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Autore: Charlie Hudson    23/05/2012    5 recensioni
Due gemelle, cos' uguali, ma così diverse, unite dalla passione per la musica e da una tragedia che le colpisce in tenera età. Stanche di vivere a New York si trasferiscono a L.A per cambiare vita, ed è proprio qui che incomincia la loro storia con i Guns n' Roses.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I’m William!

Erano arrivate le sei, orario in cui le due gemelle tornavano a casa; Elizabeth, ripensando sempre a quello strano e strafottente ragazzo che non le stava per niente simpatico, prese un taxi che la portò all’appartamento, mentre Annabelle era già ritornata a casa e non vedeva l’ora di dire alla sorella di quel misterioso ragazzo.
Appena Elizabeth entrò a casa salutò la sorella e dissero in contemporanea “Ti devo dire una cosa!.... comincia tu….no tu……nono dai tu!” avrebbero continuato così all’infinito se Annabelle non avesse preso per le spalle la sorella e non le  avesse detto “Basta! Comincio io ok?!”
Si sedettero a tavola con un panino e una birra e Annabelle incominciò a raccontare lo strano incontro di quella mattina, senza tralasciare nessun dettaglio e parlando con voce sognante.
“Era scopabile?” chiese Elizabeth, stupendo la sorella.
“Veramente non l’ho guardato in quel modo! Cioè di sicuro è un bellissimo ragazzo, con un gran bel fisico, ma non m’ispirava sesso, più che altro amore…”
“Ehi Anna scendi dalle nuvole però! E’ stato solo un incontro, chissà se lo rivedrai più.” Disse Elizabeth che era molto realista in certe cose.
“Lo so bene, che credi? Ma fa bene sognare no!? Mi sento così sola” poi guardando la faccia della sorella si corresse “non sola in quel senso, io ho te e non potrei esserne più felice, ma vorrei un ragazzo, Lizzie. Da troppo tempo non ne ho uno; la mia ultima cotta risale a diversi anni fa e sono ancora vergine!” confessò Annabelle alla gemella che le prese la mano.
“Dai sono sicura che presto troverai un ragazzo che ti farà impazzire ne sono sicura! La vita è piena di sorprese Belle, non dimenticarlo!”
“E tu invece che mi dovevi dire?” chiese Annabelle.
Elizabeth le raccontò di quei due ragazzi che quella mattina l’avevano presa in giro e del ragazzo dai capelli rossi, che a quanto pare, si era appena fatto una nuova nemica.
“Capito, capito! Ma ammettilo era bello!” disse Annabelle, guardando la sorella con un sorrisetto  malizioso.
“Niente affatto!” sbottò Liz. La sorella la stava guardando con aria scettica.
“Ok magari era carino… molto carino… e va bene bellissimo, ma ti assicuro che tutta la bellezza di cui è dotato scompare non appena apre bocca!” disse la ragazza, digrignando i denti.
Annabelle sospirò. Quello era sempre stato un difetto della sorella : giudicare senza prima conoscere, ma lei non ci poteva fare niente, in tutti quegli anni non era mai cambiata.
Passarono un po’ di minuti in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri, fino a quando Annabelle chiese “Ti va una canna?”
“Come no!” rispose la sorella.
Quando la finirono Elizabeth disse “Dovremmo smetterla con questa roba. Porta solo guai!”
“Lo dici sempre Belle, ma lo sai che senza l’aiuto di qualcuno non riusciremo mai a disfarcene!”
“Non voglio chiudermi di nuovo in una clinica per pazzi! Mi è già bastato da ragazzina!” sbottò lei rabbuiandosi.
Elizabeth sospirò “Belle io vado a letto, sono veramente molto stanca. Se vuoi qualcosa chiamami!” e se ne andò in camera.
Annabelle la salutò e dopo cinque minuti andò anche lei in camera, estraendo da sotto il cuscino una fotografia della sua famiglia. Osservò suo padre, che sorrideva stringendo le due bambine, che ridevano.
Una lacrima le scese sulla guancia, mentre portava la fotografia all’altezza del cuore e la stringeva “Papà mi manchi! Ti voglio bene!” sussurrò.
Si stese nel letto e pianse, pianse così tanto che alla fine non aveva più nemmeno lacrime e si addormentò
Quella notte, però, ebbe gli incubi; sognò suo padre che la chiamava e lei che correva verso di lui, ma più lei si avvicinava più lui si allontanava.
