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Autore: 11cerbero    12/05/2012    1 recensioni
Gaia è un romanzo fantasy d'azione, mirato a diventare lo Shonen letterario. Pagina Facebook: http://facebook.com/GaiaElementalWorld
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una figura ammantata resta in piedi, impalata di fronte al piccolo spettacolo donato dalla natura. Un treno deragliato riposa nella valle tutto attorcigliato, ricorda un gran serpente. Gli ultimi tre vagoni si tuffano nella profondità di un lago, come se il rettile si volesse abbeverare. La locomotiva riposa quieta da decenni. Sulla superficie incrostata e arrugginita ha dominato l'erba, crescendo ovunque fosse possibile. La bestia dalla verde pelliccia è la tana di una pericolosa strega, e Franzis lo sa bene. Lo stregone sposta dal viso una ciocca dei suoi lunghi capelli biondi che toccano le spalle, dopodiché pulisce con pazienza gli occhiali grossi e quadrati. Viene da un villaggio sconosciuto ai più, nascosto tra le montagne di Lambda. Ha portato la lunga pelliccia di cervo donata dal saggio sciamano, ma con questo caldo Franzis comincia a pentirsene. La mano che stringe il lungo bastone snodato è intrisa di sudore. Non conosce nessun incantesimo che possa alleviare il calore: lui è un mago capace di utilizzare unicamente le magie dell'elemento terra. E trovarsi nel regno delle due sicilie, una terra fatta di fuoco, nonaiuta. Il sole, feroce e invadente, non ha pietà.

Franzis prende in mano il coraggio e si addentra nell'ultima carrozza, quella più vicina. Ha intenzione di trovare e appropriarsi di alcuni oggetti molto preziosi. Il problema è che se la strega ne venisse a conoscenza potrebbe non esserne troppo entusiasta. E reagire con magica violenza. Franzis avanza con cautela, a ogni passo i suoi stivali producono un fastidioso rumore metallico. Lo stregone non è mai stato una persona furtiva, probabilmente verrà scoperto e lo sa. Ma in quel caso, non gli rimarrà che affrontare la strega a viso aperto.

Non ci sono molte alternative: assoldare un ladro sarebbe stato imprudente. È una faccenda troppo importante e quegli oggetti devono essere suoi.

Anche l'interno del treno è pieno di vita. A ogni lato e angolo spuntano fili di erbaccia, ragni che scappano furtivamente e grosse sfere di polline che aleggiano pigramente nell'aria. Alla sinistra del corridoio si trovano le cabine. Ormai sono diventati veri e propri nidi. Umide, calde, piene fino al soffitto di erbaccia e piante selvatiche con proprietà magiche. Hanno frutti mai visti prima, dalla superficie setosa, vuote all'interno, ed emettono una luce azzurra e innaturale. Dei piccioni tubano sugli scompartimenti riservati originariamente ai bagagli. Fin qui sembra non esserci traccia di ciò che cerca Franzis, e neanche della strega. Nel secondo vagone lo accolgono uno sciame di zanzare affamate. Una libellula sfreccia via inseguita da un pipistrello. Di fianco allo stivale del mago striscia un serpente irrequieto. Un gatto, da qualche parte, miagola estasiato. E finalmente eccola, nella cabina dodici tutti i sedili sono stati rimossi, lasciando spazio a una libreria che ha tutta l'aria di esser stata rubata. Il mobile contiene una ventina di volumi che brillano di luce propria, ognuno con un colore diverso. Sì, Franzis ce l'ha fatta.. Sta per mettere le mani sul Libro delle rocce. Ammesso che si trovi lì. Ma prima lo stregone deve controllare se la sua ignara avversaria ha piazzato qualche trappola. Non è un bravo incantatore, anzi a dire il vero ha appena cominciato a studiare magia. Tutto ciò che sa fare si limita al saper sfruttare il suo grande intuito, ma conoscenze teoriche sono pari a zero. Solo l'idea che un apprendista voglia sfidare faccia a faccia una strega è a dir poco ridicola. Ma Franzis è disperato e la disperazione non guarda in faccia a nessuno. Concentra ogni energia sugli occhi, e la sua vista cambia radicalmente. Riesce a vedere oltre il semplice piano terrestre ora. Il suo istinto aveva ragione. Un filo bianco ed etereo è legato a un libro, e porta a un cerchio magico nascosto dietro una pianta. Se lo stregone avesse preso il libro legato al filo spirituale, il cerchio magico si sarebbe attivato e Franzis avrebbe accusato un lieve stato di morte. O qualcosa del genere, chi lo sa cosa cela quella trappola. Intinge di forza spirituale la punta del bastone annodato e lo avvicina al filo. Con un rapido ma fluido movimento, la cordicella etera si sposta e si collega a un altro libro. È fatta: non ha disinnescato la trappola ma semplicemente deviata. È stata una soluzione semplice, fin troppo. Probabilmente la strega non si aspettava un ladro in un posto così nascosto e ha apportato delle precauzioni minime. Franzis esitante ed emozionato tocca la copertina del libro precedentemente protetto.

