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Autore: Shuchan    23/11/2006    6 recensioni
[House/Cameron] House non si decide ad ammettere i suoi sentimenti per Cameron, ma quando ci si mette di mezzo Wilson...

[ NdAdmin: questo riassunto è stato modificato dall'amministrazione poichè non conteneva alcun accenno alla trama. L'autore è invitato a cambiarlo con uno di sua creazione. ]
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

House e il suo team erano nell’ufficio di diagnostica cercando ancora di risolvere il caso del paziente con attacchi epilettici al contrario.

HOUSE: possibile che non vi venga in mente niente?!

FOREMAN: dalle analisi non risulta niente di anomalo

CHASE: apparte per il fatto che non puo stare al buio

HOUSE: fategli un tracciato del sonno

CAMERON: come credi che possiamo farlo se appena si trova al buio ha delle crisi?

HOUSE: oh, questo è un problema vostro, vi lascio carta bianca in merito

CHASE: la sala per i tracciati è occupata fino all’ora di pranzo

HOUSE: vuol dire che aspetterete, tanto oziare vi piace non poco

In quel momento entrò Wilson.

WILSON: disturbo?

HOUSE alzando le braccia: sono terribilmente occupato non lo vedi?

WILSON: posso prenderti un attimo Cameron?

Cameron a quelle parole si alzò ma fu fermata dalla voce di House.

HOUSE: ora ha da fare

CAMERON: ma se abbiamo appena detto che dobbiamo aspettare che si liberi la sala…

HOUSE: ci sono una montagna di cartelle arretrate da catalogare, alcune sono state stilate prima della tua nascita, pensa un po

Cameron lo guardò storto.

WILSON: te la riporto subito

Cameron si diresse verso di lui ma House le sbarrò un’altra volta la strada attirando la curiosità di Chase e Foreman.

FOREMAN: House, vedrai che la riporterà indietro sana e salva

CHASE: io mi fido di Wilson, la proteggerà contro la moltitudine di pericoli che si possono trovare in un corridoio ospedaliero

HOUSE: ah ah ah, che ridere, chissà chi diavolo vi ha insegnato ad usare questo sarcasmo di terza categoria. E tu…

Ma Cameron e Wilson se ne erano gia andati.

***

Arrivarono davanti alla macchinetta del caffé.

WILSON prendendosene uno per se: posso offrirtene uno?

Cameron fu piuttosto sorpresa dalla domanda, ma acconsentì.

CAMERON: è per un consulto? Intendo, ti servo per quello?

WILSON: in verità no, avrei intenzione di chiederti se ti va di venire al cinema con me, ma se non vuoi, dimmelo subito così non te lo chiederò

Wilson era abituato a trattare con le donne, aveva usato tutte le infermiere come palestra d’allenamento.

Cameron fu molto sorpresa dalla proposta dell’oncologo, l’ultima volta che qualcuno a lavoro le aveva chiesto di uscire era stato House, ma quel bastardo l’aveva fatto solo per provocarla e vedere la sua reazione.

CAMERON: perché no…

WILSON: bene, allora te lo chiedo, ti va di venire al cinema con me questo sabato?

CAMERON sorridendo: si puo fare

Il cercapersone di Wilson squillò.

WILSON: devo andare, per i dettagli magari mangiamo qualcosa insieme alla mensa, ti va?

CAMERON: ok, a dopo

E se ne andò lasciando Cameron un po pensierosa.

***

Cameron tornò in ufficio, notò lo sguardo insistente di House.

HOUSE: che voleva il piccolo Jimmy?

CAMERON: niente… solo un consulto

House la guardò storto.

HOUSE: come no, tutti i suoi pazienti lo obbligano a chiedere un consulto ad un immunologa

CHASE camuffando la voce: qualcuno qui è geloso

House lo fulminò con gli occhi.

