*Autore: Rota
*Titolo: I fiori del Nord - Grecia/Giappone
*Personaggi: Grecia/Heracles Karpusi, Giappone/Kiku Honda
*Parole: 440

Era una cosa inusuale, facente persino parte di quell'insieme delle tradizioni che sua madre Grecia Antica s'era premurata di insegnargli anzitempo, una cosa che non aveva del tutto dimenticato ma sicuramente relegato alla porzione di sé più conservatrice, tradizionalista, a tratti retrograda, di cui non faceva tanto spesso mostra.
Era stata invece una cosa piacevole scoprire che esistevano persone nel mondo moderno che non solo adoperavano certe conoscenze per affinare un qualche tipo di comunicazione oltresensoriale - di quelle ce n'erano fin troppe e gli davano anche una certa nausea - ma anche che le studiavano come una vera e propria arte, associandole quindi il giusto merito e il dovuto prestigio, in un comportamento che rendeva contemporanee persino vecchie usanze senza il minimo imbarazzo.
Heracles era affascinato da tutto quello, profondamente, considerando inoltre che Giappone aveva una conoscenza limitata a una flora completamente diversa da quella a cui era abituato lui, dove l'acqua faceva contrasto e contorno e la rugiada adornava in bellezza la stessa essenza dei fiori. Un Nord diverso dalla concezione comune del termine, ricco di vita e di verde.
La sua arte aveva un nome strano, che con difficoltà riusciva a ripetere due volte di seguito, ma il concetto alla base era anche semplice e immediato, concreto. Bastava vedere Kiku in kimono, piegato sopra un ampio vaso a sistemare rose di ogni tipo, dimensione e colore per capire cosa mai fosse l'ikebana e la decorazione floreale e quanta importanza l'uomo gli attribuiva. Con la calma e la tipica lenta serenità con cui entrambi prolungavano il tempo all'infinito, passavano pomeriggio interi l'uno ad arredare stanze e ambienti e l'altro a guardarlo nell'operazione, accarezzando il dorso di un gatto nel frattempo. Era bello, perché Kiku riusciva a concentrarsi in quel silenzio e a lanciargli, allo stesso tempo, di tanto in tanto qualche occhiata fugace - quasi a constatare che lui fosse ancora lì e non si fosse addormentato mentre lui posizionava un fiore largo e giallo tra molteplici fiorellini bianco neve che tanto gli piacevano.
La cosa più bella, però, arrivava alla fine, quando non c'erano bisogno né di domande né di risposte, ma solo con lo sguardo Kiku chiedeva il suo parere e solo con lo sguardo Heracles guardava per lunghi attimi le sue creazioni, nei minimi particolari, le accarezzava con gli occhi e quasi le faceva proprie, in un'espressione di piacevolezza che non necessitava davvero di altro. E anche quando, rare volte, Kiku gli offriva in regalo quei vasi su cui il suo naso aveva indugiato più a lungo, Heracles portava a casa quel piccolo tesoro, felice tanto come mai sarebbe riuscito ad ammettere a parole.

Belli sono i fiori del Nord.