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Autore: Disorientated Writer    07/05/2012    9 recensioni
Nina Armstrong, figlia di Poseidone.
Dalla sua visita sull'Olimpo, tutto è cambiato.
La vita, le amicizie, l'amore.
Soprattutto quest'ultimo.
E sarà proprio il ragazzo più inaspettato a far battere il cuore di Nina.
[ Introduzione in continuo aggiornamento&cambiamento. Sappiatelo. ]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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LALALAALALA, occhi a me un secondo! (?) volevo avvertirvi che questo capitolo sarà scritto in terza persona ... non so esattamente il perché '^' 
Detto questo ... BUONA LETTURA :D





Diciottesimo Capitolo:   Until the very end. 

 











Ed il giorno della verità arrivò.
Quel giorno, successero molte cose: alcune trovarono la loro fine, altre, il loro inizio.

 
Quando Nina si svegliò, trovò la sua stanza inondata dalla luce del sole.
Sole … pensò amaramente la figlia di Poseidone.
Si alzò scalciando le coperte e lentamente si avviò verso il bagno, sicura che quel giorno non sarebbe stato poi così diverso dai ventinove precedenti.
Nina ancora non lo sapeva, ma si sbagliava di tutto.
Quel giorno, ogni cosa sarebbe cambiata, nel bene o nel male.
Si fece una doccia veloce e indossò i primi vestiti che le capitarono sotto mano.
« E quelli cosa sarebbero, esattamente?! » esclamò indignata Sophie, vedendola uscire dal bagno con indosso un paio di leggins verde muschio e un pullover grigio riempito di renne sorridenti.
Nina dovette ammettere che Sophie aveva ragione: quelle renne erano veramente ridicole.
« Tanto non avevo la minima intenzione di uscire, oggi. » rispose con noncuranza, prendendo un libro a caso dal mobile lì accanto. Fece una smorfia nel leggere il titolo: Twilight.
« Penso che questo sia tuo, Soph. » brontolò, lanciando il libro verso la biondina e prendendone un altro.
Sophie la guardò con occhi sgranati, e Nina si preparò all’ennesima inutile sfuriata.
« Che diavolo stai facendo?! Non puoi rimanere chiusa tutto il giorno qua dentro, Ninetta! » esclamò infatti la figlia di Afrodite.
« Non sono dell’umore giusto per uscire, okay? »
« Tu non sei mai dell’umore giusto per fare niente, cara la mia mollusca! A parte mangiare, dormire e leggere, s’intende. » borbottò Sophie, lanciandosi sul letto e guardandola pensierosa.
Nina, per tutta risposta, scrollò le spalle e si accoccolò sul letto, pronta ad iniziare il nuovo libro.
Ma, evidentemente, Sophie non aveva la minima intenzione di lasciarglielo fare.
« Che ne dici di andare in giro per l’Olimpo? E per Olimpo non intendo la distesa di prati verdi, intendo la città, dove c’è qualche anima viva. » buttò lì, con apparente noncuranza.
Molto, apparente.
Sophie aveva un piano preciso, anche se Nina non poteva neanche lontanamente immaginarlo.
« Dove vuoi andare? No grazie. » sbuffò la diretta interessata, senza neanche alzare gli occhi dal libro.
