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Autore: Minerva Bellatrix    02/05/2012    0 recensioni
«Due settimane fa, è morto un uomo... L'hanno trovato completamente dissanguato, ma non c'erano tracce di sangue intorno al corpo. Anna lo conosceva, ed è stata lei a chiamarmi, dandomi i nomi dei vari Vampiri con cui è in contatto e chiedendomi di trovare chi l'aveva ucciso»
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La figura bionda si avvicinò lentamente alla bambina, che per lo stupore aveva smesso di urlare e stava cercando di fare mente locale.
Tutte le streghe avevano i capelli neri o grigi, giusto?
Quindi non doveva aver paura, giusto?
La figura si inginocchiò accanto al fosso, e la bimba ne studiò, alla vaga luce della luna, i lineamenti delicati e gli occhi chiari.
«Stai bene?» chiese la figura, e la ragazzina sobbalzò ad udire la voce maschile.
Era convinta che si trattasse di una donna...
«S-sì» pigolò in risposta.
L'uomo sorrise e, sollevandola da sotto le braccia, la tirò fuori dal fosso.
«Cosa ci fai qui?» le domandò ancora, mentre lei muoveva esitante le gambe appena liberate.
«Ero con gli altri, poi non li vedevo più, poi sono caduta nel buco... E la torcia si è rotta...»
«Ah, capisco. Beh, direi che i tuoi soccorritori siano finalmente arrivati» le disse, indicando un gruppetto di persone appena visibili tra gli alberi davanti a loro.
Effettivamente si trattava degli animatori venuti a recuperarla, che qualche istante dopo li raggiunsero.
Mentre tutti le chiedevano se stesse bene, la bambina si voltò a ringraziare il suo effettivo salvatore, ma l'uomo dai lunghi capelli biondi non c'era più, dietro di lei.

***

L'uomo rise a lungo, mentre la Fariselli restava immobile a fissarlo.
«Signorina...» riuscì a dire alla fine, passandosi una mano sul volto «Se davvero credete di poter far perdere tempo prezioso alla gente con tali storielle...»
«Signor Lemoli, mi spiace interromperla, ma sono assolutamente seria. E le chiedo nuovamente di poterle fare una foto»
L'altro ghignò «Continuo a non capirne lo scopo, dunque non vedo perché dovrei acconsentire»
La donna sospirò.
«Bene, cercherò allora di darle qualche spiegazione. Come ho detto, indago su un caso di Vampirismo, e la prego di non deridermi più per la cosa. E' stata la nostra comune amica, Anna Viceconti, a darmi il suo indirizzo, e la prego di non arrabbiarsi con lei. Una piacevole chiacchierata con Anna, insieme alla sua richiesta di tenere l'incontro di sera, mi hanno confermato che lei, signor Lemoli, è, senza dubbio, un Vampiro. Ora, la foto che voglio scattarle è solo un... Chiamiamolo ulteriore test. Se non ci saranno anomalie nella foto, avrò la prova che lei è un HLV, ovvero un Human Living Vampire, e le dovrò chiedere nomi ed indirizzi dei suoi Donatori, per poterli contattare»
L'uomo rimase per un po' in silenzio, quindi domandò «E... Nel caso che eventuali anomalie si dovessero verificare, nella vostra foto, quale sarebbe il vostro... Corso d'azione?»
«Ugualmente, nomi ed indirizzi dei Donatori, insieme, possibilmente, ai suoi veri dati personali»
L'espressione sconvolta di Lemoli la divertì particolarmente, ma non fece nulla, limitandosi a tenere il cellulare tra le mani.
Ripresosi, l'ospite mormorò «Potete... Scattare la foto»
La Fariselli lo inquadrò con la fotocamera del telefonino, e schiacciò il pulsante dell'otturatore.
Pochi istanti dopo, sullo schermo comparve l'immagine di una poltrona dallo schienale alto, vuota.
La donna sorrise e rimise il cellulare in tasca. «Beh, signor Lemoli, evidentemente lei non è un HLV, ma un Vampiro vero e proprio... Come avevo intuito subito quando l'ho vista»
Il Vampiro le rivolse un ghigno, scoprendo appena un canino acuminato «In molti dicono così, quando lo scoprono, signorina Fariselli, ma d'altro canto sarei curioso di sapere in che modo l'avreste intuito, dato che curo la totale assenza di specchi nella mia dimora.
«Per una che ci è abituata, come me, cogliere certi segni è abbastanza facile. Tipo il movimento che fate con le spalle per simulare la respirazione. E' davvero ben fatto, peccato che non vi corrisponda il sollevamento del petto»
Lemoli rise «Complimenti. Nessuno mi aveva mai colto in fallo, finora... Ma mi pareva di aver capito che volevate farmi altre domande, o devo prepararmi a fuggire inseguito da un paletto di frassino?»
«Se avessi voluto, l'avrei fatto subito dopo aver verificato che non venivate nella foto, no? E sì, ho qualche domanda ancora, oltre agli indirizzi, che mi darete dopo. Primo: il suo vero nome?»
«... Victor Le Mòle»
«Ah, siete francese?»
«Oui, mademoiselle, ma risiedo in Italia da parecchi decenni»
«Anno di nascita?»
«1847»
«... Beh, non siete certo il vampiro più vecchio che abbia mai visto, siete anzi abbastanza giovane... Ora, le faccende pratiche: quanti Donatori avete?»
Victor esitò un istante, quindi si alzò e le voltò le spalle, appoggiando una mano dalle dita affusolate sullo schienale della poltrona.
«Tre» le rispose infine «Tutti consenzienti» aggiunse, pacato.
«Ne sono certa. Una è la nostra Anna Viceconti, gli altri due?»
«Potrei sapere il motivo della vostra indagine?» la interruppe lui, voltandosi indietro.
La Fariselli sospirò, passandosi una mano davanti agli occhi.
«Due settimane fa, è morto un uomo... L'hanno trovato completamente dissanguato, ma non c'erano tracce di sangue intorno al corpo. Anna lo conosceva, ed è stata lei a chiamarmi, dandomi i nomi dei vari Vampiri con cui è in contatto e chiedendomi di trovare chi l'aveva ucciso»
«E voi sospettate...»
«Io ho cinque nomi, signor Le Mòle, e lei è il quarto che incontro. E per le mie indagini servono i nomi dei Donatori, che solo lei mi può fornire»
Victor continuò a fissarla, adirato.
«Per quanto io possa essere un Vampiro, ciò non vuol dire che io uccida la gente! Dice di conoscerci, e fa di tutta l'erba un fascio?»
«Se lo facessi...» rispose lieve la donna «... Sarei venuta qui per attaccarla, e non per parlare con lei. Ora, se lei è innocente, non ha nulla da temere nel darmi quei nomi»

