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Autore: Escapist96    08/05/2012    4 recensioni
Tuomas sogna una donna che lui conosce, una donna molto importante per lui. Una donna che al mattino gli si presenta alla porta.
E poco dopo tutti i Nightwish sono chiamati a raccolta per incontrarla.
Chi è questa donna? E perchè Anette sembra così sconvolta all'idea di conoscerla? Leggere per scoprirlo!
"Running for her life
The dark rain from her eyes still falls
Breathtaking butterfly"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anette Olzon, Quasi tutti, Tarja Turunen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kitee, casa Holopainen, pomeriggio

 
“Tarja”
La voce di marco era fredda e piena del risentimento che non si era spento nemmeno a distanza di anni mentre l’accoglieva. La guardò senza nascondere la sua disapprovazione.
Con un sottile sorriso sulle labbra che nessuno riuscì a decifrare – Vendetta? Vittoria? O soltanto una maschera difensiva?- lei scese le scale, appena un passo dietro a Tuomas.
Salutò i membri della band ad uno ad uno, riservando a ciascuno la stessa espressione contemporaneamente forte e umile, ma ognuno di loro reagì in modo diverso.
Marco non le rivolse più altre parole e le diede soltanto la mano, come avrebbe fatto se si fosse trovato davanti ad un’estranea.
Al contrario, Emppu non riuscì a resistere e per un attimo la strinse in un abbraccio forte e amichevole. Poi la guardò negli occhi, dicendole con quel semplice gesto che, nonostante la rabbia non fosse ancora svanita del tutto, lui l’avrebbe perdonata volentieri se gliene fosse stata data occasione.
Il comportamento di Jukka fu più ermetico, come se non volesse mostrare i sentimenti che quell’incontro, del tutto inaspettato, stava provocando in lui. Accettò che la donna lo baciasse tre volte sulle guance, come da tradizione, e rispose allo stesso modo.
Poi, questa volta esitante, Tarja raggiunse Anette e s’immobilizzò davanti allo sguardo confuso e, innegabilmente, arrabbiato della donna. Per un attimo il suo sorriso s’incrinò e lei sembrò sul punto di vacillare e cedere, ma si riprese immediatamente e cercò Tuomas con gli occhi.
-Cosa vuoi che faccia adesso?- pareva chiedere mutamente.
A disagio -e non abituata ad esserlo- si prese una ciocca di capelli scuri tra le dita e cominciò a giocarci nervosamente finchè il tastierista non intervenne per presentarle.
“Tarja, lei è Anette Olzon” annunciò, infrangendo parte della tensione che si era creata. “La nostra cantante” aggiunse, venendo ricompensato da un sorriso grato di Anette. Non volle guardare che effetto avesse avuto la sua precisazione su Tarja, quindi si concentrò su un allegro quadro appeso al muro della stanza mentre percepiva dentro di sé solo il desiderio di voltarsi e confortarla.
-Nettie- si disse. -La nostra cantante è Nettie. E’ di lei che mi devo preoccupare-
Sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, mentre si opponeva al suo istinto, ma riuscì a rimanere composto e serio.
Intanto, mentre lui combatteva dentro di sé una battaglia tra le due donne più importanti della sua vita -la cantante del gruppo, ovvero la persona allegra e solare che gli aveva riportato il sorriso dopo la cascata di dolore che gli si era riversata addosso, e la ex-cantante del gruppo, ovvero la donna che aveva sempre amato e che era stata la causa del suo dolore-, nessuna delle due si era ancora mosso. Poi, in quel momento, come se avesse sentito gli occhi di Tuomas puntati su di lei, Anette prese l’iniziativa e strinse la mano all’altra, con grande sollievo di tutti.
“E’ un piacere poterti conoscere, finalmente!” esclamò, sfoderando il suo migliore sorriso e usando il tono allegro che aveva messo da parte fino a un attimo prima.
Tarja annuì e restituì la stretta. “Piacere mio” replicò. “In giro ho tanto sentito parlare di te e della tua bellissima voce”
Suonò come un complimento un po’ tirato, ma i ragazzi parvero apprezzare lo sforzo e si trasferirono tutti insieme nel salotto più piccolo, dove avrebbero potuto chiacchierare con tranquillità. Rimasta indietro, Anette si rabbuio per un istante prima di far ricomparire il sorriso che abitualmente le illuminava il volto.
 

For the heart I'll never have
For the child forever gone
The music flows, because it longs
For the heart I once had

 
Nei minuti successivi, l’atmosfera sembrò lentamente scaldarsi mentre Tarja e Anette cercavano di tenere viva la conversazione -parlando di argomenti semplici e quotidiani per allontanare il momento in cui avrebbero dovuto affrontare quelli più seri- e mostrarsi amichevoli, a beneficio dei quattro uomini.
 