Sophie sospirò. Sarebbe stato un lungo e sporco lavoro farla uscire da quella dannata camera.    
« Eddai, tipregotipregotiprego! Se oggi esci con me, ti prometto che ti lascerò in pace per il resto della settimana! »
« No. »
« Ti lavo i vestiti! »
« Nah. »
« … Brucio la mia copia di Twilight? »
« E’ un’idea … ma no. »
« Indosso il tuo pullover con le renne per uscire con Freddie! »
« Già so che non lo farai, e la mia risposta è sempre NO. »
« Oh, eddai! Lo sai che tra mezz’ora ho un appuntamento in città con Freddie, Jason e Earine? Non vuoi neanche più vedere i tuoi amici? » tentò nuovamente Sophie, esasperata dalla cocciutaggine di Nina.
La figlia di Poseidone tentennò per un istante. Era da così tanto tempo che non vedeva gli altri semidei …
« E va bene, andiamo! » capitolò infine, sicura che se ne sarebbe pentita alla grande.
Sophie balzò in piedi sorridendo e batté le mani, contenta.
« Ottimo! Allora chiudi quel libro e togliti quel maglioncino con le renne, o te lo strappo di dosso. » esclamò, lanciandole una normalissima maglietta nera.
Nina abbozzò un sorriso e si liberò in fretta e furia del pullover. Peccato, le ricordava il natale, la sua festa preferita.
Venti minuti dopo, le due semidee correvano a perdifiato verso la città.
« Corri, Nina, corri! » urlò Sophie, mulinando le braccia come un buffo uccello rosa shocking.
« Ma … uff … perché tutta … uh … questa fretta? » soffiò Nina, ansimando.
Aveva sempre odiato correre.
E farlo con gli stivali a tacco alto che le aveva prestato Sophie non rendeva certo il tutto più gradevole.
La bionda figlia di Afrodite si limitò a fare un gesto di stizza. Non aveva la minima intenzione di rovinarle la sorpresa. Se tutto fosse andato secondo i suoi piani, a fine giornata Nina avrebbe dimenticato il piccolo incidente della corsa scapicollata.
Quando finalmente giunsero nella cittadina di marmo, Nina ebbe l’impressione che qualcosa non andava.
La cittadella era stranamente silenziosa.
Niente Muse a suonare e cantare nella piazza, niente divinità minori a giocare a palla nelle vie … la città sembrava deserta, a parte qualche passante, che sembrava stranamente nervoso.
Decisa a capire cosa c’era che non andava, Nina afferrò la prima donna che le capitò accanto per il braccio.
« Scusi, ma cosa sta succedendo qui? Dove sono tutti? » domandò alla donna, senza accorgersi di Sophie, che la stava tirando per una manica.
La donna la fissò stupita.
« Ma come, non lo sapete? Il Divino Apollo deve fare un annuncio molto importante riguardo a quella … ragazza adorabile … »
Nina impallidì visibilmente, e Sophie si premette una mano sulla bocca.
« C-Che razza di a-annuncio deve fare? » balbettò la figlia di Poseidone, spiazzata.
« Ma l’annuncio di matrimonio, no? » esclamò la donna, incurante dell’effetto che avrebbero provocato queste parole.
Nina, infatti, lanciò un’occhiata impaurita a Sophie.
Poi svenne.
 
