Premessa:
Eccoci qui con un
nuovo esperimento da parte mia..
Premetto nel dire che non ho la più pallida idea di dove
mi porterà questa prima Fanfiction sul Cast di TVD,
l'ispirazione è arrivata e
io l'ho semplicemente abbracciata :)
E' una storia collegata a Custodi del Cuore - Fic terminata da poco
sul telefilm vero e proprio di The vampire Diaries.
Nonostante questo è possibilissimo leggerla anche a parte.
*Nell'asterisco
si parla di Season Two, perché Custodi del Cuore
è ambientata
da quelle parti nonostante alcune modifiche apportate per la storia.
Dato che questo
è solo il Prologo è un po' corto ma lo posto solo
per
vedere che effetto fa, per sapere - insomma- se è bene
continuare questa pazzia
oppure no.
Se andrà bene i prossimi capitoli saranno più
lunghi.
Buona lettura :)
Baci,
-Eyes.
PS:
Cercherò di rendere la storia più realistica
possibile,
sono un tipo che punta molto sulle emozioni - quelle vere, che ogni
ragazza o
ragazzo potrebbero provare-
quindi non troverete , come protagonista, una ragazza che conquista
l'America
grazie al suo essere brava in tutto o temeraria o spavalda.
Non perché non vada bene, anzi, ma semplicemente
perché io non riuscirei
a renderla al meglio perché non saprei
cosa scrivere,
dato che non sono affatto così :P
Spero piaccia e
intrighi lo stesso.
Prologo.
L’ho già detto
che è un genio?
Aprii la porta di casa lasciandomi cullare dalla sensazione di
tranquillità che
le giornate di sole riuscivano a portarmi, faceva caldo e non
c’era un filo di
vento ma a me piaceva lo stesso. Gridai
il solito “Sono
tornata!” seguendo la
mia routine e mi diedi subito dopo dell’imbecille da sola
– anche questo,
seguendo la famosa routine; vivevo per conto mio da poco più
di un anno ma
l’abitudine di avvertire del mio arrivo non l’avevo
ancora lasciata alle
spalle.
Non ero del tutto sola però. Ridacchiai vedendo Puck venirmi
incontro: il mio
meraviglioso Golden Retriver, cucciolo di appena dieci mesi –
preso appena una
settimana dopo il mio trasferimento - mi corse incontro abbaiando
vivace e
dandomi il suo personale bentornato. Capitava poche volte che lo
lasciassi solo
a casa, in effetti lo facevo solo per emergenze dell’ultimo
secondo o
commissioni che si potevano sbrigare velocemente
all’angolo della strada.
A quanto si diceva
in giro ero una ragazza affidabile ma a volte troppo seria, matura ma
ancora
una volta fin troppo e questo restringeva di molto la mia cerchia di
amici.
Dal mio punto di vista ero una ragazza sempre allegra e non mi
importava se
prendevo certi argomenti ‘fin troppo’ seriamente
perché ero fatta così e di
cambiare non avevo voglia: ero Anastasia Di Marco, punto.
“Ciao bello!”
Salutai la piccola palla di pelo con una carezza sul muso e mi avviai in soggiorno velocemente.
Afferrai il
portatile sul tavolo e mi buttai a pesce sul divano, sdraiandomi
comodamente
mentre poggiavo il computer sulle gambe e mi accingevo ad accenderlo.
Vidi Puck
scodinzolare ai piedi del sofà gli indirizzai un sorriso di
scuse “Ti prometto
un’uscita al parco fra venti minuti.” Lo accarezzai
nuovamente facendolo
abbaiare e mi connettei su Skype alzando
gli occhi al cielo al suono dell’imminente chiamata in
arrivo. Non avevo
neanche fatto in
tempo a passare
‘online’ che quella pazza furiosa mi
aveva trillato. Accettai la chiamata e le grida dall’altra
parte dello schermo
mi fecero sobbalzare spaventata.
“Kristine!”
La situazione
era al limite. Ero abituata agli scatti da matta della mia migliore
amica, ma
questa rasentava il ridicolo (e, francamente, era anche abbastanza
preoccupante); non riuscivo a guardarla in volto, il PC probabilmente
era sul
letto e l’unica cosa che potevo sentire erano le sue grida
estasiate mentre
saltava davanti alla webcam.
Anche Puck abbaiò e io la richiamai
nuovamente”Kris, per l’amor del Cielo!”
Quando lei si
lanciò verso il computer, per un momento ebbi davvero paura
che attraversasse
lo schermo facendo un volo cibernetico dalla Georgia in Italia.
Scrollai il
capo cercando di cancellare anche il tremito di terrore al pensiero di
una
simile possibilità.
Kristine aveva
il fiatone e le guance arrossate, i capelli – abitualmente
liscissimi e
biondissimi e perfettissimi- erano scompigliati e ricadevano malamente
sui suoi
brillanti occhi verdi. “Non ci crederai mai!”