"Che diamine stai facendo?"

Lo stregone si volta improvvisamente, colto in castagna. Una ragazza alta e dallo sguardo perfido lo guarda con i suoi occhi ambrati, da gatto. È estremamente magra, i capelli neri e lisci le ricadono sulla schiena. La frangia tagliata di netto le danno un'aria ancor più elegante. La cosa sorprendente è il suo abbigliamento: tipico delle zone moderne. Cardigan nero, jeans attillati e scarpe coi tacchi. Non lo si sarebbe mai immaginato da una strega.

"Stai rubando i miei libri?" La sua voce è melodiosa e ipnotica, tipica da strega. Gli animali sono calati in un solenne silenzio.

Lo stregone è nel panico. Cosa dovrebbe dirle adesso? Prende il coraggio in mano, le dirà tutta la verità. Nel caso lei non voglia cedergli il libro, sarà costretto a usare la forza. "Sì, stavo rubando uno dei tuoi libri."

La strega alza un sopracciglio di fronte a tanta sincerità. "Bene. Butta il bastone per terra e alza le mani."

Lo stregone obbedisce. Magari mostrarsi pacifici potrebbe portare a una negoziazione. La ragazza estrae un taccuino, ci scarabocchia qualcosa sopra e poi tocca il foglio con due dita. Dal taccuino spunta una corda etera, bianca, accompagnata da numerosi cerchi magici. La corda si avvolge attorno a Franzis come se avesse vita propria e lo stringe forte.

Franzis si lamenta con un mugugnio. Evidentemente le possibilità di negoziare sono molto basse. L'apparente calma della strega non fa presagire nulla di buono. "Stammi a sentire, fammi spiegare tutto. Ho bisogno del libro e.."

"Questa faccenda non finirà bene. Seguimi" si limita a dire lei. Insieme camminano per il corridoio del vagone in silenzio. A Franzis viene in mente quando da piccolo è stato scoperto mentre rubava delle caramelle e il mercante lo ha portato in silenzio dal capovillaggio. Stesso silenzio, stessa punizione. "Non riesco a credere che tu abbia davvero provato a rubare dalla mia libreria. Spostando il filo canalizzatore per giunta! Cosa sei, stupido?"

Franzis non risponde, mortificato.

"Davvero, dimmelo: perché? Vuoi potere? Ci sono altri modi per ottenerlo." I due escono dal vagone. L'aria fresca investe le loro narici come un treno in piena corsa.

"I miei obiettivi sono molto più nobili, strega Cassandra. Come ben saprai, buona parte della terra di Lambda è.. ormai disabitata."

La strega rimane in silenzio, non si azzarda a commentare. Comincia persino a sudare freddo.

