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Autore: JaneA    26/04/2012    4 recensioni
Come si può insegnare ad amare? Soprattutto, come si può insegnare ad amare a qualcuno che non sa, a qualcuno che è vuoto?
Jane è una bambina di 5 anni. Sarà proprio lei ad insegnare a Draco Malfoy ad amare? Tensione, rancore, assenze, tristezza porteranno a quello che è il fine, porteranno all'amore?
Ma soprattutto Draco Malfoy riuscirà a farsi amare?
Cerchiamo di scoprirlo in questa nuova fan fiction! Vi ringrazio immensamente sin da ora :)
Un abbraccio, JaneA
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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"C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato per quanta emozione provi;
dove il tempo si ferma e non hai più l’età.
Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare"
- Alda Merini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Londra come tutte le mattine si presentava euforica e piena di vita dinanzi ai suoi occhi. Che si trattasse della Londra babbana non faceva differenza.

Si scontrava con gente che correva a lavoro con tra le mani un fumante bicchiere di caffè. Chi camminava a passo svelto parlando con quello che doveva essere un cellulare. Chi si fermava ad acquistare il quotidiano e si bloccava dinanzi al rivenditore per leggere sommariamente le notizie in vista.

Automobili, autobus, motociclette. Questo caratterizzava quella mattina Londra. Come sempre.

Da anni ormai Draco Malfoy era abituato a quel clima, a quei rumori, ai quei volti. Da anni si era quasi trasferito nella Londra babbana, nonostante fosse un noto Magiavvocato.

Affari vari lo portavano in giro per la Londra babbana per metà settimana. Cene con clienti, incontri con questi ultimi, incontri con donne varie.

Donne inutili. Donne che servivano semplicemente a scaldargli il letto, a scaldargli le lenzuola. Donne nelle cui carezze, nei cui sospiri si perdeva cercando di perdere se stesso.

Era cambiato, era cresciuto. Era ormai lontano dal Draco Malfoy egocentrico, malvagio e subdolo dei tempi di Hogwarts. Era semplicemente cambiato. La guerra aveva colmato la sua vita di dolore e colpa. La perdita della madre aveva creato un vuoto incolmabile. Aveva rescisso il contratto con quella che era stata la sua promessa sposa per anni. Aveva cancellato tutto. L’unica cosa che gli restava era l’amicizia di Blaise Zabini e della sua consorte Daphne Greengrass, e le innumerevoli proprietà dei Malfoy.

Cosa importante, gli restava il suo lavoro.

Era il più noto Magiavvocato dell’intero mondo magico. A stento, con fatica, era riuscito a cancellare quello che era l’ignobile ricordo di suo padre Lucius. Aveva messo da parte le sue strampalate idee sulla purezza del sangue. Aveva finito per innamorarsi e finire piacevolmente intrappolato in quello che era il mondo babbano.

Sì, non c’era dubbio. Draco Malfoy era cambiato. Era cambiato, sì, ma ero solo.

Si crogiolava nell’alcool e nei profumi femminili ogni notte. Si rifugiava tra quegli strappi di lingerie, tra quelle urla e quei sospiri. Ma alla fine, al mattino, quello che ritrovava tra le mani era il niente più assoluto.

Anche quel mattino, così, spento, vuoto, privo di qualsiasi cosa camminava elegantemente per le strade affollate.

Il lavoro, diceva a se stesso, era l’unica sua soddisfazione. Gettare in carceri criminali era quasi una sorta di perdono quotidiano. Perdono che di certo non purificava e guariva le sue ferite.

Guardava i visi della gente che passavano lui dinanzi. Scrutava gli occhi degli uomini fermi a chiacchierare. Donne lo fissavano quasi  a volerlo divorare con gli occhi, donne lascive e venditrici del loro corpo. Donne prive di moralità.

Che Draco Malfoy avesse avuto molto donne, questo era certo. Come era certo che nella sua vita non si fosse mai innamorato. L’unica donna che aveva amato era stata sua madre. Rivedeva il suo sorriso non appena la ricordava. Rivedeva i suoi morbidi capelli. Sentiva sulla sua fronte ancora il calore delle sue dolci labbra quando dopo una giornata di duro lavoro si posavano sulla sua pelle diafana.

La sua assenza era quello che più lo sconvolgeva, lo straziava.

Perso nei suoi pensieri, nei ricordi, perso nel vuoto e nell’assenza, Draco Malfoy si scontrò con una piccola bambina.