Sophie sbuffò, mentre si trascinava dietro, letteralmente, la figlia di Poseidone.
« Però, Ninetta, certo che per essere uno scricciolo pesi davvero tanto, eh? » sbuffò, mentre proseguiva per la strada di salita che l’avrebbe condotta nel posto prestabilito per “l’annuncio”.
Per le mutande a fiori di Efesto, perché Apollo non poteva scegliere un posto in pianura per annunciare il matrimonio?!  Pensò amaramente, mentre Nina non dava il minimo segno di volersi riprendere.
Sophie sperò solo che si riavesse prima del grande annuncio, o il suo piano sarebbe stato tutto altamente inutile.
« Sophie, finalmente siete arrivate! … per l’amor del cielo, che è successo a Nina?! » la voce di Earine le impedì di maledire ulteriormente Apollo e le sue sadiche idee.
« E’ … uff … svenuta, quando ha appreso la notizia. » spiegò la figlia di Afrodite, mentre l’altra semidea osservava la sorella con fare preoccupato.
« Spero che si riprenda in fretta. » brontolò, per poi aiutare Sophie a trascinarla dietro un fitto muro di alberi, dove Jason e Freddie le aspettavano, scalpitanti.
« L’avete portata? »
« Santo cielo, che le è successo? »
Sophie scrollò le spalle, senza perdere tempo a spiegare ai due ragazzi l’accaduto.
Apollo, sul capo della collina, stava iniziando a parlare.
« Ehm … Cari fratelli, sorelle, cugini, zii, nonni (che spero non siano qui presenti) e compagnia bella … » iniziò il biondo dio del sole, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.
Zeus sbuffò, dall’alto del suo scranno dorato.
« Dacci un taglio, Apollo, e sbrigati a fare questa proposta alla mia adorata figliola! » tuonò, esaminandosi le unghie.
Sophie notò che all’appello mancavano molte divinità, come Demetra, Efesto, Ermes e Dioniso.
Poseidone, d’altro canto, fissava Apollo come se volesse squartarlo vivo … cosa che probabilmente rientrava nei suoi piani.
Sophie allungò il collo per vedere Stella, ma da quella posizione poteva solo scorgere i suoi lunghi capelli neri, accanto al padre.
Sperò ardentemente che il piano funzionasse.
« Lo sai che secondo me stai facendo una cavolata, vero, fratello? » brontolò una bambina dai capelli rossi, che fissava Stella nello stesso modo in cui Poseidone fissava Apollo, e che Sophie identificò come Artemide.
Bene, quella dea le stava sempre più simpatica.
« Concordo con la piccola Artemide … sai per quale coppia facevo la coppia, Apolluccio. » trillò la donna più bella che Sophie avesse mai visto, e che riconobbe con un tuffo al cuore. Afrodite.
Il resto delle divinità, però, sembrava piuttosto disinteressato a quello che Apollo aveva da dire.
Earine, intanto, continuava nervosa a far scattare gli occhi in ogni direzione, aspettando che la persona cruciale del piano arrivasse.
E che sembrava non avere la minima intenzione di presentarsi.
« Secondo voi, Eros verrà? » domandò Jason, nervoso. Nina continuava ad essere svenuta, e Apollo si stava pericolosamente avvicinando a Stella.
« Deve arrivare! Non può non venire! » esclamò sottovoce Freddie, ugualmente nervoso.
Che cosa gli ci voleva a comparire, pestare Apollo a sangue e dichiarare davanti a tutti gli déi che l’amore di Stella per Apollo era tutta una grande balla?
I semidei erano sempre più nervosi.
« Apollo … » bofonchiò Nina, che si era ripresa in quel momento.
« Shh … aspetta un secondo, Nina. Aspetta solo un secondo … » disse Earine, mettendole una mano sulla spalla per impedirle di alzarsi.
Apollo, nel frattempo, si era inginocchiato davanti a Stella.
« ECCOLO! » il grido smorzato di Jason fece sospirare Earine di sollievo.
« Stella, figlia di Zeus, vuoi … »
Ma Apollo non riuscì mai a finire la frase, per fortuna.
Eros, il dio delle passioni, era sceso in picchiata su di lui cercando di colpirlo.
Nina, nel frattempo, si era alzata di scatto ed era uscita dalla macchia dove si nascondevano tutti i semidei.
