Prologo.
Non
ero mai stata una di quelle ragazze che si curavano di arrivare in
orario ad un appuntamento, in realtà ero l’esatto
opposto. Non che
lo facessi di proposito eh, intendiamoci, ma in ogni occasione, per
volere divino o per una ragione oscura o per qualsiasi altra
cavolata, arrivavo sempre in enorme ritardo e quel giorno non stava
certamente andando in modo diverso. Ormai tutti sapevano di questo
mio piccolissimo, in realtà enorme, difetto
tant’è che, al
contrario di quando avevo 13 anni che facevo di tutto per arrivare in
orario anche correre cinque isolati senza mai fermarmi, me ne fregavo
altamente. A cosa sarebbe servito stancarmi e magari rischiare anche
di perdere un polmone per strada se sarei comunque arrivata in
ritardo?
Camminavo tranquillamente sul marciapiede facendo
scorrere le dita tra le foglie dell’enorme cespuglio che si
trovava
sulla mia sinistra. Svoltai l’angolo arrestandomi alla
visione
delle ragazze urlanti che si trovavano proprio fuori casa mia.
Nonostante fossero già due anni che ormai mi ritrovavo
ragazzine
dagli 11 ai 20 anni, con gli ormoni che quasi ballavano la conga,
piangere, ridere, urlare o starnazzare come oche ancora non mi ci ero
abituata. Si voltarono a guardarmi e dopo aver costatato che non ero
nessuno di importante ritornarono a ciò che stavano
facendo.
Percorsi gli ultimi metri che mi separavano dalla porta
di casa mia e dopo aver inserito la chiave nella toppa entrai urlando
un « Sono a casa. » nonostante non sapessi se
c’era qualcuno.
«
Amie sei tu? » urlò mio fratello dalla sua camera
che si trovava al
secondo piano, come tutte le altre camere d’altronde.
« No,
sono un assassino che avverte le sue vittime di essere entrati in
casa loro in modo da lasciargli tutto il tempo per chiedere aiuto.
»
risposi sarcasticamente urlando a mia volta.
« Ah-ah. » rise
fintamente abbracciandomi da dietro « Stai perdendo la tua
arte
sorella, prima ti veniva meglio il sarcasmo! » mi
schioccò un bacio
sulla guancia prima di dirigersi verso il frigo per bere un sorso
d’acqua.
Dopo aver sorriso corsi in camera mia a cambiarmi.
Tolsi la tuta saltellando, manco fossi un canguro, e mi catapultai
sotto la doccia stando attenta però che non mi bagnassi i
capelli.
Dopo essere uscita e asciugata indossai un pantalone stretto nero,
una t-shirt bianca, un trench nero e converse bianche. Misi un filo
di trucco e acconciai alla ben meglio i miei capelli rossi, o meglio
ancora bordeaux, ondulati lasciandoli cadere dolcemente sulle spalle.
Mi guardai per l’ultima volta allo specchio considerando
accettabile ciò che ne era uscito fuori.
Non mi consideravo una
brutta ragazza ma neanche chi sa quale bellezza al contrario delle
persone che mi consideravano di una bellezza disarmante ma manco
fossi Megan Fox.
Presi la borsa e scesi al piano di sotto pronta
ad uscire.
« Francisco* io esco! » avvertii mio fratello
lasciandogli un bacio sulla guancia.
« Aspetta, aspetta. Vieni
qui! » salto dal divano su cui era spaparanzato
scompostamente per
afferrarmi il braccio.
« Che c’è? » mi voltai verso
di lui
guardandolo in quegli occhi così tanto diversi dai miei.
Fisicamente
io e lui eravamo totalmente diversi: gli occhi scuri erano contornati
da una pelle molto più chiara della mia, i capelli corti che
in
genere sparava in alto con un quintale di gel erano tra il castano
cenere ed inoltre era molto più alto di me e i muscoli gli
coprivano
la maggior parte del corpo. Io in confronto a lui ero una formica con
dei capelli informi in testa. Caratterialmente invece era
tutt’altra
storia, era come se i nostri genitori ci avessero fatto con lo
stampino e forse era proprio per questo motivo che tra i miei quattro
fratelli con quello che andavo più d’accordo era
proprio lui.
