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Autore: Kagome_86    29/04/2012    2 recensioni
La prepotenza di Edward nei confronti di Bella fa traboccare il vaso già colmo della pazienza di quest’ultima con l’episodio del pick up smontato. Bella decide di non voler più sottostare alle imposizioni del vampiro senza combattere. Ma quali saranno le reali motivazioni che la spingono ad agire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Eclipse
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Capitolo 3

Che fino a quando sarai con me
Da ogni cosa ti proteggerò
E non permetterò mai, a niente e nessuno
Di portarti lontano da me

Jacob

Era la prima volta che Bella passava la notte a casa mia. Aveva dormito più di una volta sul mio letto nei mesi precedenti, ma mai di notte e mai insieme a me, ed era strano vegliare sul suo sonno quando fuori dalla finestra si vedeva soltanto la luce delle stelle. Beh, io vedevo qualcosina di più, ma era bello pensare in termini solo umani, qualche volta.
Il sonno di Bella era agitato, ogni tanto mormorava qualcosa senza senso, urlava qualcosa, poi stringeva forte la mia mano – come se sapesse che poteva trovarla lì nella sua – e si tranquillizzava.
Era bello sapere che aveva così tanta fiducia in me. Sorrisi nel buio e cercai una posizione che mi permettesse di stare comodo senza lasciare la sua mano. Ero felice e allo stesso tempo preoccupato, perché sapevo – avevo origliato le conversazioni di Charlie con mio padre – che Bella aveva avuto gli incubi per tutto il tempo in cui il succhiasangue era stato via, ma pensavo e speravo che se ne fossero andati con il suo ritorno.
All’ennesima stretta della sua mano nella mia, decisi che non potevo sopportare che fosse così agitata. Specialmente perché immaginavo che fosse per via della lite che aveva avuto con la zanzara formato gigante qualche ora prima. La sollevai tra le mie braccia e mi sedetti sul letto, cercando di sdraiarmi in una posizione comoda per entrambi. La trovai sdraiandomi a pancia in su, con lei stretta al fianco. Tremò per qualche istante, poi mi strinse un braccio attorno al torace e si tranquillizzò.
L’indomani mattina mi avrebbe dovuto raccontare cosa aveva sognato. L’avrei protetta anche dai suoi incubi, se fosse stato possibile. La amavo così tanto.
Un momento. La amavo? Il mio stesso pensiero mi tolse il respiro. Sapevo che mi piaceva molto più di quanto dovesse piacermi un’amica, che eravamo anime affini e che volevo proteggerla da tutto e da tutti, nei limiti del possibile, permettendole comunque di vivere. E, ok, ero consapevole di provare dei sentimenti forti per lei, ma non avevo mai usato il verbo “amare”. Era una prima volta assoluta.
Sorrisi di nuovo.
«Jake» mugolò Bella nel sonno, tanto che temetti di averla svegliata. Forse mi stava sognando. Il solo pensiero mi riempì di gioia. Sì, la amavo davvero. E forse erano mesi che cercavo di confessarle quello che provavo senza avere il coraggio di dirlo a me stesso per primo.
Avevo iniziato ad amarla quando sistemavamo le moto o forse l’amavo già da prima? Ripensai al suo viso sorridente e sporco di grasso per motori e a quanto mi era sembrato bello che lei sorridesse per me. No, con molta probabilità l’amavo già da prima. Forse da quel giorno alle pozze, in cui aveva fatto la civetta con me e io c’ero cascato con tutte le scarpe. Ma lei aveva un’aria così innocente… e tenera.
Forse era quel suo aspetto così fragile a spingermi verso di lei. No. Non a spingermi. Ad avermi spinto. Quando l’avevo conosciuta meglio mi era stato chiaro che lei di fragile aveva solo l’aspetto. Bella era una tosta. Una che combatteva le sue battaglie. Una che aveva retto alla scoperta che vampiri e licantropi non erano solo bestie mitologiche o dei libri horror senza dare di matto. Una che quando amava non aveva paura di darsi completamente, anche se sapeva di rischiare grosso. Una che se le si imponeva di non fare qualcosa, la faceva quasi per dispetto. Ecco, forse questo potevo classificarlo nei difetti, ma potevo farci qualcosa se di lei amavo anche quelli?
La strinsi più forte. Non volevo che se ne andasse. Non quando sapevo perfettamente che più tempo passava con le sanguisughe, maggiori sarebbero state le probabilità di perderla. Ero terrorizzato da quello che mi aveva detto quando la sanguisuga era tornata. “Non sono affari tuoi”, mi aveva urlato. Eppure erano affari miei se il pensiero che lei diventasse una di loro, che non avrei mai più visto i suoi splendidi occhi marroni, così caldi, e che non l’avrei più potuta stringere come la stavo stringendo mi uccideva.
Il cuore perse un battito. Perdere il suo sorriso dolce, il suo calore, il suo scarso equilibrio e la sua eterna paura di inciampare era una cosa che non avrei potuto sopportare. Sarei morto con il suo ultimo battito, se una cosa del genere fosse successa. E Sam non doveva venirmi a rompere con la storia che una cosa del genere poteva accadere solo se perdevi il tuo imprinting, perché erano balle e pure belle grosse. Se mi avesse tirato fuori una storia del genere gliel’avrei ficcata nel… dicendogli che se davvero credeva a quello che diceva non aveva mai amato nessuno per davvero.
Sam e il suo strafottutissimo onnipresente discorsetto sull’imprinting – quello che mi aveva fatto quasi perdere Bells già una volta – mi portarono alla mente un altro problema che avrei dovuto affrontare se avessi detto a Bella che l’amavo. Se? Quando avrei detto a Bella che l’amavo. Perché non avevo altra possibilità. Dovevo dirglielo. E dovevo farle capire che anche lei mi amava. In fondo l’aveva detto lei che le ero mancato, che aveva paura di avermi perso e che aveva litigato con il ghiacciolo per poter venire da me. E poi, facendo due conti, lui non poteva dire di amarla e impedirle di vedere i suoi amici!
Com’era quella frase che avevo letto sul diario di Eloise? La tipa strana di primo che seguiva dappertutto me e Paul? Era tipo “Se ami qualcuno lascialo andare. Se ritorna ti ama, se non ritorna non ti ha mai amato”. E mi resi conto che Bella quella frase da cioccolatini doveva averla scritta a caratteri cubitali in ogni angolo di casa – forse era il caso di andare a fare un’ispezione – o magari che il simpaticone le aveva regalato l’unico cioccolatino della scatola con quella frase quando era tornato, altrimenti non si spiegava perché Bells fosse precipitata dritta nelle spire di quel rettile.
Ehi, il paragone è calzante! Devo segnarmelo e dirlo a Embry e Quil.
Sbadigliai, con ancora quell’idea ridicola in testa e mi resi conto che tutto quel pensare mi aveva stancato tantissimo. Decisamente non era roba per me. Non perché mi ritenessi uno stupido, anzi. Neanche un genio, intendiamoci, ero decisamente nella media. Solo che stare seduto a rimuginare sul da farsi non era da me. Io ero uno che agiva. E l’indomani avrei agito.