Apollo schivò il colpo, mentre il resto degli déi osservava la scena, stupito.
« E questo cosa vuol dire?! » esclamarono Zeus e Poseidone, in coro.
Nessuno badò a loro due.
Gli occhi di tutti erano puntati su Apollo, Eros e Nina, che sembrava essersi resa conto solo allora dell’errore che aveva fatto ad uscire allo scoperto.
Eros guardò Apollo con un tale sguardo carico d’odio che Sophie rabbrividì. E quello era suo fratello?
Prima che chiunque potesse fare una sola mossa, Eros incoccò una freccia nera nel suo arco e la puntò verso Nina.
« Muoviti, e la colpisco con una freccia d’odio. E ti odierà, proprio come Dafne. »
Eros scoccò con un sorriso malvagio sul volto la freccia nera come il piombo.
Nemmeno i riflessi allenati e veloci di Apollo riuscirono a fermarla. Il tempo si dilatò, mentre Eros scoppiava a ridere e Apollo e Nina guardavano terrorizzati la freccia che usciva dal petto della giovane semidea.
Nina si era aspettata di provare un odio senza pari, profondo come un abisso … eppure, tutto ciò che provò in quel momento, fu uno strano senso di fastidio nel punto in cui la freccia si era conficcata.
Sophie, Jason, Freddie e Earine la guardarono ansiosi, quasi aspettandosi un improvviso scoppio d’ira.
Lo stesso valeva per gli déi. Apollo in particolare sembrava immobilizzato dalla paura.
« Nina … » sussurrò, talmente piano che nessuno lo sentì.
Erano troppo concentrati sulla semidea.
Che scoppiò a ridere.
Eros la fissò, stranito.
« Avanti, figlia di Poseidone, urla a tutti il tuo odio per il dio del Sole, scappa dai suoi occhi, corri lontano dalla sua voce. Odialo come non hai mai odiato nessuno in vita tua. » disse, volando davanti a lei.
Stella, che fino a quel momento era rimasta immobile come una statua, tossì, in attesa.
« E perché mai dovrei farlo, scusa? » Nina lo guardò confusa.
Sophie guardò prima Eros, poi Apollo, poi Nina. Infine, voltò lo sguardo verso la madre, in cerca di spiegazioni.
Che diavolo era successo?
Con grande sorpresa di tutti, fu proprio Afrodite a spezzare il silenzio che si era creato.
La risata cristallina della dea dell’amore percorse tutto l’Olimpo, facendo volare delle colombe.
« Ebbene, questa sì che è una sorpresa! » esclamò, per poi scoppiare nuovamente a ridere.
Tutti la guardarono, in cerca di spiegazioni.
« Ah, Eros, Eros, quando imparerai a dare ascolto alla tua adorata mammina? » continuò, sconsolata, per poi esibirsi in un grande sorriso.
Eros la guardò, stupito. Come tutti i presenti, del resto.
« Afrodite, si può sapere di cosa diavolo vai blaterando? » commentò acidamente Ares, infastidito dalla mancanza di spiegazioni esaurienti.
« Possibile che nessuno mi presta mai ascolto quando dico ‘Non c’è nulla di più potente del vero amore’, immagino. » terminò Afrodite, con un gran sorriso, facendo l’occhiolino a Nina, che si sentì avvampare.
Era amore vero, il suo?
Amava veramente Apollo?
Evidentemente, sì.
Apollo, d’altro canto, era immerso nei medesimi pensieri.
E così, il loro era vero amore. Non gli serviva Afrodite per rendersene conto.
L’aveva sempre saputo.
Si era innamorato di lei dal primo momento che l’aveva vista, tempo fa, durante la visita sull’Olimpo da parte della giovane semidea.
« Si può sapere cos’è tutta questa storia?! » gridò ad un tratto Stella, dopo un lungo e imbarazzante silenzio.
E, forse, sarebbe stato meglio se non l’avesse mai fatto.
Tutti gli déi, Apollo e Zeus compresi, si voltarono verso di lei.
Ed Eros, che si era avvicinato all’Araldo per tenerle la mano.
« Perché non lo spieghi tu, Stella Stellina la Notte si Avvicina? » ridacchiò Sophie, dando una gomitata a Nina, che non si era minimamente accorta di quello che stava succedendo.
La figlia di Poseidone aveva occhi solo per Apollo.
Stella avvampò, fissando Sophie con astio.
« E, dimmi, cosa dovrei spiegare esattamente? » ringhiò, gelida.
