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Autore: Dangerina15    20/05/2012    0 recensioni
Holmes e Watson hanno intrapreso strade diverse...ma il destino li riporterà di nuovo insieme per una nuova avventura.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Mrs. Hudson, Professor Moriarty, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HOLMES

 

<< Salve, Mr Holmes.>>

<< Professore.>> risposi accennando un saluto toccando il mio cappello.

Entrai lentamente in casa, tenendo d'occhio qualsiasi movimento egli potesse compiere. Sembrava tranquillo, fin troppo tranquillo.

Non vedevo Watson, ma non vedevo neanche Mary e questo mi preoccupava.

<< Stia tranquillo, Mr Holmes, la signora Watson non c'entra in questa faccenda. E' una storia che riguarda solo noi.>> intervenne in professore, accomodandosi in una sedia di cashmire.

Non era solo; con lui vi erano tre giganteschi uomini, di cui due si misero ai margini della porta ed uno accanto al professore.

<< Un uomo d'onore, professore, ma non credo che questa affermazione corrisponda perfettamente alle sue dinamiche.>> risposi sorridendo. Presi una tazza di tè dal tavolo e cominciai a sorseggiarla. << Ingegnoso davvero il trucco di Victoria Station. Voleva far credere che avrebbe causato un esplosione alla stazione, ma non lo avrebbe mai fatto, non era nei suoi piani. La domanda che mi pongo adesso è: per quale motivo ci ha divisi? >>

Dovevo prendere tempo e studiare un piano. Era impossibile uscire da quella maledetta stanza. E poi, che fine aveva fatto Watson, dovevo capire dove lo aveva indirizzato. Il professore sorrise e si

.alzò, camminando lentamente attorno a me.

Spero solo che Watson abbia fatto ciò che penso, dissi tra me aggrappandomi all'ultimo spiraglio di speranza che avevo.

<< I suoi stati d'animo la tradiscono, Holmes. E' stato lei a coinvolgere il dottore. Poteva benissimo lasciarlo alla sua vita coniugale ma lei ha deciso di tirarlo dentro fino in fondo.>>. Moriarty sapeva dove colpirmi, qual'era il mio punto debole. La sua psicologia mentale era davvero un'ottima tecnica che funzionava fin troppo bene e, purtroppo, anch'io non volendo ne stavo divenendo vittima. Ma ero ancora lucido, e cercavo di controbattere tentando dei diversivi.

<< Holmes, lei non è ancora morto perchè il rispetto che provo verso di lei è incredibile.>> riprese ancora Moriarty. << Perchè non si unisce a me. Insieme potremmo fare grandi cose.>>.

<< Darei la mia vita per vedere la sua fine.>> sussurrai gelido.

 

 

POV WATSON

 

Victoria Station non è lontana da qui, in qualche minuto dovrei farcela, pensai tra me accellerando la mia camminata. Tenevo in mano gli appunti di Holmes, non avevo avuto tempo di metterli nella borsa quando una folata di vento ne fece cadere uno. Tornai a prenderlo ma notai che non era appunti, era una lettere.

 

Al dottor John Hemish Watson.

 

Era indirizzata a me.

 

Watson,

Se in questo momento sta leggendo questo scritto, allora i miei insegnamenti non sono stati vani. Sono mesi che non mi assiste più ma desidero avvertirla di tenere sempre gli occhi aperti. Moriarty la conosce e sa che...insomma...ha capito cosa voglio dire. Sono sempre stato contrario al suo matrimonio e continuo tuttora ad esserlo ma ho scelto di lasciarla vivere senza pericoli. Però gradirei che mi desse una mano a terminare il caso. Victoria Station, come lei ha letto negli appunti, era solo un diversivo, voleva attrarla in una trappola e dividerci, in modo da eliminarci più facilmente. Se adesso è arrivato a questo punto, sa benissimo che mi sono diretto alla sua abitazione. Venga quando le è più comodo. Anche se non è comodo venga comunque.

Stia attento per strada, Cordialmente

Sherlock Holmes

Una mente geniale. Matto ma geniale.

Posai la lettera nella tasca del cappotto e invertii direzione: Cavendish Place mi aspettava. Holmes aveva bisogno di me.

Io avevo bisogno del mio vecchio socio e del mio vero mestiere.

 

 

POV HOLMES

 

Moriarty mi aveva stremato. I suoi energumeni mi avevano legato ad una sedia e Moriarty non faceva altro che parlarmi di Watson e Irene Adler.

La mia musa e il mio socio e amico. Continuava a ripetermi che mi avevano abbandonato, che ero solo e che non avevo speranza di poter smascherarlo.

Pian piano mi stavo convincendo di tutto ciò che diceva. La stanchezza, la paura e il rimorso stavano lentamente prendendo il sorpravvento.

<< Mio caro Holmes, credo che adesso sia giunto il momento di dirci addio.>> concluse il professore girandosi di spalle.

Non risposi. Non ne avevo la capacità. Sembravo in preda ad un sonnifero ma in cuor mio aspettavo il momento giusto per liberarmi e fuggire alla meno peggio. In un attimo di distrazione dei tre colossi che mi circondavano, slegai i polsi e atterrai quello alla mia sinistra. Gli altri si avventarono su di me, ma con un abile mossa, riuscii a farli scontrare tra loro e a metterli fuori gioco. Dovetti appoggiarmi al muro, vedevo tutto offuscato.

<< Strano che non si sia accorto del tè che conteneva un erba capace di stordire i sensi.>>.

Me ne ero accorto eccome.

<< Caro professore...lei non si è accorto di aver perso il suo tacquino con tutti i suoi appunti e progetti futuri.>> ripresi boccheggiando e sorridendo.

Ero riuscito a sottrargli il tacquino mentre lui mi attorniava con i suoi giochetti mentali.

<< Adesso basta, Holmes. La mia pazienza ha raggiunto il limite.>> replicò il professore, ansioso di riavere il suo tacquino. Estrasse una revolver e la puntò su di me.

Cercai la mia senza trovarla. Watson mi ricordava sempre di prenderla ma lui non lavorava più con me.

<< E' stato un vero piacere, Holmes.>>.

<< Anche per me, professore.>>. La voce di Watson risonò dalle spalle del professore.

Ero fiero del mio fido assistente.

 

POV WATSON.

 

Tenevo il revolver sulla schiena di Moriarty. Feci cenno ad Holmes di spostarsi ma lui mi fece capire di non esserne in grado.

<< Cosa crede di fare, dottore?>> mi domandò sghignazzando Moriarty. << Pensan davvero di farmi paura. >>.

<< Io no, ma Scotland Yard potrebbe causargli qualche preoccupazione.>> risposi e tutta Scotland Yard riuscì a catturare il Napoleone del crimine. Appena fu portato fuori, mi precipitai da Holmes, accasciato su una sedia ansimante.

<< Quante volte vorrà farsi uccidere ancora, Holmes?>> lo rimproverai. Mi sorrise con il suo solito sarcasmo.

<< Sempre un piacere Watson...>> mi rispose.

Come potevo essere stato così stupido. Cadere nella trappola di Moriarty.

<< Holmes, come sapeva che Victoria Station era un diversivo?>>.

<< Elementare, Watson. Victoria Station è stata chiusa proprio qualche giorno fa per mancanza di fondi per cui era impossibile che Moriarty progettasse qualcosa in un luogo deserto. E poi non rientrava nei suoi canoni.>> mi spiegò velocemente prima di dar segni di debolezza e di svenire.

Lo riportai a 221B di Baker Street, con la promessa di essere ancora al suo fianco.

Glielo dovevo da sempre.

  
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