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Autore: callmemissmalik    26/04/2012    2 recensioni
Mi alzai e, presa la valigia, mi trascinai verso la porta.
“Ah scusa. Piacere Harold ma chiamami pure Harry”.
Mm Harold, cos'era? Come minimo aveva anche un secondo nome.
“In realtà il mio nome completo è Harold Edward Styles ma non penso ti importi” disse sorridendomi. E che sorriso!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Bonnie

 

Every night you cry yourself to sleep
Thinking: “Why does this happen to me?
Why does every moment have to be so hard?”

(Maroon 5, I won't go home without you)

 

Avevo il gomito appoggiato sul bracciolo del mio sedile. Dentro il vagone faceva un caldo pazzesco ed io ero caduta in uno stato di dormi-veglia. L'unico pensiero fisso nella mia testa era la mia nuova libertà. Qualche sedile più avanti, un ragazzo riccio mi gettava di tanto in tanto delle occhiate.

 

Siamo arrivati al capolinea, non pensi sia ora di svegliarsi?”.

Sentivo qualcuno scuotermi il braccio e parlarmi molto vicino l'orecchio.

Si un ragazzo e direi anche con un buon profumo.

Aprì leggermente gli occhi e mi ritrovai davanti la faccia del riccio, da lontano non me ne ero accorta ma aveva degli occhi verdi a dir poco meravigliosi.

Oh grazie tante” dissi stiracchiandomi alquanto assonnata.

Era buffo che un ragazzo mi parlasse. A scuola tutti mi trattavano come quella pazza e per questo me ne restavo sempre seduta nel mio angolino da sola, ormai nessuno faceva più caso a me o mi rivolgeva la parola.

Mi alzai e, presa la valigia, mi trascinai verso la porta.

Ah scusa. Piacere Harold ma chiamami pure Harry”.

Mm Harold, cos'era? Come minimo aveva anche un secondo nome.

In realtà il mio nome completo è Harold Edward Styles ma non penso ti importi” disse sorridendomi. E che sorriso!

Indossava una giacca blu con uno stemma sulla sinistra e un piccolo fiore rosso appuntato sul colletto di destra.

Sei qui per il college?” chiese gentile gettando un'occhiata distrata alla mia valigia tutta sgangherata.

Si, si, indovinato. Ricomincia il quadrimestre, si ritorna sui libri” dissi sarcastica e facendo un buffo gesto con la mano.

College, quella parola neanche esisteva nel mio vocabolario.

Si anche io” continuò, questa volta con tono più afflitto “Ma non preoccuparti, basta avere la giusta compagnia e vedi come ti diverti. Perchè non mi lasci il tuo numero? Sembri un po' persa, magari posso farti vedere la città”.

Senza neanche pensarci gli scrissi il mio numero su una cartaccia che avevo pescato da dentro la borsa e glielo porsi, tanto ero sicura non avrebbe richiamato.

Senza perdere altro tempo lo salutai e scesi sulla banchina.

Scusami di averti trattenuto tanto, è stato un piacere conoscerti”.

Questa volta non mi girai e neanche gli risposi. Si, ero una di poche anzi pochissime parole.

***

Un cappuccino e sarei partita in cerca di un alloggio. Mi avvicinai alla bacheca degli annunci, in particolare un volantino di una casa in affitto poco distante da li aveva attirato la mia attenzione.

In cerca di casa?” mi chiese una foce femminile.

Mi girai di scatto verso la ragazza e mi indicai con l'indice. “Si tu. Lascia stare quell'annuncio. Penso di avere quello che fa al caso tuo” mi disse sfilandosi il grembiule con la scritta NERO caffè e guidandomi verso l'uscita.

Vieni seguimi. Non è il massimo come appartamento ma fidati è meglio di niente” continuò alzando un sopracciglio e squadrandomi dalla testa ai piedi. “Non è proprio in centro ma c'è una stazione della metropolitana molto vicina. Vorrei precisare: le spese vanno divise”.

Perchè mai tu vorresti condividere la casa con me?” chiesi alquanto sospettosa dato che neanche mi conosceva e già voleva dividere con me un appartamento.

Logico, come faccio a comprarmi qualcosa se devo pagarmi tutte le spese da sola?” disse rivolgendomi un sorrisetto piuttosto antipatico. “Mica ti pagano oro in questo bar da quattro soldi”.

Mi guidò verso un complesso di palazzine.

Ci fermammo davanti ad un cancello basso. Un viottolo sterrato conduceva ad un portone nero contrassegnato dal numero 4 inciso in ottone. La vernice lungo la facciata della casa era tutta scrostata, grosse macchie di umidità camminavano lungo i muri e il cancello era tenuto in piedi da due bulloni arrugginiti e malandati.

L'interno non era tanto meglio. La carta da parati era in molti punti staccata e per terra la moquette, di un color rosso, era in più punti bruciacchiata e macchiata. Per non parlare poi della polvere che c'era. Il divano, di pelle consumata, era sistemato in un angolo davanti ad una televisione e il piccolo tavolino, che sembrava essere usato come poggiapiedi, aveva una gamba rotta.