«
Papà ha perso per l’ennesima volta le chiavi
perciò gli ho dovuto
prestare le mie! » mi spiegò svogliatamente mentre
fissava un
pubblicità di intimo in cui tre ragazze erano praticamente
nude.
«
E quindi? » spensi la televisione ricevendo subito un
occhiataccia
da parte sua, non potevo perdere altro tempo.
« E quindi devi
prestarmi le tue! » cominciò a scavare nella mia
borsa e dopo
averle trovate mi cacciò di casa dicendomi che li avrebbe
lasciate
alla nostra vicina.
Entrai nella mia macchina, anche se più che
una vera e propri auto sembrava una macchina tozzi tozzi, e facendo
una manovra alquanto improbabile uscii dal garage trovandomi
d’avanti
di nuovo quel gruppo di assatanate con gli ormoni in subbuglio.
Scesi
dall’auto per chiudere la porta del garage e mentre mi
riavvicinavo
alla portiera dell’auto sentii il gruppetto di ragazze urlare
più
del solito.
Alzai lo sguardo sconvolta notando che avevano fatto
la loro comparsa le ragioni per cui quelle ragazze erano appostate
fuori casa mia ovvero i One Direction.
Li fissai in volto uno per
uno e mi dovetti trattenere dallo scoppiare a ridere, la loro
espressione era una maschera di puro terrore.
Dopo essere entrata
in macchina e dopo aver ingranato la marcia uscii dal vialetto
imboccando la strada che mi avrebbe condotto a casa della mia
migliore amica, una delle tre in realtà.
« Pensavo che un
meteorite ti fosse caduto in testa, dovevi essere qui un’ora
fa! »
urlò Kathy appena si sedette al posto del passeggero.
« Urla più
forte che quel maniaco del tuo vicino non ti ha sentita! » le
risposi semplicemente dirigendomi verso casa dell’altra mia
amica.
Era possibile che fossero tutte così scansafatiche?
« Sono seria
Amie, dovresti fare qualcosa anche perché secondo me questo
è
causato da un problema psicologico o emotivo. »
cos’era quello? Un
suggerimento a farmi analizzare da uno strizzacervelli?
« Per
carità già ci sei tu che mi analizzi abbastanza!
» esclamai dopo
aver svoltato a sinistra, continuai prima che lei rispondesse
« E
comunque tu invece dovresti stare in silenzio visto che ti sono
venuta a prendere! » mi voltai verso di lei.
Mi lanciò un
occhiataccia che significava “Guarda la strada prima che un
camionista ubriaco ci faccia diventare come una sardina”
« Se
sapevo che ci avresti messo così tanto sarei venuta da te a
piedi
visto che ci vogliono solo cinque minuti! » ribatte mettendo
le
scarpe sul cruscotto.
A quel gesto fui io a fulminarla con lo
sguardo dopo avergli fatto abbassare i piedi con uno schiaffo sulle
ginocchia « Ma non l’hai fatto perciò
ora chiudi il becco befana!
»
Ci guardammo per un paio di secondi e poi scoppiammo a
ridere.
Passammo a prendere anche Cher e Minnow, le altre due mie
migliori amiche e dopo di che, ci dirigemmo di nuovo a casa
mia.
Eravamo un bel quartetto noi, passavamo insieme praticamente
la maggior parte della giornata. Io, Cher e Minnow ci conoscevamo
dalle elementari ed eravamo migliori amiche da altrettanto tempo
purtroppo però si sa, le cose, quando si sta in tre non
vanno mai
bene. Infatti i problemi tra noi erano all'ordine del giorno
già
alle medie, anche se in realtà il problema ero io. Tra loro
erano
state sempre più legate di quanto io lo fossi con una di
loro due,
lo notavo nei gesti più stupidi, per esempio se una delle
due dava
una notizia all'altra prima di darla a me. Le vedevo come una sola
cosa e non passava giorno senza che mi sentissi sola. Ricordo le
mille maledizioni che inviavo ad entrambe, ricordavo quanta speranza
riponevo in un allontanamento improvviso sentendomi poi egoista e
cattiva, ricordo addirittura le mille sparate da moralista del cazzo
che urlavo ad entrambe nei momenti di nervosismo, nervosismo che a
sua volta era dovuto da un loro gesto o parola che mi aveva ferita.
