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Autore: Ice_Love_Fire    29/04/2012    6 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Sarah finalmente è riuscita ad avere la sua rivincita: il lavoro dei suoi sogni,una vita perfetta, la migliore amica perfetta finchè un uragano dalla pelle ambrata non la sconvolgerà portando a galla molti ricordi. Lui,troppo immaturo per essere amato e lei, troppo orgogliosa per provare ad amare.
Dal Prologo:
-Ahia, accidenti ma vuoi stare attento!-Gridò furiosa la mora.
Il ragazzo si tolse il cappuccio della felpa indossato fino a quel momento.- Scusa, volevo solo essere gentile, non è colpa mia se hai una testona gigantes..- si fermò di colpo guardandola incredulo, ancora non si sporgeva bene, era troppo impegnata a massaggiarsi la testa dolorante- Sarah?!- disse sbalordito....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Due rette parallele..
si contrano solo all’infinito

 

Capitolo 1


‘Non ci posso credere, perché dovevo essere così dannatamente sfigata?’ si chiese mentalmente Sarah Stevens che per il vortice d imbarazzo aveva indossato un sorriso idiota e abbastanza inquietante.
«Quanto tempo, sei proprio tu?Quasi non ti riconoscevo» domandò scioccato il moro davanti a lei.
‘Che domanda idiota, non è cambiato di una virgola..’pensò la ragazza. «Si, è passata una vita!» rispose cercando di non sembrare una perdente anche se in quel momento non si sentiva altro.
«A volte il mondo è proprio piccolo cosa ci fai qui a Londra?» disse il ragazzo incuriosito.
«Lavoro, sai dopo il diploma sono cambiate tante cose»
«Lo vedo bene..» aggiunge Zayn con un sorriso beffardo.
I due andavano nello stesso liceo a Bradford e hanno frequentato per anni diversi corsi, da quello di scienze a quello di letteratura senza però mai rivolgersi la minima parola anzi,si era persino stupida che l’avesse riconosciuta; lei era troppo secchiona e anonima mentre lui era troppo figo e troppo impegnato a cambiare un ragazza alla settimana. Si, lui era il solito ragazzino bello e stronzo, tremendamente stronzo e non c’era un momento in cui non sottolineasse i suoi difetti fisici peggiorando l’autostima di lei. Probabilmente lui, insieme ai suoi amichetti, era stato una delle ragioni che l’avevano spinta ad abbandonare tutto e tutti, per ricominciare una nuova vita in una nuova città sperando di non rivederli mai più.. Ma a quanto pare il suo desiderio era irrealizzabile!
«Tu che ci fai qui?» gli chiese Sarah cercando di essere più fredda e distaccata possibile ottenendo scarsi risultati.
«Io e i ragazzi ci stiamo trasferendo, andremo a vivere insieme così potremmo anche lanciare il nostro primo singolo» riferì con aria da superstar.
La ragazza face una smorfia di disapprovazione, non era cambiato affatto, sempre gli stessi capelli corvino, stesso sorriso ammaliatore da ‘sono il più bello del pianeta’, stesso fisico accuratamente palestrato e sempre quello stesso atteggiamento da finta star che ormai era giustificato ad indossare in quanto lo era diventato. 
«Ah, tu sei in un gruppetto vero?» chiese la mora cercando di mostrarsi totalmente indifferente anche se sapere tutto riguardo la sua vita.
«Gruppetto? Siamo una boyband a livello mondiale e naturalmente io sono il più carino» le fece un occhiolino provocatorio.
Lei arrossì di nuovo, senza neanche accorgersene. Tornò a sentirsi ancora quella ragazzina bruttina, insicura e troppo timida per rivolgere la parola al ragazzo per il quale aveva sempre avuto una cotta. Sembra impossibile come una persona così seria e matura potesse provare qualcosa per un tale idiota superficiale eppure era così, saranno stati quegl’occhi penetranti o gli ormoni in subbuglio di quell’età ma lei si era innamorata di quel cretino pensando che oltre al bel faccioni ci fosse un qualcosa per cui valesse la pena rischiare. Erano anni che non pensava a lui, lo aveva visto l’ultima volta ad X-factor dove era stato unito ad altri ragazzi per formare un gruppo che aveva avuto un certo successo soprattutto con le ragazze, cosa molto prevedibile. Si erano classificati 3 ed ora avrebbero lanciato il loro primo album ma mai avrebbe pensato di ritrovarselo tra i piedi.
