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Autore: Iaky    26/04/2012    1 recensioni
Aaron è un giovane cacciatore di diciotto anni della Valle Nowhen, non conosce i suoi veri genitori , è molto diverso dagli altri esseri umani, la sua unica famiglia è sua sorella Stefy, è la ragazza che si prende cura di lui.
Un giorno il giovane Aaron va a caccia sul monte Bendor come suo solito, mentre da la caccia ad un lupo accade qualcosa.
Sembrava una battuta di caccia come tutte le altre, ma quella battuta di caccia le cambierà la vita.
Dovrà prepararsi a conoscere creature che non avrebbe mai immaginato di conoscere, affrontare battaglie che metteranno a rischio la sua vita e quelle di tutto il regno.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quando Aaron uscì allo scoperto si accorse che fuori era scoppiata una bufera, nevicava, riusciva a vedere a malapena il luogo circostante dove si trovasse; attraversò a passi lenti e a testa bassa  la distanza tra gli alberi e l’entrata della grotta.
Continuò fino ad arrivare in mezzo al bosco, teneva impugnato il suo arco e la freccia  nelle sue dita della mano destra pronta per essere scoccata. Sentì qualcosa muoversi e tremare alla sua desta, si voltò di scatto.
“Nàre !!”urlo Aaron  nel profondo del suo essere e mentre la freccia fu scagliata prese fuoco, Aaron traballò e cadde in ginocchio, si sentì un possente schiocco di mascelle e la freccia spezzarsi, subito dopo una palla di fuoco bruciò gli alberi intorno a lui, Aaron urlò e appena alzò il viso per vedere chi fosse il suo assalitore, si ritrovò una dragonessa, dal mantello rosso difronte a se acquattata a quattro zampe che lo fissava con i suoi occhioni dorati.
“Bene, molto bene direi”disse la voce nella sua testa e la dragonessa le si avvicinò lentamente, Aaron indietreggiò a bocca aperta e deglutendo.
Ci furono attimi di assoluto silenzio, la dragonessa lo guardava stupito, lui con  ammirazione ed una fiammella di paura; fu la dragonessa a proferire parola per prima e chinò il suo possente muso ad altezza d’uomo fissandolo  intensamente negli occhi.
”Aredhel sembra che avesse ragione, non me lo aspettavo da un piccolo cacciatore  che sapesse usare la magia antica degli elfi, e precisamente l’elfico antico. Sei pieno di sorprese giovane cucciolo” .
Ci fu un istante di puro silenzio, l’unico rumore era quello del vento e degli alberi bruciare mentre la neve cadeva sempre più forte e la nebbia rendeva il paesaggio quasi inverosimile, era notte inoltrata ,le temperature erano scese in modo precipitoso, di sicuro qualche grado sotto lo zero.
Aaron respirò a bocca aperta, il gelo che entrava ad ogni suo respiro sembravano piccole schegge che lo trafiggevano dall’interno, Aaron rimase in silenzio e la dragonessa riprese a parlare.
”Andiamo Aaron, non è stato sempre un tuo sogno vedere i draghi?” le chiese la dragonessa ormai ad un palmo dal suo viso che lo fissava intensamente negli occhi.
Aaron chiuse la bocca e deglutì, prese una lunga boccata d’aria e rimase ad ammirare l’enorme mole della dragonessa, il suo sguardo cadde sui suoi artigli, per poi fermarsi ad ammirarle la coda.
La coda come tutto il corpo della dragonessa era di un rosso acceso, ma a differenza di quest’ultimo aveva striature colore blu  scuro che le davano l’aspetto ancora più  incantevole.
Dopo aver ammirato a lungo la dragonessa Aaron decise finalmente di degnarla della sua parola.
“S… sei un drago, non posso crederci, esistete davvero … perché allora non combattete l’impero?! Perché non la smettete di nascondervi ?! avete paura?!” urlò il ragazzo contro di lei affrontandola con sguardo furioso.
La dragonessa emise una sbuffata di fumo dalle narici ”ogni tua domanda avrà una risposta, è una promessa Aaron, ma ora dovrai lasciarmi parlare, ti spiegherò tutto … d’accordo? “ chiese lei ed il ragazzo la fissò annuendo.
Rimasero ancora alcuni istanti a scambiarsi occhiatacce poi la dragonessa emise una risata gutturale e diede un buffetto sui capelli al giovane ragazzo.
” Su adesso, entriamo, fa molto freddo questa sera non vorrai ammalarti spero”.
In quel momento Aaron alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere come per rispondere alla risata di poco prima della dragonessa, poco dopo le sorrise.
