Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: HelenaRavenclaw    06/05/2012    3 recensioni
“L'agitazione all'interno della saletta era palpabile, ora nessuno aveva il coraggio di aprire bocca.
James rifletteva sul modo con cui sarebbero stati smistati, ma era sicuro che qualunque cosa sarebbe stata lui se la sarebbe sicuramente cavata.
Sirius invece pensava a come diventare un Grifondoro, non voleva proprio rischiare di diventare acido e odioso come i suoi amati genitori.
Remus si torceva le mani sperando con tutte le sue forze di finire nella stessa casa dei suoi nuovi amici, lui infatti non era abituato ad averne, e si sentiva felicissimo e fortunatissimo.
Peter dal canto suo pensava a poco e niente se non al banchetto di cui aveva parlato la professoressa McGranitt.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The marauders, capitolo 5

Capitolo 5


Finalmente il Quidditch.



A due settimane dall'introduzione della nuova punizione James e Sirius dovettero ammettere che non potevano dirsi infelici: infatti durante i pomeriggi passati con Hagrid si divertivano molto e ben presto diventarono ottimi amici del guardiacaccia.
Tuttavia c'era qualcosa che stonava, come se avessero smarrito un pezzo del puzzle delle loro vite: quello che più gli mancava non erano le scorribande in giro per la scuola, ma era stare con i loro amici Remus e Peter.
Ormai gli unici momenti che potevano passare insieme (oltre alle lezioni) erano le poche ore dopo la cena in Sala Grande, ore che però dovevano dedicare anche ai compiti.
Ogni sera tutti e quattro andavano a letto molto tardi e, anche se ogni tanto chiacchieravano e scherzavano, erano sempre un po' depressi per il poco tempo che avevano a disposizione.
Nel frattempo sulla scuola era sceso un velo di tranquillità che, se dapprima aveva reso increduli un po' tutti quanti, alla fine era stato largamente apprezzato, in special modo dagli insegnanti che ne avevano approfittato per aumentare il ritmo in classe.
Le lezioni erano sempre più interessanti, ma sopratutto difficili: la professoressa McGranitt li aveva da poco messi alla prova con la trasfigurazione di oggetti più complessi: dovevano trasformare una boccetta di inchiostro vuota in un calice di vetro; il professor Vitius aveva appena iniziato a spiegar loro l'incantesimo per far volare gli oggetti, che era molto complicato e il professor Sharp gli stava spiegando una fattura utile per affrontare i vampiri.
Anche Erbologia li stava mettendo a dura prova: da qualche giorno stavano studiando un fungo rosso a pois gialli che tra le sue capacità aveva quella di allungarsi come una molla e picchiare sulla testa chi lo avvicinava troppo; l'unica materia a non essere cambiata di una virgola era Storia della Magia, il professor Rüf infatti era noioso e lento come sempre.
Inoltre all'inizio del mese avevano iniziato le lezioni di volo con il professor Bumb, le ore che trascorrevano nel cortile sul retro della scuola non erano impegnative, almeno non se avevi un minimo di familiarità con un manico di scopa: Peter al primo tentativo di spiccare il volo si ribaltò in avanti e finì in infermeria col naso rotto, Remus invece non riuscì a far volare la sua scopa fino al decimo tentativo, ma era talmente insicuro che quella ripiombò a terra dopo neanche un secondo; tuttavia l'incidente più grave lo ebbe un ragazzino di Corvonero di nome Xenophilius Lovegood (un tipo molto stravagante e eccentrico che stava particolarmente simpatico a Sirius) che durante la loro seconda lezione si diede una spinta talmente forte da andare a sbattere contro il muro rischiando di rompersi la testa!
Mai gli studenti del primo anno avevano frequentato con tale assiduità la biblioteca: Madama Pince, la bibliotecaria, era arrivata a sospettare che stessero organizzando qualche complotto!
La verità era che Lily Evans aveva organizzato un gruppo di studio e aveva praticamente obbligato tutti quelli del suo anno a parteciparvi: «Come sperate di passare gli esami se non studiate almeno 3 ore al giorno?!», nessuno osava ribattere sia perché tutti la trovavano molto simpatica e carina, ma sopratutto perché aveva dimostrato di saper praticare fatture eccellenti e nessuno voleva rischiare di finire affatturato.
Dopo quasi un mese dall'inizio della punizione i quattro amici stavano raggiungendo il massimo della sopportazione, durante una domenica sera particolarmente nefasta James stava già minacciando di stregare il tè dei professori il mattino seguente quando un foglio di pergamena apparve nella bacheca della sala comune.
I ragazzi si precipitarono a leggere e James, facendosi largo a gomitate tra la folla, riuscì ad arrivare per primo.
Sperando che annunciasse la sospensione perenne delle lezioni, il ragazzo iniziò a leggere, ma quando ebbe finito il sorriso che gli incurvò le labbra era ancora più soddisfatto e gongolante:
la stagione del Quidditch era iniziata e quel fine settimana ci sarebbe stata la prima partita, Grifondoro contro Serpeverde!
Non solo sarebbe stata l'occasione perfetta per passare un po' di tempo con i suoi amici senza il pensiero assillante dei compiti, ma specialmente significava adrenalina e gioia incalcolabile: James infatti era un patito del Quidditch e un tifoso decisamente sfegatato.
Il mattino seguente l'agitazione era palpabile in tutta la scuola e durante tutta la settimana gli studenti di Serpeverde e Grifondoro si stuzzicarono con maligne battutine e spesso si scontrarono lanciandosi incantesimi o fatture.
James era assolutamente in estasi e non vedeva l'ora di vedere la partita.
Il mattino di sabato fu il primo a svegliarsi e buttò giù dal letto i suoi compagni senza tante cerimonie.

