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Autore: Lady Castalia    16/05/2012    2 recensioni
"Che cosa accade quando la Realtà,
come noi la conosciamo,
viene improvvisamente stravolta?"
Questa storia narra di cinque ragazze alle prese con il male, nella sua forma più pura.
Saranno messe a dura prova, ma il Bambino Sopravvissuto sarà dalla loro parte, pronto a combattare l'ennesima battaglia.
Dal Prologo:
Immaginatevi ora, di ricreare lo stesso trambusto tra quattro mura casalinghe in cui una Gryffindor, due Slytherin e una Durmstrang, convivevano da un anno.
La parola più adatta a riassumere la situazione poteva essere caos, anche se a volte risultava riduttiva.
A Ilaria e alla mia FamigliaH
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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~ New Player, Old Friend ~













Londra, 01 Ottobre 1859 d.C.

“Quando una fase della Vita ha inizio ci sono segni tangibili che possiamo cogliere.
Ma nulla di ciò che accade è affidato al caso.
Eppure a volte gli eventi vengono alterati, per far si che il nostro Destino si compia.”

dal diario di A. X. Goodman -













Londra, 01 Ottobre 2008






L’aeroporto quella mattina era ghermito di persone, in mezzo a tutto quel caos trovare Michelle sarebbe stata una vera impresa, senza contare che il continuo imprecare al vento di Kyla e le sue affermazione velenose tipo “Che cavolo ce ne facciamo di una francesina snob tutta fiocchetti e smancerie”, non aiutavano per nulla la ricerca dell’ultimo membro del gruppo.
Violet aveva cercato più volte a tappare la bocca della Serpe Svedese, ma non c’era stato verso, lei i francesi non li sopportava, o meglio quella francese in particolare.
Quando anche l’ultimo brandello di pazienza sembrava volesse abbandonarla, finalmente scorse Michelle sommersa dalla folla.
- Tesoro siamo qui! – esclamò sporgendosi fuori dal gruppo di persone che le ostruivano il passaggio, o se avessimo voluto essere più precisi, quando riuscì a liberarsi della presenza snervante della Svedese che stava facendo si tutto per cercare di impedire quello che lei insisteva a chiamare Sacrilegio.
Non aveva mai compreso davvero come mai non riuscissero a sopportarsi, perché ovviamente la cosa era reciproca, ma doveva essere accaduto qualcosa di cui erano all’oscuro.
- Mon amour! Eccomi! – esclamò in risposta Michelle intravedendo le ragazze a pochi metri di distanza.
Il viaggio era stato un vero inferno, ma finalmente era arriva a casa.
- Che meraviglia vedervi ragazze, non sapete quanto mi siete mancate. - sospirò abbracciando forte Violet, Jillian ed Hallie. Per poi ritrovarsi di fronte la bionda strega che se ne stava con le braccia conserte guardando altrove con la chiara intenzione di evitarla.
- O per lo meno, la maggior parte di voi. – concluse fissandola negli occhi cristallini.
- Kyla. – proferì con tono incolore, conservando sempre comunque la sua innata educazione.
- Michelle. – si limitò a rispondere a tono la Svedese, tornando a rivolgere lo sguardo verso un punto indefinito.
- Perfetto, ora che ci siamo calorosamente salutate, possiamo andare. – intervenne Jillian dando accidentalmente una gomitata a Kyla, che non si risparmiò un’imprecazione nella sua lingua madre.
