Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: StephEnKing1985    29/04/2012    1 recensioni
- Marco? - chiamò Manuel. Marco era lì seduto sul panettone di cemento a piangere sconsolato.
Manuel gli andò vicino e s'inginocchiò di fronte a lui, incontrando i suoi grandi occhi color cioccolato, ora bagnati dalle calde lacrime- Ehi - gli disse - Ma perché piangi? Guardati intorno. C'è Torino di notte che è tutta per noi. E poi... Ci sono io con te. - Gli sorrise e gli porse la mano. Marco lo guardò. In quegli occhi azzurri c'era molta più sincerità di quanta non ne avesse mai vista in vita sua... Quegli occhi color cristallo gli sorridevano, e sembravano dire "Non abbandonarmi, amico mio. Se mi abbandoni, tutto sarà stato vano." Marco allora prese quella mano e Manuel dolcemente lo tirò su. - Andiamo - disse soltanto.
- Ti voglio bene, Manuel. - sussurrò Marco all'orecchio di Manuel, mentre sotto di loro il Po scorreva tranquillo...
- Ti voglio bene anch'io, Marco. - rispose Manuel, stringendolo ancora di più nell'abbraccio.
*****

Marco e Manuel. Un anno d'età di differenza, anni luce differenti per modi di pensare ed agire. Eppure così simili, così saldamente uniti da un legame fraterno che li farà incontrare e sperare di nuovo nella vita. Sostegno l'uno dell'altro contro le delusioni della vita, prime fra tutte quelle d'amore. Una meravigliosa storia di amicizia, che vede protagonisti Marco De Cristina e Manuel Chiaravalle, già presenti nelle fiction di Notrix "Finalmente... Laureati!" e "Troppo bello per essere vero". In questo nuovo romanzo, Notrix ci conduce per mano verso un grande ed inesplorato parco (la città di Torino, che ha dato i natali a Marco e Manuel), dove la falsità e l'opportunismo sono elementi del paesaggio, e dove due ragazzi, così differenti in tutto e per tutto, trovano nell'amicizia una sicurezza contro le avversità della vita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Seduto sui sedili posteriori della Cinquecento di Martin, Manuel stava soffrendo a causa del ristretto spazio e perché si sentiva troppo come la suocera che osservava sua figlia mentre veniva portata a spasso dal suo fidanzatino. Sui sedili anteriori Marco e Martin parlavano tranquillamente, come fossero sposati da anni.

- Il mio ultimo ragazzo si chiamava Luigi. Aveva… - ci pensò su - …ventiquattro anni, ed io soltanto sedici. – Martin ridacchiò -  Ma era un idiota, non sapeva mai prendere una decisione. Abbiamo fatto un viaggio in Toscana ed è toccato a me organizzare tutto. Ci mancava solo che mi avesse chiesto di guidare, quel balengo. Per trovare Torre del Lago ci abbiamo messo una vita. –

- Uhh. – mormorò Marco – E poi com’è finita? –

- Niente, qualche mese dopo lo mollai. Non era proprio su questa terra, viaggiava su altre frequenze. Ancora mi domando se se n’è accorto. –

Marco rise, e Martin con lui. Sui sedili posteriori, Manuel accennò un sorriso.

- E tu Marco? –

- Io? –

- Sì, con chi stavi prima? –

- Ah… il mio ragazzo… si chiamava Rocco. Aveva quasi trent’anni. Gli volevo bene, lo amavo… e lui… - Marco assunse un tono grave - …se n’è andato con un ragazzo della tua età. –

- Accidenti – rispose Martin – Ma perché noi ragazzini piacciamo così tanto? Diventeremo dei vecchi bacucchi anche noi, un giorno. – concluse, ridendo.

- Lui è sempre stato attratto da questi visi un po’… efebici. Credo che avesse iniziato a maturare pensieri di quel genere quando ho smesso di tagliarmi la barba. – rispose Marco, toccandosi leggermente il pizzetto che adornava la sua bocca.

- Se mi permetti di dirlo, Rocco era un idiota. E … - Martin allungò una mano verso la coscia di Marco – Visto che lui si è messo con uno della mia età, perché non gliela fai pagare? –

Marco arrossì violentemente e si compattò leggermente. A Manuel venne in mente un riccio che si chiude a palla.

- Dai… - disse Marco, rosso in viso - …non dire queste cose… -

Martin incrociò poi lo sguardo di Manuel nello specchietto retrovisore – Non ti dispiace se faccio un po’ di avances al tuo fratellino, Manuel? –

- Ah, per me… fai pure! – rispose Manuel ridacchiando. Marco lo squadrò con un’espressione finto-arrabbiata. Manuel gli fece l’occhiolino.

- E tu, Manuel? – domandò Martin, mentre svoltava verso il Centro Commerciale – Non hai avuto nessuna storia? –

- Storie importanti ne ho avuta una sola. Il resto sono state tutte cotte senza senso. –

- Eh, ti capisco – disse Martin – Non è facile stare dietro a chi è più grande di te. –

- Già. Non lo è per niente. – concluse Manuel, mentre l’auto si fermava e gli occupanti scendevano.

