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Autore: Lucy_lionheart    15/05/2012    2 recensioni
1.Di tutte le cose che si era aspettato per San Valentino, un regalo da parte di Gilbert era veramente, veramente, l’ultima.
Raccolta di one-shot su generi, temi e nelle versioni più svariate, AU! e non, yaoi, etero e yuri.
Tutto ciò che accomuna queste piccole storie, pezzetti disordinati di vita, sono i loro protagonisti: Toris Laurinaitis e Gilbert Beilschmidt.
Spero vi piaccia la PruLiet, perché queste storie sono tutte per loro. ♥
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Lituania/Toris Lorinaitis, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti: Au!, Slice of life, comico.
Raiting: Verde.
Personaggi: Gilbert Beilschmidt, Toris Laurinaitis, Francis Bonnefoy, Antonio Fernandez Carriedo.

2.  Macchie sospette.


Il boccale sbatté sul tavolo,  il vetro pesante tremò e il liquido al suo interno, del colore dell’oro, ondeggiò, dimezzato in un sorso.

« Il mio ragazzo è un bastardo. »

Antonio e Francis guardarono Gilbert, seduto dietro quella pinta decisamente abbondante di birra, con lo sguardo di chi aveva appena sentito dire che non solo i maiali volavano, ma che avevano pure tirato su una compagnia di viaggi economici oltreoceano.

« Ma chi… Toris? »

Chiese lo spagnolo, alzando un sopracciglio; già chiederlo gli sembrava assurdo, figurarsi.
Alla domanda l’albino altro non fece che sbuffare, annuire e buttare giù un altro sorso decisamente lungo di birra, ricordandosi dopo due o tre minuti della schiuma bianca che gli pizzicava il labbro superiore.

« Ce n’est pas possible.  Sicuro di non star parlando di te stesso, Gil? »
« “Me stesso” un cazzo! E’ lui il bastardo! »

Ringhiò, buttandosi indietro sullo schienale rosso e morbido della panca alla quale sedeva, di fronte al tavolo in legno e ai suoi due migliori amici, ancora intenti a scambiarsi occhiate a dir poco stupite.
Perché non ci credevano!?

« Scusa, Gil. »

Iniziò lo spagnolo, sorridendogli gentilmente; se lo conosceva bene, aveva intuito che quella sera l’amico “mordeva”.

« Toris, per quanto io lo conosca, non sembra affatto un bastardo. Anzi, direi che è l’antitesi del bastardo. »
« Quello non farebbe male a una mosca. »

Aggiunse Francis, mentre con una mano faceva segno di avvicinarsi ad un cameriere.
 Nel pub più rumoroso, ma anche allegro, di Berlino, i tre erano ormai conosciuti. Avevano iniziato ad andarci quando facevano il liceo e non avevano smesso nemmeno ora che erano tutti e tre sui venticinque.
Il biondo, date le ordinazioni, si voltò nuovamente verso Gilbert e la sua espressione corrucciata.

« Si può sapere che ti può mai aver fatto? »

Gilbert sbuffò, spostando lo sguardo su una riga nel tavolo che lui aveva fatto anni prima.

« L’altro giorno sono andato a prenderlo a lavoro. Ha iniziato da due giorni. Lavora per un settimanale  di musica. Insomma, io credevo di trovarlo a disagio e invece… »
« E invece? ¿Qué? »

« Su, dicci cosa ti ha impedito di fare la figura del fidanzato eroico. »
« State zitte. Il punto è che lui, invece, era circondato da colleghe! Colleghe gentili che gli volevano offrire un passaggio! »
« E lui l’ha accettato? » Chiese, Antonio, inzuppando nel ketchup le patatine di Gilbert, prima di farle sparire.
« No, ha detto a tutte di non preoccuparsi. »
« E allora qual è il problema! Si è comportato alla perfezione, degno di lui. »
« Il problema, Fran’, è che non gliel’ha detto. »
« Cosa? »

Le voci di Antonio e Francis risuonarono. Gilbert allontanò da loro le sue patatine.

« Che è fidanzato. »

Nessuno dei tre parlò per qualche secondo, fino a quando il silenzio non fu rotto da Antonio.