Elizabeth fu svegliata dalle grida della sorella e subito si precipitò in camera sua per svegliarla.
“Belle, Belle, svegliati! Stai solo sognando!”
Annabelle aprì gli occhi e si buttò fra le braccia della sorella, che la strinse stretta “ Posso dormire con te stanotte?” chiese lei, con gli occhi lucidi.
“Ma certo!” andarono nel letto di Lizzie e si addormentarono abbracciate come facevano da bambine.
(…)
La mattina dopo Annabelle fu svegliata dalla sorella che le aveva portato la colazione al letto, con tanto di cornetti caldi.
“Mmmh a cosa devo tutta questa gentilezza stamane? Di solito di mattina sei intrattabile!” disse Annabelle.
“Si è vero. Non so nemmeno io che mi è preso, ma di sicuro non durerà molto quindi approfitta del momento ciccia!”
Annabelle non se lo fece ripetere due volte e si mise a mangiare i cornetti voracemente; quando finì si alzò dal letto, si lavò e si vestì con una camicia larga a maniche corte bluette, jeans e sandali.
Trovò la gemella seduta sul divano già vestita con una minigonna di jeans, maglietta dei Doors e i capelli, se possibile, ancora più scompigliati del solito sugli occhi.
“Io devo andare Belle!”
“Scendo con te Liz!” e scesero insieme dirigendosi ognuna al proprio lavoro.
Appena Elizabeth entrò nel locale notò che un uomo la guardava insistentemente; lei fece finta di niente, in fondo poteva essere anche solo un’impressione, ma quando alzò lo sguardo e ritrovò l’uomo a guardarla con uno strano sorriso sulle labbra incominciò ad avere paura.
L’uomo le si avvicinò mentre lei stava pulendo un tavolo “Ehi dolcezza!” le disse.
“Ciao” rispose lei continuando a pulire e sperando che quell’uomo cercasse magari solo un’informazione per una farmacia. Ovviamente non era così.
“Senti è da un po’ che ti osservo e mi chiedevo se dopo ti andrebbe di….” Lasciò cadere la frase e le toccò il sedere.
Elizabeth si girò e gli tirò uno schiaffo, ma la reazione dell’uomo non si fece attendere: le bloccò i polsi e proprio quando stava per baciarla, qualcuno lo spinse via da lei, liberandola.
La ragazza si girò e si ritrovò di fronte Axl che guardava con disprezzo l’uomo che ora se ne stava uscendo dal bar borbottando cose incomprensibili. I due si guardarono per qualche secondo, poi Annabelle prese la parola e sussurrò “Grazie..” mentre delle lacrime di spavento incominciavano a scenderle sul viso. I maniaci erano sempre stati una sua paura e di sicuro il lavoro in quel locale non aiutava.
Il rosso le si avvicinò e l’abbracciò stretta; la ragazza rimase spiazzata da quel gesto: che fosse davvero nel profondo, buono e gentile? Che sua sorella avesse ragione?
“Chi sei tu veramente?” chiese lei, piano.
“William.” Rispose lui con un sospiro.
“Ma tu non ti chiamavi Axl?” okay, era decisamente confusa.
“Axl è quello stronzo, William è quello dolce.” Rispose lui sorridendo.
“Soffri di sindrome da personalità multipla?” chiese lei ancora.
“Spesso!” ridacchiò lui.
Erano arrivati dei clienti, quindi furono costretti a spezzare quell’abbraccio che li aveva uniti per quei pochi minuti. Elizabeth, nelle sue braccia, si era sentita così protetta, così sicura come non le accadeva da anni.
“Senti che ne dici di venire a sentire il nostro concerto sabato?”
“Tu suoni?” chiese la ragazza stupita.
“No, io canto!” rispose lui semplicemente.
“Va bene, non dovrei avere impegni! Ah porterò mia sorella però!”
“Certo, non c’è problema.” Disse Axl pensando ai suoi amici.
“Okay, allora ci vediamo sabato!”
“Va bene, e Liz..” la guardò con un sorriso sghembo che fece morire Elizabeth “… ci conto!” e se ne andò silenzioso com’era venuto.


Scusate per l’assenza, ma l’ispirazione in questo periodo era andata a farsi benedire. Comunque le cose stanno incominciando a muoversi, dal prossimo capitolo incominceranno a formarsi le dolci coppiette, ma fra un po’ arriveranno anche i problemini. Quindi recensite in molti, voglio sapere che ne pensate di questa mia follia e arrivederci! Bacioni! :***
 

 
 
  
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