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Autore: StrangerAlien    08/05/2012    0 recensioni
2046:
la popolazione mondiale si riunisce sotto un solo governo,il quale,per ricominciare una nuova vita,brucia l’intero patrimonio mondiale culturale,e stabilisce una nuova lingua universale.
Un piccolo gruppo si riunisce segretamente in ogni nazione,preservando ciò riescono a nascondere al governo e cercando di far sopravvivere le vecchie lingue.
Si chiamano Sognatori.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2130.
La pioggia correva insistente lungo le pareti dell’anonima casa grigia,nel centro di quella che sarebbe stata la vecchia Londra. Adesso,era solo uno dei tanti distretti,il trecentoventottesimo. Christina, seduta sul davanzale di marmo, teneva la testa posata contro il vetro, guardando le gocce battere trasversali, guidate dal vento, lungo il vetro. I capelli biondi, raccolti in una cipolla, lasciavano ricadere qualche ciocca lungo il viso roseo. I suoi occhi castano chiaro, quasi color miele, scrutavano con attenzione la poca gente che passeggiava per la strada. La noia si stava impadronendo di lei, che sola a casa, non sapeva cosa fare. Vide il suo gatto scendere dal divano, annoiato anche lui. Si avvicinò con il suo manto rosso alla ragazza, strusciandosi contro i suoi pantaloni della tuta. Lei sorrise. Il gatto si avvicinò pigro alla porta, strusciandosi al portone. Christina capì che doveva uscire per fare i suoi bisogni, così scese dal davanzale e aprì il portone. Il gatto uscì, andandosi a riparare sotto la tettoia. La bionda si sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Qualcosa catturò la sua attenzione lungo il viale poco popolato. Scrutò gli occhi verso quella che gli sembrava una massa nera. Sussultò quando vide che sotto l’enorme giaccone nero vi era un ragazzo,zuppo e tremante. Christina corse fuori il proprio vialetto, sentendo le gocce bagnarle il corpo. Si avvicinò al ragazzo e lo tirò su. Quando lo portò in casa ancora tremava. Christina lo sedette sul divano e gli scostò il cappuccio. Rimase stupita di tanta bellezza. Il ragazzo dagli occhi castano intenso la guardava. Il suo volto era simmetrico, un piccolo neo si trovava sotto le sue labbra, umide e schiuse. I capelli di lui, zuppi, gli scendevano lungo la fronte.
“Stai bene?” chiese Christina, guardandolo.
Lui annuì, non doveva avere più di ventun anni.
“Come ti chiami?”
Lui smise poco a poco di tremare, si stava scaldando. Lei gli tolse il giacchetto, gettandolo sull’appendiabiti.
“Wilhelm.. Grazie per avermi portato qui.”
“Oh,figurati. Io sono Christina. Ti posso fare un tè?”
Lui annuì. “Mi farebbe molto piacere,grazie.”
Christina andò in cucina, estraendo un pentolino dal cassetto inferiore del mobile verde acido. Lo riempì d’acqua e lo mise a bollire. Guardò verso il divano in salotto, dove era seduto Wilhelm. Lui si stava guardando intorno con aria incuriosita. Poi girò lo sguardo verso di lei, e le rivolse un sorriso che lasciò la ragazza senza fiato. Si alzò, e Christina notò che era magrissimo. Si appoggiò allo stipite della porta, infilandosi le mani in tasca,poi starnutì.
“Aspetta, ti do’ dei vestiti asciutti, vieni.”
Christina lo condusse nella stanza del padre, tirò fuori da un cassetto un paio di pantaloni elastici e una felpa.
“Vuoi farti una doccia?”
“Magari..”
Lei gli mostrò dove fosse il bagno e tornò in cucina. Sentì lo scrosciare dell’acqua che scorreva dalla doccia. L’acqua sul fornello iniziò a bollire, così Christina la spense e vi aggiunse il filtro del tè, girandolo. L’acqua cambiò colore, lei lo versò in due tazze e aggiunse dello zucchero. Sentì l’acqua fermarsi e la doccia aprirsi. Poco dopo uscì dal bagno Wilhelm, negli abiti del padre di lei, teneva in mano i vestiti zuppi e aveva i capelli umidi. Lei glieli prese e li mise sul termosifone. Lui si sedette davanti la tazza e la prese in mano, sorseggiando piano il caldo liquido. Lei lo guardò.
“Allora, cosa ti porta a vagare per la strada in una bella giornata come questa?”
Lui sorrise enigmatico. “Cercavo un amico, mi sono imbattuto in un guaio e ho trovato una ragazza gentile ad accogliermi.”
Christina prese il proprio tè. “Un guaio?”
“Non ti basta se ti dico un guaio e basta?”
“No.”
Wilhelm sorrise, portando l’indice sulla punta del naso di lei. “Dovrai accontentarti.”
Christina alzò un sopracciglio verso il misterioso ragazzo e sorrise.
“Per ora.”
  
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