«Sei completamente diversa..» interruppe il silenzio imbarazzante Zayn
«Spero che non sia un’offesa» puntualizzò la mora cercando di evitare quello sguardo magnetico. 
«Certo che no, se me lo avrebbe detto non ci avrei mai creduto. Mi hai sorpreso, in positivo intendo!» tirò ancora quel suo sorrisetto, era uno dei suoi punti forti e sapeva benissimo che nessuna ragazza poteva resistergli.
«Tu invece non sei cambiato affatto.» Sarah cercò di scoraggiarlo sorseggiando l’ultima goccia del suo caffè
«Ora sono io che mi offendo!» la stuzzicò il ragazzo «Si è rotto?» disse indicando il povero blackberry che ormai aveva il display scheggiato a causa della caduta.
«Spero di no.» guardò l’orologio appeso al muro del bar, segnava le 12:30. La ragazza si alzò di scatto facendo sobbalzare a sua volta il suo vicino di posto.
«Cosa succede?» chiese Zayn preoccupato
«Oddio è tardissimo, devo scappare! Nonno devo andare, manda un bacione alla nonna ci vediamo presto.» gridò Sarah per farsi sentire dall’uomo indaffarato a servire un tavolo lontano da dove si trovavano i due ragazzi.
Il ragazzo gli toccò il braccio per poi ritirare la mano imbarazzato «Dove vai?» 
«Ho da fare, la vita reale mia chiama» accennò un sorriso e si diresse verso l’uscita del locale senza permettere la risposta del suo interlocutore.
«Accidenti, oggi non me ne va una giusta!» disse la ragazza rivolta a se stessa cercando di accendere il telefono in vano e uscendo di fretta.
Il ragazzo la squadrò dalla testa ai piedi con un sorriso compiaciuto.
**

«Sei in ritardo, come sempre!» sentenziò Penelope
«Lo so, lo so.. ma c’è stato un incidente e tutto era bloccato per aspettare l’arrivo dell’ambulanza» cercò di calmarla sforzandosi di far uscire una scusa abbastanza plausibile, se in quel mondo non sapevi mentire e giocare d’astuzia saresti stata una facile e appetibile preda per tutti quei pesci cane che avrebbe fatto di tutto pur di superarti e avere un momenti di gloria. «Ecco il tuo pranzo, il succo all’arancia senza zucchero»
Il suo capo era ancora più acido e scostante quando affrontava uno dei suoi periodi ‘Dieta drastica per dimagrire di botto’ soprattutto quando si impuntava a bere solo succhi e bevande con pochissime calorie.
«Non tirare troppo la corda, perché un giorno non molto lontano potresti trovarti sbattuta fuori in un battibaleno» disse alzando lo sguardo per poi tornare a sistemarsi le unghie.
Erano 3 anni che ripeteva a Sarah la stessa cosa, in continuazione, ma la giovane sapeva bene che anche se non lo avrebbe mai dato a vedere, in fondo si era affezionata e che senza di lei non ce l’avrebbe mai fatta a portare avanti quella rivista.
Così, per risposta la mora le abbozzò un sorriso cercando di non farsi vedere.
La sua giornata lavorativa proseguì come tutte le altre, sempre di corsa spostandosi da una parte all’altra della città, rispondendo a mille chiamate e pensando a come rimediare al danno del cellulare senza che nessuno se ne accorgesse. 
Di colpo si erano fatte le 22:30, era sola in quell’immenso ufficio, l’unica che rimaneva ben oltre l’orario di lavoro per sistemare gli ultimi documenti del giorno e organizzare il da farsi per quello successivo, è stata sempre un perfezionista; dopo una lunga serie di sbadigli constatò che era esausta, prese il cappotto e fece finalmente terminare quell’interminabile giornata. Prima di rientrare si fermò nel suo amato ristorante cinese che a quell’ora era l’unico locale che ancora avesse qualcosa di commestibile e poi ritornò finalmente davanti alla porta di casa sua. L’aprì con una mano impegnata a trascinare due pesanti buste mentre tra i denti stringeva il contenitore degli spaghetti di soia. Buttò tutto sgraziatamente sul pavimento, si tolse violentemente i tacchi quasi scaraventandoli al muro e si buttò sul divano esclamando un ‘Ahhh’ di sollievo per poi cominciare a trangugiare il pasto davanti alla tv.