«Forza! Oggi si gioca!», quando finalmente gli altri scesero dai letti lui era già vestito e stava arrotolando una grande bandiera scarlatta con lo stemma di Grifondoro.
«James è ancora presto! Perché diavolo non ci hai lasciato dormire?!» sbuffò Remus infilandosi la veste.
Peter era ancora mezzo addormentato e stava tentando di infilare un piede nella manica.
Sirius invece pareva aver realizzato che giorno fosse e cosa stava per esserci e quindi si affrettò a vestirsi.
«Dai muovetevi voi due!» intimò James a Peter e Remus, saltellando dall'eccitazione.
Scesero di corsa a colazione; la Sala Grande era praticamente deserta, gli unici già scesi erano i giocatori delle due squadre.
I quattro amici presero posto vicino a quelli della loro Casa.
«Buongiorno!» li salutò James con un sorriso da un orecchio all'altro.
I sette giocatori li salutarono di rimando, si vedeva che erano tutti un po' nervosi ma qualcuno di loro era anche molto eccitato.
Iniziarono a mangiare in silenzio, ma dopo qualche istante James e Sirius iniziarono a fare mille domande al capitano della squadra, Trish McLeod, una ragazza del settimo anno con dei lunghissimi capelli dorati che in quel momento erano acconciati in una coda di cavallo.
Trish era una grande giocatrice, il professor Bumb si vantava di lei con tutti gli studenti dicendo che sarebbe sicuramente entrata nella nazionale.
«Coraggio ragazzi, è ora di scendere al campo!» annunciò Trish quando la Sala iniziò a riempirsi.
James augurò buona fortuna a tutti almeno 3 volte prima di tornare a sedersi.
«Aaaah sono così elettrizzato!»
«Veramente James?! Non l'avevamo affatto notato» commentò sarcastico Sirius.
«Già! Nell'ultima settimana non hai mai accennato alla partita» aggiunse Remus sogghignando.
James, tanto per cambiare, gli fece una linguaccia.
Ormai i tavoli di tutte e quattro le case erano pieni.
Molti studenti indossavano sciarpe e cuffie con i colori di Grifondoro: praticamente tutti eccetto i Serpeverde che erano una macchia verde/argento in un mare scarlatto/dorato.
La partita iniziava alle undici, ma dato che James voleva assicurarsi i posti migliori, i ragazzi si incamminarono verso lo stadio con mezz'ora di anticipo.
Remus e Peter non erano mai stati nello stadio (ne mai in vita loro ne avevano visto uno) e rimasero piacevolmente colpiti; Sirius e James, dal canto loro, c'erano già stati più di una volta con Hagrid: spesso capitava che alcuni animali uscissero dalla foresta e si intrufolassero nello stadio dove poi si smarrivano, quindi il guardiacaccia doveva prenderli e riportarli nel folto degli alberi.
Lo stadio era circolare e imponente: alti spalti circondavano il campo ad un'altezza di circa 10 metri, le gradinate erano divise per colori, uno per ogni casa: rosso quelle al centro sulla desta, verde quelle al centro sulla sinistra, blu quelle dietro i 3 anelli vicini all'ingresso e giallo quelle dietro agli altri 3 anelli, ma niente impediva agli studenti di ogni casa di sedersi in un posto qualunque.
James prese posto prima dietro gli anelli dove avrebbero dovuto segnare i Grifondoro, poi dal lato opposto, per poter dar man forte al loro portiere, dopo neanche due minuti si spostò di nuovo e si sedette al centro delle gradinate rosse, stava per alzarsi ancora quando Sirius lo afferrò per il bavero e lo costrinse a risedersi: «Qui si vedrà benissimo!» sentenziò categorico.
«Ma forse dall'altro lato...» tentò di dire James.
«Io... Io non mi muovo di qui» assicurò Peter accasciandosi su un sedile li accanto e tenendosi premuta la milza che evidentemente gli doleva parecchio.
James stava per ribattere, ma un gran brusio di voci annunciò loro che il resto della scuola era in arrivo e che mancava poco all'inizio della partita.
Alle undici in punto tutti gli spalti erano occupati e i giocatori, usciti dagli spogliatoi, si erano disposti nel campo in attesa del fischio di inizio.
I tifosi assistettero alla stretta di mano mortale tra i due capitani (a James parve quasi di sentire le dita di Trish rompersi sotto la presa stritolatrice di Luther Parker, il nerboruto capitano dei Serpeverde, anche se lei non fece nessuna smorfia di dolore).
Al fischio del professor Bumb (l'arbitro della partita) i quattordici giocatori si alzarono in volo.
«Eccoli che partono» annunciò una voce acuta e squillante, che tutti e quattro riconobbero come quella di Gwen McDonald la sorella di Mary, a tutto lo stadio.
«Grifondoro è in possesso della pluffa. McLeod scarta Parker e passa a Howe che schiva un bolide di Aubrey. E' sola davanti al portiere. Forza Cathy!» tutti trattennero il respiro mentre tirava.
«E segna!» un boato assordante si alzò dalle tribune occupate dai Grifondoro, i Tassorosso e i Corvonero, così forte che quasi nessuno udì Gwen annunciare il vantaggio di 10 a 0 per Grifondoro.
James aveva srotolato la sua enorme bandiera e la sventolava sopra le teste di tutti urlando a squarcia gola incitazioni per la sua squadra e insulti per quella avversaria.
«Serpeverde in possesso della pluffa, Burckley schiva Willis, Howe e Parker. E' solo contro il portiere: Coraggio Julia non farlo passare!»
«Scott para. Grifondoro riparte... .»
«Mingherlina quella Julia per essere un portiere, è James?» Sirius dovette urlare per farsi sentire.
«Mh?! Aaaah, ma come si fa a perdere così la pluffa! Scusa amico, cosa hai detto?» chiese James senza togliere gli occhi dalla partita.
«Lascia perdere!»
Da quel momento la partita si fece più avvincente che mai!
James, in piedi sul suo sedile, continuava a sventolare furiosamente la sua bandiera fino a farsi venire le vesciche, Peter invece non smetteva di saltare in piedi per poi risedersi con tanta foga che cadde almeno 10 volte.
Sirius, in piedi, agitava le braccia urlando come un matto e ogni tanto dava un calcio al suo sedile o a quello di fronte, fino a che, per sbaglio, prese in pieno il cappello a punta del professor Sharp, che sedeva davanti a lui, facendolo volare via.
Remus invece, seguiva ogni azione stando seduto immobile con gambe e braccia incrociate: gli unici segni della sua tensione erano una vena pulsante sulla sua tempia sinistra e le piccole perle di sudore che gli erano spuntate qui e là sul viso.
Il gioco era talmente veloce che Gwen non faceva in tempo a dire il nome di un giocatore che quello lanciava la pluffa ad un compagno o la perdeva in uno scontro con un avversario.
Grifondoro segnò ancora una, due, dieci volte e altrettanto fece la squadra di Serpeverde.
Il professor Bumb fischiò parecchi falli, sopratutto a favore di Grifondoro visto che i Serpeverde, con il proseguire della partita, si erano fatti sempre più rabbiosi e scorretti.
Dopo quasi 3 ore di gioco la folla di spettatori era ormai mezza congelata, i giocatori sempre più stremati e Gwen praticamente senza voce.
«Ecco Pier Pavin che si lancia in un impennata pazzesca, deve aver avvistato il boccino d'oro!»
Tutti trattennero il respiro, il cercatore di Grifondoro saliva sempre più in alto inseguito da quello verde vestito.
«Sarà difficile capire da qui cosa sta succedendo!» disse Gwen, i due erano solo due puntini indistinti nel cielo plumbeo.
«Ecco che riscendono. Sono in picchiata...»
«Eeeee SI! Pavin afferra il boccino!»

