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Autore: Blacket    01/05/2012    4 recensioni
!ATTENZIONE! La raccolta non veniva aggiornata da anni, ergo mi scuso per il possibile cambio di stile e trattazione della coppia.
Una raccolta dedicata al soldato, e all'artista.
Delle one-shot che cadranno su prompt scelti dal caso, e creeranno dei capitoli diversi e scoordinati, tutti però in assonanza con Wurst e spaghetti.
Ed è la dedica ad una coppia, che ha mille cose da dare, in qualsiasi salsa essa si trovi.
| "La GerIta, deve essere presa nel verso giusto. Sarebbe poi, come vivere un bel sogno al contrario." |
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La Coppia dei Random 2 Titolo: Di strategie e convinzioni.
Personaggi: Ludwig Beilschmidt | Feliciano Vargas
Genere: Fluff, Generale.
Raiting: Giallo.
Prompt: Viaggio, Mutande. (HAHA. E' USCITO MUTANDE.)
Avvisi: One-Shot, yaoi.








Sentiva il debole pigolio della pioggia cadere sul tetto e selciato, lo ascoltava penetrare nelle pareti, tichettare con un ritmo tutto suo e coinvolgere i suoi nervi ora rilassati- adorava quel lieve suono, la naturalezza dell'acqua che cadeva lieve; come se dovesse accarezzarla, l'erba fresca.
Quella piccola orchestra, era fedelmente accompagnata da un paio di coperte calde, il respiro regolare di Ludwig dormiente al suo fianco, tutto aggrovigliato nel lenzuolo; che pareva così docile, così innaturalmente bello mentre dormiva.
Non poteva fare a meno aggrovigiarsi per bene nelle coperte, prima di posizionarsi in modo tale di poterlo guardare per bene; notare certi particolari che nascondeva a forza mentre era vigile e sveglio- come quella sua espressione neutra, rilassata; i capelli orribilmente spettinati che però all'italiano piacevano tanto.
Adorava passarci le mani attraverso, era come sprofondare in un campo di grano: semplicemente il cielo si trovava un poco più in basso; ed era formato da due limpidi pozzi celesti.
Ma in quel momento, non stava facendo la guardia alla sua Bestia preferita solo per il puro piacere di poter pensare che quell'uomo era magnifico, e suo- no.
Stava aspettando.
Che si svegliasse, aprisse gli occhi, proprio per trovare il modo di chiedergli un piccolo favore- dopotutto, Ludwig era sempre stato una persona che per lui aveva fatto di tutto, rischiando spesso di trovarsi in situazioni scomode oppure di rimetterci lui stesso: a volte la sua povera macchina, del tempo libero, l'ordine che fanto bramava e persino la sua onnipotente pazienza. Eppure, se anche avesse cinguettato quella sua richiesta, v'era il rischio che gli rivolgesse semplicemente un'occhiataccia (poco importava: a lui piaceva pure quando si scocciava) borbottando un imperioso "nein".
Trattenne quasi il respiro finchè il tedesco non cominciò a muoversi ancora avvolto nelle spire del sonno, e mugolando un qualcosa di indefinito mosse una mano verso di lui, come per cercarlo, per assicurarsi che fosse lì con lui e non a fare 
"Italianate" - termine coniato dallo stesso Ludwig in un non raro caso di disperazione e profonda angoscia, una situazione dove persino l'italica capoccia aveva ammesso di esere stata avventata.

