LA PROMESSA DI LORD VOLDEMORT
A distanza di qualche ora, alla luce del sole crepuscolare che illuminava il cortile di Casa Weasley, si offriva alla vista l'immagine del "Supposto" Salvatore del Mondo Magico seduto sotto un albero; intento a leggere La Gazzetta del Profeta in compagnia dei suoi fedeli amici Ron e Hermione.
Il Supposto Salvatore del Mondo Magico si chiamava Harry Potter; e, a prima vista, appariva come un comune diciassettenne dall'aria un po’ sciupata, con capelli nerissimi e un paio di occhiali rotondi appoggiati sul naso.
I suoi scintillanti occhi verdi erano fissi sull'articolo riportato nella prima pagina del giornale che reggeva tra le mani:
ANCORA INFRUTTUOSA LA RICERCA ALL'ASSASSINO DI ALBUS SILENTE
La ricerca del Mangiamorte Severus Prince Piton, responsabile dell'omicidio di Albus Percival Silente (Preside della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts;Membro della Confederazione Internazionale dei Maghi; e Capo Stregone del Wizegamot) non ha ancora prodotto risultati interessanti. Altrettanto irrilevante è la ricerca del suo giovanissimo complice: il diciassettenne Draco Lucius Malfoy. La residenza della famiglia Malfoy, già perquisita l'anno scorso in seguito all'arresto del Mangiamorte Lucius Malfoy (il padre del ricercato) è stata sottoposta ieri ad una nuova ispezione. Nessuna traccia, però, del complice dell'omicidio. E nessuna informazione rilevante emersa dall'interrogatorio della signora Narcissa Black Malfoy (madre del ricercato) che ha semplicemente dichiarato: Non vedo mio figlio da diverse settimane prima dell'omicidio del Preside, e non ero al corrente del piano in cui Severus Piton lo aveva coinvolto. Non ho alcuna idea riguardo a dove entrambi siano nascosti.
- Sciocchezze! - ringhiò Hermione a denti stretti.
Ma le indagini continuano; e il Ministro della Magia, il signor Rufus Scrimgeur, ha scelto proprio "La Gazzetta del Profeta" come canale per emanare un importante messaggio a tutti i cittadini: "Chiunque sia in possesso di inedite informazioni riguardo la fuga dei due ricercati si metta IMMEDIATAMENTE in contatto con un funzionario del Ministero. Eventuali individui restii a riferirci delle informazioni a noi ancora sconosciute, siano consci del fatto che sicuramente i loro nomi salteranno fuori dalle nostre indagini; e verranno incriminati come complici dei fuggiaschi."
Harry scagliò di lato la copia del giornale e
incrociò le braccia
sul petto, mettendosi a fissare il vuoto.
- Santo cielo, è patetico il modo in cui il Ministero tenta
di far
sembrare tutto sotto il proprio controllo! - borbottò
Hermione, in
collera. - MA VI RENDETE CONTO? Dopo quell'assurda
dichiarazione non hanno nemmeno messo la madre di Malfoy sotto
processo! Con degli atti di incompetenza come questo credono di poter
sconfiggere Voldemort? Ero convinta che con l'intero Mondo Magico in
uno stato di guerra aperta le prestazioni del Ministero sarebbero un
tantino migliorate! -
- A quanto pare, invece, - intervenne Harry, sempre con lo sguardo
perso nel vuoto - Al peggio no c'è mai fine... sembra anzi
che il
Ministero cerchi di nascondere il fatto che il
Mondo Magico è
in guerra. Ne è la prova il fatto che faccia pubblicare
sulla prima
pagina di un giornale così importante un articolo sulla
caccia a Malfoy
e Piton, invece che un resoconto dei nuovi presumibili
mezzi di
sicurezza adottati per contrastare gli eserciti di Voldemort. -
spostò
lo sguardo sui suoi amici - Ma cosa si aspettavano comunque? Di trovare
Malfoy seduto sul divano del salotto di casa ad aspettarli?
- Quello che mi domando, - intervenne Ron alzandosi e raccogliendo la
copia del giornale - è come mai nessuno riesce a trovare la
casa di
Piton...
- Per l'amor del cielo, Ron! - esclamò
un'esasperata Hermione -
Credi davvero che un ricercato come lui non abbia provveduto
più che
efficientemente a nascondere la propria abitazione, sapendo che
l'intero Ministero è alla sua ricerca? Sicuramente la sua
casa sarà
protetta dall'Incanto Fidelius o...
