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Autore: HelenaRavenclaw    03/05/2012    5 recensioni
l'idea è quella di raccontare le giornate di Hermione da quando ha scoperto di essere una strega fino al primo giorno di scuola!
"«Quello che voglio sapere è se ti è mai capitato di fare accadere delle cose senza sapere come. Cose particolari e quasi impossibili. Dimmi, ti è mai successo?»
Tutti e tre i Granger furono spiazzati da quella domanda.
Come faceva quell'uomo a saperlo? Forse finalmente avrebbero saputo la verità?
«Ehm, si. Si mi è capitato.»"
(cit. dalla storia)
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Hermione 1

The beginning of a magical adventure.


Capitolo primo.

Una notizia verde smeraldo.





L'aria salmastra le soffiava tra i capelli, adorava il profumo della salsedine.

In cima a quella scogliera si sentiva incredibilmente libera: sotto di lei l'oceano infinito, dietro una distesa interminabile di erba verde e profumata, era tutto per lei, solo suo.

Sentiva di poter volare anzi, ne era certa!

Stava per spiccare il salto nel...

«Tesoro svegliati!»

«Hermione è tardi!» come un fulmine a ciel sereno, la voce di sua madre si era fatta strada nella sua testa fino a far sparire ogni traccia del meraviglioso sogno che la avvolgeva.

Aprì un occhio, un filo di luce dorata penetrava dalla fessura tra le pesanti tende scarlatte.

«Sono sveglia mamma!» urlò in direzione della porta stropicciandosi gli occhi con le mani.

Mille sfere di luce le riempivano gli occhi chiusi mentre cercava di riportare alla mente l'ultima immagine del sogno... .

Niente da fare, era svanito.

Dopo qualche secondo, con un unico ed energico movimento, si alzò dal letto, tolse il lenzuolo e si stiracchiò.

Inspirò a fondo, poi andò ad aprire le tende e la porta finestra.

La sua stanza dava sul giardino sul retro della casa, una piccola oasi di pace, e aveva un bellissimo balconcino abbastanza spazioso da poter ospitare una comoda sedia e un tavolino.

Era una bellissima mattina soleggiata, d'altronde era pieno luglio e non pioveva da quasi un mese (un record per la solitamente piovosa Londra).

Rimase qualche minuto appoggiata alla ringhiera, godendosi il tepore del sole sulla pelle.

Dopo essersi infilata la leggera vestaglia di seta lilla sopra il pigiama smanicato, si incamminò fori dalla camera, poi giù dalle scale fino ad arrivare in cucina.

«Ben svegliata dormigliona!» la accolse sua madre alzandosi dalla sedia per tostarle due fette di pane.

«Dormigliona... Mi sembra esagerato» disse sedendosi e guardando l'orologio sopra il frigorifero: «Non sono neanche le 9».

Sua madre le sorrise mettendole nel piatto il pane tostato, era una bella donna, Hermione le somigliava molto: occhi chiari, labbra carnose e altezza media, tutto come la madre eccetto per i capelli che la donna aveva biondi mentre lei castani come quelli del padre.

«Di solito non scendi mai dopo le 8, non hai dormito bene?»

«Al contrario, ho dormito benissimo. Forse il mio cervello ha finalmente capito che sono in vacanza e mi ha permesso di dormire più a lungo» rispose spalmando una dose generosa di marmellata alla fragola su una delle due fette.

«Perché papà non c'è?» solitamente c'era anche lui ad accoglierla al suo risveglio domenicale.

«E' andato a prendere delle cartelle allo studio» sua madre non riuscì a nascondere lo sguardo di scusa che, puntualmente, le spuntava quando lei o il marito portavano il lavoro a casa quando invece avrebbero dovuto stare con la loro unica figlia.

Erano entrambi dentisti e avevano uno studio molto popolare, cosa che era certamente meravigliosa, ma che li teneva sempre occupati.

«Ok, ma oggi andiamo in campagna vero? Facciamo il picnic?» gli occhi di Hermione erano illuminati!

Lei adorava stare all'aperto e, specialmente, adorava farlo con i suoi genitori: era dal suo undicesimo compleanno (esattamente 10 mesi prima) che aspettava quel picnic, ma era da altrettanto che veniva rimandata per questo o quell'altro impegno.

«Certo tesoro, è già tutto preparato. Devo solo riempire il cestino» la rassicurò sua madre dandole un buffetto sulla spalla.

Finita la colazione andò a lavarsi e vestirsi, da qualche mese le piaceva particolarmente lavarsi i denti: infatti si era da poco tolta l'apparecchio fisso (che odiava) ed era una gioia passare la lingua sui denti lisci.