***

Mentre gli animatori la portavano fuori dalla foresta, la bambina si era chiusa in uno strano mutismo, dovuto non tanto allo spavento che si era presa – come pensavano loro – quanto alle profonde riflessioni che stava facendo sullo sconosciuto dai capelli biondi.
Rientrati alla villa in cui bambini ed animatori erano ospitati, anziché rimandarla a dormire nelle camerate l'avevano portata in una stanzetta adibita ad infermeria, fatta cambiare dai vestiti sporchi di fango e messa a dormire lì, dicendole che il giorno dopo un medico sarebbe venuto a farle un controllo.
La bimba, anche se continuava a ripetere di stare benissimo, alla fine aveva ceduto ed era andata a letto.
Spente le luci e raggomitolata sotto le lenzuola, si stava addormentando quando una voce la rese di nuovo ben sveglia.
«Lieto di vederti al sicuro. Va tutto bene?»
L'uomo dai capelli biondi era di nuovo accanto a lei.

***

La Mòle fissò a lungo la donna dinnanzi a sé, quindi sospirò, chinò il capo e si risedette.
«Il secondo Donatore...» cominciò «... Si chiama Fabio Spiazzi. So che vive a Milano, in via Turati 15»
«Capisco. Il terzo?»
«“La” terza... Non so se... Tecnicamente ha donato sangue una sola volta, non... Non la annovererei nei Donatori...»
La Fariselli sogghignò.
«Mi faccia indovinare. Non avrebbe dovuto donarle del sangue, questa terza, vero? E dal suo comportamento non direi che sia perché l'ha costretta, no? No, è per un altro motivo che non la dovrei incontrare...» lasciò per un istante in sospeso la frase, poi azzardò «E' minorenne, vero?»
Victor fece per ribattere, poi capitolò «Sì»
«... Bene. Cioè, no, non va bene, ma mi serve il suo nome»
«Lidia... Lidia Gravi. Ha diciassette anni, e non volevo diventasse Donatrice, ma lei ha insistito a tal punto... Ad ogni modo, sono riuscito ad imporle di aspettare la sua maggiore età, d'ora in poi»
«Sarà meglio. Dove vive?»
«A Modena»
Un lampo passò negli occhi scuri della Fariselli, lieta che finalmente ci fosse stata una svolta utile nelle sue indagini «Ah. Potrebbe essere il filo che mi serviva, l'omicidio è stato compiuto a Modena e...»
«Non le succederà nulla!» la interruppe il Vampiro, adirato.
«... Ovviamente no, se prendo l'assassino in fretta. Ora, potrebbe scrivermi una lettera di preentazione sia per Fabio Spiazzi che per Lidia Gravi? Così che sappiano di non tradirla, parlando con me»
Le Mòle assentì e, pochi minuti dopo, le consegnò due buste sigillate, che la donna ripose nella valigetta insieme al bloc-notes.
Mentre la accompagnava all'uscita, Victor si fermò e la guardò negli occhi.
«Nonostante tutto, non riesco a comprendere. Mademoiselle Fariselli, voi chi siete?»
«... Da secoli viene data la caccia ai Vampiri, anche a color che non fanno nulla di male. Io sono una Cacciatrice... Diciamo un po' anomala. Io proteggo sia Vampiri che HLV, a patto che essi non nuocciano agli uomini. Altrimenti, li caccio senza alcuna pietà. Arrivederci, monsieur Victor Le Mòle»
La donna fede un profondo inchino in segno di saluto e varcò la porta, sparendo nell'oscurità della notte verso la moto.

  
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