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Autore: Heaven_Tonight    16/04/2012    19 recensioni
“Ikkunaprinsessa”. La Principessa alla Finestra.
C’era lei, Lou, in quel ritratto. C’era lei in ogni suo respiro, in ogni cellula o pensiero.
La sua anima, il suo cuore, le sue speranze mai esposte, il suo amore e la sua fiducia in esso in ogni piccola e accurata pennellata di colore vivido.
C’era lei come il suo caro Sig. Korhonen la vedeva.
Al di là della maschera inutile che si era costruita negli anni.
I capelli rossi e lunghi che diventavano un tutt’uno con il cielo stellato.
L’espressione del suo viso, mentre guardava la neve cadere attraverso la finestra, sognante, sorridente.
Lei fiduciosa e serena. Col vestito blu di Nur e la collana con il ciondolo che un tempo era stata di Maili.
Lui aveva mantenuto la sua promessa: le aveva fatto un ritratto, attingendo a ricordi lontani.
L’aveva ritratta anche senza di lei presente in carne e ossa. Meglio di quanto potesse immaginare.
Cogliendo la sua vera essenza.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo otto

"Fuga da Helsinki"







«Mi piace.» – decretò Simone infilandosi tra le lenzuola.

Lou si stava struccando allo specchio, infagottata in un pigiama lungo rosa.

La sottoveste lilla che Nur le aveva regalato era troppo preziosa per usarla ogni notte, quindi era tornata ad indossare le sue mise improbabili.

«Davvero? – chiese Lou dolcemente – Lo hai visto solo per qualche ora, come fai a dire che ti piace?»

«Tu quanto tempo ci hai messo per decidere che ti piaceva?» – le chiese ironico.

Lou gli sorrise attraverso lo specchio.

«Mezzo secondo. E’ bastato che lo guardassi negli occhi… non è neanche il mio tipo ideale…» – disse a bassa voce.

«Non esiste il tipo ideale, Grace. Esiste l’alchimia tra due persone: dopotutto siamo animali anche noi. A volte scatta la scintilla con chi meno ti aspetti…»

«È tutta chimica, vero?» – Lou sapeva cosa pensasse il suo amico riguardo all’amore e ai colpi di fulmine.

Secondo Simone due esseri umani erano attratti tra loro per una combinazione di fattori e non tutti ammirevoli come la purezza e l’amore romantico.

«Esatto… chimica e anche altro. Nel vostro caso è un bisogno di essere amati per quello che si è dentro e non per come si appare.»

Lou si girò a guardarlo curiosa.

«E tu hai capito questo, passando con lui solo qualche ora? Come fai a dirlo?»

«Pensi che a lui faccia piacere essere amato e desiderato solo per il nome che porta? Oh sì, in passato deve essergli andato più che bene: lui, una star con centinaia di donne che gli morivano dietro. Non doveva far altro che scegliere, anche se a quanto sembra, non sia mai stato molto fortunato in amore… penso che per lui sia arrivato il momento in cui abbia bisogno di altro.

Negli ultimi anni ha cambiato molto della sua vita, Lou… ha fatto tante cavolate, credimi; ha sofferto, è stato sul punto di autodistruggersi ma ne è uscito. E forse si è reso conto di quello che è davvero importante in questa vita.

È sempre stato un romantico, crede nell’amore: non come ci credi tu. Tu sei solare e sogni la favola. Lui è un principe dark e vive l’amore intensamente, con tormento, anche come sofferenza.

Vi completate: siete come il sole e la luna.»


Lou si morse le labbra, pensierosa.

«Sai la favola del Sole e della Luna, Will? Beh, dice che non si incontrano mai: si amano da lontano senza mai potersi toccare veramente… Non credo sia un paragone che mi piaccia…» - disse depressa.


«Quella è solo una favola. Intendevo dire che ognuno di voi può portare nella vita dell’altro qualcosa che manca. Grace, io vedo come lo guardi. E vedo come ti guarda lui: in questo caso specifico, penso che il detto “gli occhi sono lo specchio dell’anima” sia più che giusto.

Diamine – disse impacciato e con una punta di stizza – sai come la penso su determinate cose. Non credo nell’amore da film, ma… me ne pentirò di questa cosa, ne sono certo: la sensazione che ho avuto è che a parlare per voi non siano i corpi. Che detto tra noi schizzano ormoni come vulcani, eh! Santo cielo stasera tra voi c’era una corrente invisibile a legarvi: se non c’eravamo noi presenti, sai benissimo come sarebbe finita… brutta maiala, non fare quel sorriso ebete! – Simone le lanciò un cuscino, ridendo, vedendo Lou sorridere estatica – Stavo dicendo, che sembra che siano le vostre anime ad essersi riconosciute…»


Lou gli sorrise con gli occhi illuminati.

Sentir dire una cosa del genere da Simone era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata.

«Lo pensi davvero?» – chiese lei senza fiato. Non avrebbe mai ammesso neanche a se stessa che quella era anche la sua sensazione: aveva troppa paura di sperare.

