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Autore: Mika_mika    12/11/2006    1 recensioni
"Quel luogo avrebbe messo in agitazione chiunque, anche la persona col sangue più freddo esistente, data l’atmosfera di pericolo che aleggiava ovunque. La strada sembrava letteralmente inghiottita dalle tenebre, così profonde da apparire innaturali. Vapori si alzavano dai buchi delle fognature e, seppur illuminata dalle insegne al neon dei locali, che garantivano una discreta visibilità, a quell’ora così tarda ad ogni passo si sentiva sempre più barcollante…più titubante…più inghiottito da quel buio… Eppure lui ricordava la luce che di giorno si rifletteva sui vetri dei palazzi di una grande e viva città..." E rieccomi qui! Questa fan fic è frutto della mente di una delle mie migliori amiche. Lei ha creato la secondo me splendida trama, e ha chiesto a me di scriverla! Spero vi piaccia! Alternative universe, Fantasy, Shonen Ai SasuNaru e coppie varie ed eventuali XD
Genere: Romantico, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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2_secondo capitolo

2_secondo capitolo

 

 

Naruto rimase a fissare la schiena ampia e forte di Sasuke, sulla quale torneggiava il simbolo di famiglia, che, dato il suo incedere cadenzato, si allontanava lentamente.

Classe…stile…

Null’altro.

Forse una lieve vibrazione di pericolo…

Ma queste tre semplici cose, unite al suo aspetto magnetico, lo rendevano completamente, totalmente, irresistibile.

Le lunghe dita candide e affusolate di strinsero attorno alla rientranza del legno che costituiva l’intelaiatura per la carta di riso, e lo fece scorrere con un movimento sinuoso.

Del tutto intenzionato ad uscire, se non fosse stato che qualcuno parato di fronte a lui glielo impedì.

Naruto trattenne il respiro.

Una sensazione forte, fortissima, di pericolo, che gli stritolò la bocca dello stomaco, nel momento in cui i suoi profondi occhi azzurri si posarono sul rosso intenso come sangue arterioso che caratterizzava quelli dell’altro.

Imponente, con un’aria di giustificata superiorità (leggasi: so’ figo solo io NdHiei&A), incombeva sul moro dall’alto dei suoi quindici centimetri in più.

Faceva evidentemente parte del clan, vista non solo la sua straordinaria somiglianza con Sasuke, ma anche il fatto che portasse il loro classico kimono nero.

Affascinante, sensuale, attraente, col torace quasi totalmente scoperto, poiché la stoffa era libera di ricadere al lato delle spalle.

Il biondo era incapace di staccargli gli occhi di dosso, e lo stesso accadeva all’altro, il quale, però, si soffermava molto di più, per non dire un po’ troppo, sul collo dall’aspetto morbido e caldo, sotto cui poteva quasi sentire il sangue che pulsava ritmicamente, portando ossigeno e nutrimento alle cellule.

Una zaffata di vita…non solo per il suo proprietario…

Si leccò voluttuosamente le labbra, e avrebbe volentieri continuato a fissarlo, se non fosse che l’astio che sentiva trasparire dagli occhi scuri di colui che aveva di fronte si era fatto talmente persistente da non essere più ignorabile.

Sasuke, difatti, continuava insistentemente a guardarlo, con una muta richiesta imperativa, che non avrebbe accettato un “no” come risposta: “la vuoi finire?!”.

Un live sorriso sufficientemente bastardo inarcò le labbra carnose.

«otooto…» cominciò.

« hanase, nii-san» (dimmi, fratello) sibilò lui con evidente ostilità per colui che aveva osato fissare per troppo tempo quella che lui considerava una sua esclusiva proprietà.

« Chi è quel ragazzino, otooto?» domandò, decisamente interessato.

«questi non sono fatti che ti riguardano, fratello» sbottò seccamente «piuttosto…dov’è nostro padre? Avrei bisogno di parlargli…»

« a che pro?» tentò d’informarsi.