L'urlo trionfante che si alzò dalle tribune fece alzare in volo tutti gli uccelli della foresta proibita.
«Grifondoro 330, Serpeverde 210» gridò la voce esultante, e ormai roca, di Gwen.
James improvvisò una strana danza tribale sul proprio sedile facendo sbellicare dalle risate Sirius e Remus, Peter era caduto di nuovo!
Gli studenti lasciarono lo stadio festosi portando sulle spalle la squadra Rosso-oro, gli unici giù di corda erano i Serpeverde che però non persero tempo e iniziarono subito a lanciar calunnie sui giocatori di Grifondoro.
Inutile dire che nessuno ci faceva caso, tutti sapevano che la vittoria era stata più che meritata e che i Grifondoro aveva giocato molto bene.
Mentre tornavano al castello James iniziò a ripercorrere la partita minuto per minuto: «...e la parata di Julia! Quel tiro a effetto era ben piazzato, ero quasi certo che sarebbe entrata!»
«Ehi Hagrid!» Remus, che stava cercando un pretesto qualsiasi per mettere a tacere l'amico, lo aveva visto scendere alla sua capanna.
«Ohi, ciao ragazzi!»
«Hagrid hai visto la partita?» gli domandò James prima che Remus potesse dire qualcosa.
«Certo che si! Han giocato bene!»
«Bene?! Sono stati meravigliosi! Mai vista una partita così, Trish era imbattibile e...»
«Ok, ok! Sono stati
bravissimi!» lo interruppe Hagrid alzando le mani: «Cos'è ti sei preso un bolide in testa?»
«No purtroppo è così di natura» precisò Sirius con un sorrisetto.
James non contento bombardò Peter, l'unico disposto a starlo a sentire, delle sue migliori avventure su un manico da scopa da quando aveva 3 anni ad ora.
«Vi va di venire a pranzo giù alla mia capanna?»
«Si, perché no!»
«Ehm, ragazzi. Su in sala comune dopo si festeggia la vittoria... Volevo congratularmi con i giocatori.»
Remus alzò gli occhi al cielo: «Ma se ti sei intrufolato nello spogliatoio appena finita la partita?!»
«Hagrid, veniamo!»
James continuò a borbottare per tutto il cammino.