«Sì, non so come spiegarlo senza cadere nel ridicolo e in parole scontate! Ma è questa la mia sensazione: siete uniti da qualcosa che non riesco a capire… e vorrei dire che potrebbe essere solo attrazione fisica, ma vedo anche altro. Potreste stare in una stanza affollata, circondati da mille persone e voi continuereste a guardarvi come se non ci fosse nessun altro al mondo… Disgustosamente romantico!» – sbuffò.

Lou si infilò nel letto accanto a lui, ridendo del cinismo del suo amico.

«Spero con tutto il cuore che sia così… per me lo è. Sono una stupida, lo so: mi contraddico da sola.

Ho paura, ho mille dubbi e poi credo a qualcosa tipo “la mia anima ha riconosciuto la sua”… patetico. Ma lui… lui tocca qualcosa dentro di me, che non sapevo nemmeno di avere.

Con Andrea era diverso – disse accigliandosi – non so dire ancora in che modo differente, ma lo è. Ville mi emoziona. Mi intenerisce e mi fa infuriare. Riesce a farmi toccare il cielo con un dito anche solo con uno sguardo…»

«Grace… sei innamorata: dillo. Non è mica una bestemmia!»

«Pensi che io sia innamorata di lui? – chiese lei massacrandosi le unghie, laccate di fresco – Ma lo conosco appena!»

Simone le allontanò le mani dalla bocca, con un colpetto secco, continuando a parlare.

«Hai appena detto come ti senti quando sei con lui: ti dà emozioni. Già il solo fatto che qualcuno riesca a farti effetto è importante, Grace. Da quanto tempo non ti sentivi così?»

«Non mi sono mai sentita così…» - rispose Lou con un filo di voce.

«Ti sei appena risposta da sola, allora! E che cosa vuoi che ti dica? Non ci sono regole in amore… per quello che ho potuto vedere stasera, dico che ci sono tutti i presupposti per qualcosa che non dimenticherai mai.»

«Dai per scontato che possa finire, allora?»

«Non farti venire le paranoie come al solito e non pesare ogni parola che ti dico, santo cielo! Voglio solo dire che, se anche non fosse per sempre come ti piace pensare, una storia come questa vale la pena di viverla, perché non potrebbe che darti tante emozioni forti e avresti tanti ricordi piacevoli.»


******


Di emozioni Ville gliene dava ogni volta che posava gli occhi su di lei.

Lou pensò al modo in cui l’aveva salutata solo mezz’ora prima.

Abbracciati davanti alla porta di casa dove lei lo aveva accompagnato prima che andasse via per tornare alla sua magica torre.

«Prinsessa”… - le sussurrava all’orecchio, causandole brividi infiniti – posso rapirti e portarti via con me, nel mio mondo oscuro e tenebroso?»

Sorrideva dolce.

«Perché oscuro? – aveva chiesto, accarezzandogli la guancia – non sei per niente oscuro, Ville. Forse un tantinello tenebroso e poco socievole, ma non oscuro. Non per me…»

«E come mi vedi? – le aveva chiesto alzando gli occhi, baciandole il naso – non ti faccio per niente paura?»

«Paura? No, paura no. A volte mi irriti a morte… per lo meno i primi giorni in cui ci siamo conosciuti, avrei volentieri tirato un bel ceffone su questa faccia elegante e pallida… - disse sorridendo dolcemente, passandogli le dita sui lineamenti perfetti e cesellati – come ti vedo? Misterioso, interessante, dolce… sensuale… - disse col fiato mozzo mentre lui le intrappolava le dita tra le labbra – un uomo mai scontato e noioso, al contrario di quello che pensi tu. E bellissimo.» – concluse lei, senza nessuna vergogna o paura.

Non aveva senso nascondergli i suoi pensieri.

Non voleva lei stessa tenergli nascosto quello che poteva benissimo leggerle sul viso ogni volta che lo guardava.

«Bello? Non sono bello quanto il tuo ex.» - disse pensieroso.

Perché tirava in ballo Andrea ora?

«Ville, la bellezza è soggettiva. È vero, il mio ex è un bel ragazzo… una bella scatola vuota.

E mi fa male dirlo: ho passato con lui dieci anni della mia vita. – non voleva parlare di lui e rovinarsi quel momento perfetto con Ville – Tu sei bello. Andiamo… lo sai bene! Sei uno degli uomini più belli che io abbia mai visto, ma non è questo che io intendo per bellezza…

Sei bello per come mi fai sentire.
Sei bello per quello che fai e che dici, per come lo dici e lo fai…

Hai una voce indescrivibile, un talento unico…

Tante “piccole cose” - se piccole possiamo chiamarle.»


"Mi spaventa solo pronunciare il tuo nome e collegarlo all’uomo che sto guardando negli occhi, a te che ora sei qui, con me… e mi baci…"


«Cose che potrebbero passare inosservate, ma che unite tra loro ti rendono ai miei occhi… perfetto. Oh, so che non lo sei… - disse notando il suo ghigno – ma quello che vedo mi piace. E ti trovo bello.»

Ville non rispose subito… si limitava a cullarla tra le braccia, dondolando piano sui piedi.


«Non so che dire… non voglio contraddirti. Ma devo avvisarti che tutto sono tranne che bello e perfetto. Sono davvero un rompipalle, forse sono anche un geloso e insicuro cronico. Spesso sono esigente con tutti, anche per cose banali. Sono ossessivo e con tendenze autodistruttive…»


Lou gli prese il viso tra le mani, baciandogli le labbra.