Strepitò, ovviamente in americano,
talmente veloce che ebbi qualche difficoltà a capire le
parole esatte. Non che
servisse, comunque: che era eccitata all’inverosimile lo
avevo capito appena
aperta la finestra di conversazione.
“Che ne dici di
prendere fiato e fare capire anche a me, povera comune mortale quale
sono?” Era
strano sentire me stessa parlare in americano così
facilmente e sapevo che gran
parte era merito di quella ragazza: se non fosse stato per lo scambio
culturale
che l’aveva portata da me, in casa dei miei genitori quando
avevamo solo sedici
anni, probabilmente sarei ancora a guardare film in lingua originale
sognando
ad occhi aperti di avere una conversazione extralinguistica senza
problemi. E,
sicuramente, quel tornado biondo non sarebbe mai diventata la mia
migliore
amica.
Scossi la testa
mentalmente e provai ad ascoltarla, cercando di comprendere. Come
previsto, il
primo tentativo fallì miseramente, bombardato dalla
mitraglietta eccitata che
era la voce di Kristine; dovetti minacciarla di chiudere la connessione
se non
avesse parlato con più calma, prima di convincerla
quantomeno a respirare tra
una frase e l’altra. Lei aveva sbuffato mettendosi comoda sul
letto, il suo
broncio durò qualche misero istante e –
nuovamente- i suoi occhi assunsero quel
particolare brillio, a mio avviso molto inquietante.
“Julie Plec è
un genio.” Esordì e, così facendo, non
poté che non attirare la mia attenzione.
A quanto pareva, si era esaltata grazie alla nostra passione comune:The
Vampire Diaries - lo show più popolare del
momento, con trama, attori e
produttori fantastici. Una delle series
migliori che si trovavano sul mercato.
Corrugai la
fronte, ma sorrisi curiosa “Dimmi tutto.”
Kristine mi rispose con il fervore di prima, ma stavolta più
comprensibilmente “Quella
santissima donna ha avuto un’idea brillante.
Non che io sia stupita: ho sempre saputo che è un genio! Non
te l’ho mai detto
che è un genio? Non importa, il punto fondamentale riguarda
la seconda stagione!”
Fece un paio di gridolini che scelsi di ignorare per il bene dei miei
nervi e
l’ascoltai continuare “Praticamente è
uscito un articolo dove Julie era
entusiasta del calore dei Fan e ha annunciato un’idea per
entrare un contatto
con noi!”
“Non capisco.
Cos’è che ha detto? Che idea?”
“Un concorso.”
Fu la solenne risposta che, comunque, non illuminò di molto
l’antro buio che
era la mia testa. Si creò uno strano silenzio che fu
interrotto dopo un paio di
minuti dal mio italianissimo “Embè?”
il quale
sapevo avrebbe fatto innervosire
l’Americana.
Anche Kristine
capiva l’italiano, non lo parlava perché era
pigra, ma lo capiva; questo spiegò
la sua faccia indignata “Embè?
Io sgancio la bomba e tu rispondi Embè!?”
Scossi la testa,
cercando di recuperare qualche altro indizio “In cosa
consisterebbe questo
concorso?”
Nonostante il
primo impulso di lanciarmi un’occhiataccia micidiale,
Kristine si arrese alla
mia espressione perplessa e mi sorrise con affetto “ Un
concorso per diventare
assistente sceneggiatore.” -
ehi, quello è il mio
cuore, fatelo
ripartire! - “L’articolo diceva che avevano
già iniziato a spulciare nel nostro
fandom, e che hanno avuto una così bella impressione che si
sono buttati in
questa iniziativa. Una roba assurda! Non era mai successo!”
Beh, dovevo
ammetterlo: ero sconvolta. Che idea.. pazza. Lavoro
di professionisti
buttato al vento, affidamento a mani sconosciute e del tutto inesperte.
Era
folle.. e per questo, soprattutto per questo, credevo
potesse funzionare;
insomma perché non avrebbe dovuto?
L’incremento degli ascolti sarebbe schizzato alle stelle,
un’idea del genere
avrebbe puntato l’occhio di bue solo su di loro.
Probabilmente c’era da prendere
in considerazione anche che a fine concorso, i partecipanti mandati a
casa
avrebbero potuto avere chissà quale reazione negativa. Le facce della medaglia
erano due, ed
entrambe portate agli estremi. Come diavolo si faceva a rischiare
così tanto?
Chiesi a
Kristine di farmi leggere l'articolo e me lo inviò per
posta. Quando lo lessi
lo feci con il massimo dell'attenzione.
Nuove idee,
nuove situazioni, nuovi desideri.
-Aveva scritto la Plec- Metterci
in contatto con i nostri Fan è un desiderio non solo mio
ma di tutti i
ragazzi; soprattutto Ian Somerhalder { plays Damon Salvatore}
mi ha
appoggiato in quest'idea che ha definito pazza e pericolosa.
Ha persino detto che la ama solo per questo [Ride] senza
dimenticarci
dell'appoggio di Kevin e di altri attori come la favolosa Nina Dobrev e
Paul
Wesley.