Quando iniziai a crescere ogni volta che pensavo a quei ricordi mi
veniva da ridere, forse perché solo allora mi rendevo conto
di
quanto ridicola ero.
Le cose cambiarono totalmente quando, al
secondo anno di superiori, Kathy si trasferì nella nostra
città.
Legammo sin da subito così tanto che nel giro di pochi mesi
entrò
nel nostro gruppo diventando anche la sorella che non avevo mai
avuto.
Rientrai nel vialetto di casa stando attenta a non buttare
sotto qualche ragazza che stava parlando, o meglio ancora cercava di
parlare vista l'enorme confusione che c'era, con il proprio
idolo.
Scendemmo dalla macchina e mentre le mie amiche si
dirigevano verso la porta d'ingresso di casa mia io mi avvicinai a
quella della mia vicina, bussai e aspettai che qualcuno mi venisse ad
aprire. Intanto, le fan del mio vicino mi guardavano quasi
invidiose.
« Chi è? » chiese Anne mentre apriva la
porta,
sorrise quando incrociò il mio sguardo « Oh ciao
tesoro, fatti
abbracciare un po'. » mi disse stritolandomi per un tempo che
mi
sembrava indeterminato. Io ero nata e cresciuta ad Holmes Chapel, uno
sputo di cittadina costituita da tre case e una chiesa, e per tutto
l'arco della mia vita Anne e la sua famiglia era stata la mia vicina
di casa. Ricordo che da piccola i miei mi lasciavano a casa sua per
giocare con sua figlia Gemma anche se era più grande di me
perché
non avevo sorelle e le cugine erano tutte lontane. In poche parole,
si può dire che sono cresciuta in casa sua.
Mi lasciò respirare
facendo un passo indietro ma non perdendo comunque il sorriso
« Vado
a prendere le chiavi a aspetta! »
Mi voltai verso le mie amiche
che come loro solito stavano facendo le idiote mimando qualcosa che
feci finta di non comprendere, sarei diventata paonazza e non potevo
permettermelo.
« Ecco a te tesoro! » mi sorrise ancora posando
le chiavi nel mio palmo aperto. Quella donna era di una bellezza
disarmante nonostante l'età tant'è che mio
fratello da piccolo ne
era innamorato.
« Grazie Anne! » le sorrise lasciandole un bacio
sulla guancia.
Girai le spalle per andarmene ma proprio in quel
momento accadde ciò che avrei voluto proprio evitare: Anne
richiamò
l'attenzione di suo figlio costringendolo a salutarmi.
« Ciao
Amie! » disse solo terminando per un attimo l'operazione in
cui era
impegnato ovvero firmare un poster ad una ragazza.
Il tono con cui
mi aveva salutata era stato neutro ma era riuscito comunque a farmi
arrossire mentre il cuore batteva a mille.
« Ciao Harry! »
risposi io cercando di controllare le emozioni.
E sotto lo sguardo
amorevole di Anne, quello indifferente di Harry, quello divertito
delle mie amiche e infine quello invidioso delle ragazze che avevano
assistito alla scenetta entrai in casa mia, seguita dalle mie
amiche.
Appena mi chiusi la porta alle spalle mi lasciai scivolare
contro di essa fino ad arrivare a sedermi a terra con gli occhi
serrati e una mano sulla fronte mentre quelle bastarde delle mie
amiche se la ridevano sguaiatamente.
« Ciao Harry! » mi
scimmiottò Minnow tra le risate « Dovevi vedere la
tua faccia, era
diventata dello stesso colore dei tuoi capelli. »
continuò mentre
si manteneva la pancia.
« Io persino avuto paura che svenissi! »
si intromise Kathy mentre il suo corpo era scosso dalle risate.