Come poteva fargli capire che tutti quei difetti che lui le stava elencando, ai suoi occhi apparivano affascinanti? Come fargli capire che per lei era diventato caro e prezioso, in così poco tempo, toccandole il cuore? Che oltre che bello e misterioso lo trovava tenero e dolcissimo?

Non aveva parole abbastanza belle e chiare per spiegarglielo.

Nessuna bella come la canzone che aveva cantato quella sera e che lui aveva scritto… non poteva competere con quello che racchiudeva quella mente e quel cuore che batteva lento e regolare contro il suo.

Poteva dimostrarglielo nell’unico modo che al momento le veniva in mente, spinta dal bisogno di sentirsi unita a lui, di fargli capire quello che provava.

Lo baciò impetuosamente, aggrappata al suo collo, in punta di piedi per arrivare alla sua bocca.

Lui le rispose pronto, con entusiasmo crescente.

Sentimi… mi senti? Ti prego entra nel mio cuore e non farmi male…” - pensò ansiosa mentre il bacio diventava sempre più profondo.

Chiuse gli occhi concentrandosi sulla sensazione che le dava averlo così vicino, con le labbra fuse alle sue, le braccia, le mani che varcavano confini…

Il cuore di Lou correva veloce, il respiro affannoso… emozioni come desiderio, dolcezza, commozione si riversavano dentro di lei, ogni volta che Ville la guardava, la toccava… le veniva da piangere e non per la tristezza.

Era la prima volta che provava qualcosa del genere e un singhiozzo trattenuto le sbocciò dalla gola.

Ville la strinse ancora più forte, quasi a voler fondere i corpi in uno solo, schiacciandola tra lui e il muro. Le mordicchiava piano le labbra, ne tracciava i contorni con la lingua per poi tornare ad accarezzarle piano, senza fretta con studiata lentezza...

Il bacio si prolungò, lasciandoli senza fiato... crescendo d'intensità, fino a farle temere che sarebbe implosa... la braccia scesero a circondarli il bacino spingendosi contro il suo istintivamente.

Sentì le mani impazienti di lui che le aprivano la giacca per infilarsi sotto il maglione in cerca della pelle.

Lou trattenne il respiro quando sentì la mano sfiorarle il ventre piatto per risalire e posarsi a coppa su un seno.

«Lou... - sussurrò roco, staccando per un attimo la bocca – guardami...»

Lei obbedì alzando il viso, distratta dalle sue labbra arrossate e gonfie per i baci; poi incontrò i suoi occhi....e dimenticò anche come si chiamava.

Annegò in quei pezzi di giada che la divoravano come una fiamma.

Non voleva che si fermasse.

«Sì?»-  rispose in un soffio, fissandolo con occhi socchiusi.

«Lou... ripeté ancora – ti desidero, ti voglio...» - lo disse come una constatazione di fatto, accigliandosi, accarezzandole le labbra con il pollice.

«Sì... - rispose, confusa da tutto quello che lui le faceva, la mano calda sul seno che si muoveva piano sopra la stoffa sottile del reggiseno, il corpo magro che premeva contro il suo, gli occhi... l'altra mano che le teneva il viso... - Ville... anche io...»

Lui rise piano.

«Allora credo che abbiamo un problema...»

Lou aveva le balle di fieno che rotolavano nella testa: era completamente rimbecillita dalla sua vicinanza e ci mise un po' per raccogliere qualche pensiero coerente, non invaso da ormoni.

«Che vuoi dire?» – chiese ansimando.


Concentrati Lou...”


«Che se continuiamo così, ci prenderemo un bel raffreddore... perché temo che non possa controllarmi oltre.»

«Oh.»

Ville rise, baciandola ancora.

«A meno che tu non voglia venire a casa mia...» - buttò lì lui a voce bassa, guardandola di sottecchi.

Lou non rispose.

«Immagino sia un no...» - sospirò baciandola ancora.

Tolse lentamente e con riluttanza la mano da sotto il maglione, prendendola per la vita, abbracciandola ancora e posandole la fronte sulla sua.

Veramente non mi hai dato il tempo...” - pensò Lou mordendosi le labbra.

Era stata sul punto di urlargli sì, ma lui aveva interpretato il suo silenzio per un no.

Forse era meglio così in fin dei conti.

Non se la sentiva di andare da lui: quella era la casa del cantante, mentre a casa sua lui era solo Ville... si rese conto che faceva discorsi contorti nella sua mente ma non se la sentiva di entrare nel “suo mondo”... mentre lui già era parte di quello di lei.

Si appoggiò tremante a lui e stringendolo forte, affondò il viso nel collo respirando il profumo della sua pelle.

Le piaceva da morire il suo odore... “alchimia” la chiamava Simone.

Forse aveva ragione lui. Sarebbe rimasta così anche tutta la notte, solo per non farlo andare via.

Lou cercò di riportare il respiro ad un ritmo meno frenetico.

«Se continui così Valo, mi ammazzi sul serio... allora sì che farò il tuo fantasma...»

Ville rise divertito.