La scrutò vedendola seduta sul marciapiede di una strada babbana.

Era seduta a braccia conserte, con uno sguardo truce in viso.

“Sai, sei troppo alto, dovresti badare a dopo metti quelle scialuppe e soprattutto dovresti guardare avanti e non i tuoi piedi. Poi sono anche brutte quelle scarpe!”

La bambina aveva parlato velocemente. Lui era rimasto strabiliato. Come potesse avere un esserino così una padronanza linguistica del genere, era assolutamente un mistero.

Si accovacciò dinanzi alla bambina e porgendole una mano l’aiutò a rialzarsi.

Dopo essersi aggiustata la gonna e ripulito le calze, tornò a guardare torva il biondo.

“Allora, a cosa stavi pensando mentre camminavi?”

Il biondo accigliato guardava curioso la bambina. Incredibile a dirsi, ma aveva qualcosa di familiare, troppo familiare. Un paio d’occhi marroni lo scrutavano ancora in attesa di una risposta. Un piedino iniziò a battere frenetico sulla superficie del marciapiede. Tornò a guardare gli occhi della bambina. Erano caldi nonostante lo sguardo odioso. Una massa di boccoli castani ricadeva sulle piccole spalle.

Un lampo pervase la sua mente. Non poteva essere.

“Non è possibile..” sussurrò.

“Cosa? Allora?” ripetè la bambina.

“Non è possibile. Tu sei..”

“Jane!” una voce alle spalle della bambina lo interruppe

Alzò lo sguardo restando letteralmente a bocca aperta.

No, era un’assurdità. La sua mente non faceva che ripetere questo.

“Jane! Ma cosa ti passa per la mente? Mi hai spaventata!”

“Scusami..” la bambina chinò il capo.

“Vieni qui.” La donna richiamò la bimba e la strinse forte al suo petto.

“Perché sei rimasta indietro?” domandò ancora la donna

“Per colpa sua!” la bambina tornò a posare lo sguardo e a posare un dito accusatore sul biondo.

La donna spalancò gli occhi stupefatta e iniziò a scuotere il capo.

“Non è possibile.”

“Cosa mamma?”

Ridestandosi a quella parola, il biondo prese a scrutare la donna.

Non poteva essere.

Hermione Granger, si ergeva in tutta la sua bellezza dinanzi a lui.

C’era da ammetterlo. Era davvero diventata una splendida donna.

I capelli non erano più un cespuglio incolto ma erano stati raccolti in un piccolo chignon.

Draco lasciò scorrere i suoi occhi sul corpo della donna.

Indossava un tailleur beige, ai piedi delle scarpe nere col tacco. Sul viso solo un velo di trucco oltre quello sguardo truce. Lo stesso che pochi minuti prima campeggiava sul volto della figlia.

Tale madre tale figlia pensò.

Le curve erano ai posti giusti. Sì, quel topo di biblioteca doveva essersi trasformato davvero in un bello e singolare cigno.

La voce della piccola Granger lo risvegliò nuovamente.

“Mamma?” le domandò

“Malfoy?”

“Mamma, lo conosci? Non mi ha vista e mi ha fatta cadere. Guarda qua, mi ha fatto sporcare le calze!”

“Tranquilla, le sistemeremo a casa. –rispose la donna senza davvero dare attenzione alle parole della figlia. Il suo sguardo era fisso in quello dell’uomo.

“Allora, Granger, vedo che abbiamo messo su famiglia!”

La sua voce la ridestò.

Scosse ancora il capo stringendo la bambina a sé.

“Malfoy, cosa ci fai qui?”

“Mamma, lo conosci?”

“Sì, tesoro. Lo conosco.”

“E come si chiama? Ha un’aria antipatica.”

La donna lo fissava. Sembrava che il suo sguardo potesse leggerlo dentro.

“Si chiama Draco, tesoro.”

“Draco? Che nome buffo. Ciao Draco! Sei un amico della mia mamma?”

La donna strabuzzò gli occhi alla domanda della figlia.

Malfoy invece fece il suo solito ghigno. E si avvicinò alla bambina,

“Oh sì! La mamma non ti ha raccontato di me? Andavamo a scuola assieme!”

“Davvero?! Mamma, allora è come te! –sussurrò la bambina all’orecchio della mamma, evidentemente la Granger aveva condiviso la sua identità con la figlia e le aveva detto che sarebbe stato un segreto tra loro.

