle punte dei capelli, 

come se avessero qualcosa che fino a quel momento non avevano notato.

Lasciagli finire in pace il loro zucchero filato” Sentenziò il mio compare “abbiamo tutto il pomeriggio!”

Mi tornò in mente il fantasma della porche che avevo visto poco prima che uscissimo: volevo ribattere, ma non lo feci.

Eppure il resto della mattinata trascorse lento, come se un enorme orologio avesse deciso di fare scorrere il tempo più 

lentamente per mettermi in difficoltà. Intanto mi opprimevano con la loro aurea pressante i tantissimi palloncini a forma 

di cuore appesi alle numerose bancarelle, che gonfiati ad Elio svolazzavano qua e là occupando ogni angolino dove non 

ancora si era infilato un pedone. Le ragazze ci fecero fare il giro di tutti gli stand almeno tre volte, soffermandosi su 

ogni chincaglieria che non avevano notato al giro precedente. E fidatevi se vi dico che non finivano più.

Alla fine, sfiniti, decidemmo di fare una breve pausa pranzo in un locale non poco lontano. Avevamo tutti bisogno di 

rilassarci dopo una marcia sfiancante, che sembrava infinita, in mezzo alla folla e l'idea di sedermi ad un tavolo con 

davanti un piatto colmo di cose da mangiare era molto allettante. Appena entrammo corse verso di noi una giovane 

cameriera, che ci scortò ai nostri tavoli affidandoci i menù: c'era solo l'imbarazzo della scelta!

Non ci credo!” Vidi la faccia di Heiji illuminarsi “In questo ristornante fanno i Takoyaki****?!”

Non li avete solamente voi” Gli rammendai assottigliando gli occhi.

Allora vi sfido!” Annunciò trionfante “Vedremo se cucina meglio la gente di Tokio o quella di Osaka!"

Decidendo di accettare la fida, ci facemmo portare Takoyaki per tutti, ma lo vidi sciogliersi non appena ne mise uno in 

bocca. Da li in poi seguii una discussione allucinante su quale delle due città era la migliore, concludendosi in parità. Ma 

volle la rivincita, che sapevo che un giorno non avrebbe mancato di ricordare.

Notai che al balcone di quel piccolo, accogliente locale si era appena seduto un uomo, di media statura, che portava un 

pesante impermeabile nero. Indossava gli occhiali e aveva con se una capiente ventiquattrore sigillata da un piccolo 

lucchetto. Una cameriera gli si avvicinò con in mano la sua ordinazione, la posò sul bancone, non fece in tempo ad 

andarsene che la stava già degustando.

Vidi le sue pupille dilatarsi mentre con un rantolo cadeva dalla sedia e si accasciava sul pavimento, vittima di 

soffocamento. Il mio amico sembrava essere assorto tanto quanto me dalla scena, e in un batter d'occhio eravamo già 

in piedi: lui a sbarrare la porta agli eventuali fuggitivi, io che correvo a chiedere di un telefono per avvisare ambulanza e 

polizia. In preda all'euforia e alla adrenalina del momento, sentii qualcosa che non andava: mi faceva stranamente male 

il petto e mi sembrava che ogni semplice movimento che facevo valesse per tre.

Brutto segno: era stato commesso un omicidio, ero in compagnia di Ran e stavo ritornando piccolo.




*Capitolo prima, il testimone fermato dall' FBI.

**Il White Day è una ricorrenza giapponese e si festeggia il 14 Marzo. In questa data, infatti, i ragazzi 

devono donare qualcosa alle ragazze le quli il 14 Febbraio (San Valentino) gli hanno regalato del cioccolato.

*** La soluzione! Mi piacerebbe tanto sapere chi ha indovinato... Recensione ;)

****Polpettine di polpo di forma sferica, originarie di Osaka.

Scusatemi tutti!!!!!!!! Mi dispiace tanto per non aver aggiornato da subito. Volevo godermi le vacanze di 

Pasqua :D. Vediamo............ Qui i mitici Shin ed Heiji subiscono un risveglio, per così dire, 

“traumatico”. La trama si infittisce: Quale è stato il piano organizzato dai due giovani per 

mettersi sulle tracce dell'organizzazione? Perché il nostro eroe ha un brutto presentimento? 

Riuscirà il nostro Shin a cavarsela? 


Grazie a tutti!!!!

Marty (=





  
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