Rientrò nella grotta e la dragonessa infilò il suo enorme muso in essa mettendo le zampe anteriori sotto il suo possente muso.
Dragonessa e ragazzo rimasero a fissarsi a lungo, quasi tutta la notte, nessuno dei due parlava, rimasero semplicemente a fissarsi, la bufera iniziò a calmarsi con il passare delle ore … poco dopo, il silenzio più totale.
Hope stava studiando Aaron in ogni minimo movimento, le era stato insegnato a capire tutto di una persona rimanendo semplicemente a fissarla ed osservando ogni movimento.
Rimanendo semplicemente a guardarlo Hope ne vide l’odio, la frustrazione, la speranza … per poi passare alla forza, all’animo puro, il coraggio.
Dopo un tempo che sembrava  un eternità Aaron si alzò, si stiracchio  e riacceso il fuoco che si era appena spento.
Tentò di riaccenderlo, ma le sue speranze furono vane. Fu in quel momento che si voltò verso la dragonessa e le parlò.
“ Prima … quando scoccai la freccia, prese fuoco … appena dissi NàRE … perché?”.
”Finalmente ti sei deciso a parlare piccolo cucciolo di uomo, molto semplice Nàre significa FUOCO nella lingua degli elfi … ecco perché la freccia prese fuoco”.
Aaron ascolto molto attentamente le sue parole, poi ricordò quando la freccia fu scagliata … e la perdita di forse. La dragonessa però lesse la sua domanda nella sua mente e lo bloccò rispondendole.
”Ogni incantesimo, ogni magia che tu pronunci  ti sottrae energia… più l’incantesimo è potente, più perdi energia, ma stai attento Aaron non scherzarci, non dico che puoi morire, ma se usi incantesimi potenti non alla tua portata il tuo nemico potrebbe cogliere l’occasione ed affondarti appena sarai esausto, fino a quando non sarai pronto non provare mai più ad usare la magia, questa volta ti è andata bene … ma la prossima? Potresti svenire, perdere  sangue dal naso, perdere la memoria … o peggio … perdere addirittura il senno …”disse la dragonessa sussurrando le ultime parole con dolore. Anche se si conoscevano appena il loro legame si poteva sentire, toccare con lo sguardo che era già molto potente.
La dragonessa si avvicinò inarcò il muso ed unì la propria mente a quella di Aaron, le trasferì tutto il suo sapere, Aaron la sentì dentro di se mentre le raccontava la sua storia, lo sterminio di quasi tutta la sua razza, gli anni passati ad addestrarsi, le notti a vedere la luna, ed una giovane Elfa doveva essere Aredhel, ipotizzò Aaron … in fine pronunciò un incantesimo con la sua voce soave nella mente di Aaron fissandolo dritto negli occhi.
Gli occhi del ragazzo si trasformarono, lentamente presero la forma di quelli di  …  un gatto, poco dopo divennero color dorato come quelli della dragonessa. Quando Hope uscì dalla sua mente riprese a parlare.
”Ora sai tutto, siamo rimasti in pochi Aaron, troppo pochi, dobbiamo aspettare, dobbiamo aspettare che le uova si schiudano e che i nuovi draghi trovino i loro cavalieri come io ho trovato te, poco fa ti ho trasferito tutto il mio sapere, ti sarà più facile usare la magia ma non farlo non sei ancora pronto, ma il tuo olfatto, la vista, la forza sono potenziati e con essi anche i tuoi riflessi, siamo una cosa sola Aaron, da ora tutto quello che vedrai lo vedrò anche io, e tutto quello che vedrò lo vedrai te, in più quando uno di noi due sarà in pericolo potremmo sentirlo, le ferite che subirai le subirò anche io nello stesso punto … se muoio muori anche te così viceversa … siamo una cosa sola”ripeté la dragonessa.
Aaron fece per parlare quando ad un tratto sentì il morso su la spalla tirare, strinsi i denti e posò la mano su di essa … senti un formicolio poco dopo la ferita si chiuse.
Lo stesso accadde alle ferite su i piedi, Aaron guardò le ferite guarire in meno di pochi secondi e rimase a bocca aperta stupito.
“Un … dono … sono … un cavaliere …”sussurrò Aaron e vide una zanzara sfrecciarle davanti, con un movimento quasi invisibile la bloccò nella mano schiacciandola nel pugno … quando aprì la mano era macchiata di sangue, lasciò cadere la zanzara e rimase sbalordito.
