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Autore: Little Firestar84    03/05/2012    3 recensioni
Definizione di sorella maggiore: creatura impicciona incapace di non mettere il naso in faccende che non la riguardano. E la stessa definizione vale per Kate Jane, che ha un solo obbiettivo, quello di vedere, di nuovo, il fratellino sposato. Peccato che suddetto fratello non ne possa più di macchinazioni e appuntamenti al buio, obbligandolo a prendere seri provvedimenti quando evitare Kate diventa impossibile... perciò, cosa c'è di meglio che chiedere alla persona che meglio lo conosce, la sua migliore amica, Teresa Lisbon, di fingere per qualche giorno di essere sul punto di sposarlo? Peccato che Teresa sia terrorizzata all'idea di questa messinscena, perchè, per lei, fingere di amare Patrick Jane non sarebbe esattamente una bugia...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccole Bugie Fra Compagni di Squadra

Quando entrò nell’ufficio di Lisbon senza bussare, come suo solito, fu per puro miracolo che Jane evitò, con grande maestria ed abilità dettata da anni ed anni di esperienza, di essere beccato in piena testa da quello che sembrava un romanzo russo formato rotocalco; fu con altrettanta maestria che Jane mostrò la sua migliore interpretazione degli occhi da cucciolo abbandonato a Lisbon, che con quel mattone aveva appena tentato di farlo fuori.

“Sei morto” lo minacciò, indicandolo con un dito accusatorio,  furibonda, rossa in volto per la rabbia, col fiatone. Lui non batté ciglio, anzi: Lisbon arrossata in volto col fiatone e con quella voce rauca non lo intimidiva affatto, perché gli ricordava un’altra certa situazione in cui lei era rossa, col fiatone e la voce rauca, una situazione in cui nell’ultima settimana  si erano trovati almeno una volta ogni notte, una situazione molto, molto gradevole; allo sguardo predatorio del suo consulente, Lisbon, stranamente, arrossì, guardando da un’altra parte col broncio, conscia che, se mai avesse posato gli occhi su di lui, i suoi propositi omicidi sarebbero svaniti, insieme alla sua credibilità. E comunque, era stata chiara: niente sveltine in ufficio.

“Allora, sentiamo, cosa ho fatto stavolta? Perché mi sono comportato piuttosto bene nelle ultime settimane. Nessuna vedova assassina o presunta tale  sedotta, niente ricatti o manipolazioni estreme, non mi sono fatto rapire né ho rapito nessuno, non ho sparato né mi sono fatto sparare, nessuno, compreso il sottoscritto, è stato sospeso. Ritengo che alche il numero delle lamentele nei miei confronti sia diminuito, merito della tua benigna influenza, non c’è dubbio. Perciò te lo chiederò di nuovo, mia cara: cosa avrei fatto di così grave da meritare la morte, o peggio ancora, di essere esiliato dal nostro talamo nuziale?”

Lui ridacchiò, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia davanti alla scrivania di Lisbon, e lei, arrossendo ancora di più, si limitò, a tirargli un sacchetto delle brioches accartocciato addosso, che lui finse essere un’arma di distruzione di massa, massaggiandosi il gomito colpito nemmeno fosse stato preso nel mezzo di due fuochi di mitra. “Oh, donna, fai attenzione! Sono solo un consulente, non un rude poliziotto come voi! Sono molto delicato, dovresti avere maggiore cura di me!”

“Sta zitto, idiota!” gli rispose lei, ma Jane sapeva già che qualsiasi cosa lui avesse fatto, qualunque fosse stato il motivo per cui lei ce l’aveva con lui, ormai era tutto risolto ed era stato perdonato. Il sorriso di Teresa la diceva tutta in materia. “E’ tutta colpa tua. Sai, non so se sarò mai capace di perdonarti…”

“Oh, ma, Lisbon, io conosco alcuni modi molto efficaci per farti rilassare… modi che sono certo mi faranno guadagnare il tuo perdono. Ma sono curioso: dimmi, cosa avrei fatto di così terribile da meritarmi la morte o un sempiterno odio?” allo sguardo allusivo, Lisbon, non potendo arrossire di più, si limitò a mordicchiarsi il labbro,  borbottando un altro sta zitto a denti stretti e indicando, a braccia conserte, il tomo gigante che lei gli aveva lanciato contro appena messo piede in ufficio: “Southern California Bride Magazine”, raccolta completa dei numeri  dell’anno precedente, più un sottile volumetto della stessa rivista sulla scrivania di Teresa, con in copertina il corrente mese ed anno.