« Mah, non saprei, tu che dici, Stella Stellina la Notte si Avvicina? » si intromise Earine, che come Sophie ci stava prendendo gusto.
« Che ne dici di spiegare a Zeus perché stai tenendo la mano di Eros e non hai battuto ciglia quando è arrivato con l’intenzione di prendere l’amore della tua vita a bastonate? » Jason trattenne a stento le risate, mentre parlava.
La soddisfazione di vedere quei due nei guai era troppa.
Poseidone, intanto, guardava corrucciato Zeus, che sembrava indeciso se triturare Stella, ridurre Eros in briciole o fregarsene altamente e andarsi a bere un brandy.
« Ebbene, Stella, sono curioso di sapere come ti difenderai dalle accuse di questi giovani Eroi. E non lasciare la mano di Eros, non sono cieco! » ringhiò infine, battendo un pugno sullo scranno dorato.
Sui volti di Poseidone, Afrodite e Ares (che aveva partecipato alla riunione solo perché era stato costretto dalla dea dell’amore) si disegnò un sorriso malizioso.
Stella non aveva certo raccolto amicizie, da quando era diventata Araldo degli Déi, più di tremila anni prima.
« Ehm, ecco, io … » iniziò lei, balbettando.
Nina la fissò, pensierosa. E così, quello che mi avevano detto Earine e Soph era vero. Stella stava realmente mentendo a tutti solo per ripicca, pensò, con una buona dose di soddisfazione personale.
Apollo inarcò il sopracciglio, in attesa.
« Io … oh, al diavolo! » esclamò Stella, pestando i piedi per terra. « Io amo Eros, e non me ne importa niente di Apollo. Volevo solo farlo soffrire, come lui aveva fatto soffrire me! » rivelò, sull’orlo delle lacrime.
Probabilmente finte, pensò Earine.
Apollo fece un ghigno trionfante, e Zeus lo fulminò con lo sguardo. Fortunatamente, solo con quello.
Nina fece un gran sorriso.
Finalmente, tutto era finito per il meglio.
Ora non c’erano più problemi.
Niente di niente, a mettersi tra lei ed Apollo.
Zeus lanciò un’occhiata disgustata alla figlia.
« E io che ti avevo permesso anche di ritornare, nonostante mi avessi già deluso più di una volta! Oh, ma oggi non mi farò abbindolare così facilmente. » sorrise enigmatico, accarezzandosi la barba nera « Credo che qui ci sia bisogno di un cambiamento. Sì, assolutamente. »
Tutti lo fissarono, stupiti. Era forse impazzito?
Il signore dei Fulmini fece segno a Nina di avvicinarsi.
La semidea, tremante, arrivò davanti a lui, lanciando un’occhiata spaventata ad Apollo, e poi a Poseidone.
« Ninotchka Armstrong, figlia di Poseidone. »
Nina sussultò, sentendosi chiamare con il proprio nome per esteso. Nome che aveva rivelato solo ad Earine, prima d’ora.
Ninotchka?  Pensò Freddie, stupito. Che razza di nome era ‘Ninotchka’?!
Apollo, Sophie e Jason stavano pensando la stessa, identica cosa.
Poseidone sorrise comprensivo alla figlia, come se sapesse cosa aveva in mente il fratello.
Cosa che probabilmente era vera.
« Accetti di diventare il nuovo Araldo degli Déi? » terminò Zeus, con un sorriso.
Le reazioni a quella proposta furono tra le più disparate.
Nina per poco non ebbe un mancamento. Gli occhi di Apollo schizzarono fuori dalle orbite, mentre Sophie e Earine applaudirono. Finalmente la loro amica poteva coronare il suo sogno d’amore eterno.
Stella, invece, urlò di rabbia, ma nessuno le diede ascolto.
« Ma … se accetto … rivedrò Earine, Sophie, Jason e Freddie, vero? Anche se loro non vivranno più sull’Olimpo? » domandò la bruna figlia di Poseidone, lanciando un’occhiata nervosa verso i suoi amici.
Dentro di sé, Nina era corrosa dall’indecisione.
Accettare? Non accettare?
« Certo che li rivedrai, Ninotchka. Solo, al contrario dei tuoi amici, tu sarai immortale. » rispose Zeus, sorridendo comprensivo.
Nina volse uno sguardo spaventato ad Apollo.
Il dio del sole le sorrise, così come solo lui sapeva fare.
E Nina sentì che ogni dubbio si era dissolto, come nebbia dispersa dai raggi del sole.
« Accetto. »
 