“Incredibile …”sussurrò, quasi non ci credeva. Il suo sguardo cadde sul fuoco ormai spento, era buio pesto ma riusciva a vederci come fosse giorno, poi il suo sguardo cadde su la roccia della caverna e su i rami bruciati. Rimase a fissare a lungo la brace, chiuse gli occhi respirando lentamente, riusciva a sentire l’odore della brace, del muschio fuori la caverna, l’odore delle carcasse degli animali morti e tanto altro ancora. Dopo essere rimasto a lungo a sentire gli odori di ogni tipo fece la stessa cosa con l’udito.
Richiuse gli occhi, senza volerlo le sue orecchie appuntite si mossero da sole, rimase ad ascoltare la cascata a leghe di distanza, i rami spezzarsi sotto il peso della neve, il vento, il cadere della neve sul terreno, un lupo che azzannava la carne di una sua preda, ed era pronto a scommetterci che fosse un cervo, e tanto altro ancora.
Dopo aver studiato a fondo i suoi poteri Aaron tornò a fissare il fuoco ormai spento e si concentrò nel più profondo del suo essere.
“Nàre”sussurrò il giovane cavaliere, il fuoco riprese vita con un sonoro “Puff”. Aaron aprì di scatto gli occhi e rimase a bocca aperta, poi scoppio a ridere e guardò Hope.
Dopo aver pronunciato l’incantesimo si accorse che costui a differenza della prima volta non le aveva causato nessuna perdita di forse, la cosa lo mise di buon umore e parlò.
“voglio imparare la magia, mi aiuterai vero?” disse con foga il giovane cavaliere guardando la sua dragonessa con occhi che le brillavano per la felicità.
Si sentiva qualcuno di importante, come aveva sempre sognato, ora era voglioso di imparare, diventare potente e farla pagare all’impero per tutto il male che aveva causato e che causava tutt’ora, sentiva dentro di se rivivere quella speranza di libertà … quella speranza che era stata soffocata troppo a lungo e che ora brillava come le stelle sul manto azzurro.
”Non tocca a me insegnarti Aaron”disse la dragonessa che posò lo sguardo su le sue orecchie.
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“Alle prime luci? No, non possiamo … Stefy, mia sorella, devo dirglielo, dobbiamo portarla con noi, noi dobbiamo …”.
“Non possiamo Aaron,  le guardie del Rè mi hanno vista, stanno marciando verso la tua casa dobbiamo andarcene alla svelta o ci troveranno” la interruppe la dragonessa ed Aaron sobbalzò alle sue parole urlandole contro.
“Portami a casa adesso !! non lascerò morire mia sorella è un ordine che ti do come tuo cavaliere … ORA !!” .
Appena Aaron finì di parlare la dragonessa  ringhiò, lo prese su di se. Una volta fuori spiccò il volo con schiocchi talmente potenti che spensero gli alberi in fiamme … poco dopo ricalò la notte.
”tieniti, non ho potuto portare la sella attento alle squame stupido !!”.
Ringhiò la dragonessa volando più veloce che potesse, ogni battito di ali faceva ricoprire una grande area di terreno.
Arrivarono alla casa di Aaron dopo  poco di due minuti. La dragonessa picchiò in discesa ad una velocità impressionante facendo mozzare il fiato ad Aaron, il giovane cavaliere si tenne con forza alla dragonessa stringendo i denti.
Hope ruotò su se stessa uccidendo alcuni soldati con le proprie ali.
Hope atterrò poco dopo, Aaron scese e tentò di usare di nuovo il fuoco ma la dragonessa lo bloccò.
Hope ringhiò mettendosi su quattro zampe ed i soldati terrorizzati arretravano davanti la mole della possente dragonessa.
Hope non ebbe pietà e sputò una palla di fuoco bruciando vivi molti soldati, alcuni li mangiò, altri spezzò loro le ossa o li azzannava con violenza … la casa era in fiamme. Aaron guardò in direzione della propria casa rimanendo fermo… urlò in lacrime correndo verso la casa poco dopo, erano arrivati troppo tardi …  la dragonessa le sbarrò la strada.
“NO !! Stefyy !!” urlò in lacrime Aaron.
”Non era in casa, le sue orme la portano dentro la foresta … Aaron vi ho visti a lungo in questa giornata, è forte … c’è la farà, dobbiamo andarcene, adesso  o sarà troppo tardi, quando le altre guardie non li vedranno tornare verranno a cercarli, andiamo ora tua sorella c’è la farà … è una promessa te lo giuro sul mio cuore e su la fedeltà che ho verso di te, c’è la farà ed un giorno verremmo a prenderla” disse la dragonessa ed Aaron la guardo in lacrime annuendo. Hope chinò il muso e le leccò le lacrime emettendo un suono gutturale dalla gola simile ad un guaito e lo fece salire.