 ***

L’idea che Jake non avesse mai confessato neanche a se stesso di amare Bella mi era sembrata tenera da inserire. In fondo ha sedici anni e in New Moon non fa mai chiarezza sui suoi sentimenti, benché Bella li abbia abbastanza intuiti – ehi, allora non è stupida come ce la fanno sembrare!
Comunque, i discorsi di Jake in New Moon sono piuttosto vagheggianti, perciò ho deciso di farlo chiarire per bene con se stesso, prima di mandarlo a combattere al fronte… ehm… farlo dichiarare a Bella.

Sam e l’onnipresente discorsetto sull’imprinting è una cosa IC che più IC non si può. Per Sam “la risposto alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto” (Cit. Guida Galattica per gli Autostoppisti) pare non essere “42” (cit. stesso romanzo), ma l’imprinting.
- L’imprinting giustifica il poter andare da una ragazza e dirle “ehi, tu, bambola. Non so neanche come ti chiami, ma pare che io e te siamo destinati a stare insieme” senza che quella ti prenda a sberle;
- L’imprinting giustifica che lui cornifichi Leah con la cugina e che lei debba accettare e sottostare a tutto ciò.

L’ultima parte è un po’ più veloce del resto ed anche slegata in tono e dinamica. È una cosa fatta apposta, perché mi pareva inverosimile che un ragazzo di sedici anni parlasse di cose sdolcinate ininterrottamente per due capitoli. E poi l’ironia è uno dei tratti distintivi di Jake.

Vorrei scusarmi per il ritardo... se avete guardato nel blog saprete già che ho avuto un pochetto da fare questa settimana e che ci si è messo di mezzo pure Godot con i suoi raffreddori da fieno, spero comunque di trovarvi tutti qui per il capitolo... e il prossimo, sperando che non ci siano altre complicazioni, arriverà l'8 maggio :)

   
 
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