HOUSE camuffando la voce: qualcuno qui finirà disoccupato

FOREMAN: andiamo Chase! House è libero di essere geloso di chi vuole, non per questo dobbiamo sentirci in obbligo di prenderlo in giro

HOUSE: se usaste il minimo di cervello che avete applicandolo per risolvere il caso, a quest’ora quel tizio starebbe gia dormendo

***

Pausa pranzo. House come al solito scese in mensa, cercò di avvistare Wilson per rubargli il pranzo, stavolta però si accorse che non era solo, al suo tavolo c’era la bella Cameron.

Vide che parlavano animatamente, e che lei rideva. Come se niente fosse si avvicinò e si sedette al tavolo.

WILSON scocciato: certo, prego accomodati pure

House fece finta di girarsi e di notare Cameron.

HOUSE: oh! Oggi c’è un terzo in comodo, vedo

WILSON: concordo, ma credo abbiamo pareri divergenti in merito a chi sia

CAMERON: se volete me ne vado

HOUSE: ma no cosa dici, poi il povero Jimmy si piangerebbe addosso per tutto il giorno

WILSON: Cameron ignoralo, ormai dovresti conoscere i suoi distorti ragionamenti

CAMERON: ci ho fatto l’abitudine

HOUSE: ehi! State parlando di me come se non ci fossi!

Wilson fece finta di notarlo solo ora.

WILSON: oh! Oggi c’è un terzo in comodo, vedo

Cameron non riuscì a trattenere una risata.

HOUSE: prima il sarcasmo di seconda mano, ora quello riciclato. Wilson, preferisci mangiare con lei piuttosto che con il tuo amichetto?

WILSON: la differenza sostanziale è che con lei pranzo, mentre te me lo rubi il pranzo

HOUSE a Cameron: hai sentito quanto è spiritoso questo giovanotto?

CAMERON: essendo stato per tanto tempo sotto una cattiva influenza come te, chiunque lo diverrebbe

WILSON: visto? Lei capisce tutto al volo

HOUSE: l’unica cosa che vedo è due piccioncini che si sono alleati contro di me

Si alzò e se ne andò.
Cameron fece per andargli dietro ma Wilson la fermò.

WILSON: fa solo finta di essersi offeso, più gli si da corda più si diverte

CAMERON perplessa: sarà così, dopotutto lo conosci da molto più tempo di me…

***

Dopo aver finito di mangiare, Wilson salutò Cameron e si diresse verso il suo ufficio.
Aprì la porta, chiusa a chiave, e vide dentro House che giocava ad un videogioco.

WILSON: sei passato dalla finestra?

HOUSE senza alzare lo sguardo: no, attraverso la porta

WILSON: cosa c’è? Ho da lavorare al momento

HOUSE spense la consolle portatile: quanto andrà avanti questo tuo penoso tentativo con lei? Trovi divertente stuzzicarmi?

WILSON: stuzzicarti, ma se hai detto più volte che non ti interessa

House fu colto alla sprovvista.

HOUSE: ci hai provato con tutte le infermiere di tutti i reparti, perché ora anche lei?

WILSON: non te la prendere ma non ti devo dare spiegazioni, comunque sappi che Cameron non è una delle tante

Un velo di preoccupazione ricoprì il volto di House.

HOUSE: adesso vuoi farmi credere che ti sei innamorato?

WILSON: anche se fosse? A te cosa importerebbe?

HOUSE: cerco di tutelarti, ti farebbe solo soffrire, se non sei te ad avere qualche male incurabile non hai speranze con lei

WILSON: ti ringrazio ma so badare a me stesso. Ora scusami ma devo proprio lavorare, non posso permettermi di far accumulare delle cartelle, perché non ho il privilegio di avere degli assistenti che se ne possano occupare

***

House si sentiva nervoso e irritato, più del solito.
Questa storia di Wilson e Cameron lo assillava dalla mattina alla sera. A lui non interessava nulla di Cameron, ma non voleva che il suo amico soffrisse… questa era la scusa ufficiale ma la verità qual’era? Forse il fatto che fino a qualche mese fa lei fosse interessata a lui lo faceva in qualche modo perdere verso l’amico? No, non era questo, c’era dell’altro…

***

Arrivò il sabato pomeriggio, House si immaginava Wilson e Cameron, mano nella mano avviarsi verso il cinema.
Conoscendo Wilson avrebbe di sicuro scelto un film horror in modo da farsi abbracciare ad ogni scena cruenta.

