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Autore: roselline    26/04/2012    4 recensioni
Questa è una Rose/Scorpius. E' la mia prima fanfiction, quindi avanti con le critiche.
Poi, la sua attenzione fu catturata dalla bacchetta dai mille disegni, abbandonata sul tavolo della Sala. Guardò i due che erano diventati ormai rossi in viso per tutte le parole che si stavano dicendo e si alzò piano, in modo da non attirare la loro attenzione. Prese di soppiatto la bacchetta e uscì in giardino. Sorrise e iniziò a saltellare sull’erba umida. Poi però, agitando la bacchetta più di una volta, successe qualcosa
Genere: Comico, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Maximillian non aveva creduto alle sue orecchie, quel giorno, quando Rose le disse che probabilmente conoscevano la stessa persona. Lei gli aveva spiegato tutto, dopo essere usciti da quella stanza perché la ragazza si sentiva oppressa, e mentre parlavano avevano incontrato il soggetto della loro discussione. La cara, bella e timida Tassorosso aveva – quel giorno, per uno strano motivo – evitato di abbracciarla dopo aver notato la persona che l’accompagnava.

Il suo comportamento aveva insospettito la rossa, che nei giorni seguenti aveva cercato di indagare, sperando di farle uscire qualcosa da quella sua boccuccia. Ma ad ogni domanda lei arrossiva e se la filava via con la banale scusa di essersi dimenticata qualcosa e che doveva ricordare. Però di una cosa si era accertata: a Tristine piaceva Maximillian.

Sembrano due bambini. Aveva pensato più volte dopo aver visto il rossore di lei e lo stupore di lui. Se si piacevano a vicenda perché non si facevano avanti? Davvero non riusciva a capirli. Così aveva pensato di combinare un po’ la cosa.

Era andata da Tristine, un sabato che c’era l’uscita a Hogsmeade, e le aveva chiesto di andare con lei a bere una Burrobirra, ma aveva declinato con sommo dispiacere, perché aveva preso appuntamento con la sue amiche. Così, dopo la sgradevole batosta, era passata al piano B, che consisteva di portare Maximillian con lei a Hogsmeade e trovarsi per caso ai Tre Manici di Scopa a bere qualcosa. Ed aveva funzionato. I maschietti erano davvero… no, vabbè meglio non dire niente su di loro. Sono esseri davvero molto permalosi.

Comunque, dopo la felicità di zia Hannah e aver offerto ai due una Burrobirra, Rose si girò con interesse riuscendo a trovare Tristine e la sua folta chioma biondo scuro, che parlottava e sorrideva con le amiche.

« Non girarti, Maximillian. » Sussurrò la rossa, bevendo un sorso della sua bevanda. Ma il ragazzo non le diede ascolto e si voltò, notando subito Tristine seduta al tavolo impegnata in una conversazione divertente.

« Cosa ci fa lei qui? » Domandò, guardando perplesso l’amica. Di tutta risposta ebbe uno stringersi nelle spalle da parte sua, continuando a bere.

« E io che ne so? E’ comunque un’uscita a Hogsmeade. Non potevi sperare di non incontrarla qui. – Disse lei e poi riprese dopo una piccola pausa. – Seriamente Maximillian, quando deciderai di parlarle? Se ti piace, invitala ad uscire, non penso che potrebbe declinare l’offerta. » Lo guardò negli occhi. Lui resse per poco lo sguardo e poi spostò gli occhi sul suo boccale fumante, sospirando.

« E’ molto timida Rose. Non credo che accetterebbe subito di uscire con me. » Rispose lui sconfitto, bevendo finalmente il suo primo sorso. Rose storse il naso, e si guardò ancora attorno. Sorrise poi mettendogli una mano sulla schiena.

« Ora devi starmi a sentire, e non accetto un no come risposta. Hai diciassette anni e devi essere un Grifondoro oggi. Laggiù c’è un tavolo vuoto. Alza il tuo bel sederino, vai lì con la scusa di salutare quella con i capelli rosso tinti, perché so che la conosci e poi con una scusa tipo Posso parlarti Tristine?” vi sedete lì e la inviti. Non mi interessa se hai da replicare. Alza quel tuo deretano da Serpeverde o te lo faccio io a strisce argento e verde. » Disse del tutto minacciosa e convincente.

Maximillian dapprima sorrise, poi si spense. Ma assunse un cipiglio del tutto convincente, perché si alzò sicuro di sé e si diresse verso il tavolo, ma a metà strada ci ripensò e tornò indietro, ma non per dire che non lo avrebbe fatto ma per dare un bel bacio a Rose e ringraziarla. Lei di tutta risposta sorrise, finendo di bere la sua Burrobirra e si accertò che Maximillian seguisse ogni cosa che aveva detto. Ed, effettivamente, lo aveva fatto. Vide Tristine alzarsi, e se non la si conosceva poteva sembrare che stesse soffocando per qualche stuzzichino che aveva mangiato.

La rossa uscì dai Tre Manici di Scopa iniziando a camminare. La neve iniziava a sciogliersi, questo è vero, però il freddo persisteva. Si strinse la sciarpa alla bocca non appena il vento si alzò e si fermò a guardare la vetrina di Mielandia, mentre decideva se entrare e comprare qualcosa di buono o meno.

Mentre era intenta a rimuginare sui dolci strani che vi erano esposti, notò una figura riflessa sul vetro, dietro di lei. Si voltò, scoprendo uno Scorpius che era intento ad osservare la vetrina proprio dietro di lei… o osservare lei, dipende dai punti di vista. Gli riservò solo uno sguardo sprezzante e si incamminò per nessuna meta, voleva solo allontanarsi da quel personaggio. Lui però persistette e la seguì affiancandosi a lei.

« Dove hai lasciato Nott? » Chiese lui osservandola.