**

Passarono un piacevole pomeriggio insieme al guardiacaccia, anche se non mangiarono granché:già Hagrid non era un gran cuoco, poi quando spigò con cosa era fatto lo spezzatino tutti e quattro lasciarono perdere.
Dopo una merenda a base di te e biscotti marmorei i quattro amici si congedarono: «Ci vediamo lunedì Hagrid» dissero Sirius e James in coro.
«Guardate: nevica!»
Peter aveva ragione: grandi fiocchi bianchi scendevano dolcemente dal cielo.
«Quest'anno ha iniziato presto», commentò Hagrid pensieroso: «Aaaa, devo coprire i cavoli cornuti, soffrono terribilmente il freddo!» urlò correndo verso l'orto.
Ridendo per la scena a cui avevano appena assistito James e gli altri fecero ritorno in sala comune.
«E' già quasi ora di cena» fece notare allegro Peter.
«Dev'essere un record per te. Sbaglio o hai mangiato solo 3 biscotti spaccadenti?» ridacchiò James.
Lo stomaco di Peter brontolò sonoramente in risposta.
Erano quasi arrivati al ritratto della signora grassa quando delle voci li raggiunsero: «Grazie per l'aiuto Lily. Quel tema di trasfigurazione era proprio difficile».
«Figurati Sev, e comunque non avevo altro da fare. Hai visto anche tu che oggi non c'era nessuno a studiare, sono rimasti tutti in sala comune a festeggiare la vittoria!»
«Tutta fort...»
«Non starai per dire
fortuna, è mocciosus?» la voce di James li aveva fatti sobbalzare entrambi.
«Potter, ti ho visto oggi sugli spalti... Saltellavi come... come un canguro.»
Lily ridacchiò.
«Ti diverti è Piton? Non riderei
io se la squadra della mia casa fosse appena stata stracciata!» intervenne Sirius.
«Beh almeno io non sono lo schiavetto personale di quello zoticone di Hagrid...»
Stunc.
«Aia!»
«Bella mira Sirius» il ragazzo si era tolto una scarpa e l'aveva tirata con precisione in testa al Serpeverde.
«Sev, ti sei fatto male?»
«No! Ti beccherai una punizione.» Piton aveva alzato la bacchetta e la stessa cosa avevano fatto James e Sirius.
«Cosa succede qui?»
«Niente professor Sharp...»
«Non è vero Pot... Ai. Sev ma che...»
«Shhh... Niente professore.»
«Sarà meglio...» disse quello allontanadosi.
«Severus Piton esigo una spiegazione!»
Quella la ignorò: «Per questa volta vi è andata bene.»
«Tu dici? O forse sei tu quello che si è salvato la pellaccia?»
Piton diventò tutto rosso.