- O magari, - sbottò Harry - Piton vive a casa di Lord
Voldemort, e
mentre noi ce ne stiamo seduti qui a cianciare, loro staranno
organizzando un nuovo attentato!
Cadde il silenzio.
Sbuffando, Harry si alzò e si allontanò a grandi
passi dall'albero
sotto al quale erano seduti i suoi amici.
Sapeva che non se la sarebbero presa per il suo scatto di rabbia.
Ormai erano abituati alle sue crisi.
Il ragazzo continuò a camminare a passo svelto, aggirando il
cortile
della Tana.
Aveva bisogno di stare da solo. Aveva bisogno di PENSARE.
Una decina di giorni prima, il giorno del suo diciassettesimo
compleanno, un gruppo di membri dell'Ordine della Fenice era venuto a
prelevarlo dalla casa dei Dursley.
Appena varcata la soglia della casa dei suoi zii, Harry aveva preso
piena coscienza del fatto che, ormai, nessun incantesimo lo proteggeva
da Voldemort.
Ora, per sconfiggerlo, avrebbe potuto contare solamente sulle proprie
forze.
Senza accorgersene, Harry aveva camminato fino a giungere nel cortile
posteriore della Tana.
Si fermò a guardare accigliato il contorno irregolare della
casa del
suo migliore amico senza realmente vederlo, essendo ancora immerso nei
suoi pensieri che ora indugiavano sui ricordi del giorno precedente.
Harry sospirò.
Il giorno prima c'era stato il matrimonio di Bill e Fleur, celebrato in
una chiesetta a pochi chilometri dalla Tana, e seguito da un
ricevimento svoltosi la sera sotto un enorme gazebo, illuminato da
decine di svolazzanti fate luminose.
Tutti ridevano e scherzavano, e Harry, per un unico, incredibile
giorno, era riuscito a sentirsi di nuovo in pace.
Una sensazione che, da un anno a quella parte, credeva di aver bandito
per sempre dalla sua gamma personale di emozioni.
Il giorno seguente i suoi tormentati pensieri avevano ripreso ad
assillarlo, ponendo come protagonista l'angosciosa questione del
viaggio a Godric's Hollow, che avrebbe intrapreso l'indomani assieme a
Ron e Hermione.
Nonostante Harry fosse commosso dalla decisione dei suoi amici di
seguirlo ovunque andasse, non riusciva ad ignorare quella vocina nella
sua testa che continuava a ripetergli che la caccia agli Horcrux era un
viaggio che aveva intrapreso assieme a Silente, e, ora che questi era
morto, che avrebbe dovuto continuare da solo.
A seguito delle riflessioni sul viaggio imminente, nella mente di Harry
dilagava una seria preoccupazione riguardo lo strano atteggiamento di
Ron: da qualche giorno, infatti, il suo amico ostentava sempre
più
spesso uno sguardo ansioso, come se si aspettasse che qualcosa di
terribile stesse per accadere da un momento all'altro davanti ai suoi
occhi.
Harry era più che sicuro che Ron stesse nascondendo
qualcosa, e si
sentiva quasi offeso dal fatto che il suo amico non si fosse ancora
confidato con lui.
In fondo, Harry considerava davvero Ron il suo migliore amico; e si
sentiva triste nel pensare che per quest'ultimo il sentimento forse non
era ricambiato.
Però, rifletté Harry Ci
sono anche da considerare le mie
crisi isteriche come quella di dieci minuti fa. Di certo non sono un
grande incentivo per una persona indecisa se confidarsi o no con me...
- Harry…?
Come se fosse stato attirato dai suoi pensieri, Ron era giunto alle
spalle dell'interpellato, che si voltò lentamente a
fronteggiare
l'amico.
Quest'ultimo teneva le mani affondate nelle tasche; e la riga verticale
che gli si era formata al centro dell'arco sopracciliare stava a
testimoniare la sua inquietudine.
Sembrava che fosse indeciso se riferire o no a Harry il motivo per cui
era venuto a cercarlo.
Infine, si decise: - Harry... vedi io... ecco... credo che sia arrivato
il momento di confidarti una cosa...
Harry lo interruppe con una smorfia - Sto per scoprire come mai, da una
settimana a questa parte, a volte ti guardi attorno come se stessi
vivendo il terrore allo stato puro?