«Te lo ha detto Nur?! Sai mi piaceva l'idea che tu fossi lì solo per me... non ti ho mai vista come qualcosa di reale...c'eri ma non c'eri... apparivi e basta.»

«Io invece non ti ho mai visto prima di quella notte... strano vero? - disse lei alzando il viso per guardarlo. Era così bello quando rideva... - per me eri veramente un fantasma.»

«Non mi hai mai visto e scommetto che non volevi neanche vedermi... ammettilo: ti stavo sulle palle!- sospirò lui – Ora ti sto ancora antipatico?»

«Un po' – rispose vaga Lou, baciandogli il mento – ma non sei malaccio, dopotutto...»

Altra bassa risata.

«Menomale... sto facendo progressi per entrare nel tuo cuore, allora?»


Non sai quanto sei già radicato dentro...”

«Te la stai cavando bene... per ora...» - scherzò lei.


«Ne sono lieto.» - rispose lui, con gli occhi chiusi mentre cercava di cogliere al volo le labbra di Lou che gli baciavano ancora il mento.

«Ville? - bisbigliò – Verrai ancora qui, di tanto in tanto?»

Improvvisamente aveva paura che lui facesse brevi sporadiche apparizioni. 

Non voleva chiedergli quando lo avrebbe rivisto... era ancora pudica in quel senso e non voleva dargli l'impressione di stargli addosso.

Non voleva allontanarlo da lei, per nessun motivo al mondo.

Lui aprì gli occhi guardandola serio.

«Certo che verrò ancora da te... che domande sono? Verrò ogni volta che avrò voglia di vederti o tu avrai voglia di vedere me.»


Se fosse per me ti legherei a letto e non ti farei andare più via...”.


Si morse le labbra.

«E... quando avrai voglia di vedermi di nuovo?»

«Mi stai chiedendo per caso se voglio vederti subito, già da domani? Sai che la risposta è positiva vero?»

Il suo stomaco fece un sobbalzo di piacere. Gli si strinse contro, restando in silenzio.


«Vorrei passare con te ogni momento libero, Lou... devo avvertirti però che non me ne concedo mai molto: sono molto preso dalla musica. Sempre. Stiamo registrando e provando dei brani per il nuovo album, quindi sparisco spesso...»

«Il nuovo album? - chiese Lou alzando gli occhi a guardarlo in viso, notando la nota diversa del suo tono – Non sapevo che steste preparando un nuovo album.»

Del resto lei non conosceva gli HIM... come poteva saperlo, se non era una loro fan e non li aveva mai seguiti?

«Sì, proviamo da un po'... ma ci sono stati diversi intoppi e cosa più importante, non abbiamo una casa discografica ancora! Questo ci ha rallentato e porta tensione al gruppo... ma non voglio parlare di questo con te, non ora...”- le disse tornando a guardarla.


Lou non fece altre domande: aveva capito che per lui, la musica era tutto e non voleva invadere quel suo spazio intimo se non voleva... avrebbe atteso fino a che non fosse stato lui a parlagliene spontaneamente.

Posò la testa sul suo petto all'altezza del cuore, stringendogli la braccia intorno ai fianchi snelli.

Si rese conto che non voleva lasciarlo andare via... se solo casa sua non fosse invasa dagli amici, gli avrebbe chiesto di rimanere a dormire con lei.

Ma c'era Simone che dormiva in camera e Nur con Julian ancora sul divano che parlavano e bevevano allegramente e aveva la netta impressione che presto si sarebbero trasferiti in camera da letto... non sapeva se a quel punto aveva ancora senso dirle di lei e Ville, se ancora non ci fosse arrivata da sola.

«Uhm... a cosa pensi?»- le chiese Ville posandole le labbra sulla fronte.

«Non voglio che tu vada via...» - rispose semplicemente lei a voce bassa, la bocca soffocata contro il suo petto.

Lei sentì la sua risata gorgogliare.

«E rimaniamo qui tutta la notte? Ok... mi sta bene, sei tu che sei infreddolita, cara la mia ragazza italiana...»


«Se ci sei tu a tenermi stretta, non ho freddo.»

Ville non rispose ma lei sentì che tratteneva il respiro e la stringeva ancora più forte.

«Dolce... sei così dolce, 'Prinsessa'...» - disse poco dopo con voce roca.

Lou chiuse gli occhi al suono della sua voce: ne era incantata.

Le entrava direttamente nel cuore ogni volta che lui apriva bocca... e quando le sussurrava chiamandola “Prinsessa”, lei non resisteva.

Sempre ad occhi chiusi alzò il viso chiedendogli silenziosamente di baciarla ancora.

Ville non la fece attendere molto... le sue labbra erano così vellutate che lei sentì le ginocchia piegarsi.

Come ogni volta, non riuscivano più a fermarsi... i respiri affannosi e le mani che cercavano scorciatoie attraverso i vestiti.

Ora le mani di Ville sembravano essere ovunque su di lei, lasciandola stordita.

La spingeva contro il muro e lei sentiva chiaramente il suo desiderio premere contro i jeans.

Non aveva smesso di baciarla per tutto il tempo, ma ad un certo punto si staccò improvvisamente, facendola vacillare in avanti.

«'Prinsessa'... - disse secco con voce arrochita, passandosi una mano sul viso – diamine! Mi stai mandando fuori di testa...»