Hallie nel frattempo aveva osservato l’intera scena e scambiandosi uno sguardo complice con Violet, che non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo, affiancò Michelle per aiutarla con l’ingombrante bagaglio.
Kyla rimase indietro borbottando frasi incomprensibili senza dare il minimo accenno a voler smettere e senza peraltro sognarsi minimamente di dare una mano.
La mora decise così di porre fine alle sofferenze dei suoi poveri timpani, avrebbero dovuto faticare parecchio se avevano intenzione di convivere in un modo quantomeno al limite della decenza e tutto questo non poteva di certo essere di aiuto.
- Si può sapere che diavolo ti prende? – sbottò Violet, cercando di mantenere il tono più basso possibile per non farsi sentire dalle altre a pochi passi da loro, cosa che richiese non poco del suo autocontrollo.
In cambio non ricevette altro che un’occhiata obliqua da parte della strega al suo fianco, che per tutta risposta continuò il suo monologo, di cui Violet non capì nemmeno una sillaba.
Quando finalmente decretò che aveva già sparlato a sufficienza sulla nuova arrivata e su tutta quell’assurda situazione, Kyla si rivolse verso la mora scrutandola attentamente negli occhi verdi.
- Lo sai benissimo che io quella non la sopporto, non potete pretendere che faccia tutta la carina quando il mio unico desiderio sarebbe quello di vederla salire su quel cazzo di aereo per non fare più ritorno, e non azzardarti a darmi la colpa di tutta questa situazione perché sai benissimo che il sentimento è reciproco, anche se credo che lei non avrebbe mail il coraggio di rispedirmi a calci nel mio paese, al contrario di me. – rifletté per poi riprendere il suo sfogo - Quindi se stai cercando un modo per dirmi di fare amicizia con quella, bè… scordatelo! – proferì tutto in fiato irritata per poi accendersi una sigaretta, infischiandosene del chiaro cartello appeso al muro “Vietato Fumare”.
Violet più di una volta aveva cercato di ribattere ai discorsi della bionda strega, ma oramai la conosceva abbastanza da sapere che non avrebbe mai cambiato idea.
Alzando le mani in segno di resa ed esasperazione, si allontanò lasciandola indietro a sbollire con la sua dose di nicotina, per poi riavvicinarsi alle altre ragazze.
- Allora che aria tira da quelle parti? – le bisbigliò sottovoce Jillian appena l’ebbe raggiunta.
- Secondo te? Speriamo piuttosto che quella Serpe non faccia stupidaggini. – sospirò sconsolata.
- Io non ne sarei tanto sicura se fossi in te, conosci Kyla quanto me e di sicuro non si impegnerà per tenere calme le acque. – l’ammonì Jillian.
- Vorrà dire che dovremo contare sul buon senso di Michelle. –
- Si certo, o magari mettere direttamente del sonnifero per Schiopodi nel Firewhisky di Kyla. – sghignazzò la rossa, non potendo resistere alla tentazione di tormentarla.
- Jill ti scongiuro, non ti ci mettere pure tu! – sbottò l’altra quasi al limite dell’esasperazione, scostansi una ciocca di capelli corvini dal viso.
- Coraggio, stavo solo scherzando – l’incoraggio Jill, carezzandole un braccio affettuosamente – O quasi. – bisbigliò per poi defilarsi anche lei ad aiutare Michelle.
L’ultimo pensiero di Violet fu inevitabilmente che quella convivenza a cinque iniziava a prospettarsi più difficile di quanto avrebbe mai immaginato.







