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Autore: _Fy    25/04/2012    2 recensioni
Sara è una ragazza allegra e solare eppure così insicura e timida. Come ogni adolescente si troverà ad affrontare le problematiche della sua età. Frequenta il terzo anno di scuola superiore ed è sempre in compagnia della sua migliore amica storica, Liliana. Tra qualche gioia e qualche dolore tipico dei suoi 16 anni, Sara affronterà mille avventure e finalmente conoscerà l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dizionario italiano, definisce l'amore come un affetto assiduo e fortemente radicato per qualcuno.

Ma per Liliana, quel sentimento tanto acclamato, così potente e magico, capace di ispirare la gente, di dar vita a canzoni e poesie, era sconosciuto. 

Certo, conosceva il profondo amore che la legava ai suoi genitori.

Conosceva l'amore che la legava alla sua migliore amica.

Aveva visto l'amore di un cane per il suo padrone.

L'amore di una madre che accoglieva suo figlio tra le braccia per la prima volta e che continuava a tenerlo a sè per tutta la vita.

L'amore era radicato negli occhi della gente.

L'amore di una nonna, che stanca, osservava suo marito con affetto, come fosse ancora il primo giorno.

L'amore di un padre che ogni mattina si alzava presto per andare a lavoro in modo da assicuare ai suoi cari una vita felice. 

L'amore era visibile in una carezza.

In un bacio.

L'amore si trovava tra le parole sussurrate deglia amanti.

In un abbraccio.

In un sorriso.

In uno sguardo.

In un tacito conforto.

In una lacrima che, lenta, scende lungo il viso.

Pensava a tutto questo mentre distesa, attendeva con ansia l'ora in cui si sarebbe vista con la sua migliore amica. 

E continuò ancora a buttar giù una lista di esempi:

L'amore di due giovani che si promettono lealtà e fedeltè eterna unendosi nel sacro vincolo del matrimonio.

L'amore che i bambini sapevano tirar fuori con i piccoli gesti.

L'amore per i libri.

L'amore per la musica.

L'amore per Dio e per una fede che non sempre dava i suoi frutti. 

L'amore di una vedova che rimpiangeva suo marito. 

L'amore che traspariva dai ricordi.

L'amore di quei giovani, che erano pronti a rischiare anche la propria vita, per i loro ideali.

L'amore era per lei, l'unico sentimento talmente potente da poter contrastra tutto: l'odio, la paura, l'incertezza, l'orgoglio. 

Girò la testa da un lato e di malavoglia si sporse verso il comodino per poter afferrare il suo cellulare e vedere che ora fosse. Come sospettava, Sara era nuovamente in ritardo; una caratteristica della sua personalità a cui ormai si era abituata, come del resto si era abitauata a molte altre cose.

A differenza sua, Sara, era una ragazza tremendamente disordinata, una grande pasticciona e in sua compagnia finiva sempre per fare qualche magra figura.

A scuola era quasi un disastro, molte volte si era ritrovata a passare notti insonne per poterle spiegare gli argomenti che, durante il giorno, non aveva portato a termine. Troppo pigra, troppo distratta. 

Molte volte avevano litigato per i suoi diffetti o per quelli dell'amica.

Molti erano stati i silenzi che Liliana, si scoprì di odiare.

Molte incertezze e poche sicurezze.

Troppe paure e poco coraggio.

Eppure, erano riuscite a crescere insieme, incontrandosi e scontrandosi sempre a metà strada.

Avevano vissuto la loro amicizia con il cuore e con l'anima.

Avevano sperimentato emozioni che pochi erano riusciti a provare.

I suoi pensieri vennero interrotti da un lieve bussare alla porta della sua camera.

-Avanti!

La porta si aprì con estenuante lentezza. A poco a poco, la figura di Sara si rese visibile agli occhi della padrona di casa che la guardava con rimprovero, ricevendo in cambio, uno sguardo incerto e dispiaciuto.

-Ti sembra questa l'ora di arrivare?

Sara avanzò di qualche passo lasciandosi dietro di sè la porta ancora spalancata.

- Perdonami, mi ero appisolata un attimo e ho fatto tardi.

Liliana continuava ad osservarla con un cipiglio offeso, poi, i suoi lineamenti si addolcirono lasciando il posto ad un sorriso rassegnato.


 


- Dai, non importa. Vieni qui!

Liliana battè una mano sul materasso per indicare il posto in cui Sara si sarebbe dovuta accomodare.

-Arrivo!

Sara sorrise radiosa; era contenta che Liliana avesse ancora una volta sorvolato sulle sue mancanze.