« Che fai, mi segui Malfoy? E poi non sono affari tuoi, suppongo. La mia vita, fortunatamente, non t’interessa. » Disse lei acida, senza degnarlo di uno sguardo e aumentando la velocità del passo. Si sentì poi il polso sinistro stretto nella sua mano, e così riuscì a fermarla e la fece voltare.

« Rose, mi dispiace. Per il mio comportamento dall’inizio dell’anno fino ad oggi. Ad essere sincero non avrei mai voluto questo distacco tra di noi. Mi eri simpatica in estate, soprattutto quando facevamo arrabbiare tuo cugino. Mi sono divertito. » Alla fine l’ago nel pagliaio veniva trovato. Ed ecco che il principino Malfoy perde la sua dignità. Chi l’avrebbe mai detto. Pensò Rose, guardandolo negli occhi grigi. Si destò poi da quell’incubo e tolse la sua mano che stringeva il suo polso.

« Potevi anche pensarci prima, per quanto mi riguarda. Ti sei comportato male nei miei confronti quando io non ho fatto niente. Mi eri simpatico anche tu, fin quando non ti sei portato dietro quella lì e le hai permesso di insultarmi. Se proprio non vuoi sentirti la coscienza sporca, accetto le tue scuse. Ora puoi tornare da lei tranquillamente. » Rispose lei, guardandolo intensamente negli occhi, per poi voltarsi e dirigersi al castello. Non aveva più nessuna voglia di dolce: l’amaro in bocca ormai non sarebbe andato via con una caramella zuccherosa. Lui non riuscì neanche a fermarla perché le sue parole lo congelarono lì.

Sospirò scuotendo la testa e mettendo le mani in tasca, scalciando un po’ di neve.

« Quand’è che la smetterete di litigare voi due? » Albus arrivò da dietro, passando un braccio attorno alle spalle dell’amico.

« Albus, sai una cosa? Mi piace tua cugina. » Confessò il biondo.


**


« Sai una cosa Al? - Chiese Rose con gli occhi chiusi – Mi piace tantissimo essere abbracciata a te. Mi manchi tanto. » Terminò infine, aprendo gli occhi e alzando un po' la testa, per guardare gli occhi verdi del cugino, che l'abbracciava stretta stretta.

Erano seduti sotto al solito albero di pino, che guardavano il Lago. Era quasi il crepuscolo e Rose non voleva alzarsi minimamente da lì per andarsi a preparare a quella che sarebbe risultata una cena a dir poco noiosa, con Lumacorno e i suoi prediletti.

« Mi diffondi sicurezza e tranquillità. Sono tanto stanca Al, non faccio altro che studiare e ho perso anche la voglia di dormire. » Continuò guardandolo, ma sembrava che Albus non le dava poi tanto retta. Si alzò un po', giusto per mettere fine a quello che stava osservando il cugino da molto tempo.

« Che c'è? Perché sei così triste? » Chiese la rossa. Di tutta risposta il cugino si destò e sorrise facendo spallucce, tirando a sé la ragazza, abbracciandola con più forza.

« Non sono triste. Ho solo fatto una piccola discussione con Scorpius. » Sorrise amareggiato lui. Lei sapeva quanto Al teneva a quel biondo. Si chiedeva anche perché erano così uniti da far perdere il senno in questo modo al cugino, ma decise di non peggiorare la situazione e cercare di rincuorarlo.

« E' qualcosa di serio e pesante? » Chiese ancora la ragazza. Albus scosse la testa, regalandole un vero sorriso ora.

« Faremo pace molto presto. Né io né lui riusciamo a stare lontano da entrambi per molto tempo. E' il mio migliore amico poi. » Fece una pausa guardandola un attimo negli occhi. « Ma tu non dovevi andare alla cena organizzata da Lumacorno? » Chiese, alzando un sopracciglio scuro. Di tutta risposta la cugina sbuffò e annuì in un lamento, mentre Albus la faceva alzare a la intimava di andarsi a preparare. Poteva anche essere molto bravo come insegnante, ma era un tantino permaloso il professore.


**


Sospirai, guardando la porta dell'ufficio – nonché stanza – di Lumacorno, mentre decidevo se bussare e entrare o scappare urlando che c'erano dei folletti impazziti per il corridoio e rifugiarmi nella calda Sala Comune di Grifondoro. Mi voltai un attimo, muovendo qualche passo per il corridoio buio, quando una luce si aprì in tutta la sua bellezza dietro le mie spalle e una voce un po' profonda e un po' cordiale risuonò lungo il corridoio.

« Signorina Weasley! Non stava mica scappando, vero? » Mi voltai, e la figura imponente , nonché grassottella, del professore di Pozioni mi si parò avanti.

« Oh, no professore. E' che non riuscivo a capire se era la stanza giusta. Con il buio che c'è in questo corridoio non riuscivo a capire se ero sul piano giusto. » Risposi con un sorriso affabile.

« Sciocchezze, sciocchezze! Sei sul piano giusto, entra entra cara! » Allargò le braccia e io mi feci avanti di qualche passo, poi fui spinta dentro da una sua mano. C'erano un bel po' di ragazzi e con mio sommo dispiacere io ero l'unica ragazza che era stata invitata a quell'assurda cena. E, con ancor più dispiacere, notai che c'era anche Scorpius lì.

« Aspettavamo te per iniziare il nostro aperitivo. Accomodati, ragazza, accomodati! » Disse allegro, spingendomi proprio nel punto in cui era seduto Scorpius, intento a scrutarmi da capo a piedi, per poi tornare a guardare il suo bicchiere colmo di un liquido quasi trasparente con un'oliva dentro. Capì che l'unico posto libero era proprio accanto a lui così, sospirando silenziosamente, mi andai a sedere con lo sguardo basso. Perché poi mi aveva guardata da capo a piedi? Indossavo solo un semplice vestitino bianco a maniche lunghe con piccoli fiori marroni sparsi qua e là e delle ballerine babbane basse nere, che richiamavano il nastrino dello stesso colore che avevo legato nei capelli a mo di cerchietto. Mi ero anche truccata in modo leggero, quindi cosa aveva da guardare?