"Grazie al libro delle rocce potrò far tornare a vivere la mia terra."

"Ma pensa. Il libro delle rocce è pieno di incantesimi di altissimo livello. Come credi di poterlo utilizzare?"

La strega Cassandra porta Franzis lontano. La strada si fa in salita, e accompagna la vallata che accoglie la locomotiva, abbracciando dolcemente il lago. La candida erba fresca accompagna il cielo perfettamente limpido e pulito, privo di nuvole. La strada si interrompe: i due incontrano un burrone, con sotto solo venti metri di vuoto e acqua fredda. La strega ha intenzione di gettarlo dalla rupe. All'orizzonte si vede il grande vulcano, in riposo da millenni. È una vista straordinaria e potrebbe essere l'ultima di Franzis.

"Nessuno esce dal mio antro vivo." Commenta perfida la strega.

"Perché dici questo? Secondo te io sono arrivato fin qui seguendo l'istinto? Qualcuno vivo è uscito, e ha sparso la voce per portarmi da te." Commenta pacifico lo stregone. Sta dando il meglio di sé per non mostrarsi nervoso.

"Ti lascerò vivere. Cadrai da questo burrone, ma con la tua magia potrai cavartela con qualche frattura. E non tornerai mai più da me."

Gli occhi da gatto lo guardano con serietà e freddezza. Sembra aver eretto un muro di ghiaccio. Ma perché? Non avrà mica paura?

"Come mai tutta questa clemenza? Da dove vengono questi sensi di colpa?"

La ragazza distoglie lo sguardo. "Quali sensi di colpa. Sono una strega, sono crudele di natura. Non cercare di fottermi."

Franzis sorride. Ha le mani legate, eppure si fa avanti. "Non sei stata tu a pietrificare il mio villaggio. Riesco a vederlo nei tuoi occhi. Ma il senso di colpa c'è."

"Fanculo, mago! Con chi credi di avere a che fare?"

E lo stregone si fa più risoluto. È giovane, ma ha sempre avuto un grande istinto nel capire le persone. E soprattutto la sua innaturale saggezza gli permette di sorridere agli insulti e comprendere ogni azione.

"Lo ha fatto qualcun altro. Permettimi di studiare quel libro e risolvere il mio problema, dopodiché me ne andrò."

Cassandra fa un passo indietro e stringe i pugni. "No, non posso." È paura, questo è certo.

"Chiunque abbia a che fare con tutto ciò non lo saprà mai, credimi." Un altro passo in avanti. La corda intrisa di energia si fa più flebile, con un po' di impegno e distrazione Franzis potrà scioglierla.

"Chi è stato? Chi ha lanciato quell'incantesimo di pietrificazione su tutta Labda?"

"Basta così, stronzo!" La strega è più terrorizzata che infuriata, e tremando estrae di nuovo il taccuino, facendo sfogliare le pagine rapidamente, quasi come se fosse posseduto. I fogli partoriscono decine di corse eteree che si avvolgono al corpo del ragazzo, gli stringono gambe, braccia e il collo, sollevandolo da terra. Sugli occhi della strega puro terrore. Ed ecco che Franzis lo vede, il motivo di tanto terrore. Un incantesimo di proibizione la lega, non può rivelare certe informazioni. Se lo facesse potrebbe morire.

Lo stregone approfitta dell'attimo di debolezza: le magie fatte di paura sono le più potenti ma allo stesso tempo più instabili. Attira dentro di sé la forza delle corde e la ricaccia via. Queste non solo lo lasciano stare, ma contemporaneamente legano la sua avversaria.