«Scusa.» - disse lei piano facendosi piccola piccola, temendo di aver tirato troppo la corda.

«Ma no... non chiedere scusa. È che... beh, ho voglia di te, ma se rimaniamo qui daremo spettacolo. In effetti non ricordo di aver mai fatto l'amore in strada...»

Lou sentì una fitta di gelosia al pensiero di lui con altre donne, ma tenne la sua espressione neutra.

«Hai ragione... allora è meglio che rientri.» - disse con la gola secca.

Ville le guardava le labbra poi le tese una mano tirandola verso di lui.

«Sogni d'oro, 'Prinsessa'...» - le baciò lieve la fronte.

«Dormi bene, Ville...»- rispose lei delusa dall'improvvisa distanza che aveva messo tra loro.

Sapeva il perché l'aveva fatto ma avvertiva già la mancanza del contatto fisico con lui.

Ville le sorrise allontanandosi lungo il vialetto e prima di scomparire dietro il muretto di mattoni rossi si voltò ancora una volta per salutarla con la mano.

Lou rispose, rabbrividendo prima di rientrare in casa sospirando e ancora infiammata dai suoi baci.



******



«Lì fuori abbiamo rischiato di farlo contro la parete... - disse Lou distrattamente – Santo cielo... mi

fa impazzire...»

«Lo vedo, eh! Eri sconvolta quando sei rientrata! Ma perché non sei andata da lui, non capisco?»

«Me lo ha chiesto ma non mi ha dato tempo di rispondere... e poi credo sia meglio così per stasera: non potevo lasciare voi qui, non sta bene!»

«Grace, sinceramente a me avrebbe fatto più piacere saperti nel letto con Valo... e credo che a Nur importi poco ormai.» - disse acido e ironico, facendo segno verso la camera attigua da dove venivano suoni soffocati di tanto in tanto. Come avevano previsto, Nur si era portata a letto Julian: entrambi alticci si erano defilati mentre lei e Ville erano intenti a pomiciare in strada.

«In fondo è meglio così: mi sento meno in colpa ora. Le dirò comunque di Ville ma con meno ansia!»

«Io se fossi in te me ne fregherei altamente: come ti ho già detto, la Regina di Saba non aveva nessun interesse per Ville, se non quella di avere un altro trofeo.»

«Non dire così, non mi piace che parli di lei in questo modo: non è come sembra!» - rispose stizzita Lou, difendendo la sua amica.

«Ah no? Secondo te quanto gliene importa a lei di essersi portata a letto uno che fino a due ore fa faceva il cascamorto con te?»

Lou lo fissò senza rispondere, poi disse: «Evidentemente anche a Julian andava, da come la guardava stasera.»

«Solo perché tu non gli hai dato corda, Grace... ripetiamo la stessa cosa. Lui piace a lei, lui non la ricambia ma gli piace l'amica, l'amica invece piace al terzo amico ma si accontenta della prima...»

«Uhm... le cose non sono sempre semplici, vero?»

«Quasi mai, ma almeno due in questa storia sono soddisfatti: tu e Ville. E direi che è la cosa più importante, o no?»

«Sì, è la cosa importante in questo momento.» - sospirò pensando a Ville, desiderando essere con lui.

Poi riportò l'attenzione al suo amico, ricordando all'improvviso che nella mail lui le diceva di avere cose importanti da dirle.

«Cos'era che dovevi dirmi di importante? Mi avevi accennato nella mail che c'erano novità... non abbiamo avuto un attimo di tregua in questi giorni, dimmi di che si tratta?»- gli chiese voltandosi verso di lui, curiosa.

«Ah sì... beh, - sorrise imbarazzato – forse mi daranno una mia linea di abiti.» - buttò lui con indifferenza.

«Cosa?! E me lo dici così? Come? Quando? Oddio, sono strafelice! Racconta!»- saltò sul letto contentissima per il suo amico.

«Niente di che, Grace: è solo una linea minore... ma è solo mia!» - disse lui entusiasta con gli occhi che gli brillavano.

Lou lo abbracciò stritolandolo.

«Oh, mi farai vedere i bozzetti quando li disegni?! Ti prego, ti prego, ti prego! Voglio essere la prima!»

Simone rise compiaciuto del suo entusiasmo.

«Non posso e lo sai... ma ti manderò un invito speciale per la mia prima sfilata: non potrai mancare, dovrebbe essere questa estate. Avevi detto che saresti venuta per le vacanze, ricordi? O stai già cambiando idea, ora che c'è Valo?” - le chiese dubbioso.

«Assolutamente no, verrò!» - rispose Lou, anche se in un primo momento, aveva pensato alla possibilità di rimandare le vacanze per stare ad Helsinki.

Con Ville.


Era meglio che rimanesse con i piedi per terra: fare progetti a lungo termine o cambiare i suoi programmi in base alla storia, se così poteva chiamarla, con Ville, era sbagliato.

Il piacere di frequentarlo e averlo nella sua vita non doveva interferire con quello che aveva sempre fatto, si disse convinta.

Non avrebbe più vissuto in funzione di qualcuno, anche se era speciale come Ville.