« Ecco il tuo aperitivo, Rose, posso chiamarti con il nome vero? » Disse allegro come se avesse bevuto non so quanti bei bicchierini di Weasky Incendiario, facendo apparire un bicchiere simile a tutti gli altri davanti a me. Scossi piano la testa sorridendo debolmente, mentre posai lo sguardo sul mio aperitivo facendo rotolare la mia oliva nel liquido quasi trasparente.

« Rose, posso presentarti Mark, di Corvonero e del settimo anno. Conoscevo suo nonno e ho insegnato a suo padre. Avrai sentito parlare dei Jefferson che inventarono vari incantesimi molto potenti e difficili. Poi c'è il Signor Ruoll che è di Serpeverde. Ho insegnato a suo padre e suo zio, e quest'ultimo è nella Nazionale Bulgara di Quidditch... » Continuò a presentarmi i vari ragazzi che erano seduti a quel tavolo, al quale io facevo qualche cenno con la testa e un piccolo sorrisetto rivolto a loro. C'è chi aveva occhiali; chi era grasso e si guardava attorno per veder spuntare la cena da qualche angolo remoto della stanza; poi ci fu quello con i capelli biondo scuro che mi guardò con uno sguardo seducente e un sorriso che scoprì i suoi denti.

« E, infine, c'è il mio caro Scorpius, che ovviamente conosci perché siete al sesto anno insieme. Ragazzi, non credo che ci sia bisogno delle presentazioni per questa cara ragazza. Oltre ad aver ereditato i capelli rossi del padre e la bravura e intelligenza della madre, è anche una cara ragazza, umile direi, vero Rose? - Sorrisi imbarazzata, continuando a fare un cenno con la testa in segno di assenso. - Hermione era una cara ragazza, l'ho incontrata tempo fa al Ministero, dovevo parlare con mio mio caro amico. La posizione di Auror che occupa è molto importante... » Continuò a parlare di mia madre per molto tempo, e sperai che, come quel ragazzo grasso, da un angolo remoto della stanza arrivasse finalmente la cena.


Alla fine si calmò, ma solo per poco perché iniziò a lodare uno ad uno i ragazzi che aveva invitato. C'erano un paio di Corvonero, un Tassorosso, dei Serpeverde e un Grifondoro che non avevo mai visto. In tutto ne eravamo otto più il professore ovviamente. Mi ero chiesta come mai non aveva invitato James, Albus o Lily che infondo erano figli di Harry Potter. Ma la risposta venne solo un'ora dopo, in cui Lumacorno mi disse che tutti e tre avevano declinato il suo invito, dicendo che erano molto impegnati con la scuola. Ceeeerto, avevo pensato io. Albus si scocciava, Lily usciva con i ragazzi e James aveva un rendimento così basso che secondo me non gliel'aveva proprio chiesto.

Eravamo ormai al dolce e finalmente quella serata stava volgendo al termine, per mia grande fortuna.

« Allora, come sta tua zia, Junk? Ricordo che era una strega singolarmente dotata, non a caso è stata la giornalista più famosa del mondo magico. » Era rivolto a quel ragazzo fin troppo robusto, che sembrava essere discendente più che altro al Fantasma dei Tassorosso: il Frate Grasso.

Quello lì continuò a ingozzarsi del dolce – che quasi stava per consumare il vetro dell'enorme coppa che tutti avevamo davanti – dalla troppa energia che metteva nelle cucchiaiate.

« Non lo so. Non sono mai andato d'accordo con mia zia. Mi ha offeso... una volta... e da allora non ho voluto avere molti rapporti con lei... è una fissata. » Rispose lui con la bocca piena, mentre il cioccolato che quasi sgorgava ai lati della sua bocca.

Feci una faccia disgustata, guardando quello lì che mangiava come se in tutta la sua vita non avesse mai toccato cibo. Alzai le sopracciglia sospirando e tornando a guardare il mio dolce, anche se un po' di appetito mi era passato. Giocai con una pallina di gelato, quando sentì la risatina imbarazzata di Lumacorno.

« E tu Scorpius? Cosa mi racconti? Ho avuto sia tua madre che tuo padre alle mie lezioni. Anche se al sesto anno, tuo padre passò davvero un brutto periodo. Lo ricordo come se fosse ieri. Oh, povero. Un ragazzo di soli sedici anni minacciato dal mago Oscuro più potente che il mondo abbia visto. Fortunatamente si è ripreso poi dopo. » Fu come se il tempo si fermasse in quella stanza. Tutti trattennero il respiro e io restai immobile, guardando il mio dolce. Alzai il capo molto lentamente e scoprì che Scorpius stava rivolgendo un sorrisino a Lumacorno, mentre lo guardava negli occhi con instensità.

Sorrisi, tornando a guardare di nuovo il mio gelato.

« Sà professore – iniziai, cercando di sviare l'argomento del padre di Scorpius – mia madre e mio padre mi hanno parlato molto bene di lei, quando hanno saputo tramite lettera che ero stata invitata alle sue cene. » Dissi, sorridendo mentre guardavo il mio dolce e ci giocavo, portando il gioccolato da una parte all'alta.

« Oh, ma davvero? Beh, me ne compiaccio. Hermione è sempre stata una ragazza molto dolce e intelligente. Com'è daltronde tuo padre Rick. » Disse tutto allegro, ma io alzai lo sguardo puntandolo su di lui con aria ironica e il sopracciglio destro alzato.

« Ron. » Risposi io, scandendo bene la parola con un tono di voce un po' duro e un po' ironico.

