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Autore: Greenfields    24/05/2012    1 recensioni
Evangeline e Charlie. Lei appena uscita da una delusione d'amore che la ha portata ad innamorarsi del suo migliore amico. L'amore trionferà tra i due? Eva riuscirà a dichiararsi? E Charlie, accetterà la situazione?
Dal 2° capitolo:
" - Ci sto arrivando.. sembra.. sembra che tu sia innamorata, quando parli dell'amore.. è.. è così?
- Mi stai chiedendo se mi sono innamorata?
- Si.
- Beh.. si Charlie, mi sono innamorata."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Cavolo, buttati!
- Ma perché? Infondo non so se le piaccio.. devo ancora capire se può esserci qualcosa!
- Muoviti - lo spinsi, e lui si alzò e le andò a parlare.
Era sempre stato timido, ma dopo qualche incoraggiamento tirava fuori il suo lato supersexy, che mandava tutte fuori di testa. Pure me. Era triste vederlo stare con un'altra, ogni volta che lo vedevo lanciare a qualcuna quegli sguardi, avrei voluto saltargli davanti ed acciuffare l'aria, dicendo: "Aha! L'ho preso! Questo sguardo è mio!". Le ragazze lo vedevano solo come Charlie Bennett, il ragazzo più fico della scuola, non come lo guardavo io, come Charlie, il mio migliore amico dal tempo dell'asilo. Purtroppo ero già cotta di lui da un paio di anni, ma non ne sapeva nulla. Questo anche grazie al mio indiscusso talento da attrice.
- Eva! Evangeline! - mi urlò qualcuno all'orecchio. Mi voltai infastidita:
- Si, questo è il mio nome.
- Come siamo aggressivi! Ma non ti ricordi di me?
- Dovrei? - risposi altezzosa. Mi dispiacque per lui, ma era capitato nel momento sbagliato.
- Sono Trevis.
Mi girai, sconvolta. Trevis. Il ragazzo più stronzo che avessi mai incontrato. L'unico che mi aveva fatta piangere, l'unico che mi aveva lasciata. Un colpo per il mio gigantesco ego, insomma.
- Tr.. Trevis? Sei davvero tu?
- Ciao piccola.. - mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.
Lo guardai dal basso all'alto, e dissi:
- Ti sembra il caso?
- Sai, ti ho pensata sempre..
- Certo, mentre ti portavi a letto una bella italiana, eh?
Era dovuto partire per l'Italia per due anni e, da bravo stronzo, mi aveva lasciata una settimana prima della sua partenza, per avere un "po' di libertà" come l'aveva definita lui. Certo, perché io lo tenevo legato al letto con una corda.
- Non essere così scorbutica
- Certo che no, amore - gli carezzai il viso, con uno sguardo che intendeva dire tutto il contrario
- Tanto ti riavrò. Sarai mia.
- Si, aspetta e spera.
Si allontanò, e continuai a guardare il mio sogno, che stava ancora parlando con Quella ma aveva uno sguardo preoccupato. Aveva visto tutto.
La mia vita era complicata? No, guai.
La verità è che forse mi divertiva, avere una vita caotica e fuori dal normale, così tanto da incasinare sempre tutto. Ero popolare, a scuola. Non come Witney, ma lei era conosciuta per essere.. una donna dai facili costumi, o, come si usa dire, una che la da a tutti. Nonostante tutto era la mia migliore amica, e noi due insieme eravamo emulate da tutte le nostre compagne. Lei era la tipica bionda, mentre io avevo i capelli color ebano, come li definiva lei. Come sempre era nel mezzo della pista, che dava sfoggio del suo nuovissimo, nonché provocantissimo abito rosso. Vedevo che ballava vicino ad un ragazzo, e che la fidanzata di quest'ultimo la fulminò con lo sguardo e attirò a se quel povero bambolotto. Wit lo guardò afflitta, come se le avessero appena tolto il gioco dalle mani, e mise il broncio. Iniziai a ridere, mentre si incamminava nella mia direzione.
- Ancora in bianco?
- Dobbiamo andare in altri locali, qui sono sempre tutti occupati.
Risi sotto i baffi. Lei continuò:
- Ma tanto tu stravedi già per qualcuno, no? Che te ne può interessare? - mi rabbuiai. Lei sapeva della mia cotta per Charlie, ma non faceva nulla per alleggerirmi il peso.