♦ ♦ ♦







- Ragazze qualcuna di voi ha già visto la Villa? – chiese curiosa Michelle, percorrendo le vie di Hogsmade, tre ore dopo il suo arrivo.
- Siamo andate a vederla un paio di giorni fa, ma la donna che ha l’incarico di mostrarcela non era ancora in possesso delle chiavi, quindi oggi sarà la nostra visita ufficiale. – spiegò Violet qualche passo avanti a lei – O perlomeno, lo spero vivamente. – concluse lievemente irritata per quel contrattempo.
- Sinceramente non capisco tutta questa storia. – continuò Jillian al suo fianco – Voglio dire, trovo piuttosto improbabile che quella donna, dal momento che questa casa è disabitata ormai da anni, non sia ancora in possesso delle chiavi. –
- Probabilmente essendo solamente una intermediaria ne è entrata in possesso da poco, oppure la Villa stessa è stata messa sul mercato solo di recente. Infondo quando l’abbiamo contatta per interessarci all’acquisto nessuna di noi si è preoccupata di chiederle notizie sul vecchio proprietario o sullo stato della vendita. – rifletté Kyla in testa al gruppo di ragazze, traendo una boccata di fumo da una delle sue sigarette Babbane.
- Non saprei – continuò Violet – l’intera situazione mi ha lasciato piuttosto perplessa inizialmente, soprattutto nel cogliere lo stupore di questa donna quando abbiamo deciso di acquistarla. Sembrava eccessivamente sorpresa, per non dire irritata. –
Violet aveva per puro caso trovato l’annuncio della vendita sulla Gazzetta del Profeta appena un mese prima. Nel giro di una settimana avevano contattato la donna all’indirizzo sull’annuncio e si erano decise per quel folle acquisto.
La villa era perfetta e anche se ne avevano potuto vedere solamente una sbiadita foto, non avevano esitato, come se qualcosa di quella dimora le avesse incantate, senza contare che il prezzo per quella meraviglia era stato inverosimilmente basso.
Forse in un futuro avrebbero riflettuto maggiormente su quel particolare.
- Ma nessuna di voi sa davvero nulla del vecchio proprietario? – si informò Michelle, rimanendo a sua volta dubbiosa sull’intera faccenda.
- Stiamo cercando di venire a conoscenza qualcosa ma sembra che nessuno sappia nulla, a partire da questa donna. Dice che la casa è disabitata da troppo tempo ed è ormai impossibile risalirvi. – rispose Hallie, a braccetto della francese.
- Io invece inizio a pensare che non vogliano dirci nulla. Probabilmente il vecchio proprietario era una di quei maghi usciti di senno al tempo di quel pazzoide omicida con manie di grandezza di Voldemort – Kyla non aveva problemi a pronunciare il suo nome, ormai quella storia era finita, e la paura non era mai stata una delle sue debolezze - e per evitare problemi con gli acquirenti si guardano bene dal divulgare l’informazione. – puntualizzò la Svedese, senza volgersi verso di loro.
Quella era una possibilità che iniziava a farsi strada nella mente di tutte, e riflettendoci attentamente poteva essere l’unica motivazione plausibile.
- Comunque a scanso di dubbi dovremo documentarci noi stesse. – concluse Hallie con un bagliore negli occhi.