Il rifiuto della confidenza fu però tanto secco quanto immediato «nemmeno questi sono affari che ti riguardano…»

Questi sbuffò «nostro padre sta ancora dormendo. Appunto per questo, dì a me, che penso i-…»

«chi è che sta ancora dormendo, Itachi?»

una voce aspra e roca alle sue spalle fece trasalire il maggiore, tarpando ogni sua baldanza nei confronti del fratello, per poi farlo voltare quasi atterrito.

« To-too-sama…»

«in persona» rispose lui seccamente, per poi posare lo sguardo sul suo secondogenito «mi cercavi, Sasuke?».

Il ragazzo piegò reverenzialmente la schiena, in un assai rispettoso inchino rivolto al genitore.

« Sì, padre mio. Avevo l’ardire di voler conferire con la vostra persona».

Lo sguardo affilato dell’uomo si spostò dal figlio minore al ragazzino biondo che osservava la scena con i grandi occhi azzurri sgranati, cominciando ad intuire quale potesse essere l’argomento.

« Va bene, figlio mio. Siediti, e parliamo con calma».

Sasuke eseguì, inginocchiandosi al fianco di Naruto, il quale si spostò lievemente cosicché le loro spalle si sfiorassero leggermente.

Il capofamiglia, nel frattempo, si era accomodato su un cuscino all’estremità opposta dello tsuge (tavolino basso giapponese, altrimenti detto tsukue!NdA), per poi voltarsi freddamente verso il primogenito che aveva osato mancargli di rispetto.

Molte cose lo irritavano, ma poche riuscivano a stimolare la prima scintilla della sua ira, ed una di queste era l’arroganza da parte dei suoi figli, che lui e sua moglie avevano diligentemente educato affinché fossero una perla di perfezione in mezzo ad un mucchio di pietre informi.

E quell’atteggiamento da parte di Itachi lo aveva decisamente indisposto nei suoi confronti.

«Lasciaci, Itachi» sibilò quasi «ritirati nelle tue stanze e restavi. Quando avrò finito con Sasuke, mi recherò da te».

Il giovane deglutì come se gli fosse stata fatta la peggiore delle minacce esistenti al mondo, poi chinò la testa, inchinandosi, e sparì dietro lo shoji.

«E ora, Sasuke…» lo invitò con un cenno della mano ad esporgli la questione.

« Padre, lui è Naruto Uzumaki» cominciò.

L’uomo si dispose benevolo quando vide il ragazzino che, sempre tacendo, s’inchinava, riconoscendo in modo indiscusso la sua autorità.

« Un essere umano adolescente…» constatò sottovoce.

« Sì, padre. È il mio donatore, ed è proprio per questo che mi rivolgo a voi» disse Sasuke, stringendo lievemente, sotto lo tsuge, la piccola mano morbida e calda di Naruto tra le sue dita gelide, avendo la certezza di non essere visto.

« Cosa desideri che io faccia per te? Non mi chiedi mai molto, dunque ti accontenterò ben volentieri, se sarà in mio potere ciò che tu mi chiederai»

« Non riesco ad immaginare qualcosa che non sia in vostro potere, padre» mormorò il moro.

L’uomo sorrise a quella piccola forma di adulazione, priva di ipocrisia poiché fermamente sentita.

« In ogni caso, vorrei chiedervi di scortare Naruto altrove, in un luogo più sicuro di questa città, in cui voi sapete bene quale sia la situazione…»

« Sì…purtroppo lo so fin troppo bene…»

« appunto per questo dovreste facilmente capire la mia preoccupazione per lui» proseguì « Adoro il suo sangue, padre, e non sopporterei di doverne fare a meno per colpa di qualche infimo demone minore dal quale lui, con tutto l’impegno, non è e non sarà mai in grado di difendersi!».

Al padre non sfuggì come il figlio si stesse infervorando a quella prospettiva funesta, evidentemente irritante solo da immaginare.

