Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Fey    06/12/2006    1 recensioni
I genitori sono uguali in tutto il mondo, prima prendono una decisione irrevocabile e poi chiedono ai figli...Sua madre l’aveva appena avvisata della sua nuova idea, adottare un figlio, un ragazzo di sedici anni e mezzo, due più di lei...Salve a tutti spero che questa mia storia possa piacervi vi auguro una buona lettura...NIHAO!!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ireneo rovistò nella piccola sca

Ireneo rovistò nella piccola scatolina. All'interno tra alcune vecchie fotografie di famiglia spiccava una catenina d'argento. La prese delicatamente lasciando penzolare il sottile anellino che vi era infilato. Una scritta attrasse la sua attenzione: Per la mia stellina Papà. Dalla scatola due volti sorridenti "gli fecero l'occhiolino". Un uomo stringeva la sua bambina tra le braccia.

- Ireneo!- una voce lo ridestò costringendolo a riposare tutto al più presto.

- Ireneo!...- Costantino continua a chiamarlo apprestandosi a salire le scale.

Senza farsi notare il ragazzo sgusciò fuori dalla stanza come se nulla fosse e prese a discendere al piano inferiore. A mezza strada lo sguardo gelido del patrigno lo bloccò.

- Insomma potresti rispondere quando qualcuno ti chiama?...- protestò l'uomo.

-...Cosa vuoi...-bofonchiò il ragazzo.

- Se non erro ti avevo chiesto di tosare il prato, si può sapere perchè non lo hai fatto.

- Non mi andava! - sibilò il giovane facendo spallucce.

- Cosa? e questa credi sia una ragione valida....insomma ragazzino da quando sei arrivato non hai mosso un dito in questa casa ne noi ti abbiamo fatto alcuna pressione ma...

- Ma...- lo blocco il ragazzo.

- ...adesso questa è anche casa tua  e noi stiamo per diventare la tua famiglia....quindi sarebbe bene tu cominciassi ad integrarti...

-E cosa centra questo con me...io non vi ho chiesto nulla... quindi me ne torno in camera se non ti spiace.

- Aspetta! Ireneo sta volta non posso lasciarti fare, se vuoi continuare a vivere qui devi darti da fare anche tu per questa famiglia...quindi ragazzino datti una mossa e vedi di falciare quel prato...altrimenti...

Per qualche secondo gl'occhi chiari del giovane fissarono il volto contrariato negli spassi di rabbia dell'uomo. Nel silenzio burrascoso venutosi a creare lo superò con passo pesante e lento. Raggiunse la porta principale si infilò la giacca a vento ed uscì di lì senza proferire parola.

- Torna subito qui!...Ireneo non abbiamo ancora finito...Ireneo...

Costantino gli aveva gridato dietro ma il giovane non si era lasciato impressionare. Era uscito di lì sbattendo la porta mantenendo il suo solito volto impassibile.

Si diresse, quasi senza pensarci, verso il campo sportivo. Gli piaceva quel posto che sapeva per esperienza poco frequentato.

Purtroppo al contrario delle sue rosee aspettative, quel giorni alcuni giovani avevano deciso di allenarsi. Non si demoralizzò ma stando ben attento a non farsi notare, scivolò sugli spalti dove si adagiò a riposare.

Più in la qualcuno correva caparbio, sulle assolate piste mentre una donna ne cronometrava la performance.

Era una ragazza, il suo codino all'insù sventolava dalla fessura del berretto bordò. Il volto solitamente roseo era nascosto dall'ombra proiettata dalla visiera.

La corsa si arrestò e lei si accasciò sulle gambe stremata, il respiro affannoso, le guance infuocate. Adesso i muscoli guizzanti le si rilassarono, dopo lo spasmo e l'irrigidimento dello sforzo. La donna le si avvicinò.

Ireneo aveva seguito attento i movimenti della ragazza, come rapito dal suo moto, eppure solo ora si accorse di un particolare. Riconobbe la donna che si era appena avvicina. Era la sua docente di educazione fisica, che dopo aver cronometrato la corsa si stava congratulando con la giovane, che lentamente alzò il volto accaldato ma sereno.

Fu un attimo ma sul volto di Ireneo si dipinse un lieve sorriso compiaciuto. Lentamente si accinse a scendere le gradinate per porsi, mentre la donna con il cronometro si era allontanata per parlare con un altro uomo dalla rossiccia barba incolta, alle spalle della ragazza dalla tuta nera a righe bordò.

- Che fai racchia?!- esclamò divertito,  facendo sussultare l'altra.

- Eh....e tu che ci fai qui?- gli chiese sorpresa Stefania, una volta voltatasi.

- Se non sbaglio sono stato io il primo a porre una domanda...

- Uhmm...sempre simpatico eh...comunque dovresti saperlo...ci sono le gare agonistiche tra due settimane, c'era bisogno di qualcuno per la staffetta, ed io ho accettato.

- Certo che dovevano essere disperati per chiederlo a te.

- Idiota cosa credi sono veloce io.

- Certo come una lumaca.

- Allora vieni.

- Uh?

- Una gara, vediamo chi è il più veloce.

Il ragazzo non protestò ne acconsentì esplicitamente semplicemente seguì Stefania al via allineandosi con lei. Toltosi la giacca lasciò che fosse la ragazza  a contare il tempo.

1-2-3

Erano partiti di scatto. Veloci, molto veloci, sfrecciavano l'uno accanto all'altra.

Il vento gli sfregava il volto, era bello, troppo bello.

Ireneo si lasciò trasportare da quella sensazione stranamente piacevole, mentre la corsa era diventata  un susseguirsi di movimenti rapidi, meccanici, naturali nello scorrere di attimi eterni. Poi tutto finì.

Ireneo aveva vinto e non di poco, era incredibilmente veloce. In pochi gli avrebbero tenuto testa.

La professoressa si affrettò, avendolo visto, a chiedergli di unirsi alla squadra per la staffetta.

Gli si era fatta vicina mentre il ragazzo ancora cercava di riprendere fiato. Erano bastate poche parole perchè il volto ora sereno del giovane tornasse a contrarsi nella solita espressione fredda.

Ireneo rifiutò secco l'invito allontanandosi di buona lena da quella donna fastidiosa. Era intento a recuperare la sua giacchetta quando si sentì sfiorare una spalla.

Si voltò scocciato, Stefania gli si ergeva davanti.

- So che mi odierò per quello che sto per dire ma abbiamo davvero bisogno del tuo aiuto...Anna si è tirata indietro all'ultimo momento ed adesso non sapevamo con chi sostituirla...quindi...ecco...

- Insomma cosa vuoi...- chiese il ragazzo fingendo di non aver compreso la richiesta silenziosa dell'amica-sorella.

- ...Ti prego ho bisogno del tuo aiuto, in cambio potrai chiedermi quello che vuoi ma...ti prego accetta.

Il sorriso che si dipinse sul volto di  Ireneo in quell'attimo fu quasi un ghigno ma la giovane non se ne accorse.

Accettò e presto la futura sorella si sarebbe pentita di quella sua richiesta.

Non appena fu rientrato a casa Lince falciò con grande accuratezza l'intero prato. Ora più che mai non voleva andarsene, le cose si stavano facendo divertenti.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Fey