Simone alzò gli occhi al cielo sentendo i rumori e i gemiti soffocati che venivano dalla stanza di Nur.

«Almeno potevano andarsene a casa di Julian...»

«Beh è anche casa sua questa, Will... può fare come vuole...» - rispose Lou perplessa.

Ma anche lei era un po' stupita dal comportamento strano di Nur.

Sperava di trovare un attimo di calma il giorno seguente per poterle parlare e chiederle cosa non andava.

Quando però lei e Simone si svegliarono, molto tardi dal momento che avevano parlato fino all'alba, Nur e Julian erano già usciti.

Come tutti i sabato Lou andò nel vicino supermercato per la spesa settimanale e l'appuntamento con il Sig. Korhonen, che come sempre l'aspettava pacifico davanti al cancello di casa.

Lui squadrò attentamente Simone quando lei lo presentò come il suo più caro amico italiano limitandosi ad uno dei suoi sorrisi gentili e luminosi.

Passando davanti casa di Ville lei sbirciò in alto chiedendosi se fosse già sveglio.

I pensieri di Lou però erano per Nur: era preoccupata e sentiva la sua amica lontana e aveva una strana sensazione. Sperava di sbagliarsi.

Dopo aver aiutato il Sig. Korhonen a portare la sua spesa fin davanti la porta, lei e Simone erano indecisi sul da farsi: aspettare Nur per pranzo oppure uscire per conto loro.

Mentre si avviavano verso il cancello Lou girandosi vide che qualcuno era vicino al cancello di casa di Ville.

Una donna.

Una donna mora, molto alta e bella per la precisione. Che attendeva di entrare, battendo il piede impaziente. Lou si immobilizzò improvvisamente gelata.

Si girò verso Simone che perplesso seguì il suo sguardo. La donna pochi secondi dopo sparì all'interno. Nausea e malessere subito le furono addosso.

Simone la spinse verso casa in silenzio. Una volta all'interno le tolse le buste della spesa dalle mani.

«Grace! Ora non viaggiare con la fantasia! Può essere una collaboratrice, qualcuno della casa discografica... non farti venire subito strane idee!» - sbottò spazientito davanti all'espressione pallida di Lou che ancora non proferiva parola.

«Una collaboratrice? Quella?! Sembrava una modella.... quale collaboratrice? Ma l'hai vista?» - disse senza fiato Lou.

«L'ho vista! Cavolo, Helsinki è pieno di donne simili, di che ti stupisci?! Guardami!» - le ordinò piazzandosi davanti a lei, che si era accasciata sul divano, inerme.


Lou alzò gli occhi su di lui e ciò che Simone vi lesse non gli piacque affatto.

Sembrava tornata la Lou ai tempi di Andrea, il che lo fece andare su tutte le furie, ma si trattenne cercando di mantenere un tono calmo e accondiscendente.

«Frena qualunque cosa quella tua testolina malata stia macinando, perché non ti servirà a niente! Grace: dagli fiducia. Non puoi saltare a conclusioni sbagliate non appena vedi l'ombra di qualcosa che è fuori dal tuo mondo! E' solo una donna!»

«Solo una donna... anche Sophie era solo una donna.»

«Ecco che paragoni Ville ad Andrea! Sei impossibile: sono come la notte e il giorno! Ville tiene a te... sei cieca? Vedrai che ci sarà una spiegazione e te la darà lui... e se non lo farà, non prendere le distanze come tuo solito!» - sbottò Simone che la conosceva fin troppo bene e sapeva che Lou ora stava fantasticando senza sosta con pensieri assurdi.

Lou si sentiva fiacca e svuotata: ogni sua paura, ogni suo timore e insicurezza la stavano sopraffacendo senza che lei potesse far nulla per fermarle.

«Will, ma che ne so io com'è lui?! Non lo conosco che da poco tempo. Potrebbe essere un bravo attore, per quel che ne capisco di uomini! - sbottò Lou - Sono la solita stupida che si fa abbindolare...»

«Oh santo cielo! GRACE!- urlò Simone stridulo, facendo schizzare via Katty dal divano che corse a rifugiarsi in camera da letto – Ma non può essere un'amica?! O solo tu puoi averne e meritare fiducia?! Sei insopportabile, davvero!»


Come faceva a dirgli che era terrorizzata? Come faceva a dirgli che Ville era già diventato troppo importante per lei? Come faceva a dirgli che non si sentiva all'altezza di nessun uomo, figuriamoci di uno come Ville? Cercò di rilassarsi respirando a fondo, chiudendo gli occhi.

Erano solo sue paure, lo sapeva bene: aveva ben a fuoco l'idea e la possibilità che tutto potesse finire da un momento all'altro, come in un sogno.

Lei si sarebbe svegliata e avrebbe preso coscienza che con Ville era stata solo una favola.

Aveva deciso che avrebbe vissuto quella storia, così come veniva, senza aspettarsi nulla di più... eppure... 

Eppure non riusciva ad arrestare il panico.

Non riusciva a pensare ad altro che alla donna splendida che aspettava di entrare impaziente e imbronciata in casa di Ville... immaginava loro due insieme, le mani e le labbra di Ville che si posavano dove, solo la sera prima, avevano vagato su di lei. Un sudore freddo la investì in pieno.