Doveva piacergli proprio molto il gusto della linfa vitale di quello…

« Non sapevo che ti piacessero le cose dolci, Sasuke. Pensavo ti dessero la nausea…»

« Non mi piacciono, infatti, i sapori melassi da ragazzine isteriche (ogni riferimento a fatti o personaggi reali e con capelli rosa shoking è puramente voluto!XDndA). Lui è tutta un’altra cosa»

liquidò rapidamente la questione.

L’uomo si alzò in piedi, sovrastando i due ragazzi, che furono costretti ad alzare la testa.

« E va bene, figliolo. Questa stessa notte il tuo donatore partirà alla volta di Skià (ombra, in greco!ndA&hiei), che è a circa tre ore di viaggio da qui, Nuxpolìs (“città della notte” in greco!NdA&H). Rimarrà lì, protetto da alcuni dei nostri, fino alla fine dei tumulti» sentenziò, con somma gioia di entrambi « Posso affidargli una scorta o, se lo preferisci, puoi accompagnarlo tu stesso, visto che gli sei così attaccato; a patto, però, che tu sia di ritorno la notte di domani» disse.

« Preferisco la seconda opzione, grazie mille».

S’inchinò fino a terra, posando la fronte sulle mani adagiate sul tatami, imitato così celermente da Naruto che il loro movimento fu quasi contemporaneo.

Il capofamiglia sorrise nuovamente, aspettando che il biondo si rialzasse per prendergli il volto morbido tra le dita ghiacciate. Quello rabbrividì lievemente, ma non si scostò.

« Mi piace, figliolo. L’hai scelto decisamente bene. E’ molto ubbidiente e rispettoso, ma nei suoi occhi vedo anche l’autonomia. Un donatore perfetto, bravo»

Sasuke apparve lusingato dal complimento.

« Può rimanere tranquillamente qui, in attesa della partenza. Passa un buon resto di serata, figlio mio».

«buona serata anche a voi, padre»

Con quest’augurio, l’uomo sparì dietro la porta scorrevole, diretto in camera del figlio maggiore.

Appena il legno batté contro la fine del canale di scorrimento, lasciandoli soli, Naruto di voltò verso Sasuke, con un sorriso luminoso che gli si apriva sul volto.

Così come la fredda luna bianca brilla solo grazie ai raggi riflessi dell’opposto sole, così un leggero inarcarsi di labbra pallide fu il massimo con cui Sasuke riuscì a rispondere alla splendida e calorosa espressione che arricciava graziosamente il bel volto di Naruto.

Con lentezza, il moro allungò una mano bianca e affusolata per passarla poi tra i capelli color grano dell’altro, che vi si strusciò contro, soddisfatto.

« Vieni con me» sussurrò Sasuke alzandosi, seguito da Naruto, e uscendo dalla stanza.

« Dove mi porti?» gli chiese, trotterellandogli al fianco.

« Seguimi, e lo scoprirai» rispose criptico Sasuke, con un sorrisino.

Lo condusse imperterrito per alcuni lunghi corridoi, mentre l’altro lo seguiva guardando a terra, quasi ipnotizzato dai riflessi del parquet, fin quando il moro non si fermò di botto, e lui non andò a sbattere con la fronte sulla sua schiena.

Con un « Ite!» cadde seduto, facendo voltare l’Uchiha, il quale gli mostrò uno sguardo così buffo, tra lo stupito e lo sconvolto, che il biondo non poté fare a meno di ridere.

Sasuke ridacchiò a sua volta, trovando la situazione alquanto paradossale, per poi porgergli una mano e aiutarlo a rialzarsi.

« Ma che combini?» chiese con un lieve sorriso, osservando il ragazzo che ancora rideva, brillando quasi di luce propria nella penombra che invadeva la casa, senza accennare a voler lasciare quella mano fredda, la quale, a sua volta, strinse la sua di buon grado.

« Comunque, siamo arrivati!» così dicendo, con un cenno della testa, gli indicò uno shoji aperto che dava su una porzione laterale del grande giardino.