- Hallie piccola, te ne prego, non incominciare. – l’ammonì Kyla gettando il mozzicone della sigaretta a terra – Non siamo più a scuola, grazie al cielo, e nessuna di noi è mai stata immischiata in una di quelle missioni suicide del Trio del Miracoli, come lo chiamano qui le due Serpi. Quindi smettila di voler trovare misteri e leggende dove non esistono. – concluse seria, con il solito tono che non ammetteva repliche, per poi accelerare il passo.
Hallie per lei era la piccola del gruppo, non tanto per l’età perché effettivamente erano tutte dello stesso anno di nascita, ma quanto per il suo essere rimasta bambina e sognatrice, sempre a caccia di nuove avventure immaginarie, nuovi misteri da voler risolvere.
Era vero, loro abitavano nel Mondo Magico ma per Kyla non c’era nulla di avventuroso ed emozionante, c’era la vita reale e in quella non esisteva alcuna magia.
Hallie rimase ammutolita da quel rimprovero.
Nonostante la natura burbera della bionda strega non era mai arrivata ad essere così schietta e dura con lei, non fino a quel punto almeno, nonostante non fosse la prima volta che a suo dire la riportava con i piedi per terra.
Violet non poté desistere dal raggiungere la bionda in testa al gruppo, osservando con la coda dell’occhio lo sguardo ferito di Hallie.
- Non ti sembra di aver esagerato? – asserì la mora, scura in volto, dopo averla raggiunta.
Kyla gettò a terra l’ennesima sigaretta che si era appena accesa senza nemmeno finirla, schiacciandola con il tacco dei suoi amatissimi stivali neri, per poi puntare gli occhi celesti in quelli verdissimi di Violet.
Riflettendoci forse poteva anche avere ragione, non era certo solo Hallie la causa del suo nervosismo.
- Te lo concedo, forse ho esagerato, ma… - cercò di spiegarsi senza però riuscire nell’intento. - E anche se fossero solo fantasie, che male ci sarebbe? – la interruppe Violet, evidentemente irritata, sapendo oramai perfettamente dove la bionda volesse andare a parare.
- Deve imparare ad affrontate la vita reale, dannazione. Quelle cose non la aiutano e noi non potremo essere per sempre li a… -
- Proteggerla. – concluse per lei Violet, scuotendo la testa ed abbozzando un sorriso.
Kyla non rispose, ma si limitò ad annuire lievemente, distogliendo lo sguardo da quegli occhi che sapevano leggerle nel profondo.
Violet non poté fare altro che distendere le labbra in un sorriso per poi prenderla sottobraccio.
Sapeva dell’affetto incondizionato che Kyla provava nei confronti di Hallie, certo la bionda voleva bene a tutte l’oro ma con l’ex-Grifondoro era diversa, non la biasimava di certo ma non ne aveva mai compreso il vero motivo.
Nella sua mente era convinta che la svedese nascondesse qualcosa ma sapeva bene quanto pericoloso poteva essere pretendere di entrare nella sua vita privata.
Avrebbe aspettato che fosse lei stessa a volerne parlare, anche se ci sarebbero voluti anni, lei avrebbe atteso.
- Coraggio raggiungiamo le altre prima che quella donna inizi ad andare in escandescenza -
- Si, e prima che a me venga un attacco di diabete. - concluse Kyla, facendola ridere.