Ron annuì e riprese: - Vedi... mi capita di pensare a
qualcosa... e di
sentire come se qualcuno manipolasse la mia mente e mi costringesse a
ripensare a dei ricordi... contro la mia volontà. -
- COME SE QUALCUNO MANIPOLASSE LA TUA MENTE?! -
esclamò Harry,
sconvolto.
- Sì esatto... so che sembra assurdo ma...
- SEMBRA ASSURDO?! - Harry non sapeva se definire
più scioccante
la chiara notizia che qualcuno aveva applicato la Legilimanzia su Ron
più di una volta, o il fatto che quest'ultimo non fosse
minimamente
conscio della cosa.
- Dannazione Ron, qualcuno ha applicato la Legilimanzia su di te! Che
cosa ti ha costretto a mostrargli?
- La Legilimanzia... ah sì, certo, adesso ho capito... beh,
ha voluto
vedere solo i ricordi di questi ultimi giorni, e solo quelli in cui
parlo con te. -
- Cioè, da una settimana un Legilimens ha libero accesso ai
tuoi
pensieri, sembra particolarmente interessato ai ricordi dove compaio io
e tu solo adesso ti presenti qui a dirmi che forse
è il caso di
informarmi della cosa?
- Volevo dirtelo prima... solo che…
- Cosa Ron? COSA?
- Ci sono dei momenti in cui mi dimentico completamente di questa
cosa... forse è un effetto della Legilimanzia...
- No Ron, questa si chiama semplicemente incoscienza!
- Una
parte del cervello di Harry era concentrata a rimproverare Ron, mentre
l'altra lavorava ad alta velocità per giungere alla
conclusione più
logica: era chiaro che un Mangiamorte, forse Lord Voldemort in persona,
stava cercando di estorcere a Ron delle informazioni su di lui, Harry.
Il fatto che lo stesse facendo da molti giorni implicava una notevole
percentuale di probabilità che il nemico avesse capito dove
Harry, i
Weasley e svariati membri dell'Ordine della Fenice fossero nascosti; e
quindi, anche forse in quel preciso istante, un gruppo di Mangiamorte
poteva essere in viaggio verso la Tana...
- Dobbiamo dirlo subito ai tuoi genitori e a tutti i membri
dell'Ordine! - realizzò Harry.
- Non credo che sia una buona idea. - ribatté Ron.
- Ron ascoltami... forse non hai capito la gravità della
situazione
ma...
- No Harry, SUL SERIO! - Weasley aveva il viso
rosso, come
sempre quando subiva una forte emozione - Ascoltami amico, se lo
diciamo a quelli dell'Ordine si preoccuperanno e vorranno tenerci sotto
controllo. Non ci lasceranno partire per Godric's Hollow! Ci
inchioderanno dentro casa come hanno fatto con Sirius! -
Fu quest'ultima affermazione, più di ogni altra cosa, a
frenare Harry.
Il ragazzo respirò a fondo prima di mormorare: - Hermione lo
sa? -
- Beh... veramente no. - ammise Ron, arrossendo ancora di
più -Volevo
dirlo prima a te perchè... se si fosse rivelata una
stupidaggine ...
non volevo fare la figura dell'idiota davanti a lei, ecco...
Le labbra di Harry si incurvarono in un minuscolo sorriso. Certo,
si disse Una cosa è confidarsi col migliore amico,
un'altra è
confidarsi con la propria ragazza...
Harry osservò per qualche istante l'espressione implorante
di Ron,
prima di sospirare: - Va bene, hai vinto, non lo dirò a
quelli
dell'Ordine. -
Decisamente sollevato, Ron sorrise: - Grazie Harry, sapevo che avresti
capito.
- Però stasera lo diremo a Hermione. - aggiunse quest'ultimo
con voce
ferma.
L'espressione di Ron s'incupì lievemente - Beh, d'accordo...
tanto
comunque avrei dovuto dirglielo prima o poi... Spero solo che non si
arrabbi troppo perchè vi ho tenuto nascosta questa cosa...
Batté sulla spalla dell'amico - Forza, andiamo dentro, credo
che sia
pronta la cena.
Harry si diresse verso l'entrata della Tana assieme a Ron; con
l'aggiunta di un'ulteriore inquietudine ai suoi tormenti.