Tempo 20 minuti era già di ritorno in cucina tenendo tra le mani “Ragione e sentimento” di Jane Austen che aveva iniziato da poco.

«Tesoro ti ho detto che dovresti aspettare a leggere quel libro».

«Mamma non sono più una bambina! E poi sai benissimo che non contiene niente di sconveniente».

La signora Granger ogni tanto si dimenticava che aveva dato alla luce un piccolo Einstein: non solo sua figlia era risultata sempre la migliore del suo anno, ma aveva anche ricevuto svariate borse di studio e moltissime richieste da scuole private prestigiose.

Mentre sua madre riordinava la cucina, Hermione si diresse in salotto dove aprì la grande finestra facendo entrare la dolce brezza estiva, per poi immergersi nella lettura in attesa del ritorno del padre.

Aprì il libro e subito fu come se fosse entrata in un mondo parallelo: quando leggeva si estraniava totalmente dalla realtà e niente riusciva a distrarla, o quasi...

«Ecco papà» esclamò riscossa dal rumore di pneumatici sulla ghiaia del vialetto.

Gli si precipitò in contro, aprì di scatto la porta e nella fretta di raggiungerlo inciampò nel tappetino: stava per schiantarsi a terra di testa quando un'improvvisa e potente folata di vento tiepido la sollevò evitandole la caduta.

Hermione lanciò un'occhiata imbarazzata al padre.

Lui cancellò subito lo sguardo preoccupato dai suoi occhi: ormai era abituato ad veder accadere eventi strani attorno a sua figlia, inizialmente sia lui che la moglie si erano preoccupati, ma dopo qualche anno avevano accettato quelle stranezze come parte integrante della figlia.

Le sorrise incoraggiante aprendo le braccia per accogliere quel piccolo fiore.

Era un uomo alto e anello, con due occhi scuri e profondi, ma anche dolci.

«Ciao tesoro, sei pronta per la nostra scampagnata?» le chiese scompigliandole i capelli crespi.

«Certo che si!»

«Bene, allora lasciami portare questi documenti nell'ufficio e poi possiamo partire» disse allontanandosi.

«Fai presto però!» urlò lei in direzione della porta aperta.

Era troppo felice, sorridendo si voltò a guardare la tranquillità della via: il gatto rosso della vicina era acquattato sotto la siepe, probabilmente a caccia di lucertole, la signora Carter della casa difronte stava innaffiando le aiuole, due bambine giocavano a rincorrersi qualche casa più in là e dall'incrocio tra la sua via e quella accanto, si stava avvicinando un vecchietto con una lunghissima barba bianca, un abito luccicante color smeraldo lungo fino ai piedi e un cappello a punta dello stesso colore.

Aspetta un momento.

Tornò a guardare in direzione dell'uomo.

Che strano.

C'era davvero un vecchietto stravagante che si faceva strada verso di lei.

Hermione continuò ad osservarlo incuriosita: quando fu a due metri da lei si fermò estrasse un foglio dalla tasca e dopo avervi dato un'occhiata lo rimise via.

Riprese a camminare e con grande stupore della ragazza voltò nel vialetto di casa sua.

«Buongiorno, ho il piacere di conoscere la signorina Hermione Granger?» domandò gentilmente scrutandola da sopra gli occhiali a mezzaluna.

Hermione rimase a fissarlo con la bocca aperta per qualche istante prima di rispondere: «Ehm, si. Si sono io.»

«Bene. Assolutamente meraviglioso! Io sono il professor Albus Silente. Vorrei parlare con te e con i tuoi genitori. Sono in casa?»

«C-certo, vado a chiamarli».

Scattò verso la porta, poi si ricordò che non era educato e allora rallentò.

Appena ebbe oltrepassato la soglia riprese a correre.

«Mamma c'è un signore stranissimo in giardino che vuole parlare con te e papà. Oh e anche con me» disse tutto di un fiato.

La madre parve perplessa: «Strano, non aspettiamo nessuno. Ha detto come si chiama?»

«Si. Professor Albus Silente.» rispose Hermione spingendola verso l'ingresso.

«Professore hai detto?» la domanda morì sulle labbra della donna mentre vedeva per la prima volta Silente.

«Buon dì. Lei deve essere la signora Granger. Incantato» disse baciando la mano alla donna.

«S-si, ehm salve».

Silente sembrava parecchio divertito da tutta la situazione.

«Come le avrà detto sua figlia io sono Albus Silente»

«Piacere, vuole seguirmi dentro?»

«Con piacere.»

Si avviarono in casa.

«Che dimora incantevole» disse Silente facendo un leggero inchino verso la signora Granger.

«La ringrazio, Hermione andresti a chiamare tuo padre mentre accompagno il signor Silente in salotto?»

«Si mamma.»