“Sì, Jane. Draco è come me.”

“Uau! –gridò la bambina svincolandosi dall’abbraccio della madre a buttandosi tra le braccia del biondo.

Hermione si coprì la bocca con una mano alla vista di quella scena.

Mentre Draco stupito si lasciò stringere dalla bambina e dopo qualche attimo ricambiò l’abbraccio.

Come era possibile? Stava abbracciando una bambina. Una bambina, figlia della Granger, per giunta!

Era impazzito. Non c’era altra spiegazione.

“Jane –disse Hermione ripresasi- forse è meglio se andiamo. O farai tardi all’asilo.”

“Ci accompagni, Draco?” la bambina ormai aveva occhi solo per il bel biondino.

Senza dar tempo all’uomo di rispondere la donna intervenne

“Oh, tesoro, di sicuro Draco avrà altri impegni.”

“Hai altri impegni?” domandò Jane a Draco arricciando le labbra.

“Da che parte andate?” chiese il biondo.

“Il mio asilo è vicino al Ministero dove lavora la mamma!” enunciò la piccola.

“Devo fare quella strada..se volete la facciamo assieme.” Dichiarò atono.

“Sì! Draco ci accompagna, Draco ci accompagna!” iniziò ad urlare Jane per strada.

“Bene, andiamo.” Sussurrò sconfortata Hermione prendendo per mano la bambina.

 

Avviatisi, per strada, solo la bambina parlava continuamente, facendo domande al biondo e proclamandosi un angioletto ogni volta che la mamma la rimproverava per qualche domanda indiscreta.

“Hai una fidanzata?” le chiese la bambina ad un certo punto.

Draco la guardò silenzioso.

“Jane –intervenne Hermione- sono cose private, non si fanno queste domande!”

“Perché? Tu e Draco siete amici! Tu e zio Harry vi dite i segreti!”

“Granger, questa bambina è tutta sua madre.” Proclamò il biondo.

Hermione sorrise. Non ci poteva credere, stava sorridendo ad una battuta di Malfoy?

“Beh, Jane tesoro, siamo arrivati. Saluta Draco e corri dentro, su!”

“Ciao Draco! Mamma stasera viene a cena da noi vero?”

“Cosa?” quasi gridarono entrambi

“No, tesoro credo che Malfoy, Draco..abbia già impegni, vero?” enunciò la donna, lanciando uno sguardo torvo al biondo.

“Oh, sì. Sono molto impegnato..” si scusò Draco.

“Bugiardo! Hai fatto lo sguardo di quando si dice una bugia.” Sentenziò la bambina ponendo le braccia incrociate sotto il petto.

“E tu cosa ne sai dello sguardo di quando si dice una bugia, signorina?” le domandò il biondo avvicinandosi.

“Tranquilla, non lo dico alla mamma.” Le sorrise ammiccando.

La bambina sorrise di rimando mostrando tutti i suoi denti.

“Allora, deduco che stasera sarò tuo ospite Granger.”

“Per mia sfortuna si.” Dichiarò sconfitta la donna.

“Ora, Jane Granger fila dentro. Muoviti, marciare!” disse Hermione ridendo.

La bambina si voltò per mandare un bacio volante a Draco  e poi ne schioccò uno sulla guancia della madre e corse via.

 

“Jane Granger?” chiese Draco non appena rimasero soli.

“Sì.” Rispose la donna, abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo fiera.

“Mi dispiace Granger.”

“Per cosa?”

“Per il fatto che tua figlia sembra essersi innamorata di me.” Gighnò soddisfatto.

“Mia figlia non si è innamorata di te, Malfoy. Certo, all’apparenza potrebbe anche esserlo. Alla fine sei quello che sei..ma..”

“Sono quello che sono? Cosa vuoi dire Granger?”

“Intendo dire che non sei di certo orrendo. Anzi..” dichiarò divenendo paonazzo.

Draco ghignò. Era bellissima. Quel suo modo di mordersi il labbro, poi. Doveva smetterla di fare pensieri sconci su quella donna. Era Hermione Granger!

“Smettila di sbavare Malfoy.”  Lo riprese la donna, con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

“Malfoy, io ora devo scappare in ufficio. Ti mando un gufo con l’indirizzo. Ok?”

Il biondo annuì.

“A questa sera, Granger.” Le disse prima che la donna e il suo profumo scomparissero tra la folla londinese.