 

*****

 

Uno dei posti in cui Manuel si sentiva più spaesato era sicuramente un ipermercato. Poche volte nella sua vita era andato a fare la spesa da solo, e immancabilmente aveva combinato qualche guaio: prodotti non comprati, marche sbagliate, scatolette dimenticate alla cassa. Fortuna che sua madre ogni tanto andava a fare rifornimento, per cui la loro dispensa non era mai vuota, però Manuel di suo non aveva mai imparato a concentrarsi sul fare la spesa, e ogni volta che andava in un supermercato si sentiva strano, perché avvertiva questa sua mancanza nella vita di tutti i giorni, come un difetto che non avrebbe certo giovato nella sua ricerca di un fidanzato. Visto il range d’età che si prefissava, sarebbe dovuto essere lui la “donna di casa”, e una donna di casa che non sa fare la spesa, non è proprio contemplata in nessun mondo. Ma tanto, di cosa mi preoccupo? Pensò Manuel tanto chi mi vuole, mi vuole solo perché ho un bel fisico. Quindi, perché darsi tanta pena se non so fare la spesa? Prese in mano un sacchetto di patatine surgelate, pensando che ne andava ghiotto.

- Cos’hai in mano? – era Marco, lì accanto a lui – Uhhh, patatine. Io le adoro! –

- Sì, anch’io… Me ne farei volentieri una scorpacciata. –

- Se vieni a pranzo con noi te le puoi fare! Andiamo da McDonald’s dopo! –

- Ugh – mugugnò Manuel – Ti prego non propormi di andare da McDonald’s. –

- Perché no? –

- L’ultima volta che ci sono stato, c’è mancato poco che non mi facessero la lavanda gastrica. Sono stato malissimo. –

- Oh… scusa. –

- Niente… scusami tu. –

Marco gli fece un sorrisino, quindi si allontanò con il suo cestino. Era un ragazzo buono, Marco, che ancora non era fidanzato con Martin e già lo aiutava a fargli la spesa.

Reparto igiene personale. Da bambino Manuel si divertiva sempre a spruzzarsi i profumi addosso, e la mania non gli era passata. Prese in mano un tester di profumo e se ne spruzzò un po’ sul polso, strofinandoci contro l’altro. Il profumo era buonissimo, una vera fragranza maschile.

- Quel profumo ti sta molto bene addosso – disse una voce, alle sue spalle. Si voltò. Era Martin, che lo osservava con il cestino in mano.

- Grazie. – rispose Manuel, mettendo via la boccetta e prendendone un’altra.

- Sai… -

- Sì? – domandò Manuel, senza voltarsi. Sapeva di apparire un po’ maleducato, ma non gli importava. Aveva già avuto il suo assaggio di ragazzini, per quel giorno.

- Stavo pensando che… -

- Cosa? – Manuel si voltò, la boccetta di profumo ancora in mano. Incontrò lo sguardo di Martin.

- …Che sei proprio bello. Quanti anni hai?-

Alzando leggermente gli occhi al cielo, Manuel rispose, leggermente scocciato – Quasi ventotto. –

Martin lo fissò senza dire nulla, mentre un sorriso furbetto gli si dipinse sulle labbra. Manuel gli mise una mano sulla spalla, guardando prima lui, poi la spalla, e si mise a spolverarla un po’.

- Forfora? – domandò Martin.

- No. Avvertimento. – Manuel sollevo il suo lungo dito indice in direzione del naso di Martin, puntandoglielo come un pistolero avrebbe puntato la sua Colt – Fai del male a Marco, e farai i conti con me. Fai del male a Marco, mettendo in mezzo me… E te la farò pagare cara. – concluse Manuel, perentorio e grave. Martin non rispose, ma continuò a tenere quel sorriso sulle labbra e infine… avvolse le sue labbra sulla punta del dito di Manuel, che si affrettò a ritirarlo. Manuel lo squadrò severo, con quegli occhi azzurri che trasmettevano rabbia. Ebbe voglia di prendere quel ragazzino e dargliele di santa ragione, ma poco più in là c’era Marco, che sembrava un bambino che aveva perso i suoi genitori.

- Per questa volta passi, ma la prossima non sarai così fortunato. – disse Manuel, e si allontanò.

- Dove vai? – domandò Martin.

- A casa mia. – rispose Manuel, allontanandosi verso il labirinto di scaffali. Martin lo guardò finché non svoltò un angolo e scomparve alla vista. Poco dopo sopraggiunse Marco, che abbracciò Martin e gli domandò se avesse visto Manuel.

- Manuel…? Ah… è andato via. L’hanno chiamato da casa, è dovuto scappare. –

- Che cosa? – domandò Marco, preoccupato. – E con quale macchina tornerà? È venuto con noi. –

- Ha detto che non c’era problema. – mentì Martin.

- E’… è andato via da molto? –

- Abbastanza. –

A quella risposta, Marco fece un’espressione sconsolata. Manuel se n’era andato senza nemmeno salutarlo… Sospirò, quindi continuò a fare la spesa insieme a Martin.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: StephEnKing1985