Si stava rodendo il fegato per nulla. Quando era giu chiamava il suo amico ma ora con chi poteva sfogarsi?
Prese il telefono, lo fissò per un po, senza sapere il perché digitò il numero di casa della Cuddy.

Il telefono squillò un paio di volte poi una voce conosciuta rispose.

CUDDY: pronto?

HOUSE: ciao a te, raggio di sole!

CUDDY: House? Che diavolo vuoi?!

HOUSE: ma come, non sei felice di sentirmi?

CUDDY: che diavolo hai combinato stavolta?!

HOUSE: per telefonarti devo necessariamente essere nei guai?

Dall’altra parte ci fu silenzio

HOUSE: ok, forse hai ragione. Ma non oggi, bocciolo di rosa!

CUDDY: sto per attaccare, qualunque cosa debba dirmi se non lo farai entro i prossimi cinque secondi non ne avrai più la possibilità

HOUSE: aggressiva come sempre, mi piacciono gli ultimatum! Beltà divina, mi chiedevo se avessi programmi per la serata

CUDDY: non ti darò giorni di ferie e NO non ti solleverò dalle ore di ambulatorio

HOUSE: perché nelle mie proposte vuoi sempre vederci qualche secondo fine? Ok, la maggior parte delle volte è così, ma non ora.

CUDDY: se ti annoi chiama Wilson invece di ossessionarmi anche a casa

HOUSE: Wilson mi ha abbandonato! È uscito con Cameron

CUDDY: Cosa?!

HOUSE: proprio così

CUDDY: Wilson e Cameron? Da non crederci… comunque non faranno strada, sono troppo simili. Ciò significa che presto riavrai il tuo martire

HOUSE: la penso esattamente come te, nel frattempo perché non intrattieni te le mie vuote e tristi giornate autunnali?

CUDDY: i cinque secondi sono finiti, House

Ed attaccò lasciandolo con la cornetta in mano.

***

Wilson e Cameron si erano dati appuntamento davanti al cinema.
L’oncologo era appena arrivato, poco dopo arrivo anche l’immunologa.

CAMERON: è da molto che aspetti?

WILSON: sono appena arrivato, vogliamo andare signorina?

I due andarono a fare i biglietti.

***

La Cuddy era a casa, e correva sul tapirulan. Ad un tratto sentì uno strano rumore, come di qualcuno che cercava di forzare la finestra.
Si avvicinò cautamente e fu spaventata dalla vista improvvisa di House che comparì davanti a lei.
La Cuddy dopo essersi ripresa si avvicinò.

CUDDY: hai intenzione di uccidermi?!

HOUSE: ma cosa dici? Apri, fammi entrare

CUDDY: dammi un buon motivo per portare la fonte della mia disperazione al lavoro, dentro casa

House da dietro la schiena le mostrò una rosa rossa.

HOUSE: è un bocciolo di rosa, come te

La Cuddy gli apri e lo prese.

CUDDY: razza di estirpatore di erbacce! Questa è una delle rose che ho piantato nel mio giardino!

House entrò ed iniziò ad ispezionare il salotto.

HOUSE: non essere pignola, l’importante è il pensiero

***

Wilson e Cameron erano all’interno del cinema, guardando il film.
L’uomo a volte la guardava furtivamente, era veramente molto bella, questo era innegabile.
Finì il primo tempo e le luci della sala si accesero.

WILSON: come ti è sembrata la prima parte?

CAMERON: avevo visto il film da cui è stato ispirato il remake, con gli effetti speciali di oggi è più realistico ma perde un po nell’interpretazione

WILSON: sono completamente d’accordo con te, anche io ho visto la vecchia pellicola. Vuoi un po di pop-corn?

Cameron si alzò.

CAMERON: si ma stavolta offro io, i biglietti li hai pagati tu.

***

House si era sdraiato sulla panca per gli esercizi come fosse uno dei lettini che si trovano negli studi degli psicologi.