«La prego, da questa parte.»

Quando Hermione fu di ritorno con il padre trovarono Silente seduto su una poltrona.

«Buongiorno, mia figlia mi ha detto che vuole parlare con noi. E' un professore giusto?»

Silente gli andò subito in contro per stringergli la mano: «Professor Silente per la precisione».

«La sua gentilissima moglie è andata a prendere della limonata».

Hermione si diresse in cucina per aiutarla, mentre il padre chiedeva a Silente in cosa consisteva il suo lavoro.

Ancora non sapeva perché ma quell'uomo la incuriosiva tantissimo.

Prese due bicchieri già pronti e tornò quasi correndo in salotto.

«... che genere di materia insegna?» stava dicendo suo padre.

«Oh grazie mille Hermione. Oh non insegno più in realtà, ora sono preside.» bevve qualche sorso di limonata.

«Veramente squisita, complimenti signora. Dunque ora che siamo tutti qui posso scendere un po' più nei dettagli»

«Come stavo dicendo a suo marito io sono un insegnante, o meglio lo ero ora sono preside, di Hogwarts.»

«Hogwarts? Non ho mai sentito parlare di questa scuola...» lo interruppe la signora Granger.

«Oh beh è una scuola un po' speciale in effetti. Prima di raccontarvi ancora di Hogwarts però, vorrei farvi una domanda, forse vorrai rispondermi tu Hermione.»

La ragazza arrossì immediatamente.

«Quello che voglio sapere è se ti è mai capitato di fare accadere delle cose senza sapere come. Cose particolari e quasi impossibili. Dimmi, ti è mai successo?»

Tutti e tre i Granger furono spiazzati da quella domanda.

Come faceva quell'uomo a saperlo? Forse finalmente avrebbero saputo la verità?

«Ehm, si. Si mi è capitato.»

Silente sorrise: «Ne ero certo, vedi le cose che tu fai sono magie

Cosa aveva detto? Doveva aver sentito male!

«Ma andiamo! La magia non esiste» affermò suo padre sogghignando.

«Lei dice? Eppure non credo che sia mai riuscito a spiegarsi gli strani avvenimenti che capitano a sua figlia, o sbaglio?»

Lo sguardo di Silente era gentile, ma qualcosa faceva pensare che ti potesse leggere dentro.

«No, no non sbaglia. Ma com'è possibile che sia magia?! Andiamo è così, così...»

«Così strano! Già. Ebbene è quello che è! Hermione tu sei una strega, non ho nessun dubbio in proposito.»

Una strega, lei? Più ci pensava, più la cosa prendeva forma nella sua testa: non era poi così improbabile, che altra spiegazione c'era?

Sorrise di rimando al professore.

«Molto bene! Allora tornando ad Hogwarts...» estrasse una lettera dalla veste e la porse a Hermione.

«Hogwarts è una scuola di magia, ogni anno vi si riuniscono giovani maghi e streghe da tutta la Gran Bretagna per ricevere la loro istruzione e imparare a controllare i loro poteri. Le magie che tu hai compiuto sono state frutto di emozioni particolarmente forti, tu infatti non sei ancora in grado di controllare i tuoi poteri, ma dopo qualche anno ad Hogwarts sarai una strega coi fiocchi!»

Hermione scartò la lettera, conteneva un biglietto del treno e due fogli di pergamena, su uno erano scritte tante cose insolite: titoli di libri di scuola dai nomi strani come il “Manuale di Incantesimi” o “Guida pratica alla trasfigurazione per principianti”, indicazioni sull'abbigliamento “Un paio di guanti di protezione in pelle di drago o simili” (drago?!) e una serie di accessori tra cui una bacchetta magica!

«Ma, mi scusi, com'è possibile che nostra figlia sia una strega?» esclamò la signora Granger che fino a quel momento era rimasta in silenzio.

«Ammetto di aver sempre pensato che quello che Hermione sa fare avesse a che fare con qualcosa di simile. Ma nelle nostre famiglie non c'è nessuno di magico».

«E poi se esistessero maghi e streghe lo saprebbero tutti! O no?» domando perplessa.

«In effetti, no! E' dal 1692 che la Confederazione Internazionale dei Maghi ha approvato uno statuto Internazionale di Segretezza, esso ci impedisce di praticare qualsiasi magia di fronte ai babbani, o meglio lo si può fare ma poi si viene arrestati!» ridacchiò Silente.

«E per quanto riguarda la discendenza, beh innanzitutto non possiamo sapere se qualche vostro antenato possedesse poteri magici. In secondo luogo non sono rari i casi di maghi e streghe nati in famiglie babbane, i poteri magici sono innati e si manifestano nelle persone che possiedono particolari qualità!»

