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Autore: Aimondev    19/04/2012    1 recensioni
Esami di maturità 2010
E' sorto il bisogno morale di diffondere la notizia, di ciò che accadde durante quelle due fatidiche settimane di Giugno 2010 durante le quali degli uomini liberi si sono opposti ad un tiranno
Possano queste righe tremolanti scritte da un vecchio ormai stanco dare ausilio a tutti coloro che dovranno affrontare GLI ESAMI.
E' necessario servirsi dei link sovrastanti per creare il giusto sottofondo.
[all characters and events in this story- even those based on reale people-are entirely fictional]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CALCAGNI SEI TU!?  
Oh, ma siete voi.  Giovinastri maledetti!  Vi pare il modo di prendervi gioco di un vecchio dalla vista debole.  Così volete sapere cosa  accadde dopo le 3 prove eh?  No, non posso farlo. Il solo pensiero di tanta sofferenza potrebbe causarmi un infarto in qualsiasi punto della narrazione...
Suppongo che quella bella fetta di torta iperglicemica possa farmi cambiare idea.


Molto tempo era trascorso da allora e ciò che avevamo appreso non lasciava presagire nulla di buono: diversi maliziosi messaggi su facebook rendevano i nostri sonni inquieti.
Si sussurrava che i temi erano stati viscidamente sub-valorizzati dalla furia della presidentessa che non lasciò scampo neppure a Bobbo il Savio.
Interminabili telefonate alla Piras ci fecero giungere a tale conclusione, ma come era possibile? La nostra falange aveva fallito!!

Poi arrivò il giorno del verdetto. Su facebook giravano messaggi di disfatta e sbaraglio.

A quanto pareva un gobbo maledetto aveva rivelato ai commissari le nostre macchinose trame
durante le 3 prove.

Si diceva che avevano azzerato tutti i quindicesimi, si diceva che gli orali sarebbero stati impossibili da sostenere, si diceva che ormai era tutto perduto.
“E’ una follia presentarci, ce la metteranno al culo!!!” abbondavano signorili i commenti

Ma cosa stavano dicendo? Possibile che solo due classi erano state castigate in modo così impietoso?

Corremmo diffidenti in fretta e furia verso scuola, sopraffatti dalla preoccupazione e lo spavento…quindi assistemmo supini ad uno spettacolo raccapricciante.

Mille sfumature di dolenza e spasimo coloravano i nostri volti; indistinti lamenti e guaiti accompagnavano la tragica scoperta dei voti maledetti.
Ovunque si trovava gente disperata, lunghi rivoli di lacrime solcavano i nostri giovani visi ingenui:
chi piangeva, chi gridava, chi imprecava verso la società ,chi rinnegava gli dei; la somma dei voti di molti di noi non raggiungeva neppure il 59.


Lo Spaziani con gli occhi a palla e la bocca a forma di Omega maiuscola era rimasto per un minuto e mezzo nella stessa posa ad indicare il maligno 23 che aveva invaso la sua colonna.
Il Kenzo aveva scagliato al suolo il tanto amato casco, (intinto con il nijnja perduto tempo addietro) nel vedere la sua media già compromessa, essere decapitata dal principio; esce dai ranghi: è furente, assetato di sangue, le sue urla di dolore per la perdita dell’anno spaventano i professori più dei cupi lamenti degli sconfitti; ci vogliono tre uomini per tenerlo fermo e farlo tornare in sé.

La commissione non trova l’ardire per mostrarsi ai nostri occhi: alcuni si ritirano con le loro autovetture, altri si barricano all’ultimo piano della palazzina, solo uno di loro rimane a fissarci viscidamente nutrendosi dei nostri tormenti e trovando in quella paradossale situazione una vena comica.


Quando infine anche gli ultimi raggiunsero le bacheche non vi trovarono nessuno, la zona era desolata; vi restava solo un superstite disteso sulle scale privo di sensi: era Ricci, l’uomo dai 33 crediti, non aveva più la forza neppure per respirare.
Corsero in suo soccorso.

“…C’è silenzio ora…le belve sono arrivate dalle tenebre!....ci hanno afferrati con i loro 20….siamo perduti…tutti perduti” poi ritornò in coma.

Il loro ritorno a casa era più arduo, avrebbero voluto reagire alle ingiurie subite, ma bisognava rispettare la parola della commissione…..questa è la legge, e nessuno: della C o della I, uomo o donna, studente o professore è al di sopra della legge. Pomposi porci incestuosi, inutili! Malati! Putridi! CORROTTI!

I quindicesimi furono azzerati
Il giorno è perso…Nessuno apre libri. Nessuno entra su msn, nessuno trova notifiche su facebook.

…non era fatta per il sonno quella notte…
Non per il Paolo: ognuno dei suoi 19 anni ha tracciato una strada verso questo scintillante momento del destino…il suo unico rimpianto è di avere così pochi neuroni da sacrificare.

Molti rimasero malinconici a fissare le fasi lunari in quadratura angolare, maledicendo ora il fottuto astro che non era finito nella terza prova.
E nei giorni che seguirono anche il santo legame che ci univa venne meno: facebook fu in preda alla guerra civile con forbiti scontri dialettici in cui si metteva in discussione la valenza dei propri avi, che infestavano le bacheche.
Molti affermavano che prima che quell’estate avesse avuto termine, il mondo avrebbe saputo che persino una dea-presidentessa avrebbe potuto sanguinare.
…era l’inizio della fine.

Il grande giorno era arrivato…. La sorte aveva imposto il suo volere…
Quale gloria ci sarebbe stata in una tale disfatta? L’unico modo per scampare agli orali era la ritirata o la resa o la morte.
le interrogazioni avrebbero avuto il loro corso a partire dalla P…i morituri accettarono il proprio destino con onore e decisero che avrebbero guardato negli occhi per un ultima volta quei lupi famelici bramosi delle loro carni.

…E il paolo preparò la sua roba per la battaglia finale, nessuno avrebbe puntato nulla sulla sua vittoria, avendo esposto nella sua tesina gli stessi argomenti di un uomo che avrebbe anche potuto ruttare in faccia all’intera commissione e prendere comunque molto più di lui.
Preparò la colazione e mangiò tanto, perché quella sera avrebbe cenato nell’Ade.

prima che potesse uscire di casa la madre lo arrestò:
“Paolo!”
si voltò lentamente
“Ao…….’na volta che devi esse l’ultimo, sei il primo!!”
Il Paolo non rispose….ritornò malinconico per la sua strada…

-addio amore mio- ….non lo dice.
Non c’era spazio per la tenerezza durante quelle due settimane di merda…non c’era spazio per la solidarietà…non al Cavour….
solo i duri e i forti sopravvivono…solo i duri…solo i forti.

Esitante raggiunse la Stolfi-mobile e si diresse impavido verso il campo di battaglia dove non pochi compagni erano venuti ad assistere a quella che sarebbe stata un’esecuzione pubblica.
Prima di recarsi nella stanza si rivolse a Stolfi

“No…tu non verrai con me….va….va e diffondi la notizia: che ognuno dei professori che abbiamo avuto abbia coscienza di tutta la vita per la commissione che ci hanno mandato incontro, CHE OGNUNO DI LORO CERCHI NEL PROPRIO ANIMO…e visto che ci sei…cerca anche nel tuo!
E’ una grande storia da raccontare la nostra. Una storia di vittoria”

  
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