« Oh, certo certo! Ah, la vecchiaia... » Diventò di un bel colorito accentuato, e tossicchiò più volte per la figuraccia che aveva fatto. Diciamocelo, io sapevo benissimo che il professor Lumacorno non aveva mai considerato mio padre (ero stata ben informata da lui) e non aveva mai ricordato benissimo il suo nome. Sorrisi, spostando lo sguardo accidentalmente alla mia sinistra notando che uno di Corvonero mi stava guardando molto intensamente, mentre si leccava il labbro superiore un po' sporco di cioccolato. Sussultai leggermente e non visibilmente (per fortuna, sennò avrei fatto una bella figura) e abbassai lo sguardo sul mio dolce.


Fortunatamente quella serata si era volta al termine. Ad essere sincera non ce la facevo più. Le domande imbarazzanti di Lumacorno, quello di Corvonero che continuava a mandarmi messaggi subliminali ai quali non volevo rispondere assolutamente. Non mi piaceva e si atteggiava, da quello che avevo potuto constatare. E ora che ci penso solo io e Scorpius eravamo sprofondati nel silenzio per tutta la serata.

Sospirai accarezzando il mio braccio destro, mentre camminavo per andare nel mio bellissimo dormitorio. Improvvisamente vidi una figura passarmi accanto, superarmi e fermarsi davanti a me. Sbuffai quando notai che era Malfoy e cercai di superarlo, ma mi fermò di nuovo.

« Ti volevo ringraziare per aver sviato l'argomento su mio padre, prima al dolce. » Affermò lui, ritraendo le mani e inserendole nelle tasche del jeans scuro che indossava.

« Non l'ho fatto per te, ma per tuo padre. Non credo che si meriti ancora persone che continuano a ricordare cose di tanto tempo fa. » Affermai, incorciando le braccia sotto il seno e guardando da tutt'altra parte.

« Lo so, ma è comunque mio padre e ti volevo ringraziare. » Affermò testardo. Mi decisi a guardarlo e i suoi occhi erano così... profondi e belli che mi ci persi per un attimo.

« Va bene. Prego. » Sussurai, distogliendo poi lo sguardo e ripendendo a camminare per il corridoio. Ma evidentemente neanche lui voleva mollarmi, così me lo ritrovai di fianco, sempre in quella posizione, che mi guardava.

« Posso almeno accompagnarti al dormitorio? Anche in silenzio, se è necessario. » Chiese lui, quasi allegro. Mi fermai di botto sbuffando e guardandolo.

« Cosa vuoi da me Malfoy? Vuoi farti perdonare per il comportamento che hai tenuto nei miei confronti per tutto questo tempo? Cos'è, il grillo parlante ti è balzato all'orecchio e ti ha fatto notare che non meritavo un simile trattamento? » Sputai acida guardandolo negli occhi. Lui di tutta risposta si accigliò poi sorrise ironico e imbarazzato.

« Non so chi sia questo grillo parlante ma non ho sentito niente al mio orecchio. Però se lo vuoi sapere, sì. Mi vorrei far perdonare. Quindi una tua risposta, che sia negativa o positiva, non servirà molto, io te l'ho detto solo per cortesia, non per altro. » Rispose elegantemente e sorridendo. Io, di tutta risposta alzai il sopracciglio destro molto scetticamente. Smisi di osservarlo e iniziai a camminare a passo veloce verso le scale, con lui che mi marcava peggio... non riuscivo neanche a pensare a un paragone con lui così attaccato a me. Finalmente, però, riuscii ad arrivare fuori al mio dormitorio in tempo record, e dopo aver detto la parola d'ordine sentì solo Scorpius che mi diceva “Buona notte” dopo il tonfo del ritratto che si chiudeva dietro di me. Sospirai di sollievo, poggiando le spalle al muro dietro di me. Perchè mai quel dannato Malfoy mi trattava male e poi si pentiva? Cos'è che gli ha fatto cambiare idea così, da un momento all'altro?

Mentre salivo le scale per il dormitorio femminile del sesto anno, e mi svestivo in silenzio per non svegliare le mie compagne, mi misi sotto le coperte e l'immagine di un moro con gli occhi verdi mi si parò davanti.

« ALBUS! » Urlai, sgranando gli occhi e mettendomi seduta sul letto di scatto.


**


Il giorno dopo, mi vestì in fretta e furia per andare in Sala Grande prima di tutti gli altri. Beh, c'era anche da dire che lo avevo fatto per non avere le occhiatacce delle mie compagne di dormitorio a causa della sera prima in cui avevo urlato il nome di mio cugino con rabbia... la sfuriata me l'ero meritata a pieno. Però quello non era stato l'unico motivo per il quale la mia persona aveva deciso di svegliarsi presto per andare in Sala Grande prima di tutti gli altri: prima di tutto, non avevo dormito granchè bene a causa della mia insonnia che stava diventando una malattia. E in secundis, volevo prendere mio cugino Albus (sì, perchè adesso lo avrei chiamato Albus per farlo arrabbiare come lo ero io) e farci una chiacchierata da soli, io e lui. E se nel caso il biondo di Serpeverde era presente, lo avrei mandato al tavolo della sua Casa a calci in culo! E questo era puro stile Rose Weasley.

Mi misi ad aspettare l'arrivo di mio cugino proprio fuori la Sala Grande, con lo zaino in braccio che mi pesava. Passò un'ora, due, due e mezzo e finalmente vidi mio cugino che arrivava da un corridoio. Si stava stiracchiando ed era accompagnato – come sempre – dal biondo platinato. Assottigliai per un attimo lo sguardo e poi mi avviai nella sua direzione.

« Ciao Rose. » Mi salutò Malfoy, sorridendomi. Lo guardai stranita mentre camminavo e lo sorpassavo. Da quanto in qua mi salutava lui? Feci solo un piccolo gesto con la testa e presi mio cugino per la sua divisa e lo trascinai fuori al portone d'ingresso del castello.