Oramai nei pressi della Villa, Kyla si staccò da Violet per poi avvicinarsi ad Hallie, ancora scura in volto.
- Credo di aver conservato alcuni libri di famiglia sulla storia dei Maghi di questi luoghi che mi hanno lasciato i miei nonni, prima che mi trasferissi qui. Forse potresti trovare qualcosa sulla storia di questa catapecchia. – le disse sorridendole appena.
Hallie non potè fare altro che sorriderle di rimando, la bionda non le avrebbe mai chiesto esplicitamente scusa, ne era consapevole, ma quelle parole valevano come tali.
Kyla non era incline alle manifestazione di affetto ma per Hallie avrebbe fatto qualsiasi cosa, come per tutte loro, o quasi, si corresse posando lo sguardo distratto sulla Francesina.
Forse un giorno le cose tra loro sarebbero cambiate, forse un giorno sarebbe riuscita a mettere da parte il passato, le disse una vocina nella sua testa, che provvedé prontamente a scacciare.







♦ ♦ ♦







Una donna sulla cinquantina agghindata in un antico tailleur color porpora, le attendeva battendo il piede paffuto, fasciato da un orrido mocassino, con fare irritato e sbuffando di tanto in tanto in chiaro segno di impazienza, fino a quando tutte e cinque non le furono di fronte.
Michelle aveva già provveduto ad etichettarla come un vero e proprio insulto alla moda e Kyla si dovette a stento trattenere dal mandarla a quel paese per il suo irritante modo di fare.
- Ci perdoni per il ritardo Signora Withmare. – si scusò Violet.
- Signorina, se non le dispiace. –puntualizzò la donna con vocetta da megera intirizzita.
Jillian per poco non le scoppiò a ridere in faccia, trattenendo un singulto con la mano davanti alla bocca. Gesto che provocò una reazione a catena di occhiate divertite e risate represse, che non dovettero sfuggire alla Signorina in questione, guadagnandosi così un occhiataccia sia da parte sua che di Violet, che le costrinse a ricomporsi.
- Signorina Withmare, oggi avremo la possibilità di visitare la villa, anche all’interno? – domando a quel punto Hallie speranzosa, mettendo così fine a tutta quell’imbarazzante situazione.
- Certamente, come promesso sono riuscita a venire in possesso delle chiavi. La persona che ha per così dire, il possesso attuale dell’immobile era fuori dal paese, per questo non ho potuto fare altrimenti. – rispose vaga, facendo loro strada attraverso il cancello che si aprì con un sonoro scrocchio con non poco sforzo da parte della donna per girare la chiave all’interno della vecchia serratura.
L’antico cancello era sorretto dall’alto muro di cinta oramai completamente ricoperto di rampicanti.
Era finemente lavorato, anche se lo scorrere del tempo lo aveva reso scuro e tetro.
Al centro, tra i rampicanti che ricoprivano anch’esso, Hallie notò che i vari ghirigori del ferro battuto formavano al centro, la figura di un Drago con le ali spiegate, tagliato perfettamente in due dai battenti.
In un certo senso era quasi inquietante, ma l’impazienza di entrare delle ragazze era tanta che solamente lei si era soffermata su quel particolare.
- Ma non poteva aprirla con la bacchetta, non sarà per caso anche una Babbana? – bisbigliò Jillian all’orecchio di Kyla, che storse immediatamente la bocca con il risultato che entrambe iniziarono a fissare la donna schifate.
- A casa facciamo i conti! – le rimproverò Violet.
- Ce ne staremo qui dietro buone buone, ok? – rispose la rossa reprimendo l’ennesima risata, rimanendo a fianco della Svedese.
- Diventerò pazza. – sospirò Violet, alzando gli occhi al cielo.

Superarono il cancello e percorsero per una decina di metri un vialetto costeggiato da alte siepi con statue da entrambe i lati ma non poterono vedere cosa ritraevano visto che erano tutte accuratamente ricoperte da teli.
Arrivate davanti alla villa rimasero a bocca aperta.
Era trascurata, ricoperta da rampicanti, ma emanava magia da ogni angolo, era come se in tutti quegli anni fosse rimasta assopita, in attesa di qualcuno o qualcosa che la riportasse al suo antico splendore.
Alcuni gradini portavano al pianerottolo su cui si stagliava un portone in legno con intarsi di ferro battuto che richiamavano i decori del cancello di entrata.
Il battente al centro di esso, aveva la forma di un drago attorcigliato ad un grosso diamante. La villa si ergeva su due piani, tutta in stile vittoriano.
Alla sinistra dell’entrata si poteva intravedere, tra le edere rampicanti, una veranda che sarebbe stata splendida una volta ripulita a dovere.
Varcata la soglia, poterono avere solo un assaggio di quello che sarebbe stato lo splendore di quegli interni, dato che anche ogni mobilio e arredamento, come le statue, era stato accuratamente coperte dai teli bianchi.
- Bene ragazze, ora la casa è vostra. Buona giornata e... buona fortuna. – con quella frase la Signorina Withmare, mollò l’enorme mazzo di chiavi nelle mani di Violet e se ne andò.
- Però, complimenti per l’educazione. – sibilò Jillian.
- Meglio così, ce la siamo finalmente levata dai calderoni. – constato Kyla con sufficienza.
- E’ davvero nostra. – sospirò Hallie ammirando ogni singolo particolare con occhi sognanti.
- Si, finalmente. – disse Violet, cingendole le spalle sottili in un affettuoso abbraccio.
E rimasero così, in silenzio, unite da una muta promessa, con la speranze di riuscire a realizzare il loro sogno.
Insieme.