«Mi scusi professore, cosa sono i babbani?» chiese Hermione.

«Ottima domanda. E' così che noi maghi chiamiamo le persone senza poteri magici»

«Tornando a noi. L'anno scolastico inizia il 1° settembre, i ragazzi possono tornare a casa sia per le vacanze di Natale che per quelle di Pasqua, per arrivare alla scuola gli studenti devono prendere l'Espresso di Hogwarts che parte alle 11 in punto dalla stazione di King's Cross al binario 9¾!

Tutte le cose necessarie per la scuola le potete trovare ad Diagon Alley, sarà necessario che per prima cosa voi vi rechiate alla Gringott (la banca dei maghi) per cambiare i soldi.»

«Se avete una cartina vi mostro come arrivarci.»

I signori Granger erano ancora molto scioccati, quindi fu Hermione ad alzarsi e andare a prendere la mappa della città.

«Molte grazie»

Dopo che ebbe mostrato la strada ai suoi genitori tornò a rivolgersi alla ragazza.

«I tuoi genitori non riusciranno a vedere il Paiolo Magico, ma tu si. Una volta entrati chiedete al barista, Tom, di farvi entrare ad Diagon Alley. Nelle due lettere che ti ho appena consegnato ci sono indicate tutte le cose di cui avrai bisogno a scuola e anche le indicazioni per arrivare a prendere il treno».

Silente continuò a sorridere gioviale.

«Quindi è tutto? Aiuto ancora non ci credo!» disse a un tratto il signor Granger.

Poi scoppiò a ridere: «Una strega! Lo sapevo che eri speciale tesoro, ma... accidenti!»

Anche la signora Granger iniziò a ridere, Silente osservava silenzioso Hermione.

Rimasero così per un po', infine Silente si alzò: «Devo dire che avete accettato tutta la faccenda più alla svelta di quello che credevo!»

«Già se ne va?» chiese Hermione con una nota di tristezza nella voce.

«Purtroppo il dovere mi chiama, ma ci vedremo il primo settembre a scuola! E poi, se non erro, avete in programma un picnic!»

Si salutarono tutti calorosamente, ma solo Hermione accompagnò il professore fin fuori.

«Io, io volevo ringraziarla! Mi ha dato la notizia più bella della mia vita» la ragazza era rossa come un pomodoro.

«Cara ragazza! Diventerai una grande strega, è già tutto dentro la tua testa!» le fece l'occhiolino e poi si incamminò verso la fine della via.

Hermione lo seguì con lo sguardo, per un momento fu coperto da un pino: Hermione si aspettava di vederlo comparire subito dopo, ma niente.

Era come scomparso.

Tornò dentro e trovò i suoi genitori in cucina.

«Che notizia è?!» le disse la madre.

«Già, è incredibile!»

«Allora andiamo?»

Hermione annuì forte.

Per tutto il viaggio verso la campagna la ragazza non proferì parola: non stava elaborando la notizia, ci aveva creduto subito, era sicura che le cose che faceva dovevano essere, in qualche modo, spiegabili razionalmente e l'esistenza della magia non la stupiva poi così tanto.

Quello che le dava da pensare era la certezza dell'infinità di cose che ancora non conosceva, provava quell'euforia che solo conoscere cose nuove sapeva darle.

Il resto della giornata proseguì tranquilla, ogni tanto qualcuno accennava a Silente e ai suoi vestiti sgargianti, per il resto passarono il pomeriggio a fare congetture su cosa avrebbe studiato a scuola.

Hermione non vedeva l'ora di andare a Diagon Alley.

Quella sera, sotto le coperte, era talmente eccitata che non riusciva a prendere sonno, si alzò e prese dei fogli dal comodino, aprì le tende e poi la finestra: la brezza notturna la invase portandole le voci dei suoi genitori provenienti dalla veranda: «...sono certa che sarà più che all'altezza, la nostra streghetta».

La ragazza sorrise sedendosi sulla sedia che in quegli anni era stata come il trampolino di lancio per le sue avventure immaginarie, lesse per l'ennesima volta le lettere della scuola.

Un nuovo capitolo della sua vita stava per iniziare...

Si, sarò all'altezza!




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Ormai ho perso ogni speranza e non mi aspetto più delle recensioni!

Non per questo smetto di scrivere, assolutamente no!

E visto che al momento ho il blocco e non riesco a proseguire la storia The Marauders, mi sono dedicata a quest'ideuzza che da qualche tempo mi stuzzicava il cervelletto.

Quindi ecco a voi la nuova storia, l'idea è quella di raccontare le giornate di Hermione da quando ha scoperto di essere una strega fino al primo giorno di scuola!

Spero proprio che vi piaccia. =)



 

   
 
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