Stava per ribattere, ma Lily lo prese e lo spinse via: «Non so cosa abbiate voi maschi... Dev'essere un difetto genetico!», fu l'ultima cosa che le sentirono dire.
«Peccato, mi avrebbe fatto bene un bel duello» commentò Sirius.
La faccia di Remus esprimeva il grande sollievo per la fine “pacifica” della faida.
«Dai andiamo a cena, non ha senso andare in sala comune dieci minuti!» disse.
Si incamminò ancora prima che potessero rispondergli.
A cena Lily fu terribilmente fredda, anche con Remus con cui andava molto d'accordo.
«Ehm, Lily com'è andato lo studio?»
«Bene.»
«S-sei riuscita a rispondere alle domande di Pozioni?»
«Si»
«Domani vai in...»
«Mary mi passi la salsa rosa per favore?»
Da quel momento Remus abbandonò ogni tentativo di conversazione.
«Blea Peter, sei un pozzo senza fondo. Ti sei accorto almeno, che stai mangiando gli spaghetti al ragù insieme alle penne ai funghi?»
«Sh fnn fi froffuffrate» sputacchiò Peter in risposta.
Dopo cena tornarono finalmente in sala comune.
Decisero di fare una partita agli scacchi dei maghi.
I primi a giocare furono Remus e Sirius, il quale perse miseramente anche se si vedeva che Remus aveva la testa altrove.
Dopo aver vinto lasciò il posto a James che, invece di sfidare Peter, giocò con Sirius perché l'altro si era appisolato.
Un piccolo drappello di gente li aveva circondati per guardare i due imbrogliarsi a vicenda.
Remus era evidentemente giù di corda: «Andiamo amico, non sarai mica imbronciato per la Evans eh?» gli domandò Sirius.
«Uhm, sentite ragazzi io vado a letto. Domani voglio iniziare a studiare presto»
«Ehi ma stai bene?» gli chiese James.
«Si, sono solo stanco» e in effetti sembrava come invecchiato.
«Ok, 'notte allora»
«Buona notte.»
Nel salire al dormitorio incrociò Lily: «Lily...»
«Mh?» la rossa lo guardò silenziosa.
«Domani mattina ci vediamo in biblioteca?» sperava che nei suoi occhi si leggessero le scuse per quel pomeriggio.
«...Va bene Remus, a domani!» rispose dopo averci pensato un po'.

«Non sarai mica imbronciato per la Evans?!»
Si, come se fosse quello il mio problema...

Arrivato di sopra si buttò sul letto, stette lì qualche minuto poi si tirò su.
Aveva un piccolo calendario appuntato copra il letto: lo guardò.
Dom. 28, c'era scritto. Di fianco, un piccolo cerchio bianco.
Andò a sedersi sul davanzale della finestra vicino al suo letto: la neve scendeva ancora delicata.
Guardò la luna: quel cerchio bianco, quasi perfetto, domani sarebbe stato pieno...

Magari fosse quello... il mio problema...







**

Ecco, finalmente, il quinto capitolo!

Vi chiedo scusa per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare, purtroppo l'ispirazione mi ha temporaneamente abbandonata!

Comunque sono riuscita a buttare giù questo capitolo, non è in massimo: me ne rendo conto e vi chiedo ancora scusa!

Spero che non vi faccia troppo schifo e che vogliate farmi sapere che ne pensate...

Un abbraccio.

P.s. so cosa state pensando "Non vorrà mica far innamorare Remus di Lily?!". 
Io amo la coppia James/Lily... Ma penso che ci sia stato un momento in cui Remus non sapeva bene cosa provava per Lily, sicuramente sentiva un gran  legame con quella ragazzina.
Credo che nel  suo cervello ad un certo punto sia scattata la molla "cacchio è la migliore amica che si possa avere", ma che ci abbia messo un po'... 
Lei lo capiva, non aveva bisogno di sapere qual'era il suo problema per consolarlo o per stargli vicino!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: HelenaRavenclaw