“Considerato che mia sorella non ha messo piede in ufficio oggi, devo forse dedurre che Van Pelt stia tentando di cambiare, seppure temporaneamente, professione?” Jane, ridendo, e non certo sotto i baffi, fece scorrere veloci le pagine del mattone, soffermandosi su quelle che la rossa aveva messo in evidenza con una serie di post-it;   Come scegliere un abito da damigella che non ti faccia odiare dalle tua amiche, e Sposarsi per la prima volta a 40 anni in California, fra le altre cose, tentarono di rubate la sua attenzione prima di finire dove  sarebbero dovuti essere fin dal principio: il cestino della spazzatura, spirito ecologista al diavolo per una volta. Certo, però, che il fatto che lei avesse effettivamente guardato quel giornale lo faceva sentire leggermente… su di morale. Il fatto che Lisbon si interessasse di matrimoni significava forse che desiderasse sposarsi? Era lui, come voleva sperare, il papabile candidato? E se non lo era, come passare dalla mera seduzione fisica di tipo sessuale a quella ben più complicata di tipo emozionale-affettivo?

“Andiamo, Lisbon, non prendertela. So che è stressante e difficile da digerire, ma come ti ho detto, Van Pelt tutta questa energia la deve buttare da qualche parte, e dato che di sesso sembra non parlarsene…”

“Cosa, le facciamo organizzare il nostro matrimonio perché lei non è in grado di vivere con le conseguenze delle sue azioni e di rifarsi una vita perché si lascia ossessionare dal passato e crede che ci siano giusto due uomini decenti sulla faccia della terra?”

“Dai, cosa ti costa lasciare che sogni un po’? Nessuno si fa male, lo hai detto tu che siamo due adulti che potevano benissimo gestire la cosa…”

“Jane, qui non si tratta solo di farmi avere delle riviste. Qui si tratta di Van Pelt che mi fa avere una lista delle date disponibili in tutte le chiese ed uffici pubblici abilitati alla celebrazione di matrimoni in Sacramento nei prossimi sei mesi,  con tanto di annesso elenco dei documenti necessari per procedere alla cerimonia, per, usando sue parole, arrivare preparata alla fatidica data prima che arrivino i fatidici 40.” Dimmi Jane, questo ti preoccupa?” gli chiese, con le mani in grembo, tentando di sembrare il più tranquilla possibile. Il che, lui lo sapeva, significava che era davvero, davvero furiosa, e che l’omicidio non era poi così difficile da contemplare come ipotesi. 

“Ah”

“Già, Jane, ah. E sai a cosa dico ah io? Lo dico al fatto che stasera dobbiamo cenare tutti da  n… da te, e che quelle due pazze sono capaci di farci trovare un giudice di pace seduto al tavolo con noi, cosicché io possa sposarmi prima dei fatidici 40!” continuò lei con falsa calma, anche se Jane poteva vedere il polso battere sul suo collo, il battito del cuore accelerato dalla furia e gli occhi splendenti e infuocati come nel bel mezzo di una battaglia.

“Beh, dopotutto non sarebbe nemmeno contrario al regolamento interno …” borbottò lui sottovoce, sperando che lei non lo avesse sentito. Purtroppo per lui, il silenzio che era calato su di loro, unito allo sguardo omicida e la mano che stringeva il fermacarte di ottone, gli disse che sì, lei lo aveva sentito, e che non le importava nemmeno che lui avesse effettivamente letto il regolamento interno del CBI.

“Jane, non è per nulla divertente. Ci tengo al mio lavoro, e Bertram e Ardilles sono già convinti che io mi lasci comandare a manetta da te, perciò non ho alcuna intenzione di dar loro ulteriore ragione di dubitare della mia pro… delle mia capacità come agente capo, cosa che, lascia che te lo dica: accadrebbe se voci di un imminente matrimonio tra noi due  giungessero alle loro orecchie, perciò adesso stammi a sentire: tu alzi le tue chiappe dalla sedia e vai di là a spiegare a tutti perché non ci stiamo per sposare, o giuro su Dio che farò in modo che tu trascorra anche solo qualche ora in galera con gli amici del padre di Rigsby, presente quei motociclisti grandi, grossi e violenti che tu hai fatto arrestare e  ti hanno giurato vendetta?”  Lui, ingoiando la saliva, fece segno di sì – a tutto – e lasciò la stanza senza proferire ulteriore parola.

Ok, magari la faccenda della seduzione avrebbe richiesto un po’ più di energie del previsto, se Lisbon era davvero così contraria all’idea di sposarlo, ma non avrebbe certo demorso. Il primo passo, averla nel suo letto, era stato fatto, adesso aveva solo da far sì che rimasse lì con lui vita natural durante.

Prima, però, doveva fare in modo di rimanere vivo….

“Chiedo scusa, signori e signore, potrei avere la vostra attenzione? Dovrei fare un annuncio….”  Con il suo impeccabile fare da showman, Jane si mise al centro della piccola sala conferenze, squadrando col suo sorrisetto da so tutto io gli altri 4 membri della sua unità, intenti a scambiarsi carte riguardanti l’ultimo caso che avevano chiuso solo poche ore prima, in tempo record. Cho non tradiva nessuna emozione, come suo solito, mentre invece Lisbon continuava ad avere quel luccichio omicida negli occhi, e Grace… Grace sembrava il personaggio pazzo di qualche cartone animato giapponese degli anni ’80, con gli occhioni enormi e le mani incrociate a preghiera come a sperare che il vero amore dovesse vincere da un secondo all’altro. Iniziava a capire sia sua sorella che, soprattutto, Lisbon: quella donna era davvero, davvero terrificante. Avrebbe dovuto iscriverla ad un sito per incontri piccanti e organizzarle qualche appuntamento. Rientrare in contatto con la realtà con un po’ di sano, vecchio sesso non avrebbe certo potuto farle male. “No, van Pelt, non sto per annunciare la data del matrimonio.”