Si alzò di scatto avvicinandosi alla porta finestra guardando in direzione della Torre.

Simone la guardava accigliato e silenzioso, irritato.

«Beh? Che c'è? Che stai pensando ora? - chiese acido – Grace, mi fai saltare i nervi quando sei così insicura di te stessa!»

«Will... - replicò lei a bassa voce – saltano i nervi anche a me, per come agisco, ma non riesco a farci nulla.»

«Beh, cerca di reagire! Provaci.»


Lou pensava alle parole di Ville della sera prima e si chiese se lo avrebbe visto quel giorno stesso, come lui le aveva quasi promesso. In quel preciso istante il cellulare di Lou iniziò a squillare vibrando in borsa: lei ci mise un'eternità a ritrovarlo. Assurdamente pensava potesse essere lui, ma non poteva: non si erano mai scambiati i numeri.

Era Nur, ma appena lo ritrovò nel caos della sua enorme borsa, il cellulare smise di squillare.

Stava per richiamarla quando il bip degli SMS le annunciò un nuovo messaggio.


Non aspettatemi a pranzo e neanche a cena, sono impegnata.”.


Secco, sintetico e molto freddo. Ecco. Anche Nur ci si metteva ora, con il suo atteggiamento freddo e distaccato!

Lanciò a Simone il telefonino per fargli leggere il messaggio e lui alzò un sopracciglio.

«Meglio così, non era il caso che ci si mettesse anche la Regina di Saba offesa in tutto questo melodramma!»

Improvvisamente Lou sentì che sarebbe scoppiata se rimaneva in casa ancora un minuto di più.

«Fai una borsa e mettici dentro il necessario per due giorni: andiamo in un posto dove saremo solo io e te, lontani da tutto e tutti.»

«Stai scappando?»

«No, sono stanca di aspettare i comodi di tutti: sei qui e voglio fare qualcosa solo con te.» - rispose decisa, dirigendosi in camera per preparare la sua borsa.

«Ehm... - disse Simone, schiarendosi la voce – Non vorrei dire nulla, lungi da me frenare questo entusiasmo, ma non dimentichi qualcosa?»

«Cosa?»

«La gatta? Come fai con lei?» - chiese Simone andandole dietro.

«Chiederò a Nur di occuparsene.»

Non intendeva farsi prendere dai sensi di colpa verso la felina. Le avrebbe mandato un messaggio dicendole che lei e Simone, avrebbero fatto escursioni nelle città vicine: del resto stava per finire la vacanza e lui non aveva visto che la sua casa, la galleria e il supermercato!

«Nur? Occuparsi di un micetto piccolo? Se vuoi ritrovarlo vivo al tuo ritorno ti consiglio di trovare un' altra soluzione!» - disse ironico Simone, sedendosi sul letto.

«E tu che consigli, genio?» - chiese seccamente Lou mentre apriva cassetti per buttare slip e canotte sul letto.

«Portala a Valo.»

Lou si fermò con uno slip a mezz'aria fulminandolo con gli occhi.

«Non sei divertente.»

«Non intendevo esserlo.»

«Allora evita di dire stronzate.»

«Grace, sto parlando sul serio: sai che Nur non è affidabile. E probabilmente Valo non sarà contento se la lasci a lei e te ne vai senza dirgli nulla...»

«Me ne frego di quello che può dare o no fastidio a Valo!»

«Addirittura? Lo hai già condannato?! - replicò ironico Simone – Senza neanche dargli il beneficio del dubbio: migliori di minuto in minuto!»

«Piantala! Ho voglia di andare via da qui! Portiamo la gatta con noi: muoviti!»

«Con noi? E come pensi di fare?»

«Andremo a comprare una cuccetta da viaggio.» - rispose sintetica Lou, tornando all' “Operazione fuga da Helsinki”.

«Ooooook... - disse rassegnato Simone alzandosi per preparare la sua roba. Quando Lou faceva la decisa, c'era poco da discutere - Posso almeno chiedere dove andiamo?»

«Porvoo: è qui vicino ed è un posto tranquillo. Prenderemo una casetta sul fiume e staremo lì per qualche giorno. Ti piacerà.»


******


Camminando in riva al fiume, mano nella mano come due innamorati, Simone cercò più di una volta di riprendere il discorso Valo ma Lou lo bloccò seccamente.

Non aveva voglia di parlarne. Voleva godersi semplicemente la calma del posto e il suo amico.

Visitarono la famosa Cattedrale in legno, mangiarono in posticini minuscoli ma deliziosi.

La loro casetta sul fiume era anch'essa piccola: la signora che gliel'aveva affittata per tre giorni li guardò ammiccando con gli occhi, dicendo in inglese stentato che era molto romantico... Simone per non deluderla, le passò un braccio intorno alle spalle schioccandole un sonoro bacio sulle labbra.

Lou stette al gioco ridendo.

«Lou, fra 4 giorni riparto e tu mi porti lontano da casa tua... prima o poi dovrai affrontarli entrambi: il Principe e la Regina. Sono contento comunque di averti tutta per me.»

Katty che aveva pianto per tutto il viaggio in treno non uscì da dentro la sua cuccetta per il resto della giornata, assumendo un'aria offesa e non degnandoli di uno sguardo.