« Ciao Rose! Dove andiamo di bello? » Mi disse sorridendomi mentre inspirava molto profondamente l'aria del mattino.

« So dove tu puoi andare, se non mi dici cosa sta accadendo Albus. » Dissi arrabbiata, picchiettando un piede a terra dal nervosismo. Lui, d'altro canto, mi guardò tra lo stranito e lo schifato per l'aver pronunciato il suo nome per intero.

« Sto parlando del galletto biondo di Serpeverde, quello che tu chiami “amico”. » Ma lui, di tutta risposta sbuffò alzando gli occhi al cielo e giuro che se non lo conoscevo potevo anche non sapere che stava cercando qualche scusa per filarsela.

« Continuo a non capire. » Continuò lui. Sbuffai, sbattendo il piede a terra. Iniziavo a perdere la calma.

« Il tuo caro Malfoy inizia ad essere davvero strano. Mi ha sempre ignorata dall'inizio della scuola e ora di punto e bianco mi saluta e si comporta civilmente con me? Impossibile. Tu sai qualcosa? » Dissi tutto d'un fiato e, per un momento, giuro di averlo visto sorridere. Scosse la testa, stiracchiandosi e voltandosi per un attimo, per poi pensarci e girarsi a mezzo busto verso di me.

« Sei impegnata troppo nello studio che non riesci neanche a vedere ciò che ti accade ad un palmo dal tuo naso. Guardati intorno, e vedrai quanti pretendenti troverai sulla scia che lasci quando attraversi un corridoio. » E mi lasciò lì con un cenno della mano. Io, pretendenti? Pretendenti a che? Insomma... cosa ci trovavano in me? Avevo i capelli rossi e lentiggini, e per di più continuavo a essere un topo di biblioteca... Probabilmente Albus era ancora insonnolito per avermi detto quelle cose, l'unica spiegazione era quella.


La mattinata passò in fretta, cosa che non mi aspettavo accadesse. Nell'andare in Sala Grande per il pranzo notai che Albus aveva ragione: c'erano ragazzi che prima facevano finta di non guardarmi, benchè mi guardassero sott'occhio, e poi al mio passaggio alzavano lo sguardo... ne avevo sorpresi ben sette nel mentre stavo salendo per andare a mangiare.

A metà del pranzo mi ricordai che avevo dimenticato un libro nell'aula di Pozioni, così abbandonai il cibo e corsi nei Sotterranei. Magari se dopo avevo fame sarei potuta andare dagli Elfi e farmi cucinare qualcosa... so che mia madre odia quest'aspetto di Hogwarts e che mi aveva proibito di non andare nelle cucine per essere servita da loro, ma era questione di vita o di morte...

Nel mio ritorno in superificie, con affanno e il viso un po' rosso per la corsa, incontrai quel vanitoso di un Corvonero che alla cena di Lumacorno continuava a mandarmi segnali di... di non so che e non volevo neanche saperlo, ad essere sincera.

« Guarda guarda chi sta correndo per i corridoi. Lo sai che non puoi, vero? Eppure sei figlia di Hermione Granger, dovresti rispettare le regole più di chiunque altro. » Mi disse, sorridendo in modo enigmatico.

« Scusa, ma ho da fare, ci vediamo eh. » Cercai di snobbarlo in quel modo, ma mentre cercai di camminare a passo veloce per intraprendere le scale mi sentì il polso bloccare e tirare. Mi ritrovai in un attimo lui che mi sbarrava la strada della salvezza e che avanzava in modo lento verso di me, che arretravo ad ogni suo passo.

« Non abbiamo ancora avuto modo di presentarci e parlare di noi due. Io mi chiamo Victor, e tu sei Rose. Stavo pensando, perchè non esci con me stasera? » Sorrise di nuovo mentre continuava ad avanzare.

« A dire il vero, stasera sono impegnata. Ho molti compiti da fare. » Mi guardai attorno per cercare una via di fuga, ma dietro le mie spalle trovai solo il muro, che sentivo freddo anche attraverso i vestiti. Fece gli ultimi passi e mise una mano a lato della mia destra, in posizione da macho qual lui si credeva.

« Dai, per una volta tanto che non li fai non accade niente lo sai? » Iniziava a sussurrare e ad avvicinarsi. Deglutii e in un attimo riuscì a svignarmela passando sotto il braccio che aveva poggiato al muro. Lo vidi scuotere la testa, e poi sentì prendermi per entrambe le braccia, mi fece cadere lo zaino e il libro che avevo recuperato e mi sbattè al muro. Sgranai gli occhi per un attimo, poi li richiusi sperando che quell'incubo finisse subito...

Fu un secondo, mi sentì trasportare violentemente a sinistra ed ebbi una sensazione di libertà. Quando aprii gli occhi, notai subito la chioma bionda di Scorpius che aveva sbattuto al muro quello lì, poco più alto di lui. Non ci capii molto, perchè ero ancora scossa. Vedevo solo delle immagini di entrambi che inizavano a picchiarsi, fin quando non vidi Pix svolazzare proprio sulla testa della preside che guardava Scorpius in modo molto severo. Mi destai solo poco dopo che lui aveva seguito la McGranitt, mentre Vitious trasportava il corpo svenuto – o almeno speravo che era svenuto – di quello di Corvonero.

Presi subito quello che mi era caduto e corsi sopra, all'ufficio della preside, dissi la parola d'ordine al Gargoyle e bussai molto velocemente alla porta.

« Avanti. » Il suo tono di voce non prometteva niente di buono. Aprii la porta e la rischiusi subito, avvicinandomi alla scrivania. Lei era alzata dall'altra parte e aveva un cipiglio tutto severo, mentre Scorpius (anch'esso in piedi) guardava da tutt'altra parte. Notai che aveva una macchia scura sullo zigomo sinistro, un ematoma che probabilmente stava prendendo forma, e un labbro spaccato.