La rossa si mise a singhiozzare in silenzio con grossi lacrimoni, quasi avesse voluto convincerlo a farlo davvero quel dannato annuncio.  Davvero non sapeva che il manipolatore non poteva essere manipolato? Poi, l’uomo prese un grosso respiro, e chiudendo gli occhi- perché una piccola bugia la stava per dire, in un certo senso, e non se la sentiva di mentire troppo a quelli che troppe, troppe volte gli avevano salvato le chiappe, e soprattutto non era certo di poter resistere agli occhioni tristi di Grace – disse quello che gli premeva di ammettere senza indugiare, tutto di un fiato. “Lisbon ed io non stiamo insieme”

Il silenzio cadde nella stanza, sguardi inquisitori vennero mandati all’indirizzo della presunta coppia, e, sorpresa delle sorprese, a rompere il silenzio non fu nessun altri se non Rigsby. “Ma perché, i matrimoni di interesse si danno ancora?”

“No, Rigsby, i matrimoni di interesse, generalmente, non si fanno più. Non tra le persone normali, almeno.” Sbuffò Lisbon tenendo gli occhi chiusi per meglio controllare il suo pessimo umore, che andava via via peggiorando col passare dei secondi.

“Allora vi sposate perché Jane ti ha messa incinta! Ah! Lo sapevo che sa la spassavano! Pagate, miscredenti!”

“Non sono incinta!” urlò Lisbon- senza negare la parte relativa allo spassarsela col consulente -  interrompendo il giubilo del subordinato che stava collezionando una caterva di banconote dai due colleghi, che guardavano l’uno con aria da “vergognati, cosa hai fatto”, l’altra con “non credo che potrò resistere all’idea-che il vero amore non possa trionfare e voi siete così perfetti insieme”… mentre invece Jane guardava verso l’alto, con aria attenta e concentrata, mezza sognante, già immaginandosi una biondina con gli occhi verdi o un moretto con gli occhi azzurri. Che poi, non era così impossibile… Ok, Teresa prendeva la pillola, ma c’era una finestra tra lo 0,1 ed il 5% di possibilità che qualcosa fosse andato storto e il contraccettivo non avesse funzionato…. Chissà se una gravidanza avrebbe giocato a suo favore. L’idea di farsi una famiglia avrebbe fatto desiderare - ammettere- a Lisbon che tra loro c’era ben più di una semplice amicizia, di una  relazione da “amici di letto”?

“Tutto quello che avevo scommesso che però vanno comunque a letto insieme”

“Noi non andiamo a letto insieme!” sbottò Lisbon, sibilando a denti stretti, imbarazzata e incapace di guardare gli altri negli occhi per la colossale bugia che stava raccontando,  mentre  il denaro continuava ad essere scambiato tra Cho e Rigsby, ed i due non sapevano più cosa spettasse a chi. E Jane, intanto, si nascondeva la bocca dietro una mano, sperando di apparire naturale e che nessuno si rendesse conto che se la stava ridendo della grossa perché la sua dolce Teresa, da buon poliziotto che era, non sapeva come mentire decentemente- un particolare che a Cho, se il suo sguardo suggeriva qualcosa, non era passato inosservato.

“Quello che Lisbon sta tentando di dirti, Grace, è che dovresti smetterla di organizzarci il matrimonio, perché non ci sarà nessun matrimonio. Lisbon ha accettato di fingere di essere la mia fidanzata perché Kate era preoccupata che io fossi solo…” io suoi occhi si abbassarono, a la tristezza calò su di lui e sulla sua voce, la maschera che ancora una volta cadeva per un attimo, lasciando intravedere, sotto, il vero uomo – e a Lisbon quasi vennero le lacrime agli occhi, credendo che stesse  pensando alla scomparsa dell’amata moglie, e  non al difficile compito che lo attendeva, quello di conquistare la donna che ora lui amava.

“Perciò stasera niente cena? Ma io ci contavo! E Sarah è stufa di stare chiusa in casa!”

Lisbon scoppiò a ridere, incapace di controllare la testa che cadde sul tavolo con un sonoro “thund” mentre le amni stringevano il ventre. “Tranquillo, Rigsby, per te c’è sempre cibo disponibile. A patto che tu finga di non sapere che è tutta una falsa…” Per ora pensò Jane, mangiandosi Lisbon con gli occhi neanche fosse stato il lupo cattivo di Cappuccetto Rosso con davanti nonna e nipote con tanto di mela in bocca.

 Cho alzò gli occhi al cielo, facendo cenno di no col capo e sospirando davanti a quella plateale bugia da parte del suo superiore- e la manifesta incapacità di Rigsby e van Pelt di rendersi conto che il capo non stava dicendo loro tutto.  Quelli erano davvero incredibili. 

   
 
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