******
Quella sera tardi, nella stanza di Ron, Harry esponeva la causa della sua nuova inquietudine ad una sconvolta Hermione; che, com'era prevedibile, si arrabbiò e diede fondo ai peggiori timori del suo ragazzo facendogli esplicitamente capire che lo considerava un'idiota per il suo comportamento:
- Ci hai messo un'intera settimana a renderti conto che forse era il caso di informarci della cosa? - lo attaccò, appena superato l'iniziale shock della notizia.
Ron lanciò uno sguardo cupo ad Harry, che ricambiò con un'espressione solidale prima di tentare di calmare le acque: - Dài Hermione, in fondo è la prima volta che qualcuno applica la Legilimanzia su di lui... Ron non poteva essere certo che si trattasse proprio di quello. - Sotto sotto, Harry riteneva che Hermione avesse tutto il diritto di arrabbiarsi; ma la coscienza gli diceva che non poteva abbandonare Ron in quel momento.
- Proprio perchè non sapeva cosa gli stesse succedendo avrebbe dovuto informarci immediatamente! - ribatté lei, lanciando al suo ragazzo una gelida occhiata prodigiosamente simile a quelle della Mcgranitt.
- Si suppone, Ron, che tu abbia capito fin dal primo momento che c'era qualcosa di strano... perchè si suppone che tu normalmente abbia il pieno controllo dei tuoi pensieri...
- Senti, mi dispiace okay? - si difese quest'ultimo, offeso - Avete ragione voi d'accordo? Sono un'idiota! Non faccio mai niente di buono, e, da come mi trattate, sembra che io per voi sia solo un peso! Ma perchè non ci andate da soli a Godric's Hollow allora? Non mi offendo se mi dite in faccia che non mi volete dietro perchè sarei solo un impiccio succube dell'intelligenza della sua ragazza e della celebrità del suo migliore amico...
- Oddio, adesso non metterti a fare la vittima! - lo interruppe Hermione - Silente è morto, Voldemort sta diventando sempre più forte, domani ci aspetta un viaggio del quale non sappiamo neanche se vedremo la fine... capisco che questo possa essere un periodo di ipertensione per tutti, ma non possiamo permetterci di perdere tempo in queste discussioni infantili! - La ragazza terminò così la sua predica, dando modo a Harry di cominciare con la sua: - Cosa intendi dire, - chiese con voce minacciosa - Quando dici che sei succube della celebrità del tuo migliore amico? Per chi mi hai preso? Per una Rockstar? Ti ricordo che il motivo per cui sono famoso è perchè grazie al sacrificio di mia madre sono sopravvissuto all'Avada Kedavra. Di recente ho anche scoperto che il compito di eliminare Voldemort spetta solo a me, ma purtroppo lui al momento non è mortale! - La rabbia che Harry aveva dentro dal giorno della morte di Silente, non aspettava che un'occasione come quella per divampare: - IO HO UNA MISSIONE DA PORTARE A TERMINE! Se sei ancora convinto di volermi aiutare, sappi che devo uccidere Voldemort ad ogni costo, e davvero non ho tempo per queste discussioni infantili!
Le sue parole furono seguite da qualche attimo di silenzio.
Infine, Ron mormorò: - Beh... allora suppongo...
Ma Harry non scoprì mai cosa supponesse Ron; perchè questi improvvisamente sbarrò gli occhi e chinò il capo di botto, come se fosse svenuto improvvisamente.
- RON! - gridarono all'unisono Harry e Hermione, scattando verso di lui.
In quel momento, Ron risollevò la testa, fissando i suoi amici con un paio di occhi rossi non suoi, ma che ad Harry risultarono fin troppo familiari.
Lui ed Hermione rimasero impietriti, mentre la voce di Lord Voldemort usciva dalle labbra del loro amico e riempiva la stanza, fredda e sarcastica:
"Vuoi uccidermi ad ogni costo Potter? Sei disposto a sacrificare anche i tuoi amichetti pur di eliminarmi? Rammenta ragazzo: è vicino il giorno della battagli finale, il giorno in cui io e te combatteremo e io finalmente ti ucciderò. Ma ricorda che ogni persona che ti accompagnerà nel tuo viaggio alla mia ricerca farà la tua stessa, brutta fine. Questa è una promessa..."
Gli occhi di Ron ridivennero marroni, e questi si afflosciò inerte sul pavimento.
Harry e Hermione rimasero a osservare il corpo privo di sensi del loro amico paralizzati dal terrore.
Continua...