«
Smettetela stronze! » esclamai alzandomi e dirigendomi verso
il
frigo per bene un sorso d'acqua. Non avevo realmente sete ma dovevo
trovare una scusa per non guardarle in faccia o avrei veramente
rivalutato l'idea di andare a vivere in Alaska rompendo i contatti
con tutti. Forse era un po' eccessivo ma odiavo essere criticata o
derisa su certi argomenti, in realtà mi dava fastidio anche
solo
parlare di alcuni argomenti, solo quando riguardavano me ovviamente,
perfino con loro. Non potevo farci niente, io non ero come Minnow che
cambiava un ragazzo ogni due settimane in cerca del principe azzurro
ma non ero neanche come Kathy che passava da un letto ad un altro
proclamandosi disinteressata all'amore. No, io ero una normale
ragazza che aveva, volutamente, pochissima esperienza con i ragazzi,
mi affezionavano subito alle persone, non sarei mai riuscita a
mollare un ragazzo dopo una settimana solo per qualche difettuccio e
avevo troppa stima di me per perdere la verginità con uno di
cui a
stento conoscevo il nome e finire poi a cambiare letto ogni sera.
«
Oh andiamo Amie stiamo scherzando! » mi disse Cher
spintonandomi
scherzosamente.
« Anche perché sono più che rari i
momenti in
cui possiamo punzecchiarmi un po' su quest'argomento! »
continuò
Minnow buttandosi a peso morto sul divano come se fosse a casa sua.
«
Senza contare che tu lo fai in continuazione con noi. »
ovviamente
ci mancava Kathy per completare il quadretto.
Mi sedetti anche io
sul divano accendendo la tv.
« Comunque, parlando seriamente... »
iniziò Cher voltandosi con mezzo busto verso di me
« ...non è
possibile che tu abbia avuto sul serio quelle reazioni ad un
semplicissimo saluto! »
« Io credo sia impossibile anche solo
l'interesse che hai verso quel ragazzo insomma, avete trascorso la
fanciullezza insieme, l'asilo, le elementari, le medie e le superiori
quindi siete praticamente cresciuti insieme ma comunque lui non ti ha
mai degnata di uno sguardo, poi è diventato famoso quindi le
volte
che non lo vedi attraverso ad uno schermo sono rarissime e ne sei
ancora cotta? » infierì Kathy guardando
distrattamente uno di quei
tanti programmi sulla cucina che stavano dando alla televisione.
«
Il bello è che ne è cotta dalle elementari, se
non dall'asilo! »
come sapevano mettere il coltello nella piaga le mie amiche, non lo
sapeva mettere nessuno, ne ero certa.
« No, il bello è che
continua a rifiutare i ragazzi solo per lui! » proprio non
volevano
sapere di finire di blaterare.
Sbuffai mettendo MTV ed alzando il
volume sperando che quelle deficienti croniche capissero che non
avevo voglia di parlare.
Senza farlo apposta stavano passando
proprio What Makes You Beautiful. Ok, era ufficiale, qualcuno
c'è
l'aveva con me, non poteva esserci altra spiegazione alla mia enorme
sfiga!
Sbuffai di nuovo spegnendo la TV e dirigendomi in camera
mia.
Fantastico, l'umore mi era andato a puttane!
- _ihatebe
- _ihatebeingme's space -
Cccciao
gente =)
Mi
chiamo Ornella, ho 17 anni e sono di Napoli...
Ho iniziato da poco
a scrivere questa storia con l'intenzione però di non
postarla
perché è la prima che scrivo e mi sento troppo
inesperta ma
contemporaneamente voglio sentire il parere di altre persone
perciò
alla fine, come potete notare l'ho postata xD
Ok, il mio discorso
è alquanto insensato xD
Passiamo alle cose importanti:
I
personaggi, tranne i One Direction ovviamente, sono tutte di mia
invenzione sia caratterialmente che fisicamente al di fuori
dell'aspetto fisico di Amie che è rappresentata da: Ariana
Grande.
So che questo capitolo può risultare noioso ma serve per
farvi conoscere la protagonista, già dal prossimo capitolo
le cose
si animano perciò vi prego, prima di cestinarla aspettate di
leggere
il prossimo capitolo =)
Vi chiedo scusa per l'orrendo tesserino che ho fatto ma sono negata in
grafica xD
Detto
questo, vi do appuntamento al prossimo aggiornamento!
Spero che vi
abbia incuriosita almeno un po' e che mi lasciate anche qualche
recensione...
Baci :3
Ah, dimenticavo, questo è il mio
twitter: _ihatebeingme
Spoiler:
* Sputai
i cerali e latte rischiando quasi di affogarmi più per la
notizia
che per altro « Tu cos'hai fatto? » urlai con gli
occhi sgranati.
«
Ho invitato i One Direction a mangiare qui! » *
ingme's space -