 

 

 

 

 

 

 

Aveva fatto pensieri poco consoni sul furetto. Non era possibile.

Continua a ripetersi di lasciar perdere quel furetto, mentre entrava a passo spedito nel Ministero della Magia.

Arrivata nel suo ufficio, dopo aver fatto volare la borsa sulla poltroncina, si lasciò cadere dietro la sua scrivania.

Pose le dita ai lati della fronte e iniziò a massaggiarsi le tempie.

“Ehi Hermione!”

“Ginny! Cosa ci fai qui?”

“Vengo a salutare la mia migliore amica, cos’altro altrimenti!” sentenziò la rossa accomodandosi dinanzi all’amica.

“Dov’è Harry?” le domandò.

“E’ nel suo ufficio. Sta ordinando dei fascicoli. È qui dall’alba.”

“E tu sei venuta a trovarlo, vero?” chiese ammiccando la donna.

“Ehm..beh…il fatto è che stare a casa, o alla Tana è di una noia mortale.”

“Lo so. La gravidanza è così.” Annuì Hermione in direzione dell’amica.

“Hai lasciato Jane all’asilo? Vuoi che la vada a prendere io?” si propose l’amica.

“Sì, l’ho lasciata poco fa. Purtroppo andrò direttamente io a prenderla. Abbiamo un impegno questa sera e le ho detto che mi avrebbe aiutata a preparare la cena per un suo ospite.”

“Un suo ospite?” chiese la rossa confusa

“Ha invitato di nuovo Michael?” sorrise

“No. Magari si trattasse di Micheal. Preferirei la cucina distrutta, rispetto a quello che mi aspetta.”

La rossa strabuzzò gli occhi.

“Cosa ti aspetta?”

“Questa mattina mia figlia mi ha lasciato la mano, perdendosi momentaneamente tra la folla babbana. E ha fatto un bellissimo incontro. Guarda, fortuna allo stato puro.”

La rossa la incitò a continuare

“Ha incontrato Malfoy. E se ne è perdutamente innamorata. Ci ha accompagnate all’asilo e come se non bastasse l’ha anche invitato a cena.”

“E lui ha accettato?” domandò sbigottita Ginny.

“Sì! Sembrano due amici per la pelle!”

Hermione tornò a massaggiarsi le tempie, sprofondando nella sua comoda poltrona.

“Però ha buon gusto tua figlia.” Dichiarò Ginny beccandosi uno sguardo truce dalla donna che le sedeva dinanzi.

“Suvvia Hermione, ammettilo. L’ho intravisto qualche sera fa quando ero a cena con Harry. È diventato davvero carino.”

“Smettila Ginny!”

“Oh oh, vedo che ha colpito già!”

“Non ha colpito un bel niente, invece. È semplicemente una brutta serpe. Ha anche detto a mia figlia di essere un mio grande amico!”

Ginny rise.

“Mia cara Hermione. Sarà anche una serpe, ma tua figlia ne è ormai innamorata. Forse la vede come una figura paterna, quella che le è sempre mancata. Devi comprendere anche questo. In questo momento lei vede Draco come una figura su cui fare affidamento. E poi, che gran figo di padre! Tutte morirebbero per averne uno identico.”

“Ginny. Mia figlia non ha bisogno di soffrire ancora.”

Un velo di tristezza si era posato sul volto della donna. Il ricordo di un amore mai nato che aveva generato la sua splendida, bellissima Jane. Il ricordo di quello che era successo dopo e che ancora succedeva.

Aveva il cuore straziato. Ma si faceva forza. Non avrebbe permesso che sua figlia lottasse anche per avere un padre, un padre irresponsabile come Malfoy, poi!

No, avrebbe badato a sua figlia da sola. L’avrebbe aiutata a superare tutto da sola.

“Dico solo che in questo momento, sia tu che soprattutto Jane avete bisogno di qualcuno accanto a voi. Certo ci siamo io e Harry. Ron. I miei. Ma sei sicura che tutto questo basti? Jane sta lottando. Tu stai lottando. Avete bisogno di qualcuno che si prenda cura di voi.”

Lacrime iniziarono a scendere sul viso di Hermione Granger. Che venne subito stretta e coccolata dall’amica.

“Ho paura Ginny. Ho paura di perdere mia figlia. Non posso perderla.”

“Sh..non la perderai. Non la perderai.”

  
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