Mentre si trovava distesa su quel comodissimo divano di pelle di casa sua,a sonnecchiare beatamente con la bocca leggermente dischiusa e alcuni spaghetti che nel frattempo le erano caduti sul petto fino ad arrivare a sporcare il vestito, sentì il suo telefono cominciare a suonare all’impazzata.
«Mhh.. No è ancora presto, solo 5 minuti… » disse quasi masticando le parole, ma sentendo la suoneria non cessare si alzò di scatto. «Ma si può sapere chi diamine è?!» gridò infastidita. «PRONTO?»
«Dolcezza, ti disturbo? Stavi dormendo?» dall’altra parte rispose quella svampita della sua amica Abbie che sceglieva sempre i momenti meno adatti per disturbarla.
«Ma ti rendi conto che ore sono? Come ti salta in mente di chiamarmi.» rispose la mora trattenendo la voglia di allungare le mani al ricevitore per strozzarla.
«Non è neanche mezzanotte! Non sapevo di avere una vecchia zitella acida come amica..» scherzò la bionda
«Si dia il caso che questa zitella lavori tutti i santi giorni! Sono leggermente stressata.» scherzò Sarah anche se riconosceva perfettamente di essere diventata un po’ schizoide «Comunque, a cosa devo l’onore?»
«Mica deve esserci sempre un motivo preciso per chiamarti, sono giorni che non ti fai sentire credevo che ti avessero ucciso e io non volevo averti sulla coscienza.» La stuzzicò
«Beh credo sia una possibilità, sembra che con Penelope non ne combini mai una buona.. Che periodaccio! Oggi in particolar modo..» comunicò in modo da restare sul vago.
«Perché? Cos’è successo? Sai che non resisto alle novità su non farti pregare!» la supplicò Ab proprio come una bambina che non riesce a controllare la sua curiosità
«Non ci crederai mai, veramente faccio fatica a crederci anch’io.»
«Muoviti mi stai uccidendo lentamente!» disse la bionda esasperata
«Oggi.. beh.. dio santo ho incontrato Malik!» disse tutto d’un fiato altrimenti non ce l’avrebbe mai fatta
«Chi? Oh… oh.. ooooh! No non mi dire!» Abbie scoppiò in una fragorosa e chiassosa risata.
Lei sapeva bene tutta la storia, fin troppo bene. Erano amiche da una vita, si sopportavano ormai da 7 anni conoscendo qualsiasi cosa dell’altra. Indubbiamente si erano conosciute a scuola e Sarah ricordava perfettamente il loro primo incontro, era impresso nella mente come se si fosse trattato del giorno prima: era il primo giorno delle superiori e come al solito la mora si era svegliata troppo tardi arrivando in ritardo alla prima sua lezione da liceale. Cercò di arrivare il prima possibile, correndo lungo l’atrio e volando lungo la rampa di scale per arrivare infine quasi senza respiro davanti alla sua aula. Tutti gli alunni erano seduti nel loro nuovi posti dato che avevano avuto il tempo di sceglierseli con cura e lei osservando notò l’unico posto libero in prima fila vicino ad una ragazza bionda dagli occhi verdi e dai denti più bianchi del bianco stesso. Dopo un momento di esitazione prese tutto il coraggio che aveva e andò a sedersi salutandola con la mano goffa; non passarono nemmeno 20 minuti che le due iniziarono a ridere sotto i baffi per le imbranataggini di Sarah e le battuti spigliate di Abbie, si erano trovate immediatamente in sintonia e da quel momento non si sono mai più separate. Avevano trovato la loro anima gemella. Le ragazze però erano molto diverse. Sarah era la solita ragazzina dal folti e mossi capelli neri, gli occhi scuri abbastanza banali, impacciata e che passava ore intere a studiare, invece Abbie era più aperta ed estroversa e dedicava poco tempo ai libri poiché si riteneva contraria al metodo di insegnamento dei professori e all’organizzazione scolastica in generale. Era anche a conoscenza riguardo il ‘discorso Zayn’, era una grande in fatto di segreti e li custodiva anche a costo della sua vita.
