Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: TooLateForU    01/05/2012    43 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quanto amo la vostra sincerità. Soprattutto quando mi dite che un capitolo fa davvero schifo e non vale la metà del tempo che l’avete aspettato AHAHA
Sì, stayourself, sto parlando con te! E sì, è più divertente sputtanare in pubblico che rispondere in privato #trolololol
No davvero, sono contenta che mi diciate quello pensate. E’ bello. Mmm. Mostra un certo feeling (?) tra di noi, ed è sempre una buona cosa.
Ah, e un’altra cosa: non è che Liz non sia più Liz, è sempre lei. Però quando le cose girano nella maniera giusta, che bisogno c’è di aggredirsi?
Mi dispiace se la storia non vi prende più come prima, o se pensate che Liz sia cambiata, ma questi capitoli sono stati scritti l’uno dietro l’altro mucho tempo fa, ormai, e non me la sento di cancellarli. E non mi sembra necessario prendere a farli litigare senza motivo.
Voi siete sempre fantastiche, comunque. Non potrei chiedere recensitrici (?) migliori.
Vi lascio, ciao.

 
 
 
 
 
 
Feci un profondo respiro, prima di alzarmi traballante dal letto. Allargai le braccia, come se fossi un gabbiano, per mantenere l’equilibrio mentre muovevo dei passi incerti verso la porta chiusa della mia stanza.
Quelle stupidissime scarpe avevano dei tacchi a spillo vertiginosi, come cavolo avrei fatto a camminarci per un’intera serata?
Misi un piede in fallo, e stavo per scivolare a terra quando mi ressi alla maniglia della porta. Sbuffai, rimettendomi dritta in piedi.
Ecco, se stavo in piedi e ferma riuscivo a non cadere. Avrei potuto passare la serata buona buona in piedi vicino al bancone, con questo accattivante vestitino verde smeraldo e un superalcolico molto chic tra le mani. Magari potevo anche inventare delle pose, del tipo testa leggermente inclinata di lato e sguardo perso, oppure mano sul fianco, bicchiere tra le labbra e sguardo verso un possibile barista..
Ma che diavolo sto dicendo? Scossi la testa, per scacciare quei pensieri senza senso dal mio piccolo cervellino bacato, e presi di nuovo ad esercitarmi sui tacchi camminando avanti e indietro per la stanza.
E che cazzo, non può essere così difficile! Se la Peters, che aveva un cervello paragonabile a quello di una trota morta, riusciva ad andarsene in giro vestendo dei tacchi più alti di lei stessa potevo riuscirci anche io!
Stavo giusto ripercorrendo il tratto letto-porta quando quella si spalancò, rivelando mia sorella.
Charlie mi squadrò, con gli occhi azzurri sbarrati “Ma cosa ti sei messa?!” esclamò, strozzata.
“Oh, una sciocchezza qualunque..” risposi, facendo un gesto vago con la mano. Lei fece una smorfia poco convinta, continuando a fissarmi dall’alto in basso
“E mamma lo sa?”
“Certo che no, va al bowling con te e papà stasera, giusto?”  le ricordai, sibilando. Lei ruotò gli occhi al cielo, spostando i ricci ribelli dietro la schiena.
“Si si, ho capito, li porto fuori. Ma tu sai cosa voglio in cambio!”
“Lo so Charlie, lo so. Avrai il mio smalto bianco domani.”
Charlie fece un sorriso vittorioso, prima di salutarmi allegramente con la mano ed uscire dalla stanza trotterellando.
Ero arrivata al punto di dover corrompere mia sorella di dieci anni per andare ad una festa.
Ero davvero alla frutta.
 