♦ ♦ ♦







Dopo aver trascorso il resto della giornata a visitare la villa e iniziando a farsi un’idea di tutto il lavoro che avrebbero dovuto fare per rimetterla a nuovo, erano esauste, Michelle per prima avendo affrontato anche il viaggio.
Il loro quartiere come ogni sera era ghermito di gente che andava per locali, ma loro avevano un solo desiderio, sprofondare nei propri letti.
Dopo una veloce cena al take-away e dopo che Michelle si fu sistemata nella sua stanza, che casualmente era proprio accanto a quella della Svedese, merito delle due Serpi che si presero parecchie maledizioni e minacce di morte da parte della seconda ed educati rimproveri da parte della prima, dandosi la buona notte andarono tutte a letto.
Solo Hallie faticava a prendere sonno così, dopo essersi ripetutamente rigirata fra le lenzuola, decise di scendere in cucina a preparasi una tisana calda che sperava l’avrebbe aiutata a rilassarsi e finalmente a prendere sonno.
Scendendo l’ultimo gradino della scala vide subito l’ombra riflessa sul pavimento di una figura famigliare.
Kyla se ne stava rannicchiata sul divanetto nell’angolo lettura alla grande finestra ad arco del salotto, accanto alla libreria dove ognuna di loro aveva conservato negli anni svariati libri.
La cosa strana era che ci erano finiti in mezzo anche dei libri Babbani e proprio uno di questi era tenuto in grembo dalla bionda.
Le Fiabe dei Fratelli Grimm.
Appoggiata sul davanzale della finestra, accanto ad una candela, vi era una tazza fumante di cui Hallie non volle indagare sul contenuto, anche perché poteva benissimo essere del caffè corretto.
- Cosa fai ancora sveglia? – le chiese avvicinandosi alla parte della sala dove si trovava la cucina.
- E tu? Dovresti già dormire da un pezzo. – disse la Svedese senza levare gli occhi dal libro.
Hallie sorrise, accingendosi a preparare la tisana, senza proferire parola.
Quando ebbe finito, si accoccolò sul divano damascato che si trovava in linea con la finestra dove Kyla continuava la sua lettura.
- Credi che ce la faremo? – le chiese la piccola ex-Grifondoro.
- Hai dei dubbi? -
- Forse. -
- Non dovresti. -
- E con Michelle? – sapeva che stava per entrare in una zona a rischio, ma lei poteva permettersi il lusso di certe affermazioni con Kyla anche se quest’ultima evitò accuratamente di risponderle – Ricevuto il messaggio, lasciamo stare. -
- Piccoletta, non rovinarmi gli unici momenti di quiete che ho in questo covo di matte. -
- Sai che potrei ricattarti. L’algida Kyla Sundström che legge di nascosto libri Babbani. Sacrilegio. – enfatizzo Hallie, prendendola in giro.
- Non ci pensare neanche. – sibilò la bionda, alzando finalmente gli occhi dalla sua lettura, e quando lo fece incontrò il sorriso di Hallie che le sciolse il cuore, facendola sorridere a sua volta.
Quelli erano i suoi spazi, i suoi momenti personali, in cui solo ad Hallie era permesso intromettersi.
Quegli occhi nocciola e quello sguardo da bambina, che le ricordavano tanto Lei.
Forse era proprio per questo che si era ripromessa di proteggerla, era per questo che non poteva negarle l’affetto e la speranza.
- Ce la faremo. – affermò con voce gentile e rassicurante.
Entrambe sorrisero e posarono lo sguardo oltre la finestra, verso la luna, che quella notte si ergeva piena e brillante nel cielo stellato.












Spazio Autrice:
Non so di preciso quanto tempo sia passato, ma è davvero tanto.
L’ispirazione e la voglia se ne erano andate, ma in questo periodo diciamo che entrambe hanno fatto ritorno e ho ripreso in mano questa storia.
Sono cambiate parecchie cose nella mia vita e gli anni sono passati, ma questo è un mio angolo personale al quale sentivo di aver rinunciato da troppo tempo.
Le immagini sono prese dal web e i penneli che ho utilizzato per graficare da ®deviantART.

Questa storia è nata per la mia FamigliaH, e come sempre è dedicata a loro, che anche con il passare degli anni e nonostante le nostre strade si siano un po' disperse, non smetterò mai di ringraziare.

  
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