«Ma tu dici proprio Zayn, Zayn-sono-il-più-figo-della-scuola?» proseguì l’amica spingendo sempre di più il dito nella piaga divertita.
«Tu per caso conosci un altro Malik di origini pakistane?» aggiunse l’altra, irritata al solo pensiero di quel ragazzo «E’ proprio vero, la mia migliore amica non se tu ma la signora SFIGA!»
Ab scoppiò di nuovo in una gran risata «Non è possibile! Mamma quanti ricordi, perché non ritorniamo al liceo?» domandò più rivolta a se che alla ragazza.
«Stai scherzando? Parla per te, lo sai che io ho odiato gli anni ‘bui’ della mia vita e devo tutto grazie a quel tipo.. quanto lo odio. E sai una cosa non è cambiato minimamente per sua sfortuna.» stava iniziando uno dei suoi monologhi infiniti quando fu interrotta.
«Odio? Ma se passavamo pomeriggi interi a parlare dei sogni che facevi su di lui e io dovevo anche raccoglierti la bava che ti usciva dalla bocca ogni volta che lo fissavi, cioè sempre!» quanto amava poterla prendere in giro quando era così fragile, ritornava quella liceale insicura e buffa.
«Smettila non sei affatto divertente, anzi quando fai così devo ammetterlo sei proprio irritante e immatura» in ogni situazione di difficoltà Sarah si irrigidiva diventando la ‘miss perfettina’ come veniva definita dall’amica.
La bionda dovette trattenere con forza un altro riso «Perché è a Londra?» chiese con nonchalance 
«Mi sembra per il suo gruppo di idioti barra cantanti di cui fa parte, ridicoli, anzi ridicolo!» fece un secondo di pausa, parlare di lui non era mai stato facile «Ora però cara mia amica ti lascio molto volentieri per concedermi alle dolci braccia di Morfeo, non preoccuparti cercherò di liberarmi solo per te.» le mandò un lieve bacio e dopo riattaccò.
Dopo essersi accertata che non potesse sentire Ab aggiunse «Si, è ancora cotta!» e dopo un ultimo ghigno chiuse la chiamata.

**

La luce della grande finestra illuminò improvvisamente l’intera stanza, il moro si era dimenticato di chiudere le tende; odiava che il sole lo svegliasse, soprattutto quando passava serate particolarmente movimentate come la precedente. Infatti, se veniva svegliato senza il suo consenso il ragazzo diventava scontroso per tutto la giornata e al quel punto era meglio che chiunque gli stesse alla larga. Dopo un paio di tentativi, aprì i grandi occhi nocciola emettendo un suono di disapprovazione; si, era decisamente nervoso. Si alzò, scoprendo di poco le coperte dal proprio petto e immediatamente gli rivennero in mente tutti i particolari di quella sera: festa, alcool e divertimento fino a notte fonda, per poi continuare privatamente con una bella ragazza disposta ad accontentarlo.
«Come si chiamava? Mile- Mar- Moni.. no, Monica era quella della scorsa settimana..» rifletté il ragazzo ad alta voce, ammettendo di non ricordarsi minimamente il nome.
Constatò felice che se n’era già andata, non erano per lui tutte quelle smancerie da “post-scopata”, non aveva una ragazza e neanche ne aveva l’intenzione, non voleva che gli appartenesse nessuno e che lui appartenesse a un’altra. La sua regola era: niente di serio. Sorrise, aveva passato una bella serata. Da quando era diventato famoso questa era ormai la sua routine, non che prima non lo facesse ma ora poteva frequentare i locali più esclusivi ai quali veniva costantemente invitato e le donne più attraenti, persino attrici o modelle e questo era uno dei motivi per cui amava follemente il suo lavoro. Certo, adorava la musica e il canto da sempre e grazie a questo è riuscito a conoscere 4 ragazzi fantastici, quei fratelli che avrebbe sempre voluto. Si girò verso il comodino e allungò la mano verso la radio-sveglia che indicava le 11,30 ‘è ancora presto’ pensò ma non riuscendo più a prendere sonno decise finalmente di alzarsi.
Si diresse strisciando letteralmente il suo corpo in cucina notando immediatamente qualcosa di strano.