-
 
Tutto l’Olimpo era in fermento.
La festa per l’arrivo di un nuovo Araldo degli Déi era iniziata, e, per esperienza personale, gli abitanti del paradiso greco sapevano che feste strabilianti come quelle capitavano raramente.
Nina, d’altro canto, era terrorizzata.
« E cosa devo fare? Che dovrò dire? E perché diamine Zeus ha ordinato che tutti indossassero un abito greco? I jeans non andavano bene?! » gridò per l’ennesima volta la ragazza, mentre una Sophie sull’orlo di una crisi isterica cercava di sistemarle il lungo vestito bianco panna che Poseidone aveva portato alla figlia qualche ora prima.
« Calmati Nì, vedrai che andrà tutto bene! » esclamò, lisciandole le pieghe dell’abito con fare esperto.
Poi aggiunse, pensierosa: « Ma davvero il tuo nome completo è Ninotchka?  »
« Sì, lo è. E se provi a ridere ti rompo qualcosa sui denti. » rispose acida l’altra ragazza, mentre guardava preoccupata la sua immagine allo specchio.
Quasi non si riconosceva, con il vestito lungo, la collana e i bracciali dorati e i boccoli tra i capelli castani. Era abituata a vedersi in jeans, maglietta e capelli lisci, non in versione “dea greca”.
Anche se, effettivamente, è quello che sei diventata.
Poseidone le aveva spiegato che ‘Araldo’ e ‘Divinità’ non erano poi così diversi tra loro. 
« Guardati, Ninotchka! Sei bellissima! » disse Sophie, battendo entusiasta le mani.
Nina le sorrise, grata. E pensare che solo tre mesi prima avrebbe voluto affogarla …
« Certo che sarà strano non averti più in camera con me, d’ora in poi … chissà come farò senza nessuno che mi urla contro alle sette del mattino! » ironizzò la figlia di Afrodite, mentre andava in bagno a prepararsi.
Lasciando Nina da sola con le sue ansie e le sue paure.
E se nulla di ciò che sperava fosse accaduto?
La promessa di un’immortalità la spaventava, e non poco.
Rabbrividì, pensando al futuro, a ciò che l’aspettava come Araldo degli Déi.
Ma non ebbe tempo d’indugiare oltre.
La porta si spalancò e i suoi amici si catapultarono nella stanza, anche loro con indosso delle vesti greche.
« Sei pronta? »
« Tutto bene? »
« Sei emozionata, Nì?! »
Una raffica di domande la travolse, senza neanche lasciarle il tempo di salutarli per bene.
« La mia sorellina si spoooosaaaaaa! » urlò Earine, abbracciandola di slancio.
« Rì, guarda che non si sposa mica! Prende semplicemente il posto di quella sciattona di una Hope. » le disse Jason, dandole dei colpetti sulla spalla.
Se Nina si sentiva nervosa, Earine non era da meno.
Finalmente la sua sorellina avrebbe coronato il suo sogno d’amore e sarebbe stata per sempre con il ragazzo dei suoi sogni. Se ancora non aveva pianto dalla commozione, poco ci mancava.
Non appena Sophie fu pronta, uscirono tutti insieme dalla casa e si diressero verso la cittadina di marmo.
 
-
 
« Sei bellissima stasera, Ninetta. » la voce del dio del sole alle sue spalle fece sobbalzare la figlia di Poseidone.
Si voltò verso Apollo e sorrise.
« Grazie. Mai quanto te però. » rispose, circondandogli il collo con le braccia.
Non si era mai sentita così felice come in quel momento.
Tutto era perfetto. La musica, i suoni, i colori … loro.
In un angolo vide Sophie e Freddie ballare avvinghiati tra loro e sorrise. Erano fatti l’uno per l’altra quei due.
« Ho un regalo per te, Ninotchka. » disse Apollo, senza smettere per un secondo di sorridere. Stava scoppiando di felicità.
« Perché ho come l’impressione che anziché ordinarvi di chiamarmi ‘Ninetta’ dovrò iniziare a mettere un tabù sul nome ‘Ninotchka’? » domandò ironica Nina.
Il dio del sole scoppiò a ridere, poi tirò fuori un sacchetto di satin nero.
« Aprilo. » la incoraggiò lui, mettendole l’involucro in mano.
Lentamente, Nina aprì il sacchetto.
Conteneva un bracciale di perle viola, dello stesso colore dei suoi occhi.
Sorrise ad Apollo, gettandogli le braccia al collo.
« Grazie, è bellissimo! » esclamò, al settimo cielo.
« Mai quanto te, però. » rispose Apollo, prima di baciarla con passione.
Per entrambi, quello era solo l’inizio. L’inizio di una nuova vita.
Una nuova vita insieme.
« Ti amo, Apollo. »
« E io anche di più, mia piccola Ninotchka. Io anche di più. »
 