Sasuke si lasciò scivolare aggraziatamente, prima sulle ginocchia, per poi far pendere le gambe al di fuori, sfruttando il lieve salto tra il pavimento della casa, sopraelevata, rispetto al terreno sottostante.

Naruto lo seguì poco dopo, titubando lievemente, indeciso se soddisfare o meno il desiderio di appoggiare la testa sulla sua spalla, finché non fu lui stesso ad afferrargli dolcemente un lato della testa e a sistemarlo.

«Se lo vuoi fare…fallo e basta» lo rimproverò bonariamente «ma non farti tutti questi problemi»

Il biondo sorrise sereno, strusciandosi lievemente su di lui, e dilettandosi nel provare e riprovare la piacevole sensazione della seta pregiata che gli scorreva sulla pelle.

All’Uchiha venne quasi un istintivo attacco di tenerezza verso quella creaturina innocente e fiduciosa che, pur conoscendo alla perfezione la sua natura demoniaca, vi soprassedeva tranquillamente.

«Ti piace questo posto?» gli chiese «è uno dei miei preferiti in tutta la casa dopo il tetto…»

«Sì! È molto bello!» esclamò, ritratto della sincerità « perché non mi porti sul tetto?» soggiunse poi.

« Perché è pericoloso, e ti fai male» rispose, semplicemente.

« Non è vero!» protestò, gonfiando le guance in un buffo tentativo di manifestare la sua stizza.

Sasuke sospirò, per evitare di sghignazzare, per poi prenderlo sotto il mento, in un modo molto simile a quello usato da suo padre poco prima « Naruto…»

Il ragazzo sbatté le palpebre sui begl’occhi, sorpreso da quell’improvvisa vicinanza.

« …ho appena ottenuto la tua salvezza… non far sì che ti perda solo per un capriccio…»

Naruto arrossì, con gli occhi umidi dall’aver sentito parole del genere pronunciate da quella voce profonda che non pareva ne sarebbe mai stata capace.

Annuì mestamente, con lo sguardo basso, per poi sporgere titubante le mani allungate, chiedendo silenziosamente un abbraccio, così da tentare di placare almeno un minimo quell’enorme agitazione che si sentiva dentro a causa di quel futuro a tal punto incerto.

Richiesta che fu soddisfatta senza che espressioni particolare solcassero il viso dell’altro, il quale si limitò ad avvolgergli le spalle con le braccia forti, portandoselo sul petto ormai da tempo incapace di emanare calore.

Si sciolsero poco dopo, con un sorriso di dispiacere del biondo, che si lasciò scivolare con la testa sulle sue ginocchia.

« Che c’è?» gli chiese il moro, perplesso.

«Ho sonno, Sasuke…» pigolò voltandosi di lato e chiudendo gli occhi con un sospiro profondo.

Sasuke scorse con gli occhi sui bei tratti rilassati, passando dolcemente con una nocca sulla guancia, e dispiacendosi alquanto quando egli rabbrividì per il freddo improvviso, accoccolandosi di più tra la stoffa del kimono per riflesso.

Improvvisamente, le pupille gli si dilatarono, come un cerchio nero sull’iride d’un tratto diventata rossa.

Il respiro accelerava, di pari passo con l’adrenalina che entrava in circolo nel corpo.

Appena la bocca dalle labbra pallide si socchiuse per prendere aria, i canini affilati ne approfittarono per allungarsi con uno scricchiolio delle mascelle.

La figura di Naruto si rifletteva in tutta la sua innocenza nei suoi occhi, fissi su di lui, e la stretta allo stomaco così tremendamente simile all’eccitazione aumentava.

Il palpito regolare del cuore dormiente gli rintronava nelle orecchie come tamburi d’incitamento prima di una battaglia, spingendolo ad avvicinarsi al suo collo vellutato.

Ma quando le lunghe dita si accostarono alla maglia per rendere più agevole l’approccio al collo, il contatto gelido sulla pelle tanto calda portò la designata vittima a destarsi di scatto.

I grandi occhi chiari come il paradiso si sgranarono per la sorpresa mista al terrore di trovarsi il compagno in quello stato così di colpo.

