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Autore: Gulminar    06/05/2012    7 recensioni
Tanya Cindy Larsson, nata a Londra da madre russa e padre scandinavo. Diplomata a Hogwarts con ottimi voti. Fra le più promettenti reclute dell’Accademia Auror londinese. Entrata giovanissima nella Squadra Phoenix, il corpo scelto del comandante Harry James Potter. Medaglia del Ministero della Magia per servizi resi alla comunità magica. Trasferitasi a Liverpool in seguito allo scioglimento della Phoenix. Incaricata ufficiale per il caso della Cacciatrice.
Sembrava proprio un angelo, stesa in quel letto d’ospedale. I boccoli biondi come un velo che copriva il cuscino, il volto sereno, lontano dalle preoccupazioni, nel sonno indotto dalla magia.

Liverpool, anno 2021. L'Auror Tanya Larsson si dibatte fra un passato che non riesce a dimenticare e un presente da incubo, può darsi che i vecchi amici ed ex colleghi di Londra siano i soli in grado di aiutarla.
Delirio post Doni della morte, escludendo l'Epilogo "19 anni dopo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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EPILOGO
Lacrime nella pioggia

 

Hanno rimandato a casa
le loro spoglie nelle bandiere
legate strette perché sembrassero intere.

Fabrizio De Andrè


3 dicembre 2021
10 AM
Aeonrange, cimitero degli Auror londinesi

 

A porgere l’estremo saluto a Tanya Larsson c’erano tutti. Il Dipartimento di Londra al gran completo, con il capitano Miller in testa. Ciò che restava degli Auror di Liverpool, persino alcuni famigliari di Leo Larkin che l’avevano conosciuta. Natasha Bradford con numerose personalità del Ministero. La New Phoenix schierata in prima fila, i membri della vecchia Phoenix confusi nella folla. Appresa la notizia, erano rientrati tutti. La sola considerazione comune, nel riabbracciare i vecchi compagni, era stata che avrebbero preferito ritrovarsi in circostanze più liete. Lo smarrimento non lasciava spazio ad altro.
Una macchia rossa indicava tre generazioni di Weasley. Ron aveva accettato saluti, parole di conforto, lacrime, baci e abbracci, ma si era barricato dietro un mutismo quasi scontroso.
C’erano anche i genitori naturali di Tanya e un paio di fratelli con relative famiglie. Anche loro si erano avvicinati a Potter e Weasley per scambiare qualche parola. Ron aveva detto a Harry di sbrigarsela da solo, non voleva aver a che fare con quelle persone e preferiva evitare di buttare giù i denti a qualcuno. La famiglia era sempre stata un argomento affrontato malvolentieri da Tanya. Definiva i suoi genitori dei negrieri, i suoi fratelli una manica di smidollati senza sogni, prodotti in serie per essere impiegati nell’impresa di famiglia. Lei aveva voluto essere diversa, scegliere per proprio conto la sua strada, per questo era diventata la reietta del gruppo. Ron non avrebbe potuto stringere la mano a quella gente senza che gli venisse il vomito.
Tanya era stata composta in alta uniforme, un tappeto luccicante di medaglie le copriva la metà sinistra del torace. Ron avrebbe voluto seppellirla con le spade gemelle di Armin Stark, ma erano risultate disperse, probabilmente distrutte. Si chinò per baciarle la fronte. Che quel branco di imbecilli vedesse, sentisse chi era la figlia su cui aveva sputato.
La New Phoenix era una schiera compatta a pochi passi dal feretro, ognuno teneva le braccia sulle spalle dei compagni vicini. Soltanto Lionel era più avanti di un paio di passi, piangeva in silenzio. Ron si unì a loro.
Per prima parlò Natasha Bradford. Fu un lungo e solenne discorso su quanto fosse importante il lavoro svolto dagli Auror, sul loro indomabile coraggio e spirito di sacrificio. Si dilungò in una dettagliata descrizione della brillante carriera di Tanya, concluse pronunciando un ringraziamento ufficiale a nome di tutta la comunità magica. A Ron parve un mucchio di altisonanti stronzate e vuoti paroloni, ma non poté negare che ci fosse coinvolgimento nella voce del Ministro. Ebbe anche l’impressione che la donna si fosse asciugata un paio di lacrime indiscrete.
Il capitano Miller aveva scelto alcuni episodi emblematici, per descrivere che persona era stata Tanya. Probabilmente, le lacrime impellenti lo fermarono prima di quanto si fosse aspettato. Per molti membri del Dipartimento dovette essere sconvolgente vederlo in quello stato. Troncò il discorso nel modo più elegante che riuscì a trovare, prima di sciogliersi del tutto.
Sarebbe toccato a Ron, ma fu Ginny a prendere posto sul pulpito, non era nel programma. Appariva d’acciaio come sempre, la sola che non avesse ancora pianto una lacrima. La voce non le si incrinò nemmeno una volta. Parlò di come fosse stato essere amica di Tanya, di quanto avesse significato. Disse che era stata una sorella maggiore per tutti i suoi figli.
Ron avrebbe preferito che Ginny evitasse, ebbe l’impressione che una ruota dentata in movimento gli fosse stata montata al posto del cuore.
Cessato l’applauso, calò di nuovo un silenzio surreale, rimasero solo singhiozzi più o meno sommessi. Salendo a sua volta sul pulpito, Ron pensò che l’atmosfera fosse in grado di schiacciarlo, e lo era davvero. Non aveva preparato un discorso ma sapeva di doverlo fare.
“In momenti come questo…” Esordì con voce incerta. “È sempre facile scadere nelle frasi di circostanza. L’Auror Tanya Larsson delle frasi di circostanza non ha mai avuto bisogno, quindi anche io cercherò di farne a meno.”
Si passò una mano sulla fronte, mai avrebbe immaginato che una cosa semplice come parlare potesse essere tanto complicata. Pensò a Hermione e desiderò averla accanto.
“Potrei parlarvi per ore di che persona era Tanya.” Parve ripensarci e scosse la testa. “Chi ha avuto la fortuna di conoscerla lo sa, non occorre che ne parli io. Tanya aveva la strana capacità di essere il dettaglio in più, quello necessario a far funzionare le cose, in ogni situazione. Sembrava sapere sempre quali fossero il suo posto e il suo scopo. E per tutta la vita il suo scopo è stato aiutare. Soltanto con una cosa non è riuscita a fare i conti, la sua generosità.”
Era già assurdo essere arrivato a quel punto senza che la voce divenisse incomprensibile per l’angoscia. Tenne lo sguardo sul corpo nel feretro, parve non sapere se e come continuare.
“Adesso… concedetemi un momento soltanto con lei.”
Se la voce non fosse stata amplificata magicamente, nessuno avrebbe compreso.
“Tanya.” Represse un singhiozzo. “Noi adesso cosa facciamo?”