Il campanello trillò vivacemente, ed io mi lanciai un’ultima occhiata allo specchio.
I capelli erano sciolti come al solito, ma stasera avevo messo all’incirca sei chili di spuma per ‘ricci morbidi come la sssssseta’ come diceva la pubblicità, e sembrava aver funzionato.
Il trucco era leggero: matita nera sopra e sotto l’occhio, rossetto rosa brillante, fard rosa, leggero fondotinta e tre passate di mascara. Praticamente ero al naturale, no?
Il vestito era davvero davvero minuscolo. Ma sul serio. Credo che non mi siederò stasera, per evitare che l’orlo si alzi fino alle ascelle.
Il campanello suonò di nuovo.
“E UN ATTIMO!” urlai, innervosita. Malik e la sua impazienza mi stavano irritando, e se mi irritavo non sarei mai riuscita a superare le scale su quei tacchi.
Piano Liz, con molta calma riuscirai ad arrivare fino alla porta d’ingresso. Mi sforzai di muovermi nella maniera più sensuale possibile, ma credo sembrasse solo che mi fossi slogata l’anca o che mi mancasse qualche costola.
Dopo otto secoli e mezzo arrivai alla porta, presi un lungo e profondo respiro e poi abbassai la maniglia.
“Oh, ce l’hai fatta! Cosa non ti è chiaro di ‘dobbiamo arrivare pres..’ iniziò Zayn, nervoso, prima di guardarmi attentamente.
Mi fissò stupito sul viso per qualche attimo, poi fece scorrere lo sguardo sul vestito formato Barbie, indugiando sulle mie gambe, per tornare a guardarmi in faccia.
 “Stavi dicendo qualcosa prima, Zayn?” lo provocai, cercando di fare la voce più bassa e lasciva che mi venisse.
Lui alzò un sopracciglio, confuso “Hai mal di gola?”
“Cosa? No!”
“E allora perché parli con la voce di un trans?”
Sbuffai, prima di dargli una spinta brusca sul braccio “Sei un idiota. Adesso torno dentro e mi metto il pigiama delle Winx Enchantix, va bene? E tanto per dire, i tuoi capelli sono orrendi. Assomigliano ad un mocio.”
Non feci in tempo a pensare ad altri insulti, perché mi attirò a se e mi baciò, infischiandosene del fatto che potevo stare masticando una gomma.
I ragazzi non ci pensano mai a queste cose. Me lo vedo già, in prima pagina sul Time ‘ragazza muore asfissiata con una gomma da masticare durante un bacio.’
Il suo profumo Armani Code mi invase le narici, mentre appuntavo mentalmente che la sua camicia di stoffa bianca ed i suoi jeans neri gli stavano tres tres bien.
Il pezzo forte però rimanevano sempre gli occhi, scuri e profondi. Le mie viscere facevano il trenino al ritmo di ‘vamos a la playa’ quando mi guardava con quegli occhi.
“Dicevo che sono contento di aver aspettato.” Sussurrò al mio orecchio, prima di lasciarmi un bacio leggero sulla guancia.
“Comunque prima ho mentito. Ti stanno bene i capelli.” Confessai.
“Lo so!”
“Malik, dovevi rispondere ‘grazie, anche tu sei uno schianto’. Riproviamo.” Gli spiegai, prima di dargli spalle e fare per tornare dentro casa. Ad un passo dalla porta mi rigirai, e lo fissai con la faccia più stupita che riuscissi a fare.
“Oddio, come ti stanno bene i capelli!” esclamai, mentre lo vedevo trattenersi dal ridermi in faccia.
“Grazie, anche tu sei uno splendore. Le lucciole nella notte non brillano quanto te, la luna è una..ehm, cessa in confronto a te?”
Non mi trattenni dal ridere, mentre sentivo l’elettricità farsi più forte intorno a noi e stringevo la sua mano. Per un secondo mi passarono per la testa due paroline familiari, le vidi scorrere davanti ai miei occhi a lettere cubitali, ma mi riscossi velocemente.
“Andiamo?” gli chiesi. Zayn annuì, prima di trascinarmi fino alla sua Jaguar nera.
“Lei è la mia bambina, Susie.” Disse fiero, accarezzando il muso dell’auto.
Alzai un sopracciglio, scettica “Sai vero che finirò per sporcarla con qualche cocktail stasera?”
Si coprì la faccia con le mani, disperato “Non voglio pensarci, ti prego!”
Il mio ragazzo mi tradiva con la sua auto.
 
