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Autore: Giulietta Preston    03/05/2012    2 recensioni
Provate ad immaginare un universo parallelo dove i personaggi della saga di Fallen non sono quelli che sono, mi spiego meglio, provate ad immaginare un mondo normale, senza angeli caduti, senza tutte le cose strane che accadono nella vita di Lucinda Price nella saga di Fallen... Beh, "To me you are Everything" è ambientato in questo mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Uno strano Incontro

 

- Oddio! – pensa Lucinda, Luce, Garchi appena la sveglia comincia a suonare “Senza Riserva” di Annalisa – Devo andare dalla signora Briel oggi pomeriggio. Dannazione alla mia boccaccia!





 

Siamo a Torino, in una mattina di fine inverno. Nell’ordinatissima stanza della giovane Garchi, c’è una ragazza impegnata a vestirsi e truccarsi prima di dirigersi alla fermata del pullman per andare a scuola. Con la solita precisione, alle 7:30 Luce esce da casa e si dirige verso Citroen c3 rossa, dove c’è la sua migliore amica Eliana ad aspettarla. Le due prendono il pullman e arrivano a scuola. Arrivata l’ora di entrare, le due si salutano e si dirigono verso la propria scuola, infatti, Luce frequenta il terzo anno di Liceo Scientifico, mentre Eliana va all’Alberghiero.
Le lezioni passano velocemente, ma Luce oggi non è molto attenta: pensa al pomeriggio sprecato che passerà con la signora Briel, visto che le ha promesso di aiutarla con i pensierini di Pasqua per i suoi alunni del catechismo.
 
 






Arrivata la fatidica ora, Luce si dirige verso Corso Vittorio Emanuele II, 57 e suona il campanello chiamato Briel – Mattroni. Entra in una casa molto bella, elegante con moltissime decorazioni in pizzo e mobili di ebano bianco stupendi che rispecchiano la donna di casa, in un certo senso, infatti, nonostante sia un pochino paffuta, la signora Briel è una bella donna dai capelli color miele e gli occhi verdi. Vedete, il problema non sta nel passare la giornata con la signora Briel, ma nell’aver annullato l’ennesima visita al Museo Egizio - Luce ama la storia, in particolare quella egizia e greca, difatti ogni settimana la ragazza va a visitare il museo dei primi -.





- Accomodati pure, tesoro – dice la padrona di casa.

- La ringrazio, signora Briel – risponde Luce

- Oh, non chiamarmi Signora, mi fa sentire vecchia, preferirei Irene, se non ti dispiace –

- Ok – risponde Luce con un sorriso

- Ti ringrazio di aver accettato di aiutarmi, i miei alunni sono tantissimi e da sola ci metterei tre giorni. Mio marito lavora e mio figlio si rifiuta di fare qualcosa per quei, come li definisce lui, “bambocci” suppongo sia perché la peste del gruppo, Lorenzo, una volta gli ha sputato sui pantaloni. -

- E’ terribile –

- Sì, lo so’ – risponde Irene dall’aria triste

- Non si preoccupi, ora ci sono io ad aiutarla -.

- Sei un angelo.






 

Le due si mettono al lavoro: devono colorare degli ovetti di legno con i pennelli e poi devono scrivere un biglietto d’auguri per il bambino e i genitori. Lavoro lungo dato che gli alunni, delle varie classi, sono 189, ma con la simpatia di Irene e un po’ di musica la fatica non si sente nemmeno.
Dopo un paio di ore, le due lavoratrici sentono il campanello suonare.

- Arrivo! – dice la signora Briel e si dirige verso la porta d’ingresso. Appena apre l’entrata, entra un ragazzo bellissimo, dagli occhi verdi e capelli neri, con una pelle diafana ed una movenza molto elegante, come se volasse.

- Mamma, lo sai che devi togliere le chiavi dalla porta, altrimenti non entro – dice il ragazzo degli occhi color smeraldo, come quelli della madre.

- Hai ragione, scusa – risponde la signora Briel

- Non devi chiedere scusa, è solo che mi dispiace disturbati – afferma con una dolcezza pari al Gianduia.

I due non si sono accorti che hanno uno spettatore e appena si dirigono verso la cucina, vedono Luce che li osserva.


- Ah, scusami. Lei è Luce, la figlia di Meggie. Luce, lui è mio figlio, Cameron. – dice Irene

Nel vederla, Cameron sembra disorientato, ma subito dopo, riprende la sua compostezza e va verso la ragazza dai capelli neri come la pece.

- Piacere di conoscerti Luce. – dice con un sorriso trentadue denti – Chiamami Cam…Ora, però, se non vi dispiace, vado nella mia stanza, sono distrutto.

- Certo tesoro, ti voglio bene – risponde la signora Briel.

- Ciao – saluta semplicemente Luce.

E dopo aver salutato Luce e la madre, Cam si dirige verso quella che dovrebbe essere la sua stanza.







- Poverino, arriva sempre stanco. Dovrebbe fermarsi un po’, altrimenti scoppia – dice la padrona di casa

- Scusi, non per farmi i fatti vostri, ma che cosa fa da sfiancarlo tanto? – chiede curiosa la ragazza

- Cameron fa volontariato all’Ospedale Regina Margherita. Fa il clown e porta regalini ai bambini ammalati –

- Davvero? Bello, cioè caspita, complimenti – risponde sorpresa Luce.

E dopo questo piccolo scambio di parole, le due si rimettono al lavoro.














Colarine's Thoughts:
Beh... Ho pensato che questa storia potesse essere carina :) spero lo sia davvero.... Grazie per aver letto il primo capitolo e se potete, lasciate un commentino giusto per dirmi le vostre opinioni:)
Bacio, Giulietta Preston






 
 
  
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