- Ho visto Trevis - buttai li, come fosse nulla.
Strabuzzò gli occhi - Cosa?
- Già.. 
- Che ti ha detto?
- Si è avvicinato con i suoi soliti occhi da cascamorto, e mi ha detto che mi ha sempre pensata e bla bla bla..
- E tu?
- Gli ho chiesto se mi pensava anche mentre scopava con le italiane - risposi con nonchalance.
Scoppiò a ridere - Sei unica
- Beh, unica magari no, ma sicuramente fuori dal normale - risposi soprappensiero, seguendo con lo sguardo Charlie - Almeno lui si divertirà, stasera.
Mi poggiò una mano sulla spalla, per confortarmi. Sapeva davvero essere un'ottima amica. I due si avvicinarono.
- Voi dovreste essere le amiche di Charlie! Piacere, - mi porse la mano - sono Greta.
Si, Greta, fammi ancora quel sorrisino compiaciuto e ti farò diventare CRETA. Idiota. Poi che voce stridula e da topolino aveva!
Sorrisi, cordiale - Piacere, Evangeline - Grazie, grazie, grazie a Dio sapevo nascondere così bene i miei sentimenti, sennò avrei potuto a malapena controllare la voce, dalla gelosia.
Witney, menefreghista si guardò intorno, e non appena vide Joe, le si illuminarono gli occhi, mi guardò come se aspettasse il permesso:
- E che aspetti? Vai, muoviti! - le urlai sopra la musica.
Iniziò a saltellare di gioia come una bambina a Natale e scossi la testa in modo teatrale, portandomi una mano sulla fronte. Se ne andò senza fiatare.
- E' un po' strana.. - si permise di commentare Cretina. Ops, la avevo davvero chiamata così? Già, e mi piaceva.
Charlie, per prevenire la mia reazione cercò di sdrammatizzare, e disse:
- Se lei è strana, devi ancora conoscere Line! - usò il mio nomignolo, accarezzandolo con la voce, ma forse era una mia sensazione.
Sorrisi, dandogli uno scappellotto, e, mentre si preparava per contrattaccare, gli dissi:
- Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, e poi non vorrai mica lasciarLa da parte? - riferendomi a lei. Frecciatina.
- No - le sorrise e la abbracciò. Non doveva sortire questo effetto il mio riferimento. Mannaggia a me e alla mia boccaccia!
Vidi che Joshua si aggirava vicino all'entrata, così dissi:
- Charlie, io vado da Joshua.. non.. - guardai Charlie, per fargli capire che dovevo portare il nostro amico, esageratamente sbronzo, a casa - non si regge in piedi - continuai. Annuì e mi dileguai, lasciandoli alle loro cose.
- Joshua! Joshua! - Lo trovai per terra, che vomitava - Ehi.. - mi avvicinai e gli misi una mano fredda sulla fronte - vieni, idiota, prendiamo un taxi e torniamo all'istituto.
Salimmo sulla macchina e dopo aver pagato l'autista che ci aveva guardati durante tutto il tragitto con diffidenza, ci incamminammo verso verso i dormitori, sapendo di aver superato il coprifuoco, ma essendo certi anche che il controllore non sarebbe mai passato. Lo appoggiai sul letto:
- Ora dormi, eh? Io vado.
- Mh.. Ok.. Grazie Line..
- Prego, Josh.. Prego..
Stavo per aprire la porta quando bussarono, sussurrai:
- Merda.. Jo!
- Si? - anche da ubriaco la voce da assonnato gli riusciva benissimo.
- Posso entrare? - chiese il professor Jenkins. 
Proprio ora doveva entrare? Mi infilai nel letto di Charlie, e finsi di dormire, mentre, impassibile Joshua faceva il possibile per non far vedere che era ubriaco marcio.
- Si..
La porta si aprì.
- Dormite?
- Da un po'.. - rispose Joshua.
- E il signor Bennett?
Feci finta di russare, e Joshua fece un cenno della testa, come per dire: è li, che fai non lo vedi?
Jenkins annuì e se ne andò.
Sospirai e sussurrai a Joshua:
- Josh, io rimango per un po', perché se mi vede uscire sono guai - ma tanto non mi ascoltava, pensai, e poi Charlie stanotte non tornerà.
Non appena toccai il letto, crollai dal sonno.
Fui svegliata da dei mormorii sommessi:
- Line, se vuoi venire a letto con me va bene, ma dammi un po' di tregua.. ho già dato stanotte.. - sghignazzò - e poi mica c'è bisogno che ti infili nel mio letto! Bastava che me lo dicessi!
- Sei.. il più grande.. idio - sbadigliai - ta di tutti i tempi. Fammi andare, va, che se Jenkins mi trova qui è la fine..
Mi ricordai troppo tardi che mi ero tolta il vestito troppo stretto, ed ero già in piedi. Charlie e Joshua strabuzzarono gli occhi. Arrossii, e mi infilai sotto il lenzuolo. Iniziarono a fare commenti idioti:
- Se avessi saputo che eri così bella, ieri sera non mi sarei addormentato.. - Joshua.
- Io sarei tornato prima e mi sarei infilato direttamente nel letto.. - Charlie.
- Passatemi quel maledetto vestito e giratevi, maiali!
Scoppiarono a ridere, e io mi unii a loro.
Uscii dalla camera e Charlie mi venne incontro.
- Che fai?
- Ti accompagno, e magari, visto che eri così impaziente.. - fece uno sguardo eloquente.
- Smettila di fare l'idiota - sorrisi, quanto avrei voluto che dicesse per davvero - com'è andata con..? Cosa?
Scoppiò a ridere, e, visto che eravamo appena arrivati davanti alla mia stanza, gli tappai la bocca, lo spinsi addosso alla porta ed aprii, intenta ad entrare il più velocemente possibile.
- Ma ti sembra il caso di ridere così!? E' mattina, dormono tutti! - mi guardava in un modo strano - Cosa guardi?
- Sei stata sexy, prima.
- Si.. certo. Sei sicuro che Cretina non di abbia drogato?
- Come l'hai chiamata? - rise.
- Beh, un nomignolo come altri.
- Comunque no, non mi ha drogato. Lo sanno tutti che sei una delle ragazze più belle della scuola, Line.
- Se continui così mi spoglio e vengo a letto con te. Ora - mi misi a ridere.
- Sono qui.
Lo guardai, alzando un sopracciglio. Faceva sul serio? Decisi di testarlo. Mi avvicinai, e appena mii vide così determinata, indietreggiò, mentre io avanzavo. Continuando così si ritrovò disteso sul letto, e ci mettemmo a ridere. Io lo provocai:
- Vedi, non sei ancora pronto per questo - e indicai la mia persona. Gli tirai un bacetto e gli feci un occhiolino. Mi voltai per andare in bagno e cambiarmi, segretamente dispiaciuta che per lui quello fosse solo un gioco tra amici. Ad un certo punto non sentii più il pavimento sotto i piedi, e mi accorsi che mi aveva presa in braccio, neanche fossi uno zaino.
- Mettimi giù!
- Ssssh!
Mi buttò sul letto e iniziò a farmi il solletico.
- Smettila! Dai! Lo sai che odio il solletico! - risi.
Si fermò, e sputò parole che non capii:
- Inizio a frequentarmi con Greta.
Rimasi interdetta da quelle parole, e stupita, ma solo dopo dei momenti, provai dolore. Un dolore così forte che sembrò mi schiacciasse, che mi mozzasse il fiato. Riuscii a sorridere, come?
- Che.. bello!
- Beh, si.. Insomma, lei è carina ed è un po' che le vado dietro..
- Sono contenta - mentii.
- Non è vero - mi scoprì. Riusciva a capire che mi passava per la testa, e mi si fermò il cuore quando pensai che avrebbe potuto capire i miei sentimenti. Continuò - Tu la odi.
Fui rasserenata dal fatto che avesse frainteso il mio disappunto, e gli diedi ragione.
- Già, è insopportabile. Ma se ti rende felice..
- Sei fantastica - sorrise.
- Ora, caro il mio cavaliere senza macchia e senza paura, mi dovrei fare la doccia.
- Vado?
- Se vuoi rimanere va bene, ma la tua ragazza che direbbe?
Fece la sua meravigliosa risata e disse:
- Va bene! A dopo!
Andai in bagno, chiusi la porta e piansi.
Spazio autrice:
Salve a tutti! Sono nuova e terribilmente impaurita da questa mia pazzia. Questa storia è venuta fuori senza che me ne rendessi conto, e no, prima che me lo chiediate non ero posseduta e so anche che le mie battute sono pessime (si, doveva essere una battuta).
Bando alle ciance! Spero davvero che vi sia piaciuto almeno un po', e se potreste lasciarmi una recensione, la accetto volentieri, perchè sono affamata di critiche e desidero davvero tanto migliorare la mia scrittura!
A presto!
G.