L’incontro con quell’azzurro così intenso parve riscuotere Sasuke dalla dominazione del puro istinto.

Si ritirò, affannato ed ansimante di desiderio, posandosi una mano sul volto a coprire gli occhi.

« Scu…scusami…»

Naruto si tirò a sedere, guardando il moro che tentava di asciugare le stille di sudore che lente traspiravano dai pori della pelle candida sulla fronte, con il petto che si alzava e si abbassava velocemente.

Il biondo appariva combattuto.

Sapeva cosa voleva l’Uchiha, ed era già accaduto altre volte.

Per lui, l’avrebbe fatto ancora, ma non riusciva a non aver paura del dolore…ne aveva così tanta paura che sentiva le viscere stritolarglisi  al solo pensiero.

Deglutì, chiudendo gli occhi, e quando li riaprì, il suo sguardo era fermo.

« Sasuke…» al suo richiamo, le iridi ancora scarlatte si posarono su di lui, che stava slacciando lentamente il fiocco della cordicella che teneva stretto il collo della maglia.

Vi mise due dita all’interno, allargandola, scoprendosi tutta la gola e l’attaccatura delle spalle.

Gli occhi rubino di Sasuke vi scorsero sopra quasi famelici, sempre più fissi man mano che il biondo si avvicinava verso di lui.

Aprì le braccia in un sensuale invito, e il biondo vi si accoccolò dentro, aggrappandosi alla sua schiena, e inclinando a testa, per posarla sulla sua spalla.

Trattenne il respiro quando, carezzandolo, il moro cominciò a leccargli la base del collo.

Un mugugno soddisfatto quando lui lo strinse di più a sé, in un lento ed eccitante preludio.

Infine, la bella bocca si aprì, facendo affondare in un movimento fluido i canini in corrispondenza della vena.

« nhg…nhaaa…» i gemiti di dolore di Naruto, aggrappato saldamente alla sua schiena e con le mani serrate sulla stoffa, non facevano che aumentare il suo piacere.

Tirò un lungo sospiro di beatitudine, mentre cominciava a succhiare quel sangue caldo che poteva eleggere, senza ombra di dubbio, come il suo preferito.

Il calore si propagava lungo tutto il suo corpo, dandogli la sensazione di benessere più grande del modo, che lo spinse a serrare più forte le braccia sui fianchi morbidi di Naruto.

Questi, dal canto suo, gemeva piano dell’orecchio dell’altro, mentre stringeva allo spasmo la seta tra le dita.

Gli occhi socchiusi, vacui, a cui si andava ad aggiungere il respiro caldo, frammentario e quasi febbricitante.

Faceva male…Dio, se faceva male…ma al contempo, quel dolore aveva anche un che di piacevole, se abbinato al pensiero che quella era l’unione più profonda che potesse avere col ragazzo.

Sé stesso…dentro di lui…che gli scorreva dentro…una parte di sé, che ormai gli apparteneva…

I suoi occhi dalla visuale sfocata dal velo di lacrime incrociarono una figura mezza nascosta dietro la porta scorrevole, che ricambiò il suo sguardo, quasi con complicità, con un sorriso dolce sul volto.

«aaahhn…» la sua bocca si aprì in un gemito più prolungato, mentre Sasuke inglobava un altro battito del suo cuore.

La figura continuava a sorridere, sia a lui che al vampiro, come a voler dire che conosceva bene quella situazione.

Infine, proprio mentre il moro si decideva, con sforzo immane, a staccarsi da lui, onde evitare di ucciderlo, essa si eclissò.

Naruto voltò gli occhi liquidi a guardarlo mentre si leccava le labbra dal liquido carminio, in modo assai voluttuoso, e le sue iridi tornavano nere.

Gli sorrise stancamente, mentre lui gli baciava la fronte e lo lasciava cadere addormentato sulla sua spalla, ancora avvinghiato a lui, con un ultimo piccolo gemito.

 

 

                                                           …continua…

 

  
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