Feci un giro veloce della casa e poi scesi di nuovo in salotto dove mi aspettava la ragazza.

Era proprio uno schifo ma, come mi aveva detto lei, era meglio di niente.

Si lo prendo” mormorai con un filo di voce “ma le spese, non so se riuscirò i primi mesi” dissi esitante sperando che mi capisse.

Si, come non detto. Evidentemente non era mai scappata di casa da un padre che la trattava come un soprammobile e che non gli aveva mai regalato un centesimo.

Niente ma, ho ti fai mandare i soldi da paparino oppure ti cerchi un lavoro”.

Fantastico, avrei diviso quella bettola con una ragazza che sembrava non poco bastarda.

Piacere Abbey” disse porgendomi la mano e cercando di essere il più gentile possibile.

Bonnie” risposi io contraccambiando la stretta.

***

Nessuno sembrava intenzionato a pagare una diciottenne senza diploma e senza altre esperienze lavorative.

L'unica cosa che avevo trovato era un lavoro part-time in un piccola pasticceria messa su giusto per il tempo di crisi che correva a Londra nella speranza di guadagnarci qualche spicciolo, una di quelle in cui alle pareti è appesa carta da parati a bolli colorati e in vetrina sono esposte cup cake di tutti i colori, belle a vedersi ma dal gusto assai schifose. Si trovava in una delle vie più dimenticate e sconosciute della città e la gente che entrava chiedeva solamente informazione per come ritornare verso la via principale.

Mi dissi che dopotutto mi era andata bene ma in realtà non riuscì a restare in quel posto per più di due giorni. Così circa due settimane dopo il mio arrivo a Londra mi ritrovai nuovamente in cerca di lavoro.

Quella mattina decisi di uscire presto di casa e andai verso Piccadilly Circus, avevo letto che lì c'erano molti negozi che cercavano personale ma evidentemente avevo tralasciato di leggere la parte dell'annuncio in cui c'era scritto “qualificato”. Giuravo che avrei messo tutta me stessa nel lavoro ma nessuno voleva saperne forse perchè i miei capelli color carta da zucchero promettevano tutto tranne che serietà.

Ormai avevo perso le speranze quando mi ritrovai davanti ad un negozio di musica, uno dei più belli che avessi mai visto. Decisi di entrare, avrei fatto un giro e poi avrei chiesto se offrivano lavoro. La merce era disposta su tre livelli, non solo cd di tutti i generi, dai più recenti a quelli più ricercati, ma anche strumenti musicali e spartiti di ogni tipo. Sentì uscire dalle casse dell'impianto stereo una canzone di Justin Bieber, non la conoscevo, evidentemente era del nuovo album. Mi avvicinai alla cassa dove delle ragazzine di circa quattordici anni urlavano “Si, si è questo, è questo il nuovo di Bieber” ad un cassiere che stava cantando a squarciagola la canzone.

Scusi?” cercai di farmi sentire ma a quanto sembrava non aveva per niente voglia di smettere di cantare e di divincolarsi.

Scusi” urlai questa volta più forte e finalmete si rese conto di me.

Abbassò il volume dello stereo poi prese dallo scaffale più vicino un cd, lo mise dentro ad una busta e lo diede alle ragazze che subito pagarono e uscirono.

Il ragazzo alla cassa aveva dei capelli biondi, evidentemente tinti perchè cominciava a vedersi la ricrescita marrone, e dei grandi occhi celesti penetranti. Mi fece un sorriso a 32 denti e solo allora mi resi conto dell'apparecchio.

Piacere Niall, posso esserti d'aiuto?” mi disse con uno strano accento che non sembrava essere inglese.

Spero di si. Sto cercando lavoro e mi chiedevo se magari voi avevate bisogno d'aiuto”. Cercai di essere il più sicura possibile mentre mi ripetevo in testa che quella sarebbe stata la volta giusta.

 

 

 

 

Notes:

Ecco qui il primo capitolo.

Come prima cosa voglio dirvi che è un po' lungo, i prossimi cercherò di farli più corti.

Non succedono molte cosa però entrano in scena Harry e Niall.

Per il personaggio di Abbey non mi sono ispirata a nessuno ma mi è balenata in mente l'idea della ragazza alternativa e un po' scontrosa mentre Bonnie è una persona dal cuore d'oro che però si lascia trascinare e combina qualche guaio come vedrete nei prossimi capitoli.

Ancora non vi ho inserito la descrizione della protagonista ma lo farò molto presto.

Bonnie me la sono immaginata come Cher Lloyd ( http://thatgrapejuice.net/wp-content/uploads/2011/12/cher-lloyd-usa.jpg ) e Abbey la vedo come Freya Mavor ( http://static.episode39.it/character/6150.jpg?t=1296117435 ).

Se avete dei suggerimenti o delle critiche da fare, non esitate a lasciare una recensione.

Io intanto cercherò di fare un banner e di mettere una gift.

A presto Betta.

  
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