Caldo. Alcool. Fumo. Centinaia di persone che si strusciavano l’una sull’altra. Amplificatori alzati al massimo.
Il Pacha era una specie di ritrovo di centinaia di tipi e tipe che volevano sballarsi al massimo, un esempio era la tizia che si stava strappando i vestiti sul tavolo a pochi metri da me.
Un paradiso, in poche parole.
Zayn posò il suo braccio intorno alle mie spalle “Andiamo a bere qualcosa?” chiese ad alta voce vicino al mio orecchio, per farsi sentire.
Io annuii con un sorriso eccitato, mentre continuavo a guardarmi intorno come farebbe una bambina a Disneyland. Ero già stata in altri locali, ma il Pacha è il Pacha. Capito, no?
Mi prese per una mano, prendendo a trascinarmi vicino al bancone. Io cercai di reggermi sui miei tacchi alla bell’e meglio, ma Malik camminava decisamente troppo veloce.
“Se non vuoi che un tacco mi si conficchi nella caviglia, ti conviene non correre!” gli urlai, cercando di sovrastare il suono della musica.
Lui si girò verso di me, sorridendo malizioso “Posso aiutarti a toglierli, se vuoi. Ti da’ fastidio anche l’abito, per caso?”
“Ripensandoci, muovi il culo e stai zitto.”
Rise divertito, mentre finalmente notavo una di quelle sedie senza schienali libera e il bancone. Alla velocità di un bradipo incinta mi sedetti e ripresi fiato, stanca per quella camminata.
Zayn si sedette accanto a me, prendendo ad osservarmi divertito. Un fascio di luce fucsia proveniente dalle decine di lampadine sul soffitto gli attraversò il viso, illuminandolo, e non potei fare a meno di pensare che fosse bellissimo.
“Forse non avresti dovuto mettere un tacco quindici.” Suggerì.
“Io volevo venire in converse, ma poi sarei stata troppo bassa.”
“Per raggiungere un’altezza normale dovresti camminare sulla testa di qualcuno.” Mi prese in giro, prima che gli facessi la linguaccia.
Il barista fece la sua apparizione, con tanto di capello semi calato sul viso e sigaretta in bocca “Allora ragazzi, cosa vi porto?” ci chiese, spostando lo sguardo da me a lui.
Aveva dei piccoli occhi azzurri, i capelli neri e lunghi e un po’ di barba. Al Pacha tutto sembrava più figo.
“Due Brandy.” Ordinò velocemente Zayn, senza neanche degnarlo di uno sguardo. Il tipo assottigliò gli occhi, prima di rivolgersi a me.
“A te lo offre la casa.” Disse, facendomi l’occhiolino.
“A lei lo offro io.” Precisò Zayn, tra i denti.
“Io volevo pagarmelo.” Mi intromisi. Entrambi mi guardarono stralunati, poi Zayn soffocò una risata con una mano e il barista fece un’espressione divertita.
“I due Brandy arrivano.” Esclamò, prima di sparire dietro il bancone. Io girai sulla sedia, e puntai lo sguardo sulla folla.
Riconoscevo un sacco di gente della mia scuola, compresa Jude che ballava distrattamente con Adam della classe di Geografia. Sinceramente, non era poi così carino.
Comunque c’erano anche un sacco di altri ragazzi e ragazze mai visti prima d’ora, sempre della nostra età. Era strano, dato che doveva essere una festa privata.
“Ehi Zayn, chi sono quelli là?” gli chiesi, indicando un gruppetto di ragazzi seduti su un divano.
Lui assottigliò lo sguardo, per osservargli meglio “Mm, sono dell’altra scuola che ha invitato Armstrong.” Risposi, sicuro.
“E che scuola è?”
“Non ne ho idea, tipo Arts qualcosa..” continuò, incurante.
Io sentii il sangue gelarmi nelle vene, e mi girai precipitosamente verso di lui.
“Academy of Arts?” domandai, agitata. Lui schioccò le dita, soddisfatto.
“Sì, quella! Come hai fatto a saperlo?”
Fortunatamente in quel momento arrivarono i due Brandy ed io afferrai con forza il mio, prima di buttarlo giù quasi tutto.
Il sapore fortissimo e vagamente fruttato mi bruciò la gola, e feci una smorfia prima che Zayn me lo strappasse dalle mani e lo posasse di nuovo sul tavolo.
“Oh oh, vacci piano Liz! Questa roba non è birra.” Mi avvertì, leggermente preoccupato. Effettivamente avevo sentito la testa girarmi pericolosamente per qualche attimo, ma ora era tutto apposto.
Scossi la testa, alzandomi bruscamente e prendendolo per una mano “Sto alla grande! Dai, andiamo a ballare!” lo tirai verso di me, e lui si avvicinò con un sorrisetto.
Arrivammo fino al centro della pista, e lui posò le mani attorno ai miei fianchi “Sai ballare, tesoro?” domandò, accarezzandomi.
“Io? Ho fatto danza per ben cinque anni!” ribattei, sicura. Lui alzò un sopracciglio, scettico, ed io sbuffai “Va bene, non è vero, ma ho visto Step Up 3 l’altro giorno e ho imparato un sacco di cose.”
Malik rise, mentre allacciavo le braccia al suo collo “Allora andrai alla grande.”
Gli lasciai un bacio pieno d’entusiasmo sulle labbra, prima di cominciare a muovermi (per quanto riuscissi) a ritmo di musica.
“Stasera, ci divertiremo.” Gli assicurai.
 