« Mi scusi signorina Weasley, ma al momento sono molto impegnata con il signor... »

« Non è stata colpa sua! » La interruppi, mentre lei alzava un sopracciglio, probabilmente per la mia insolenza. Non volevo esserlo, ma non mi andava che ci andava a finire di mezzo lui quando alla fine mi... mi aveva aiutata. La stanza era sprofondata nel silenzio, la McGranitt pretendeva una spiegazione e Scorpius... beh, continuava a guardarsi attorno come se niente fosse.

« Lui non c'entra niente – Iniziai a dire – Mi ha solo aiutata. Quello di Corvonero mi aveva braccata al muro e... se Scorpius non fosse arrivato ad aiutarmi non so esattamente cosa sarebbe successo. Non è stato lui a provocare la rissa senza un motivo. » Spiegai sussurrando e tutto d'un fiato.

La McGranitt mi guardò un po' incredula per quello che le avevo appena detto, ma si sedette un attimo di spalle, guardando i quadri degli altri presidi, compreso quello di Silente che era seduto su una poltrona che continuava a scrutare sia il mio volto che quello di Scorpius, al mio fianco.

« Chi mi dice che è la verità? E poi il signor Malfoy non aveva nessun'autorizzazione per poter picchiare così brutalmente un ragazzo d Corvonero. Dei punti devo pur toglierli. » Rispose poi, tornando a guardarci.

Restai a guardare per un attimo Silente, che mi sorrideva in modo tranquillo... ispirava sicurezza quell'uomo.

« Lei è una Legilimens, vero? Beh, se lo è potrebbe leggermi nella mente. Saprà che non mento. » Ultima spiaggia su cui arenarmi. Speravo tanto in un miracolo di Merlino.

Lei intanto mi guardò molto profondamente, fino a quando sospirò scuotendo la testa e alzandosi, percorrse il piccolo tragitto dalla scrivania alla porta.

« Mi dispiace signorina Weasley. Capisco che le sue intenzioni sono nobili, ma devo togliere almeno venti punti a Serpeverde... per aver provocato una rissa. - Prese una pausa e poi continuò. - Ma ovviamente anche al signor Tuiop verranno tolti cinquanta punti, più una punizione per tentata violenza. » Finì con un sospiro e un tono di voce che si affievoliva. Probabilmente perchè non credeva a quello che le avevo detto, o forse perchè era stanca, cosa più probabile.

« Signor Malfoy, vada in infermeria per farsi curare quei lividi e graffi. »

Queste furono le sue ultime parole, perchè aprì la porta e ci invitò ad andarcene, cosa che facemmo subito. Non appena ritornammo in corridoio Scorpius mi rivolse una piccola occhiata e poi iniziò a camminare. Ci pensai per un attimo e poi, con passo veloce, mi affiancai a lui.

« Ti accompagno. » Dissi semplicemente, mentre guardavo avanti.

« Non c'è ne bisogno. » Rispose lui semplicemente.

« Ti accompagno. » Dissi decisa.

Così, nel silenzio che ci circondava, arrivammo in infermeria, in cui Madama Chips, non appena vide il viso di Scorpius di certo non nella sua forma migliore, lo fece accomodare subito su un lettino. Controllò anche me, ma non avendo trovato niente mi lasciò sedere sul lettino di fronte a quello di Malfoy. Madama correva avanti e indietro per trovare probabilmente qualche rimedio magico per i lividi e i graffi superficiali. Alla fine tornò con una bottiglia bianca immacolata e un po' di ovatta. Mise un liquido verdastro sull'ultimo e iniziò a passarlo piano piano su un livido che aveva assunto un bel color violaceo. Due secondi dopo, mentre alzò la testa, vide un ragazzo sospeso in aria portato da un professore che richiedeva la presenza di Madama immediatamente. Lei, di tutta risposta guardò me frettolosa.

« Può continuare lei, signorina Weasley? » La guardai un attimo sgomentata da quello che mi aveva detto e poi feci sì con la testa, meccanicamente. A dire il vero non sapevo bene cosa fare, ma oramai Chips era già lontana per chiederle istruzioni. Posai la cartella sul lettino e mi avvicinai a Scorpius, un po' imbarazzata. Presi l'ovatta impregnata con quel liquido verde e guardai poi la chioma bionda del ragazzo, visto che aveva abbassato la testa. Presi un respiro profondo e poi misi una mano sotto il suo mento, per fargliela alzare. Non mi andava di parlare, dal mio tono si sarebbe sentito che ero imbarazzata...

Lui aveva capito – o almeno così credevo – e la alzò. Iniziai a passare l'ovatta sul livido, fin quando una forza strana che mi proveniva da dentro mi fece parlare.

« Grazie per avermi difesa, prima, nei sotterranei. » Quelle parole, mi venivano dal cuore. E non mi era mai venuto niente dal cuore da quando lui si era allontanato ad inizio anno. Una ciocca che avevo messo dietro al mio orecchio mi scivolò davanti al viso, e prima che io pensassi di alzare la mano e aggiustarmela di nuovo dietro di esso, una terza mano lo fece al posto mio. Il mio corpo si bloccò e i miei occhi si sgranarono. La mano di Scorpius aveva preso residenza lì, tra i miei capelli, e poco dopo mi ritrovai le labbra di lui sulle mie. Mi aveva spinto la testa verso la sua e ora ecco che le nostre labbra si toccarono. Il mio cuore iniziò a battere più forte, il sangue che pompava più velocemente si unì tutto sulle mie guance che sentivo infuocate.