Chissà chi entrerà nelle porte dei nostri studi ,
io sono impaziente di
scoprirlo tanto quanto voi.
“Porca
puttana..” Mormorai persa nei miei pensieri,
scioccata. Kristine rise
“Sapevo avresti reagito così! E’ un
genio, l’ho detto!” Ripeté allegra.
Io la guardai sorridente “Non vedo l’ora di vedere
la prossima stagione! Chissà
chi sarà la fortunata! E pensare che ci lasceranno quasi un
anno in balìa della
curiosità..” Ridacchiai.
“Ehm.. a
proposito di questo..”
Mi voltai di
scatto verso di lei. Kristine non faceva mai Ehm.
Lei era la sicurezza
fatta persona, possedeva una sfacciataggine da far paura anche a me,
quindi non
poteva fare Ehm.
La guardai con circospetto. “Che hai fatto?”
L’accusai avvertendo una strana
sensazione al basso ventre. Paura.
“Ti ricordi la
versione con la traduzione americana della tua favolosa e
magnifica
storia che mi hai inviato qualche mese fa?”
“No, no,
no,no.” La guardai sbigottita “Non puoi averlo
fatto! No!”
“Ma perché no?”
Si difese lei “Perché non tentare,
Annie?”
Ero a bocca
aperta, non credevo al senso delle parole della mia amica
“Dimmi che l’hai solo
stampata. Dimmi che è ancora a casa tua e che aspetta il mio
permesso
per partire per gli studi cinematografici o da qualunque parte
finiscano certe
cose!”
Kristine
abbassò lo sguardo.
Senza controllo
imprecai in modo prettamente Made in Italy, condendo il tutto con
occhiatacce e
minacce di morti lente e dolorose, alzando abbastanza il tono di voce
– il
qualche apparentemente disturbò Puck che se ne
andò in balcone, indignato
da quel frastuono.
La biondina mi
bloccò dopo qualche minuto, indispettita
“Piantala, Anastasia. Stai esagerando,
non credi?”
“No.” Risposi
arrabbiata “Non credo. Dovevi chiedermelo.”
“Ah si?” Fece
lei ironica “E tu mi avresti risposto no,
o peggio che ci avresti pensato
aspettando la fine di tutto magari uscendone con un ‘Ops,
il tempo è scaduto.’
O roba simile. E non negare, ragazza.”
Io mi
imbronciai borbottando “E dove sta’ il
problema?”
Lei alzò gli
occhi al cielo “Il problema è che la tua paura
ti frena e ti bloccherà
sempre in quel paesino sperduto di periferia dove ti trovi. So che
scrivere storie
è la tua passione, nonché punto di forza; so
anche che hai fantasticato non so
quante volte di vedere i tuoi nuovi personaggi in una produzione sul
grande
schermo , allora perché non lanciarsi allo
sbaraglio?”
“Sbaraglio. E’
proprio dove potrei finire. Qui ho la mia casa, la mia
università, i miei
amici.. come credi possa lasciare tutto e andarmene?
C’è anche Puck, per la
miseria!”
“Non creare
problemi dove non ci sono. La tua bella casetta puoi anche lasciarla
stare,
venire qui in America non sarebbe un problema. Ci sono io e verresti a
stare da
me: un letto per farti dormire ce l’ho, dato che vivo da
sola. E ti vorrei
anche ricordare che hai terminato i tuoi corsi universitari e che sei
ormai
bella che diplomata con un punteggio di ottantotto su cento. Per non
contare
della tua laurea – presa così ..pff..
per hobby – in scrittura
creativa. Non hai scusanti: i soldi per il viaggio li chiedi a papino e
a
mammina o te li invio io per posta. L’importante è
che non ti blocchi tremante
a casa tua come una fifona di prima classe.”
Il suo sfogo
era stato del tutto inaspettato, tagliente e vero. Schietto come
lei e
reale, talmente reale che mi sconvolse “Stai dimenticando una
cosa, comunque.”
Brontolai rossa di vergogna, distogliendo lo sguardo come una bambina
delle
elementari, anziché una ragazza di ventiquattro anni.
Lei corrugò la
fronte “Ovvero?” Domandò ancora con fare
altezzoso.
“Probabilmente
a partecipare a questo concorso saremo milioni.” La guardai
scettica “Ti
aspetti davvero che io vinca?”
Kristine fece
un gesto veloce con la mano, come a voler scacciare le mie parole
“Povera
illusa.” Esclamò solenne “Sono certa che
la tua Fan fiction sarà la
prima della pila che controlleranno. Di conseguenza tutte le altre
finiranno
nel cestino e Puff! Ti ritroverai sul primo volo per Atlanta, Virginia!
Lascia
fare al destino, su.”
Ci guardammo un
attimo entrambe serissime e poi, poi scoppiammo a ridere come due
stupide. Più
che altro, per sciogliere la tensione.
“Allora non
sei.. arrabbiata?”
“Dipende. Com’è che tu mi hai chiamata? Fifona
?”
TBC