MOLTI COCKTAIL E BALLATE DOPO
“No no! Ridammi il bicchiere!” mi lamentai, tentando di allungarmi verso la mano di Zayn.
Lui fece schioccare le labbra con disapprovazione, lanciandomi uno sguardo penetrante “Ora mi sento in colpa. Ti ho fatta ubriacare.” Disse.
Io feci un gesto seccato con le mani, sistemandomi meglio sul divanetto “Naah, non sono ubriaca. Sei solo tu un sadico che non vuole farmi divertire.” Mi lamentai, facendo una faccia offesa.
Lui scoppiò a ridere, prendendo un sorso dal mio drink “Io però mi sto divertendo da morire. Domani rimpiangerai di non ricordare questa sera, soprattutto quando hai versato il Ginger Ale sulla testa del festeggiato.” Rispose, con uno sguardo compiaciuto.
“Posso avere almeno un bacio o neanche quello mi è concesso?” continuai, acida. Malik lasciò velocemente il bicchiere e si avvicinò a me, posando una mano dietro il mio collo.
“Tutti i baci che vuoi..” mormorò, prima di togliermi il fiato con uno dei suoi soliti kisses-made-by-Malik. Mi aggrappai alle sue spalle, ricambiando forse con troppa foga perché lo sentii ridacchiare sulle mie labbra.
“Se hai intenzione di girare una specie di porno qua in mezzo io non ho niente in contrario.” Disse divertito, staccandosi. Io gli feci una linguaccia, poi osservai la porta del bagno nel fondo del locale e decisi di farci un salto.
“Vado ad ‘incipriarmi il naso’, ovvero vado al cesso.” Esclamai, alzandomi.
“Delicata come sempre, amore.” ribattè, prima di farmi l’occhiolino “E stai attenta, che vestita così ti portano via.” Mi mise in guardia, serio.
“Si si, come vuoi.” Acconsentii, prima di avviarmi. Superai la folla accalcata davanti a me a fatica, sgomitando a destra e a manca, e finalmente riuscii ad arrivare davanti alla porta con disegnato un omino con la gonna.
Spinsi sulla porta, e velocemente scivolai nel bagno senza neanche guardare davanti a me. Mi posizionai davanti allo specchio per controllare i miei capelli, quando riflesso vidi un ragazzo e una ragazza che si baciavano appassionatamente sulla porta del cesso.
Strabuzzai gli occhi, quando riconobbi una familiare testa riccia e castana, e cominciai quasi a sudare freddo.
Era Harry, era Harry ed era al Pacha. Era Harry, era al Pacha ed era nel mio stesso bagno. Era Harry, al Pacha, nel mio stesso bagno e baciava un’altra ragazza.
Merda.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 43 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: TooLateForU