Quando lui si staccò, rimasi un attimo interdetta. Poi posai immediatamente l'ovatta sul lettino, presi lo zaino e con passo veloce arrivai all'uscita dell'infermeria. Perchè mai lo aveva fatto? Perchè, io mi chiedevo. Io lo odiavo, e lui mi odiava. Perchè allora mi aveva baciata? Sbattei contro Albus che mi aveva fermata, blaterava qualche domanda, mi chiedeva come mi sentivo e come stava Scorpius, ma subito mi sciolsi dalla sua presa e corsi verso il mio dormitorio. Lì entrai nella stanza dei maschi del settimo anno, scavai a fondo nella valigia di mio cugino James per trovare il mantello dell'invisibilità, e quando lo trovai me lo misi addosso e sospirai di sollievo. Non volevo essere vista da nessuno.


**


Rose prese un sospiro di sollievo all'arrivo del sabato, un giorno in cui poteva riposarsi sia dallo studio che da tutto il resto dello stress che aveva accumulato, anche fisico. Fece tutto con comodo: arrivò a colazione un po' tardi, e fu lo stesso anche per il pranzo. Aveva in programma di andare a Hogsmeade per il pomeriggio, ma prima doveva andare a trovare Tristine in dormitorio, che aveva chiesto di lei anche in modo molto urgente. A dir il vero, Rose non aveva il permesso di entrare in un dormitorio che non era della sua casa, però tipo Al lo faceva... entrava nella Sala Comune dei Grifondoro come se fosse quella dei Serpeverde. Per non parlare poi dei gemelli Scamandro che sembrava quasi che ci dormivano nel loro dormitorio.

Alla fine riuscì ad arrivare davanti a quella che doveva essere l'entrata per la Sala Comune dei Tassorosso.

« Oh, eccoti Rose! Devo parlarti urgentemente! » La voce di Tristine le risuonò nella testa come fosse un campanellino che trillava incessantemente.

« Dimmi tutto Tristine. » Le rispose sorridendo mentre lei si avvicinava per stamparle un bacio sonoro sulla guancia. La prese per mano e la guidò su per una scalinata che sembrava non essere usata da nessuno. Credeva che l'avesse portata nella sua Sala Comune (la cuorità su come poteva essere fatta l'aveva assalita a dire il vero), ma invece la fece sedere proprio su quella cosa polverosa e di legno.

« Maximillian. » Disse solamente, dopo aver preso un respiro profondo. Non parlò più, quel nome risuonò nel cervello di Rose come la sua voce poco prima. La rossa, di tutta risposta aspettava un suo continuo, ma non arrivò per niente, così aggrottò le sopracciglia e parlò lei.

« Ha fatto qualcosa di sbagliato? » Le chiese preoccupata, perchè se sarebbe stato così, avrebbe usato lui come esercizio per i suoi incantesimi che sono tutto fuorchè perfetti.

Lei scosse fortemente la testa, sventolando la sua chioma biondo scuro, e guardandola con quegli occhioni chiari.

« No! No! Lui è dolcissimo! Sono io il problema – Iniziò a dire – Vedi, io non ho tutta quest'esperienza con i ragazzi, e ho paura che lui possa stancarsi e perdere l'interesse nei miei confronti. Per questo ti ho mandato a chiamare con urgenza. Oggi ho un appuntamento con lui, e non so come comportarmi né cosa indossare. Vorrei un tuo aiuto, se non sono troppo di disturbo... » Se avesse smesso di parlare qualche secondo dopo, probabilmente sarebbe morta soffocata. La guardò per un attimo e poi spostò lo sguardo sulle sue scarpette viola. Almeno Maximillian non si era comportato male con lei, e quindi non lo avrebbe usato come cavia umana per i suoi incantesimi. Il problema è che Rose non sapeva niente di niente su come comportarsi o cosa indossare ad un appuntamento con un ragazzo. Lei, per quanto corteggiata poteva essere, non aveva mai avuto un ragazzo. Il suo primo bacio glielo aveva dato Maximillian appunto... figuriamoci se lei poteva sapere come comportarsi ad un appuntamento.

Che cosa orrenda, vero? Il tuo primo bacio datoti da quello che potrebbe essere chiamato “migliore amico”... possiamo dire che il primo vero bacio me lo ha dato Scorpius, qualche giorno prim... NO NO NO! Cosa stai pensando Rose?! Hai fatto di tutto per dirmenticartelo e per evitare quel biondo platinato e ora ti metti a pensare a quel bacio che ti ha dato? Sei proprio una stupida!

Certo che Rose non aveva tanta stima di sé, però era quello che pensava. Alla fine era un po' orrendo, era vero.

« Rose? Ti senti bene? » Tristine interruppe i suoi pensieri e la rossa si destò, spostando lo sguardo sul suo viso e sorrise.

« Sì, certo. E comunque... io penso che tu dovresti essere te stessa Tristine. Ai ragazzi piace quando una ragazza non fa finta di essere quella che non è, lo apprezzano. Di solito tutte si mettono in ghingheri e osano troppo ad un appuntamento con un ragazzo, invece io penso che ognuno dovrebbe essere se stesso. Quindi non aver paura di indossare quello che avresti indossato ad una semplice uscita con le amiche, oppure ti avresti truccato poco. Sei bella così come sei, senza che osi troppo. E il discorso vale anche per il “come comportarsi”. Sii te stessa, e vedrai che Maximillian lo aprezzerà ancora di più. » Le disse sorridendo. La sua espressione variò molte volte: da un accigliato, a un “siamo sicure che ho chiesto alla persona giusta?” per poi lasciar spazio a un bel sorriso, uno di quelli belli per davvero, che possono togliere il fiato, e un suo abbraccio.

« Grazie. » Disse solo, per poi correre e lasciarla lì... Sospirò sorridendo e tornò a guardare le sue scarpette viola.

