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Autore: Kikka_chan99    29/04/2012    1 recensioni
Ho sempre visto delle cose , cose che gli altri non vedevano , non percepivano , ne credevano possibili .
Posso andare oltre alle parole , posso andare oltre ai semplici sguardi , posso sentire e vedere in maniera diversa .
Ma nessuno mi ha mai creduto.Per questo cominciai a scrivere un diario .
Mi chiamo Hannah Larsen e a diciassette anni , sono morta .
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I
 
Quella mattina , si sentiva una brezza leggera nell'aria , e il cielo era di un vivido azzurro . 
La ragazza era stesa per terra , tutto intorno c'erano solo fiori . Erano bianchi e blu , ed emanavo un profumo molto forte , che riempiva le narici.
Aprì gli occhi lentamente , lasciando entrare la luce del sole , lasciando che la penetrasse sin dentro l'anima .
Riusciva a malapena a distinguere i colori , ci mise diversi minuti a capire che era stesa sul suolo , dove l'erba fresca formava una specie di tappeto . 
Si tirò su a fatica , ogni parte del suo corpo gridava di dolore , e probabilmente lo avrebbe fatto anche lei , se avesse avuto la voce per farlo. Dove mi trovo ? Migliaia di domande le frullavano per la mente , sempre più confusa e spaventata .
Appena provò a mettersi in piedi , una terribile sensazione di nausea , mischiata ad un lancinante mal di testa , la fecero crollare inerte .
Inspirò lentamente e ci riprovò , ma anche questa volta , il suo corpo sembrava ribellarsi a lei . 
Cadde ancora , gemendo di dolore . Solo in quel momento di breve lucidità , si guardò intorno e notò la distesa di fiori . 
Erano bellissimi : azzurri e bianchi , assomigliavano al cielo . Ne sfiorò uno , e sentì quanto era morbido e delicato .
" fiore " , le suggeriva il cervello . Si mise seduta , almeno questo riusciva già a farlo , senza smettere di ammirare quella meraviglia .
Si sentiva incredibilmente attratta da quel elegante intrico di petali , e non poté fare a meno di curvare lievemente le labbra .
" Sorriso " .
< Si chiama iris > disse una voce alle sue spalle . Era fresca e allegra , ma per poco non la fece sobbalzare .
Un uomo , anzi un ragazzo , era appena comparso alle sue spalle , e appena lo vide in volto sussultò .
Aveva i capelli biondo cenere , in contrasto con gli occhi scuri , molto grandi . La sua mascella era leggermente pronunciata , ma i suoi lineamenti erano dolci , come quelli di un bambino . Anche le sue spalle erano molto larghe , le braccia muscolose . 
Lei lo guardò leggermente intontita , era evidente che non aveva capito di cosa le stesse parlando .
Dopo essersene accorto , il ragazzo si avvicinò fino a chinarsi sopra di lei , tentando di spiegare : < Il fiore , si chiama iris > . Lo sguardo della ragazza cadde nuovamente sull'erba .
< Va tutto bene ? Hai l'aria molto pallida > lo sguardo del ragazzo sembrava un po' meno vispo di prima .
" Preoccupazione " , dedusse lei . 
Aprì la bocca , come per parlare , ma dalla sua bocca uscì solo quello che assomigliava ad un latrato .
Si portò una mano sulle labbra , mentre sentiva le guance avvampare .
< Non parli la mia lingua ? > chiese ancora il ragazzo , con una nota di insistenza nella voce .
< Lingua ? > ripeté lei . Questa volta la voce che fino a pochi secondi prima l'aveva aiutata , taceva confusa .
< Mi capisci ? Capisci quello che dico ? > provò a sfiorarle la nuca , ma lei si ritrasse con uno scatto .
< Okay , va tutto bene , scusami . > sospirò appena , e si sedette vicino a lei , abbastanza vicino da farle correre un brivido per la schiena .
< Posso fare qualcosa per aiutarti ? Riesci a parlare ? > .
" Parla , ti vuole solo aiutare " . Ancora quella voce nella testa . 
< Dove . . . dove sono ? > finalmente riuscì a dire qualcosa , anche se il suo tono era basso e gutturale .
Il ragazzo sorrise : < Finalmente se3nto la tua voce ! Sei nel prato di un parco pubblico , come ci sei finita qui ? >
" Parco pubblico ? " . Scosse la testa , non ne aveva la più minima idea . 
< Posso sapere come ti chiami ? > il ragazzo non riuscì a trattenere la sua curiosità , ma ancora una volta , non ricevette alcuna risposta .
< Non sai qual'é il tuo nome ? >
< Nome ? > perché tutte le volte che le serviva , quella vocina nella testa non si decideva a parlare ? 
< Non te lo ricordi ? > il ragazzo ora aveva un'aria quasi compassionevole.
Lei scosse la testa con aria sconsolata .
< Aspettami qui , vado a cercare aiuto >
< No ! >la ragazza emise un vero e proprio grido , lasciando di stucco il suo soccorritore .
Gli afferrò una mano e se la portò al petto , tentando di scandire bene le parole : < Per favore , non lasciarmi qui da sola . > La voce aveva iniziato a tremare leggermente , una strana sensazione allo stomaco , la stava facendo impallidire .
" Paura " .
Il ragazzo , che era leggermente arrossito , si affrettò a dire che sarebbe ritornato subito , ma lei sembrava non volesse sentire ragione .
Alla fine si era arreso , e aveva lasciato che la mano fredda della ragazza , stringesse la sua .
< Mi chiamo Jonathan . Ma puoi chiamarmi Jace > il suo tono aveva ripreso ad essere dolce come il miele .
< Jace > ripeté lei , come per imprimerselo bene nella mente . 
< Riesci a camminare ? Se non vuoi che me ne vada , dovremo muoverci entrambi > le porse una mano per aiutarla , ma lei sembrò ignorarla .
Fece appena on tempo a mettersi in piedi , ma le ginocchia cedettero per l'ennesima volta .
Si aspettava il suolo duro e leggermente umido , ma riuscì solo a sentire una sensazione di calore .
Jace le aveva appena cinto la vita , circondandola con le sue braccia calde, poco prima che finisse a terra .
< Non devi avere paura di me , voglio solo aiutarti > il suo alito le sfiorò il viso , i loro occhi si incrociarono brevemente .
L'aiutò a mettersi dritta e , dopo aver chiesto il suo permesso , l'avvolse stretta a sé , aiutandola a camminare come un essere umano . 
La nausea era tornata , ma si sforzò di resistere all'impulso di vomitare , continuando a avanzare , anche se in modo lievemente scoordinato . 
Sentiva il battito del ragazzo , martellante e furioso , separato dal suo cuore solo da un lieve strato di stoffa . 
Percorsero diverse strade , passando per vetrine e negozi . Ad un tratto lei si fermò alla vista di un negozio . Bé in realtà non erano i vestiti messi in vetrina ad interessarle , ma piuttosto l'immagine che si vedeva riflessa . 
La sua immagine . 
Era pallida e ossuta , più di quanto si aspettasse . 
Ma la cosa che più la attirava era il suo viso : i lineamenti affilati , il colorito molto chiaro . 
I suoi capelli erano di un nero corvino . Gli occhi verdi e brillanti .  
 
 
                    
 
Angolo autrice : salve a tutti! Spero che il secondo capitolo vi sia piaciuto ,almeno un pochino .
Spero che mi farete sapere presto , e grazie ancora per aver letto il capitolo fino al fondo .
Tantissimi saluti , Kikka .
  
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