Ora poteva ben accarezzarli, i suoi capelli biondi che tanto gli piacevano.
Raccoglieva le ciocche con le dita, frastagliando tutte quelle spighe dorate ovunque; aggrappandosi ad essi con una necessità estranea al solito quotidiano, ma impartita dal basso ventre.
Aveva sorpreso l'orso biondo all'improvviso, strisciando fra le sue braccia, accaparrandosi come in ansia -un po' come se si trattasse di un posto non prenotato in prima fila- tutta la sua figura sedendosi a cavalcioni sopra di lui, stringendosi poi piacevolmente ai fianchi asciutti- il fatto che fosse scivolato sul suo petto giungendo poi ad incavarsi vicino al collo, a mordere la pelle bianca arrossandola, gli diede l'opportunità di osservare da un altro punto di vista le sopracciglia corrucciate e l'espressione ancora confusa, mezza addormentata.
Adorabile.
L'aveva sentito muoversi lento, ancorarlo a sè avvolgendolo con le sue braccia- cominciò letteralmente a perquisire ogni suo lembo di pelle con le dita, fermandosi curioso a pizzicargli i fianchi. E dire, che Feliciano credeva di averlo colto impreparato.
- Buongiorno, Amore.-
Sussurrò quelle poche parole trattenendo una risata, soffocando impietosamente un suo "Guten Morgen" attaccando con nuovo vigore le labbra deliziosamente morbide e semischiuse.
Se Ludwig non l'aveva ancora allontanato, voleva certamente dire che quelle attenzioni garbavano non poco pure lui; soprattutto a giudicare i suoi gesti sempre più decisi, dalle carezze dolcemente invadenti e quelle benedette mani già vergognosamente intrufolate nelle mutande a strangere il suo sedere.
- Già così attivo, la mattina?-
Azzardò la frase ridacchiando, gongolando in quel suo momento di stallo e di imbarazzo- stava iniziando ad imporporarsi, il suo viso, e quegli occhi innaturalmente chiari risaltavano ancora di più. Non si pentì di averlo detto, semplicemente perchè trovava dolce, quel suo strano pudore che nemmeno più di un anno di convivenza era riuscito a dissipare.
Cominciò a tempestarlo di tanti baci dati a fior di labbra, tanti molli e lievi schiocchi.
Oh- già, quel suo favore. Gli dispiacque parecchio, dover interrompere il suo personale attacco- avrebbe continuato dopo, forse.
- Ludwig...-
Una mano scivolò sinistra in basso, mentre Feliciano strofinava contento il naso contro il suo.
- Devo chiederti una cosa.-
Con uno strattone deciso, afferrò l'elastico del suoi boxer, tirandoli giù, assumendo un'aria spavalda, soddisfatta. Sorrise infine ai tratti improvvisamente rigidi del suo compagno, facendosi poi improvvisamente compiacente.
- Senti. L'altro ieri, mi ha chiamato mio fratello.-  
Ah, no, oddio, già cominciava a raffreddarsi (pareva fosse seduto su un pezzo di ghiaccio,figuratamente), l'espressione a mutare; persino accennò a mettersi seduto, ma Veneziano lo bloccò a letto appallottolandosi su di lui.
- Ecco, non mi...diapiacerebbe rivederlo. Che ne dici se...boh, ce ne andiamo a Roma, per un po'?-
Sguardo fisso.
Occhioni languidi.
Tutto il contrario di Ludwig, che gli rivolse la sua espressione più seria, socchiudendo gli occhi, sospirando- qual maestro di sospiri: se non si esprimeva a parole, riusciva a farlo più che bene con un semplice tiro di fiato.
Apparì un nuovo uomo, sotto di lui; un generale avvilito e socciato, tutto intento a progettare la più perfida punizione e tortura per il povero ragazzo che gli era capitato sottomano.
Si puntellò sui gomiti, lanciando un'occhiata alla situazione in generale, scoprendo il suo fisico e ricambiando l'espressione fintamente felice dell'italiano con uan sottospecie di ringhio.
- Feliciano. Tu lo sai, il perchè non ti chiedo mai di incontrare i miei parenti, o di passare del tempo con loro?-
Il ragazzo interpelleato rimase fermo, sull'attenti, con una strana agitazione in corpo. Se avesse risposto si, Ludwig ne sarebbe uscito contrariato. Se avesse pigolato un no, avrebbe interrotto il suo discorso. Ecco- se solo si azzardava aparlare, rischiava di tamponare la Germania.
Si morse il labbro, desiderando di avere almeno qualche centimetro in più d'altezza, solo per poter sostenere il suo sguardo. Magari, non ce l'avrebbe fatta comunque.
-Perchè sono pericolosi. Ecco: tu, dovresti fare lo stesso con me.-
Veneziano trattenne un risolino, guardando eloquente il suo petto, un'espressione neutra in volto. Tirò poi fuori dalle coperte, le sue mutande.
Le rigirò fra le mani, tirando la stoffa in più punti- erano in due, adesso, a fissare in silenzio in paio di mutande azzurrine. Le aveva comprate l'italiano, a lui piacevano tanto.
C'era pure un piccolo lupacchiotto, disegnato sopra.
- Queste mutande mi piacciono parecchio.-
Ah, adesso era lui a cercare di capire cosa andava dicendo.
- Wolfie non avrebbe paura della famiglia del suo fidanzato, secondo me.-
Indicò poi, con un sorrisino, l'animale grigio appena battezzato con un nome improponibile stampato sul cavallo dell'indumento. Il tutto coronato dal silenzio, un viso imbarazzato di un colore indefinito compreso nella scala cromatica dei rossi, e la pioggerella, che piano cadeva ancora.


Feliciano non si stupì, di non trovare quelle bellissime mutande fra i bagagli, appena prima di partire per l'Italia.













Blacket's Time:
Oh, ecco il secondo capitolo.
E' arrivato abbastanza alla svelta, mi diverto a far pescare parole a caso dai miei genitori- ignari di tutto (?).
Di solito, preferisco scrivere un qualcosa che paia un poco più serio ed intenso su di loro, adoro piazzare in ciò che scrivo mille allusioni; qui mi ritrovo a dimezzarle, e raccontare un qualcosa di più frivolo.
Spero che comunque il capitolo vi piaccia, magari vi strappi un sorriso.
Grazie a chi ha inserito nei preferiti, seguite, e a chi semplicemente legge. Grazie :)

Lord_Trancy: Ho ricevuto da te le più lunghe e dettagliate brecensioni sulle mia storie. Tante storie, magari composte da più capitoli.
Come potevo, non ringraziarti? E' un piacere immenso ricevere un tuo commento, e dato che credo sia banale continuare a ripetere "Grazie" ho preferito dedicarti il capitolo e -massì- anche la raccolta.
Devo comunque ripetermi e ringraziarti di nuovo per il tuo commento precedente; sono davvero contenta che qualcuno apprezzi il modo in cui gestisco la GerIta, e che riesca a cogliere così tanti particolari.
Non so se meritarmi tutti i tuoi complimenti, ma grazie ancora!

Eileen_Shinigami: Grazie per il tuo commento! Oddio, non ti preoccupare se è corto, mi ha reso felice solo ricevere un tuo parere sulla storia!
Grazie millissime (?) :)


Baci, Blacket.


  
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