Mentre il feretro spariva lentamente alla vista, era cominciata la pioggia. Pareva che anche il cielo fosse commosso per la fine di Tanya Larsson.
La gente sfollò con calma tetra. Rimase solo Lionel, immobile nel punto da cui aveva seguito l’intera funzione. Altre lacrime silenziose a confondersi nella pioggia.
Ron vagò senza meta nella quiete del cimitero. Era un bel posto, le tombe sistemate in ordine sparso, quasi casuale, sotto la volta di maestosi secolari. Era distante da qualsiasi città e c’era sempre un gran silenzio. Sapeva che molti maghi erano soliti passeggiare nel parco che lo circondava, in cerca di ispirazione.
Verso l’ora di pranzo, entrò in una piccola taverna nelle vicinanze, senza sapere come vi fosse giunto. Non si erano messi d’accordo ma vi trovò la New Phoenix al completo, mancava solo Lionel. Si sedette accanto a Harry e Ginny, mangiarono qualcosa in silenzio, limitandosi a scambiare uno sguardo di tanto in tanto.
Ognuno lasciò il locale per proprio conto, in orari diversi dagli altri. Di nuovo senza mettersi d’accordo, tornarono tutti alla tomba di Tanya. Lionel non si era mosso, ormai doveva essere zuppo fino alle ossa. Sofia gli si avvicinò ma non osò né sfiorarlo né rivolgergli la parola. Harry e Ginny si sedettero su alcune pietre al riparo di un secolare, Ron rimase più in disparte. Kendra e Michael erano divenuti inseparabili compagni di dolore, Drew e Jack parevano invecchiati di un’eternità.
I minuti si dilatarono.
“Il capitano Weasley ha ragione.” Scandì Michael, sforzandosi di rompere il silenzio nella maniera più delicata possibile. “Noi adesso cosa facciamo?”
Dovette dare voce alla domanda che si agitava negli animi di tutti, i volti, se possibile, si incupirono ulteriormente. Per altri minuti che parvero eterni, nessuno si azzardò a rispondere.
“Io dico che dobbiamo restare insieme.”
Sofia capì di aver dato voce al pensiero di molti, quando si vide rivolgere più di uno sguardo di approvazione.
“Come prima missione, non abbiamo fatto una bella figura.”
In quella immobilità surreale, Lionel pareva essersi mutato in statua, occorse un attimo in più per capire che era lui a parlare.
“Juggler ci ha rivoltati come ha voluto, dobbiamo avere la possibilità di rifarci.”
In diversi annuirono.
“Signori.” Harry aveva lasciato la posizione sotto l’albero e si era avvicinato. “Questa non era una missione qualsiasi. Ho avuto modo di apprezzare il comportamento di ognuno. E sono dell’idea che il progetto New Phoenix debba proseguire, se voi siete disposti.”
Parlando si accorse che il gruppo si era ricompattato intorno alla lapide. Capì, dagli sguardi, che le sue parole erano quelle che avevano sperato di sentire.
“Noi siamo la New Phoenix.” Disse Ron, entrando nel cerchio. “Tanya ci sputerebbe in faccia, se decidessimo di scioglierci.”

27 dicembre 2021
5 PM
San Mungo, Zona Protetta Permanente


Ron e Harry percorsero il corridoio quasi a passo di carica. La guaritrice Daniels, cinquantenne dall’aspetto sgradevole ma con fama di professionista ineccepibile, venne loro incontro con l’espressione enigmatica a cui li aveva abituati.
“Capitano Weasley.” Disse senza preamboli. “Ho una notizia ottima e una pessima. Quella ottima è che ci siamo riusciti, vostra moglie si è svegliata e ha chiesto di voi. Quella pessima è che non ha coscienza di questi anni, è convinta di essere stata male un giorno o due e che questo weekend dobbiate andare in gita a Dover.”

* * *

Liberamente ispirato al capolavoro di Joanne Kathleen Rowling,
alla quale appartengono molti termini e ambientazioni
i personaggi sono di mia creazione,
esclusi Harry e Ginny Potter, Ron e Hermione Weasley.
Ravenna 7 gennaio 2012

Next: note e considerazioni finali dell'autore.

   
 
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