 

 

The beginning

 

 

- Cavolo, buttati!

- Ma perché? Infondo non so se le piaccio.. devo ancora capire se può esserci qualcosa!

- Muoviti!

Lo spinsi, e lui si alzò e le andò a parlare.Era sempre stato timido, ma dopo qualche incoraggiamento tirava fuori il suo lato supersexy, che mandava tutte fuori di testa. Pure me. Era triste vederlo stare con un'altra, ogni volta che lo vedevo lanciare a qualcuna quegli sguardi, avrei voluto saltargli davanti ed acciuffare l'aria, dicendo: "Aha! L'ho preso! Questo sguardo è mio!". Le ragazze lo vedevano solo come Charlie Bennett, il ragazzo più fico della scuola, non come lo guardavo io, come Charlie, il mio migliore amico dal tempo dell'asilo. Purtroppo ero già cotta di lui da un paio di anni, ma non ne sapeva nulla. Questo anche grazie al mio indiscusso talento da attrice.

- Eva! Evangeline! - mi urlò qualcuno all'orecchio.

Mi voltai infastidita:- Si, questo è il mio nome.

- Come siamo aggressivi! Ma non ti ricordi di me?

- Dovrei? - risposi altezzosa.

Mi dispiacque per lui, ma era capitato nel momento sbagliato.

- Sono Trevis.

Mi girai, sconvolta. Trevis. Il ragazzo più stronzo che avessi mai incontrato. L'unico che mi aveva fatta piangere, l'unico che mi aveva lasciata. Un colpo per il mio gigantesco ego, insomma.

- Tr.. Trevis? Sei davvero tu?

- Ciao piccola.. - mi si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulle labbra.

Lo guardai dal basso all'alto, e dissi:- Ti sembra il caso?

- Sai, ti ho pensata sempre..

- Certo, mentre ti portavi a letto una bella italiana, eh?

Era dovuto partire per l'Italia per due anni e, da bravo stronzo, mi aveva lasciata una settimana prima della sua partenza, per avere un "po' di libertà" come l'aveva definita lui. Certo, perché io lo tenevo legato al letto con una corda.

- Non essere così scorbutica

- Certo che no, amore - gli carezzai il viso, con uno sguardo che intendeva dire tutto il contrario

- Tanto ti riavrò. Sarai mia.

- Si, aspetta e spera.Si allontanò, e continuai a guardare il mio sogno, che stava ancora parlando con Quella ma aveva uno sguardo preoccupato. Aveva visto tutto.
La mia vita era complicata? No, guai.

La verità è che forse mi divertiva, avere una vita caotica e fuori dal normale, così tanto da incasinare sempre tutto. Ero popolare, a scuola. Non come Witney, ma lei era conosciuta per essere.. una donna dai facili costumi, o, come si usa dire, una che la da a tutti. Nonostante tutto era la mia migliore amica, e noi due insieme eravamo emulate da tutte le nostre compagne. Lei era la tipica bionda, mentre io avevo i capelli color ebano, come li definiva lei. Come sempre era nel mezzo della pista, che dava sfoggio del suo nuovissimo, nonché provocantissimo abito rosso. Vedevo che ballava vicino ad un ragazzo, e che la fidanzata di quest'ultimo la fulminò con lo sguardo e attirò a se quel povero bambolotto. Wit lo guardò afflitta, come se le avessero appena tolto il gioco dalle mani, e mise il broncio. Iniziai a ridere, mentre si incamminava nella mia direzione.- Ancora in bianco?- Dobbiamo andare in altri locali, qui sono sempre tutti occupati.