La Cuddy lo guardava dall’alto, basita.

CUDDY: pensi che ora che Wilson è occupato, io possa farti da strizzacervelli?

HOUSE: sono un diagnosta cronicamente annoiato, ne ho bisogno

CUDDY: il tuo cervello è tanto contorto da rendere impossibile ciò. Ora fuori di qui!

HOUSE: ti sto chiedendo aiuto, in cambio farò delle ore di ambulatorio in più

Dire che la Cuddy era sorpresa da quelle parole era un eufemismo.

CUDDY: ma tutta questa situazione ti fa stare davvero male?

HOUSE: no, amo fingere di star male. Andiamo! Mi manca il mio amichetto, fammi distrarre

CUDDY con tono fermo e professionale: quattro ore in più alla settimana

HOSE: tre

CUDDY: cinque

HOUSE: ok, quattro.

***

Il film era finito, Wilson e Cameron avevano deciso di andare a bere qualcosa in un bar.

WILSON: allora, parlami un po di te

CAMERON: non c’è molto da dire, vengo dal midwest, mi sono laureata al John Hopkins come Foreman, poi ho fatto alcuni stage ed ho lavorato per diversi medici fino a quando House mi ha assunta

WILSON: per la tua carriera lavorativa è stato di certo una svolta, non so se si puo dire lo stesso sotto il profilo umano. Io non riuscirei mai a lavorare tutti i giorni a stretto contatto con lui

CAMERON sorridendo: di certo ci vuole molta pazienza

WILSON: probabilmente la domanda che ti farò ora sarà un po fuori luogo

CAMERON: al limite mi riserverò il diritto di rimanere in silenzio

WILSON: ma a te piace ancora, Greg?

Quella domanda in effetti la scosse un po.

CAMERON: prima mi interessava perché lo vedevo come un uomo brillante e geniale avvolto nel mistero, ora non provo più niente per lui

WILSON: quindi ora non è più geniale e brillante?

CAMEORN: no… non in questo senso…

WILSON: scusami, volevo vedere come avresti risposto. Diciamo che era una sorta di test

CAMERON: in fare test tu e il tuo amico siete uguali

***

House rovistava tra i dvd della Cuddy in cerca di qualcosa che lui definiva “dignitoso”.

CUDDY: spero che tu sappia che finchè non rimetterai tutto apposto non uscirai di qui

HOUSE: è forse un modo carino per non farmi andare via?

House fu fulminato dalla Cuddy.

HOUSE: ok, come non detto. Intanto ordina dal cinese, ho un certo appetito

CUDDY: se pensi che mangi quelle schifezze orientali ti sbagli, io sono fedele alla cucina occidentale

HOUSE: ma se mi contraddici sempre che gusto c’è? Cattiva, cattiva!

La Cuddy si mise la mani tra i capelli e desiderò ardentemente che qualunque cosa ci fosse tra Wilson e Cameron, finisse presto.

***

Wilson aveva insistito per accompagnare Cameron fino a casa.

CAMERON: abito qui. Vuoi entrare? Magari ti offro qualcosa

WILSON: magari la prossima volta. Sono stato davvero bene… pensi che potremmo ripetere “l’esperimento”?

Anche Cameron aveva passato una piacevole giornata, ora lo vedeva lì, davanti a lei che attendeva una risposta affermativa da parte sua.

CAMERON sorridendo: anche io sono stata bene, mi piacerebbe andare da qualche altra parte insieme

Wilson sorrise e prima che potesse reagire, le diede un leggero bacio sulla guancia.
Cameron rimase lì ferma, immobile.
Quello che stava facendo era giusto? Dopotutto non stava con nessuno ed il suo era un dovere legittimo quello di frequentare delle persone.

Un pensiero però non riusciva a lasciare la sua mente. Che lei lo stesse facendo in qualche modo per… per dimenticarlo? Questo non era possibile, lei lo aveva dimenticato da tempo, ormai come gli aveva detto lo odiava come tutti gli altri. Era guarita…
  
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