Si avvicinò al letto, si tolse le scarpe in malo modo, le quali, finirono inrimediabilmente sotto il materasso, poi, goffamente, si accomodò a gambe incrociate accanto all'amica.

- Cosa stavi combinando prima che io arrivassi?

- Tu hai mai conosciuto l'amore? Parlo dell'amore tra ragazzi, quello che ti consuma il cuore e che ti fonde il cervello, che ti rende stupido e sentimentale, che non ti fa dormire la notte, che ti fa sorridere come un idiota anche se va tutto male, quello che un attimo prima ti fa toccare il cielo con un dito e il secondo dopo ti fa sprofondare nel vuoto.

Sara rimase interdetta per qualche secondo.

La domanda dell'amica a lei parve del tutto inaspettata e si ritrovò ad aver bisogno di qualche attimo di tempo per poter ritrovare la lucidità perduta.

- No, non l'ho mai provato.

- E ti piacerebbe?

- Non saprei risponderti a questa domanda. Non ho molta fiducia nell'amore, ho visto il legame che univa i miei genitori spezzarsi e il loro affetto spegnersi, ho visto mia madre piangere e nei suoi occhi ho letto disperazione, l'ho vista rialzarsi a fatica e ho sentito i suoi singhiozzi attutiti dal cuscino. Non so se riuscirei a rischiare tutto, mettere in gioco me stessa e il mio cuore per poi riceverlo a pezzi.

Poche volte Liliana aveva ascoltato Sara parlare dei suoi genitori. 

Sara mostrava sempre un sorriso allegro non facendo mai trasparire nulla di quali erano i suoi reali sentimenti. 

D'altro canto Sara faceva fatica ad aprirsi; non sopportava quella sensazione di fragilità che la imprigionava facendola sentire stretta ed immensamente sola. Non sopportava quel magone che le si formava in gola e quelle lacrime represse che spingevano per poter uscire. Aveva imparato ad ignorare, aveva chiuso se stessa dietro ad un grande muro.

Aveva imparato a proteggersi.

A concedere il suo affetto a pochi.

Rimaneva coperta e protetta nel suo involucro per sfuggire alla realtà che sembrava volesse ampliare maggiormente le crepe che, come cicatrici, si erano disegnate sul suo cuore. 

Liliana osservò l'amica; i suoi occhi erano diventati lucidi, la voce le tremava e la fatica che stava facendo era evidente.

- Che osservazione deprimente! Cambiamo argomento o finirai per togliermi ogni entusiasmo.

Sara le fù grata.

- Comunque cara Saretta, necessito del tuo aiuto! Devo trovare il modo per parlare con quel figone del nuovo arrivato! Ho parlato con la ragazza della 3B e ha detto che è scontroso quanto bello! Si mormora che abbia ridotto in lacrime una ragazza che gli si è avvicinata.

- E tu vortresti entrare nelle grazie di un tipo simile?

- Lo domerò come un agnellino! E poi è troppo carino!

Sara scosse la testa spazientita; con Liliana era sempre la stessa storia. 


La giornata trascorse velocemente e ben presto arrivò il momento dei saluti. Sara e Liliana si abbracciarono baciandosi le guance paffute, promettendosi di rivedersi l'indomani mattina a scuola.

Una volta arrivata a casa, Sara ripensò alla giornata trascorsa in compagnia della sua migliore amica e un alone di tristezza la colse improvvisa mentre ricordava quel discorso che tanto l'aveva scossa. Una lacrima solitaria le solcò una guancia, prontamente asciugara con il dorso della mano. Sara non voleva piangere, sapeva bene che, una volta aperti gli argini, avrebbe fatto fatica a richiuderli. Provò a concentrarsi su tutte le cose positive che le erano capitate e tentò di convincersi che, per quanto doloroso e pauroso fosse alle volte, vivere era un'esperienza meravigliosa. 


Ancora una volta era arrivata in ritardo, i corridoi scolastici erano vuoti e lei doveva affrettarsi a prendere i suoi libri dall'armadietto.

Sospirò agitata e cercò di prepararsi psicologiacemente alla clamorosa sfuriata che il professore le avrebbe rivolto. Troppo concentrata in ciò che stava facendo, non si accorse di un ragazzo che la stava osservando incuriosito.

-Ciao

Gli si avvicinò di soppiatto,compiendo movimenti lenti e rogolari come fossero studiati nei minimi dettagli. 

Sara rimase sconvolta; ancora quel ragazzo, ancora quegli occhi freddi che la scrutavano. 


   
 
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