«È tutta il suo padrone.» - sbottò Lou acida, dopo l'ennesimo tentativo fallito di farla uscire fuori con moine e paroline dolci.

«A me ricorda più la padrona veramente...» - provò a dire Simone ridendo.

«Che vuoi dire?»

«Oh, niente... - continuò ridendo sotto i baffi lui – Sai, mi chiedevo come era andata la notte d'amore dei due nostri amici... cioè, più o meno abbiamo intuito com'è andata, dal momento che abbiamo sentito quasi tutto...»

«Spero per loro che si siano divertiti.» - rispose seccamente Lou. Non aveva voglia di parlare neanche di loro due.

«Le hai detto che andavamo via, almeno?»

«Sì, le ho lasciato un biglietto.»

«Uhm...»

«Che c'è?» - scattò Lou.

«Niente! Calmati Grace... cielo, sei isterica.»

«Will vuoi litigare? No, perché non è aria!»

«Non voglio litigare, ma stavo pensando che avresti dovuto lasciare un biglietto anche a Ville, come minimo...»

«E perché, lui mi informa di tutti i suoi movimenti e delle sue ospiti?»

«Se non erro ti ha avvisata quando è andato via, poco prima che io venissi...»

Lou lo ignorò.

«Non è la stessa cosa! Non avevamo deciso che avrei dovuto viverla come viene? Senza aspettarmi nulla? Bene! Lo sto facendo e anche lui non deve aspettarsi nulla da me!»

«Un conto è viverla come viene, un altro è tagliare la corda. E tu hai tagliato la corda per evitare di incontrarlo e di sparare a zero. Il che può essere positivo visto il tuo caratteraccio!»


Seduti in veranda su due poltroncine di vimini, guardavano il tramonto che illuminava l'acqua del fiume con mille riflessi dorati.

«Allora forse è meglio chiuderla prima che inizi: non è per me. Non reggo alla tensione, non reggo ai confronti con altre donne e non ho voglia di stare male.»

«I confronti li fai solo tu. Scommetto che a lui non passa neanche per l'anticamera paragonarti alle altre.»

Silenzio.

«Grace... smettila di fare la bimba. Si stancherà prima ancora di conoscerti: non tutti hanno la mia pazienza.»

«Tu non sei il mio ragazzo.»

«Appunto... è già difficile avere a che fare con te come amica, penso che come tuo ragazzo ti staccherei la testa a morsi.»


Lou sospirò, buttando la testa all'indietro chiudendo gli occhi.

Non posso farci nulla, io sono così...»

«No ti sbagli, tu non sei solo questo... permettigli di conoscere la vera Lou. Fidati di lui. Fidati di te stessa. E fidati di quello che c'è tra voi.» - disse dolcemente Simone.

«E cosa c'è tra di noi? - chiese più a se stessa che a lui – Se analizzo la cosa dal di fuori non vedo altro che una sfigata che si sta illudendo di stare con uno degli uomini più desiderati al mondo. Patetico.» 

«E il fatto che quell'uomo desideri stare con te non ti dice nulla?»

Lou si trincerò dietro il suo silenzio.


«A cosa pensi?»- le chiese dopo minuti interminabili.

«A lui. Con quella.»

«E... ?»

«E mi sento morire.»

******


Angolo di quella che pensa di essere autrice:

Eccoci di nuovo qui: so che vi avevo detto che per un pò non avrei aggiornato...
La verità è che dopo la visione di Titanic, siamo devastate, anneghiamo in una valle di lacrime e dal momento che i capitoli fino al decimo li ho, ho pensato di risollevare gli animi... (oddio: visto il capitolo, non so quanto vi abbia alleviato....XD);

La Musa mi sta snobbando ancora alla grande e brancolo nel buio totale..

Ehm... ok sono pronta a sentire le vostre urla e scleri... ho fatto scappare Lou...
ma voi che avreste fatto al suo posto? Avreste affrontato Valo, rischiando di fare una figuraccia e una sceneggiata o sareste fuggite anche voi, piene di dubbi e paure?
Chissà che le passa per la testa..(oddio io lo so... sono la mamma!! XD )...
chissà come la prende il Valo...
intanto Katty ha già ampiamente dimostrato il suo dissenso alla cosa!XD Adorabile di una micia... <3


Basta chiacchiere ora... come sempre devo ringraziare tutte a partire dalle mie due Beta: Mia Mugliera Cicci-Vivi (Deilantha) e Sara Pulci;
le mie sister fedeli e pronte a recensire alla velocità della luce: selevalo, arwen85, Echelena, Lady Angel 2002, Ila_76, apinacuriosaEchelon (ta-nha ta-nha ta-nha: a proposito tesò... vedi di riprenderti, perchè mi mancano le tue recensioni folli!!U.u) Villina92 poi quelle un pò più latitanti o tirchie di commenti... poisongirl76, marfa, dile91, fnghera;
e grazie anche ad angelica78vf, K Ciel e VioValo ,LonelyJuliet ,le nuove "recensore"! Spero di riacciuffare la mia musa per le orecchie e spremermi come ai primi tempi!Grazie, grazie infinite a tutte e a presto!! ^O^


Con ammooore,

*H_T*


   
 
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