« E voi, fate il vostro lavoro oggi. Siete i miei portafortuna, non accavallatemi altri problemi, per favore! » Le ammonì.


Si fermò davanti a Mielandia, guardando la sua vetrina. Oggi era colorata di arancione: ogni dolciume di quel colore era esposto dietro la vetrata. Rose entrò dentro e si guardò attorno, cercando di scegliere per bene quello che voleva. Non mangiava qualcosa di Mielandia da un bel po' di tempo, e non poteva di certo comprarsi tutto. Alla fine la commessa del negozio le consigliò delle palline colorate con dentro la cioccolata, e le diede in omaggio un pezzo di cioccolata.

Uscì da lì soddisfatta e aprì il sacchetto trasparente, iniziando a mangiare le palline.

« Lo sai che la cioccolata fa venire i brufoli? » Una voce, che ormai riusciva quasi a riconoscere, ma sperava con tutta se stessa che non era chi pensava, si fece strada nelle sue orecchie. Rose non volle voltarsi, sembrava che era stata colpita da un Pietrificus Totalus, ma riuscì a muoversi e iniziare a camminare nella direzione opposta a dove aveva sentito la voce. Ma subito una mano la prese per il braccio e la portò in un vicolo semi buio. Rose guardò Scorpius con la paura negli occhi. I pensieri più orrendi le passarono per la testa, e sperava almeno che era tutto frutto della sua fantasia.

Il biondo, di tutta risposta sbuffò alzando gli occhi al cielo e mettere le mani in tasca.

« Tranquilla, non ti farò niente. Però diamine Rose, mi stai facendo perdere la testa. Cerco di parlare con te e fuggi; cerco di ricevere un tuo buongiorno in risposta al mio e non lo fai. Ti ho baciata, sì! Cosa ti aspettavi che ti dicessi? Che era stato uno sbaglio, come quello che ti ha dato Maximillian tempo fa? - Rose sgranò gli occhi a quell'affermazione, ma Scorpius sorrise amaramente mentre fissava i suoi occhi azzurri in quelli della ragazza – Vi ho visti, se è quello che ti stai chiedendo. Per questo ti ho trattata male nel periodo dopo. Se continui a chiederti perchè... diamine Rose non ti sei ancora resa conto che mi piaci? E che vorrei almeno un'altra possibilità da te? Ho cercato di fartelo capire, in tutti i modi, anche trattandoti male. Lo so, non dovevo trattarti male quando vedevo che altri ragazzi ti guardavano oltre a me, non è una cosa bella da fare, ma è il mio carattere purtroppo. » Il giovane di casa Malfoy sospirò, passandosi una mano sul viso e tornando a guardare la primogenita di casa Weasley. La ragazza, d'altro canto, non si aspettava una rivelazione del genere, per questo restò interdetta e immobile nelle ombre buie dei palazzi.

« Non mi dici niente? Non vuoi darmi una possibilità? » Riprese lui, sorridendo. La rossa, per un attimo guardò male le sue scarpette viola, desiderando di incenerirle.

« Vi avevo detto di non accavallarmi altri problemi... belle amiche che siete. » Sussurrò piano, senza farsi sentire dal biondo platinato che, fortunatamente, era molto distante da lei e quindi non poteva catalogarla tra le persone pazze che parlano con le proprie scarpe. Sospirò poi, alzando la testa e incatenando il suo sguardo con quello di lui, che bramava subito una risposta.

« No. Di solito io non sono una ragazza che porta rancore, ma nei tuoi confronti mi viene spontaneo. Non è stato giusto che tu mi abbia trattata male quando non avevo fatto niente. Non voglio darti una possibilità. Fine del discorso. » Disse, arrabbiata e avanzando, facendo ciondolare il suo sacchetto trasparente con i cioccolatini all'interno. Scorpius però fu più furbo e la fece fermare, poggiando le sue mani sulle sue braccia.

« Per favore Rose. Non sarei qui a ridicolizzarmi se non fosse tutto vero quello che ti ho detto, se non provenivano davvero dal cuore le mie scuse. »

La ragazza cercò di guardare da un'altra parte, e per un primo momento ci riuscì, solo che lo sguardo di lui la chiamava e fu così che gli occhi si incrociarono. Passarono alcuni minuti, o forse anche pochi secondi, ma sta di fatto che appena Rose vide il viso di Scorpius ancora più vicino si divincolò e lo guardò male.

« Vuoi una possibilità? Se è quello che vuoi, l'avrai... ma dovrai sudare sangue. » Rispose infine lei, per poi voltarsi e lasciarlo lì, nel buio.









NdA: Mi scuso per il ritardo... PERDONATEMI! Ma io in un certo senso vi avevo detto che non avrei aggiornato entro la data di scadenza. Poi improvvisamente mi sono venute in mente le idee che avevo e le ho messe in questo capitolo. Mi scuso per eventuali errori gramamticali e annessi e connessi. Inoltre, io una scadenza la dò, però non vi assicuro che aggiorni entro quella data. Quindi, continuo a scusarmi anche per quella mancata promessa.
Infine, vorrei ringraziare le tre anime che mi hanno recensito nel capitolo precedente:
EmWeasley, GiulyHermi96 e la mia amata Ystava, che adoro sempre più *-* e voglio anche ringraziare le centrotrentasei anime che hanno letto sempre il capitolo precedente. In conclusione, vorrei continuare l'appello di "RECENSITE", mi servirà molto, visto che nelle recensioni scorse mi è stato fatto notare che sbagliavo a coniugare il verbo e in questo capitolo spero di non aver fatto tanti errori. Quindi, come vedete, un pò servono le vostre recensioni, se pensate che sono solo righe scritte senza senso... NON E' COSI'... QUINDI, RECENSITE. Grazie *-*
Buona lettura
M-

prossimo aggiornamento: 10 Maggio 2012.

   
 
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