« Beh, era il suo primo giorno. Insomma, è normale che non se ne sia uscito con un: “Hola, mi chiamo Toris, ho 20 anni, sono lo stagista e oggi il mio fidanzato viene a prendermi, yu-hu!” »
« Quello non dirà che è fidanzato fin quando quelle arpie non glielo chiederanno. E non lo faranno. »
« Gilbert, non ti ha mai sfiorato il pensiero che siano gentili con lui perché è l’unico ragazzo e ha la metà dei loro anni? »
« Le vecchie sono le peggiori. »

La cameriera, sulla quarantina, lo guardò male e servì l’ordinazione. Gilbert roteò i rubini.

« Dopo questa possiamo anche chiuderla! »

Sbottò, prima che Antonio lo salvasse cambiando argomento e indicando il colletto di Francis: vicino al collo, la stoffa celestina era…

« Cos’è quella macchia rossa? »
« Mh? Ah, la fonte di un bel  guaio. »

Sospirò, il francese, ma senza essere minimamente affranto.

« Una con cui sono uscito ieri l’altro ha ben visto di sporcarmi la camicia con il rossetto che aveva.  Pensavo di tornare a casa e lavare tutto, ma a metà strada ho trovato una mia collega d’ufficio, l’inglesina, e- »
« Ok, basta, ho già capito com’è andata a finire. E’ quella che ti prende a brutte parole due volte sì e la terza anche, no? »

Francis rise, posando il viso sul palmo della mano.

« Ah, tu vedessi come si è ingelosita! … Gilbert, cos’è quella faccia? Hai la sbornia “allegra”? »

Allegra, sì, perché il sorriso era tornato sulle labbra di Gilbert, ed era tornato in modo pericoloso.


*

 


« Buongiorno…! »

La giornata di Toris non avrebbe potuto iniziare in modo migliore.
Che Gilbert gli desse una mano nei lavori di casa era già decisamente raro, ma che addirittura si offrisse di fare il bucato…!
Mettersi una camicia che sapeva essere stata lavata e stirata dall’albino era a dir poco soddisfacente ed infatti le colleghe, sedute intorno a quella che loro chiamavano “la tavola rotonda”, ovvero il luogo in cui discutevano riguardo i temi e l’impostazione del numero della settimana, non ci misero nulla a notare il sorriso sulla sua faccia.

« Oh, Toris! Vuoi il caffè? »
« Beh, se ce n’è…! »
« Ce n’è, ce n’è! Com’è che sei tutto contento, oggi, novellino? »

Toris non rispose con nient’altro che un sorriso e un ringraziamento, prendendo la tazza di caffè fumante che gli veniva offerta.
Fu allora che una delle donne notò qualcos’altro oltre al sorriso del castano. Le dita smaltate corsero al collo della camicia del ventenne, tirandolo e mostrandolo alle altre.
Le cinque bocche femminili sollevarono gridolini stupiti e, più che altro divertiti.

« Hai capito il novellino! Ecco perché ridi, fino a poche ore fa ti divertivi, eh? »
« C-Come…? Io non… »
« Non ti facevo il tipo da mattina. »
« Da m…? N-Non capisco, scusate, che… »

Solo allora gli occhi di Toris, colmi di un mix  d’imbarazzo, confusione e giustificatissima ingenuità, si posarono su un punto del colletto che riusciva a vedere.
C’era una macchia. Una macchia rossa.
… Una macchia che aveva la forma di due labbra sottili che conosceva parecchio bene.

« Ce lo potevi dire che eri fidanzato. … Perché è la fidanzata, no? »


Intanto, Gilbert aveva buttato nel water l’ennesimo fazzoletto sporco di rosso.
C’era voluta mezz’ora per togliere ogni traccia, compreso odore e sapore, di quel cosmetico tanto odioso, ma mettersi  una bello strato di rossetto aveva contribuito a lasciare la  perfetta e ben visibile stampa di un bacio sulla camicia che si era “offerto” di stirare al fidanzato.

« La mattina è così assonnato che non si è accorto di nulla. »

Ghignò; era talmente soddisfatto della riuscita del suo piano che si sarebbe potuto dare il cinque da solo.
Ripensò a quando i suoi due amici, alla fine della serata passata insieme il giorno prima, gli avevano detto di essere meno geloso.
Tsk. Geloso, lui.
Non era geloso, per carità, era solo  possessivo.


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Ecco la seconda scemata...!
Anche questa volta AU!, non ricordo quando e come ho avuto l'idea delle macchie-
Ringrazio tanto le due commentatrici, Assasymphonie e BlackPhoenix, anche perché hanno lasciato commenti positivi che spero di non far smentire con questo capitolo..!
Come già ripetuto, se volete propromi quelche parola-tema, fate pure! ♥

Un bacio!


_Valkyrie.
   
 
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