Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Zio Scipione    15/04/2012    2 recensioni
Il cavaliere Peragon e la sua dragonessa Shakira sono in viaggio per spodestare il malvagio re Galbanino. Una revisione totale della storia di Inheritance, pur mantenendone la trama e i personaggi.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
LA CADUTA DEL MARTELLO
 
«Occavoloccavoloccavolo!» gridò Peragon. «Non mi puoi uccidere Roran, adesso, così. Eh, Paolì! Eppure è morto, è il titolo del capitolo!»
In un attimo d’ira, Peragon si lanciò sulla metà di fortezza rimasta in piedi a tutta velocità, sconfiggendo senza neanche accorgersene un arciere, cinque guardie e Lord Bruciachiodo in persona, per arrivare sotto l’arco che era crollato, ma dall’altra parte.
Là c’erano Roran e Paolini che ridevano copiosamente.
«Ve l’eravate fatta tutti sotto, eh?» disse Paolini.
 
RE GATTO
 
Lord Bruciachiodo sconfitto senza fargli dire una parola. Belatona: una città in fiamme e un popolo in rovina. Un esercito che si appropria di ogni cosa e non sa se massacrare i prigionieri o spedirli lontani dalle loro terre e dai loro cari. Questi sono i Varden.
“Eppure Brom me l’aveva spiegata la differenza tra noi e quel Galbanino” pensava Peragon. “Ma non la riesco ad afferrare”.
“Noi siamo i buoni, piccolo mio” disse Shakira. “Siamo amici dell’autore”.
“Ah…”
Nasuada aveva appena preso posto al castello tenendosi per sé tutte le belle salette impreziosite dagli arazzi e pensava agli eserciti, alle battaglie, alla politica, agli Urgali che puzzavano troppo; sì insomma lo so che non ve ne frega niente di Nasuada e non sapete neanche se è veramente nera o è solo un’invenzione del regista del film, ma purtroppo è essenziale per lo svolgimento della storia.
Ciò che sappiamo con certezza è che sicuramente era emo. Non solo si tagliava sulle braccia, ma mostrava anche quelle cicatrici con orgoglio davanti al suo popolo e non se l’era nemmeno fatte guarire da Angela.
Peragon, poi, non la sopportava proprio. Infatti non appariva mai nella stessa scena con lei, il che fece correre la voce, negli accampamenti, che fossero in realtà la stessa persona. In realtà le voci si smentirono quando si ritrovarono entrambi nel salone del castello, a ricevere un ospite importante.
«Salute e grazie al re Grimrr Zampamonca» disse un paggio, «re dei gatti mannari, signore di Rohan, ministro della magia, premio nobel per il nome più impronunciabile della trilogia (condiviso con Shrrgnien) e soprattutto… Colui Che Va In Bagno Da Solo».
«Ooooh» dissero ammirati i Varden.
Nel salone entrò un basso signorotto, con una veste malconcia e tanti piccoli teschi appesi come una cinturina dalla spalla al fianco.
«Ma lei non è un gatto» disse Peragon. Nasuada gli tirò una padellata sul naso.
«Nasuada, da quando vai in giro con le stoviglie?»
«Zitto e spera che ‘sti gatti non vogliano soldi per combattere. Sai, di bancomat a Belatona non ce ne sono e anche se ci fossero l’abbiamo rasa al suolo».
«Salve, gente» disse Grimrr.
«Cip cip…» rispose Angela, e il gatto la guardò malissimo. Ma veramente male, che anche Peragon ci rimase male.
Poi Nasuada si rivolse a lui.
«Benvenuto, re Gri… Grimme… insomma, re Zampamonca» disse Nasuada. «Il vostro popolo è disposto a combattere al nostro fianco?»
«Certo, regina Nasuada» disse Grimrr. «Sarà un onore combattere Galbanino, il più grande che possiate offrirci. Il nostro popolo aspira solo a quello».
«Dunque combatterete senza compenso, per l’onore, la pace e la gloria?»
«Aspetta aspetta aspetta aspè» disse il gatto. «Parliamo del rimborso spese. Allora i miei gatti mi chiedevano, a testa s’intende, tremila euro al mese netti (con possibili aumenti e premi in cambio di vittorie), tre cotte di maglia: una per quando combatteranno in forma di gatti, l’altra per la forma umana, la terza per il sabato sera, sai con gli Urgali ci sarà da divertirsi, poi ci servirebbe del cibo, beh ovviamente, e lo vogliamo fresco e succulento, s’intende fegato, caviale, e qualsiasi altra cosa adatta al nostro rango, ferie pagate, malattia, assicurazioni varie, auto aziendale, ah sì una spada, e la tessera della coop».
Nasuada rimase un secondo a riflettere.
«Allora?» disse Grimrr.
Nasuada rimaneva ferma sul suo trono.
«Chi tace acconsente, eh? Generosona».
Non fece una piega.
«Beh?»
«È svenuta» disse Jörmundur.
«Kvaiiiishhhhterr» disse Eragon e Nasuada si svegliò.
«Non avete sentito? Devo ripetere?» disse Grimrr.
«No, no, ho sentito. E penso che tre cotte di maglia siano tre di troppo. Vi arrangiate. Di cibo mangerete gli avanzi degli Urgali. Di quello che avete detto vi posso dare al massimo la tessera della coop. La mia, però, quindi ve la dovete passare».
«Mi puoi ripetere perché siamo i buoni?» sussurrò Arya a Peragon.
«Credo che a Brom piacesse scherzare» rispose lui.
«Bene, se non c’è altro» disse Nasuada. «Ah, sì, c’è altro. Visto che sono più sospettosa di un agente della CIA, vi farò ispezionare quel cervellino che avete, uno per uno dagli stregoni del Vrangr Gata così se siete spie di Galba vi faccio fuori subito».
«Va bene, ma non da quella» e indicò Angela.
 
Il giorno dopo Peragon si recò da Angela e le chiese spiegazioni sul cip cip.
«Te lo dirò un’altra volta».
«Perché?»
«Perché l’autore di questa parodia non ha ancora finito il libro e quindi non ne ha idea di quel cip cip».
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Zio Scipione