Passa qualche secondo di silenzio in cui entrambi ansimano. E poi arriva. Un rumore lontano simile a un rombo di tuono fa tremare la terra e le ossa, scuotendo i sentimenti dei due. Entrambi si girano e guardano il vulcano. Un cerchio magico di dimensioni titaniche è emerso sulla bocca del monte. E da lì parte un'onda d'urto candida che si allarga sempre di più. Al suo passaggio tutto diventa bianco e immobile. La magia si sta avvicinando a loro. La strega non può fare nulla, è intrappolata dal suo stesso incantesimo ed è incapace di compiere qualsiasi magia. Franzis evoca dentro di sé parole arcane per evocare la magia di terra più forte che conosce. Il problema è: cosa difendere, oltre sé stesso? La strega o il treno? Non è capace di estendere tanto l'incantesimo per proteggere tutte e tre le cose. E l'onda di magia si avvicina sempre di più. Sono entrambi paralizzati dal terrore. Lo stregone non ha idea di cosa possa essere quell'onda di magia ma di sicuro non è nulla di buono. Ma ormai si è fatto tardi per decidere e lascia che l'istinto lo guidi. Sperando che la sua forza magica sia sufficiente. Richiama le forze dell'incantesimo e un grosso muro di pietra si innalza di fronte a loro, avvolgendoli, e contemporaneamente l'incantesimo li investe. Passano diversi secondi in cui tutto è semplicemente bianco. Nessun altro colore è presente.

E il silenzio è così forte da risultare addirittura assordante. Finché una voce femminile non gli sfonda i timpani. La strega sta urlando. Franzis si volta e una visione terribile lo colpisce come un pugno allo stomaco. Non è riuscito a proteggere completamente la ragazza, colpa della sua indecisione. Cassandra è per terra, il suo braccio e la sua gamba destra sono completamente bianchi. E pian piano si sgretolano, come se fosse cenere. Allo stesso momento, anche il treno sta per sgretolarsi. Se corresse, Franzis riuscirebbe a entrare e prendere il libro. Già, potrebbe riuscirci. Cosa deve fare?

E gli arti della ragazza si consumano sempre di più. Sta morendo, il suo sguardo è già al di là, sta piangendo. Salvare una sola ragazza o l'intero paese dove è nato e cresciuto? No, la sua famiglia è più importante. A malincuore volta le spalle a Cassandra e si dirige verso l'unica salvezza del suo popolo. L'erosione del treno è molto più lenta, ma tra non molto cadrà. Forse potrebbe utilizzare un altro incantesimo per arrivare prima, e..

"Papà.."

Franzis si gira. La ragazza delirante si è sporta verso di lui, chiedendo aiuto. Quelle parole hanno distrutto il cuore dello stregone, come un miliardo di coltelli arrugginiti. Il ragazzo torna indietro e lascia il treno erodersi. Poggia le mani sulla ragazza, facendo il possibile per salvarla. L'incantesimo sta la divorando viva. Franzis è costretto a prendere una decisione difficile e dolorosa per lei: evoca due pezzi di legno grandi quanto gli arti. La ragazza urla dal dolore. Avere un materiale estraneo che cresce improvvisamente tra i muscoli è difficilmente sopportabile, soprattutto per una ragazza sul punto di morte. L'erosione raggiunge il legno e lo consuma. Dopodiché scompare, credendo di aver divorato tutto il possibile.

Cassandra ansima, il suo sguardo è perso nel vuoto, come se non riuscisse più a vedere. Altro legno si lega a ogni filamento di muscolo e di ossa, creando una copia perfetta del braccio e della gamba mancante. È una protesi debole e squallida, ma è il massimo che può fare.

La ragazza riacquisisce pian piano la vista e piange ancora di più. Franzis le prende il capo dolcemente e lo poggia sul suo petto. Accarezza i suoi capelli, e sussurra "Va tutto bene, bambina. Va tutto bene."

E in lontananza il rumore della salvezza di un intero popolo che si sgretola sfonda l'animo dello stregone. Ma una maledizione si può guarire. Una vita evaporata invece non può tornare indietro, non può condensarsi, se non nei sensi di colpa.

 

   
 
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