«Cosa ci fa a quest’ora, a casa mia, con i miei cereali?» si rivolse ad una figura davanti a se, aggrottando il sopracciglio
«Buongiorno anche a te amico, come mai così presto?» il ragazzo sapeva che Zayn non si svegliava prima di mezzogiorno e per lui questa era “prima mattinata”
«Non riesco a dormire! Quel fottutissimo sole mi ha accecato» il brutto risveglio si stava facendo risentire sul suo carattere «ho bisogno di un caffè, altrimenti non rispondo di me stesso» disse togliendo la scatola dei cereali dall’amico Niall
«Ti sei divertito questa notte, vero?» chiese l’altro facendogli un occhiolino d’intesa «credo che anche i vicini abbiamo sentito i vostri rumori» aggiunge sottolineando l’ultima parola
«Devo ricordarmi di toglierti quelle chiavi, non hai il diritto di venire qui in una proprietà altrui a stressare un povero ragazzo indifeso»
«Ieri notte non mi sei sembrato così indifeso…» gli rivolse un sorriso compiaciuto «com’era?»
«Mmmh, la solita finta bionda, niente di che. Ma tu una casa non ce l’hai?» interrogò il giovane facendogli una linguaccia
«Si, ma preferisco di gran lunga venire qui e mangiare a sbafo! Il tuo frigo è sempre pieno, il mio invece chiede soccorso» rispose aggiungendo una risata
«Però quando andremo a vivere tutti insieme, la pacchia finisce. Ci sarà il caos più completo» sentenziò il moro, già immaginandosi ragazze mezze nude per casa, calzini sporchi ovunque e birre lanciate in ogni angolo possibile
«Già, ci sarà da divertirsi!» rispose Niall con aria sognante «Comunque, ieri dov’eri? Sei sparito per un’ora e tutta la band si stava chiedendo dove ti fossi andato a cacciare» chiese rivolto al suo migliore amico
«Avevo bisogno di fare due passi, e poi non so come sono finito in un bar di terza mano, con una mobilia scadente, per non parlare del caffè terribile..» disse Zayn quasi schifato
«Sei così snob.. Non aveva proprio niente di positivo quel posto?»
Zayn ci pensò su per un po’ «Non esattamente, cioè ho incontrato una ragazza» 
«Wow! La cosa si fa decisamente più interessante» lo prese in giro Niall
«Veramente non so neanche se si può definire tale» arrancò il ragazzo «è una mia vecchia compagna di liceo e non so nemmeno come abbia fatto a ricordarmela dato che in quattro anni ci siamo detti si e no una frase, cavoli avresti dovuto vederla!» scoppiò a ridere ripensando all’immagine di quella liceale «era un mostriciattolo e a pensarci bene mi faceva un pò pena» continuò a ghignare
«Sei uno stronzo!» lo accompagnò l’amico con una risata 
«Naturalmente era una secchiona colossale, roba che rimaneva tutti i pomeriggi a scuola per aiutare i marmocchi dell’elementari con i compiti mentre noi uscivamo per avere una normale vita sociale» in quel momento gli tornarono in mente tutte le volte che la prendeva in giro, umiliandola davanti a tutti in mensa o nel corridoio. Doveva ammetterlo, ci era andato pesante più di una volta ma lui aveva un’immagine da difendere e di conseguenza doveva interpretare bene il suo ruolo che non ammetteva di certo esseri come lei «Mi ricordo il giorno del diploma come se fosse ieri» si interruppe per lasciare spazio ad un sorriso divertito «essendo la miglior studentessa della scuola doveva tenere un discorso davanti a tutti verso la fine della cerimonia, solo che per l’agitazione è diventata verde ed è corsa via come un razzo, sicuramente a vomitare non iniziando nemmeno a parlare, chissà quanto tempo ci aveva messo a scrivere quel discorso» terminò il suo discorso sghignazzando e allungò poi i piedi sul tavolo
«lo confermo sei il re degli stronzi, immagino cosa gli avrai fatto passare!»Niall rise un’ultima volta per poi dirgli «vatti a preparate dato che sei più lento di una ragazza, perché oggi pomeriggio abbiamo il servizio fotografico, è molto importante quindi per una volta sii responsabile!» assunse un volto serio
«Cazzo è vero me n’ero dimenticato! Certo mammina, mi comporterò bene» e così corse al piano di sopra per iniziare un’altra giornata da “superstar”.
  
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