 
 
 
 
 
E così si concluse quel capitolo della loro vita.
Nina ed Apollo erano insieme, felici, per l’eternità.
Sophie e Freddie si erano ufficialmente fidanzati. E come non avrebbero potuto esserlo, dal momento che il figlio di Ermes aveva regalato alla bionda un rossetto color pompelmo  come pegno d’amore?
Earine e Jason si scambiarono un bacio al chiaro di luna. Il primo di una lunga serie.

 




Fine? 








 

Angolo Autrice: 
PER LE MUTANDE A FIORI DI EFESTO, NON CI CREDO! *^*
E' l'ultimo capitolo ... OH MY ZEUS :')))
Stavolta vi toccherà sorbirvi un 'angolo autrice' più lungo del solito, perché ho un CASINO di persone da ringraziare e salutare :3 
E allora ... incominciamo!

Valerie: e come potevo non iniziare da te? Se non mi avessi convinta a iniziare a scriverlo, Nina, Apollo, Jason, Earine, Sophie, Freddie e Stella non sarebbero qui. Stella è meglio, ma dettagli.  Ti voglio un mondo di bene, e mi dispiace che ora non ci sentiamo più così tanto. Tu sarai sempre il mio Apollo, io la tua Nina, così come tu la mia Earine e io il tuo Jason [ solo pochi capiranno il senso della frase HAHAHAAHAHAAH ]
Khyhan: Violetta bella, un mega ringraziamento va anche a te, e forse SOPRATTUTTO a te :3 per le tue idee geniali, l'aiuto, Jamie,  il supporto, il "sopporto" e l'ispirazione mandata via chat. Ah, e, ovviamente, per l'Araldo degli Déi, che è di tua proprietà privata e mi hai concesso gentilmente di poter riutilizzare! :) 
Effie Malcontenta Weasley: Essì, devo ringraziare anche te, Effuccia bella :) Per l'ispirazione, l'aiuto, la Lennott, e l'ispirazione per il carattere di Apollo (grazie per il capitolo dove lui e Scott si incontrano. Non ti amerò mai abbastanza per questo AHAHAHAHAHA) ... e soprattutto ... W IL NOSTRO ARMADIO *w*
Amber: Ringrazio anche te, mia adorata Amberina alla Conquista del West :') Ti ringrazio per il coraggio che mi hai mandato, per avermi sopportato, perdonato e per gli scleri su Milla Blake, FF che finirò nel 3067 :') Ti voglio bene, tanto! :3
JarJar: TU NON HAI ANCORA LETTO LA STORIA PER INTERO, ma vabbè, ti perdono, solo perché puzzi u.u 

GNAAAAH, non ho abbastanza tempo per salutare tutti, ma ringrazio ognuno di voi per aver letto, recensito o anche solo dato una sbirciatina alla storia :')
Senza il vostro sostegno, avrei mollato al secondo capitolo. 


Sto già iniziando a scrivere un sequel, ma non ho la minima idea di quando lo pubblicherò. Presto, spero :'D 
Anche se dubito che Earine,Jason,Nina,Apollo,Sophie e Freddie possano essere ugualmente i protagonisti. Li ho torturati fin troppo E per quanto riguarda Stella ed Eros ... beh, la loro è una storia che non finisce qui ;)


Un bacio, e alla prossima!
Per sempre vostra,
Madamoiselle Nina. 



 

   
 
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