“Ahi...”sussurro Aaron appeno la sua gamba toccò vicino le squame della dragonessa, sanguinavano entrambi nello stesso punto.
”Dovevo immaginarlo, sei ferito, hai una ferita profonda, devi curarla piccolo mio” disse la dragonessa mettendolo giù.
”Ascoltami piccolo mio, metti la mano su la ferita e sussurra “Envinyata”, gli incantesimi come questi puoi usarli, fasciare la ferita o usare il fuoco per disinfettarla non servirà, la ferita è troppo profonda rischieremmo di morire dissanguati in poco tempo prima di arrivare a destinazione, e se usassimo il fuoco ancora peggio … le mie squame sono magiche essendo anche io una creatura magica, nessuna cura umana può guarire queste ferite”  le disse la dragonessa guardandolo con sguardo dolce.
Aaron la fissò ed annui poco dopo. Si sdraiò a terra e poso la mano su la ferita, era profonda, vide il sangue pulsarle dentro, bruciava, spinse appena la mano su la ferita e vide molto sangue uscirle fuori, strinse i denti per il dolore  si concentrò attentamente e infine sussurrò.
“Envinyata”.Un secondo dopo, sentì la pelle tirarsi, strinse i denti faceva male ma non come qualche secondo prima.
Vide la propria ferita e quella di Hope ricucirsi in meno di un minuto, quando tolse la mano la luce scomparve.
“Ooh, wow”  disse in fine e si rilassò riprendendosi un secondo, tutto questo era nuovo per lui, non riusciva ancora a metabolizzare la cosa….poco più di qualche ora prima era una semplice contadino, ora era di più, era un cavaliere e sapeva usare la magia. Se lo avrebbe detto a sua sorella lei non le avrebbe creduto, anzi lo avrebbe canzonato e dato dell’ubriaco.
”Tutto ok piccolo mio? Stai bene”.
“Si, tutto ok, possiamo partire, dammi soltanto un minuto per riprendermi”.
”Ma certo piccolo mio, fai con calma, oggi hai speso molte energie utili, potrai dormire tranquillamente sopra di me durante il volo”.
“Perdonami … se … se i soldati ti avessero ferita … dovevo aiutarti”  sussurrò Aaron guardando a terra
“Stai tranquillo, non saranno delle inutili  reclute ad infilzare un drago di mille anni”concluse infine la dragonessa emettendo una risata gutturale dalla gola, Aaron la fissò, poco dopo guardò i cadaveri dei soldati che avevano tentato invano di difendersi … Hope doveva sentirsi profondamente fiera di se stessa per il lavoretto appena svolto.
Al solo pensiero Aaron scoppiò a ridere ed Hope continuò.
 “E poi, avremmo molto tempo per imparare a volare insieme, a combattere insieme, e quando verrà il momento … allora saremo pronti Aaron, io e te … porremo fine a questa guerra, a questo regno, toglieremo la corona a quel verme di Darkas” ringhiò eccitata la dragonessa ed i due si scambiarono un sorriso elettrizzato.
“Si, hai ragione, forza perché siamo qui a perdere tempo? Andiamo abbiamo molte leghe da lasciarci alle spalle”disse Aaron alzandosi e facendo dei grattini sotto la gola della dragonessa che sembrava accettare facendo le fusa.
Aaron ridacchiò e salì sopra di essa … i due si scambiarono ancora qualche battuta, poco dopo Hope fece per staccarsi da terra con uno dei suoi poderosi salti.
 
Aaron guardò le zampe del possente drago, vide i muscoli indurirsi, prima ancora che la dragonessa scoccò il salto per iniziare il volo qualcuno uscì dalla foresta.
La dragonessa schioccò la coda che frusto a terra a pochi centimetri da quella figura. Era il vecchio Bower.
“Ciao, Hope”disse il vecchio e la dragonessa lo riconobbe, i due sembravano vecchi amici, Hope ringhiò.
”Ciao, Bower, ti ho sempre detto di non comparirmi così alle spalle”ribattè lei e poi emise una  risata gutturale, sembrava essere felice di rivederlo dopo chissà quanto.
“C… cosa? Voi due vi conoscete?”si mise in mezzo Aaron non capendo più nulla.