***

 
Con una scusa banale, Anette aveva lasciato la stanza ed era uscita, lasciando il tempo ai ragazzi di stare con Tarja da soli.
Si sedette sull’erba, morbida e fresca, con le ginocchia strette al petto e la testa bassa. I ricci capelli neri le cascavano sul viso coprendo la luce intorno a lei e lasciandola immersa nell’oscurità. Senza rendersene conto, iniziò a piangere sommessamente mentre mille pensieri le vorticavano nella mente. In quel momento sentiva di odiare Tuomas. Perché aveva fatto entrare quella donna in casa sua un’altra volta? Perché si era mostrato così gentile e amichevole con la persona che lo aveva ferito e, ne era certa, gli aveva provocato un dolore incancellabile? Ma, soprattutto, perché aveva costretto le ad incontrarla? Non avrebbe potuto tenerla per sé o, al massimo, dirlo solo ai ragazzi? No. Anette sapeva che era giusto così. Tuomas era stato corretto con lei, perché lei non glielo avrebbe mai perdonato se le avesse nascosto l’arrivo di Tarja. Perché sarebbe venuta meno la fiducia che lei aveva nel gruppo.
Non era colpa di Tuomas, Anette lo sapeva. E sapeva anche di aver reagito in maniera esagerata ma… non aveva potuto evitarlo. Certo, non era da lei comportarsi in quel modo, ma l’aveva fatta stare male trovarsi improvvisamente davanti a Tarja, la donna a cui era stata paragonata per anni per ricevere centinaia di critiche. La donna che, dopotutto, aveva sempre aleggiato come un fantasma sul gruppo e nelle canzoni che Tuomas scriveva…
Un lieve tocco sulla spalla la fece sobbalzare e lei si voltò, convinta di trovarsi davanti a uno dei ragazzi, venuto a controllare come stesse, o a Tarja stessa, costretta dagli altri ad uscire a cercarla.
Ma dovette ricredersi quando si trovò davanti a una piccola colomba candida, poggiata sulla manica della sua felpa, che la fissava incuriosita con i suoi tondi occhi neri e le beccava delicatamente i capelli per attirare la sua attenzione.
 

A dove came to me,
Had no fear.
It rested on my arm.
I touched its calm,
Envied its love.
But needed nothing it
had.

 
Lentamente e cautamente, Anette le carezzò le piume morbide e calde. Per qualche secondo, l’uccello rimase immobile sotto il suo tocco, poi sbatté le ali e si levò in volo, dirigendosi verso la casa con impercettibili cenni che invitavano la cantante a seguirla.
“Va bene, torno dentro!” rise lei, improvvisamente sollevata e più leggera nel petto.
Corse dietro alla colomba, sentendosi per pochi istanti la bambina che era stata anni prima, e si fermò ai piedi della breve scaletta dell’ingresso posteriore. Fece un cenno di saluto in direzione dell’uccello, che rimase ad osservarla posato sul tetto della villa, e spinse la porta a vetri. Si ritrovò da sola nella spoglia e fresca anti-camera che precedeva il salotto in cui si trovava il gruppo. Prese un profondo respiro e mosse il primo passo per raggiungerli.
“Perché sei tornata adesso?” stava chiedendo Jukka.
Anette si fermò e rimase nascosta dietro al muro per ascoltare. Non che avesse intenzione di origliare, ma temeva che si fossero accorti di lei avrebbero smesso di parlare per paura di dire qualcosa che potesse ferirla.
“Ve l’ho già detto!” esclamò Tarja. Anette si chiese quanto dei loro discorsi si fosse persa… “Non ce la facevo più ad essere sola, io… io volevo tornare da voi per… volevo…”
La sua voce si ruppe, come se non sapesse come proseguire.
Ci fu un fruscio nel salotto. Anette si sporse leggermente e vide Tuomas che la confortava, stringendola a sé. Dall’altro lato di Tarja, sedeva Emppu, che le teneva una mano sulla spalla.
Jukka e Marco erano impassibili e li guardavano senza battere ciglio. Anette non era abituata a vederli così distaccati, ma si rese conto di essere contenta del fatto che non stessero solo recitando una parte quando lei era presente. Erano ancora arrabbiati con Tarja, non avevano solo finto di esserlo per proteggere i sentimenti di Anette.
“Marcelo sa che sei qui?” le chiese il bassista.
Nessuna risposta. Tuomas lo fulminò con lo sguardo e cercò di cambiare argomento.
“Cosa ne pensi di Nettie?” domandò.
Il cuore di Anette perse un colpo. Voleva davvero parlare di lei con quella donna? E aveva usato il suo soprannome per abitudine o per vedere la reazione di Tarja?
Lei scosse la testa. “Ci siamo a malapena rivolte la parola, Tuom” replicò. “Ma mi sembra un bella persona…” ammise, cercando lo sguardo di Marco per dimostrargli che almeno ci stava provando.
“Nettie è un’ottima persona!” precisò lui, riservandole un’altra occhiata gelida.
Anette si disse che più tardi avrebbe dovuto chiedergli perché lui in particolare ce l’avesse con Tarja e s’impose di entrare nella stanza in quel momento, prima che la situazione peggiorasse ancora.
 

Wounded is the deer that leaps highest
And my wound it cuts so deep
Turn off the light and let me pull the plug

 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE
 
Grazie per aver letto questo secondo capitolo! Spero che vi sia piaciuto anche se non è successo molto, ma avevo bisogno di un episodio in cui approfondire le reazioni di Anette e brevemente mostrare anche quelle degli altri, che verranno poi meglio spiegate in futuro :)
Se vi va lasciate una recensione!
Ringrazio chi ha letto la storia e soprattutto le tre persone che mi hanno finora recensita: Tawara, PerfectConcert_ e Petitecherie :)
 
DISCLAIMER
 
I Nightwish non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro e tutti i comportamenti dei personaggi sono da me inventati. Le canzoni citate sono For the heart I once had, The crow the owl and the dove e End of all hope tutte dei Nightwish.
  
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