La giornata era già stata stressante di suo, per non dire dura e piena di colpi di scena, non riusciva ancora a metabolizzare ancora che lui era un cavaliere, Hope la sua dragonessa, che era un mago e un mezz’elfo … e ciliegina su la torta ora ci mancava anche il vecchio fabbro.
”Si, Bower è un ex cavaliere dei draghi, la sua dragonessa morì venti anni fa per colpa del Rè che ora è su quel trono, l’unico cavaliere che è sopravvissuto dopo la morte della sua dragonessa. Vedi Aaron, devi sapere che se un drago perde il proprio cavaliere o viceversa, quello dei due che sopravvive impazzisce, perde il senno e poi si suicida … ma non per Bower, lui è l’unico a non essere impazzito”.
La dragonessa parlò nella mente di entrambi continuando a vedere il vecchio.
Aaon rimase ad ascoltarla e guardò Bower con ammirazione.
“Bene, ora posso dire di aver sentito davvero tutto oggi”,  sbofonchiò  quasi irritato Aaron.
Penso anche che le sarebbero serviti giorni per metabolizzare il tutto, Bower e Hope naturalmente potevano sentirlo, le loro menti erano unite e le rivolsero uno sguardo più che comprensivo … dopo il vecchio cavaliere parlò.                                            
“Già, ed ho vagato per anni fino a stanziarmi qui, ho tentato invano di rivoltare queste persone, ma ora …>”disse e fissò di nuovo  Aaron.
“Chi lo avrebbe mai detto, TU un CAVALIERE DEI DRAGHI”il vecchio scoppiò a ridere, Aaron fu irritato e lo guardò offeso.
“Bhé, non sei l’unico ad essere sorpreso, siamo in due vecchio”disse Aaron sprizzante e sorridendole con fare di sfida.
Bower rispose a quel sorriso poi continuò.
“Vi accompagnerò lungo il viaggio, ci sono soldati ovunque che vi sbarrano la strada, vi seguirò da terra e vi terrò informati”.
Il vecchio cessò di parlare e rimase a guardare Hope per mezz’ora, e  Hope fece lo stesso, sembrava che parlassero telepaticamente e che Aaron era stato escluso.
Il ragazzo non capì, ma dai loro sguardi sembrava che stessero chiarendo qualcosa.
Mezz’ora dopo Bower entrò nel bosco e uscì con un cavallo ed una sella in mano offrendola a Aaron.
“Tieni, legala  sul dorso di Hope, e poi indossa questi”,disse il vecchio slacciando vecchi scarponi dalla sella del cavallo e li offrì al ragazzo.
“Così che non ti tagli le gambe con le squame di Hope, erano i miei, abbiamo più o meno la stessa taglia dovrebbero andarti”.
Aaron preso ciò che il vecchio le offrì, poi prese dell’acqua, e quel poco che era rimasto di cibo e li caricò su la sella di Hope.
“Oh, dimenticavo”disse il vecchio ed estrasse una fodera con una spada dalla lama argentata.
“Lei, è Silmë … era la mia spada, prima che …. Rà…”,sussurrò il vecchio cavaliere,“il mio drago morisse”. Concluse il vecchio poco dopo e rimase in silenzio qualche secondo, Detto ciò offrì la spada ad Aaron.
“Fino a quando gli elfi non ne forgeranno una per te, tienila, io combatterò con arco e magia”.
Detto ciò Aaron accettò la spada ringraziandolo e legò il fodero a se e poi la estrasse.
Rimase a bocca aperta, splendeva più della luna e delle stelle messa assieme, l’impugnatura era troppo grande per lui. La rinfoderò poco dopo e ringraziò di nuovo Bower.
“Io, Aaron Cavaliere dei draghi prometto … e giuro sul mio nome di rendere onore a questa spada”  dissi il ragazzo guardando Bower negli occhi.
“ E io, mio giovane Cavaliere … mi sento onorato di offrirvela e vi proteggerò … e giuro sulla mia stessa vita che vi difenderò fino alla fine del vostro viaggio a costo della mia stessa vita”.
”Ok, adesso basta, ci siamo attardati troppo…sono stufa dei complimenti, sbrighiamoci. allora, Aaron sbrigati a salire”. Disse Hope rompendo i giuramenti dei due Cavalieri ed il  giovane Aaron sentendo voce della dragonessa nella sua testa si voltò verso quest’ultima e legò la sella sul dorso di Hope;
salì su di essa, si legò bene alla sella e quando fu pronto Hope spiccò un salto enorme volando verso Nord.
Sotto di loro Bower correva a grandissima velocità con il suo cavallo, dando così inizio alla loro avventura.
   
 
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