Risi sotto i baffi.

Lei continuò:- Ma tanto tu stravedi già per qualcuno, no? Che te ne può interessare? - mi rabbuiai.

Lei sapeva della mia cotta per Charlie, ma non faceva nulla per alleggerirmi il peso.

- Ho visto Trevis - buttai li, come fosse nulla.Strabuzzò gli occhi

- Cosa?- Già.. - Che ti ha detto?

- Si è avvicinato con i suoi soliti occhi da cascamorto, e mi ha detto che mi ha sempre pensata e bla bla bla..

- E tu?

- Gli ho chiesto se mi pensava anche mentre scopava con le italiane - risposi con nonchalance.

Scoppiò a ridere - Sei unica

- Beh, unica magari no, ma sicuramente fuori dal normale - risposi soprappensiero, seguendo con lo sguardo Charlie

- Almeno lui si divertirà, stasera.

Mi poggiò una mano sulla spalla, per confortarmi. Sapeva davvero essere un'ottima amica. I due si avvicinarono.

- Voi dovreste essere le amiche di Charlie! Piacere, - mi porse la mano - sono Greta.

Si, Greta, fammi ancora quel sorrisino compiaciuto e ti farò diventare CRETA. Idiota. Poi che voce stridula e da topolino aveva!

Sorrisi, cordiale: - Piacere, Evangeline - Grazie, grazie, grazie a Dio sapevo nascondere così bene i miei sentimenti, sennò avrei potuto a malapena controllare la voce, dalla gelosia.

Witney, menefreghista si guardò intorno, e non appena vide Joe, le si illuminarono gli occhi, mi guardò come se aspettasse il permesso:

- E che aspetti? Vai, muoviti! - le urlai sopra la musica.

Iniziò a saltellare di gioia come una bambina a Natale e scossi la testa in modo teatrale, portandomi una mano sulla fronte. Se ne andò senza fiatare.

- E' un po' strana.. - si permise di commentare Cretina. Ops, la avevo davvero chiamata così? Già, e mi piaceva.

Charlie, per prevenire la mia reazione cercò di sdrammatizzare, e disse:

- Se lei è strana, devi ancora conoscere Line! - usò il mio nomignolo, accarezzandolo con la voce, ma forse era una mia sensazione.

Sorrisi, dandogli uno scappellotto, e, mentre si preparava per contrattaccare, gli dissi:

- Le donne non si toccano nemmeno con un fiore, e poi non vorrai mica lasciarLa da parte? - riferendomi a lei.

Frecciatina.- No - le sorrise e la abbracciò.

Non doveva sortire questo effetto il mio riferimento. Mannaggia a me e alla mia boccaccia! Vidi che Joshua si aggirava vicino all'entrata, così dissi:

- Charlie, io vado da Joshua.. non.. - guardai Charlie, per fargli capire che dovevo portare il nostro amico, esageratamente sbronzo, a casa - non si regge in piedi - continuai. Annuì e mi dileguai, lasciandoli alle loro cose.

- Joshua! Joshua! - Lo trovai per terra, che vomitava - Ehi.. - mi avvicinai e gli misi una mano fredda sulla fronte - vieni, idiota, prendiamo un taxi e torniamo all'istituto. Salimmo sulla macchina e dopo aver pagato l'autista che ci aveva guardati durante tutto il tragitto con diffidenza, ci incamminammo verso verso i dormitori, sapendo di aver superato il coprifuoco, ma essendo certi anche che il controllore non sarebbe mai passato.

Lo appoggiai sul letto:- Ora dormi, eh? Io vado.

- Mh.. Ok.. Grazie Line..

- Prego, Josh.. Prego..

Stavo per aprire la porta quando bussarono, sussurrai:- Merda.. Jo!

- Si? - anche da ubriaco la voce da assonnato gli riusciva benissimo, forse perchè stava davvero morendo di sonno..

- Posso entrare? - chiese il professor Jenkins. Proprio ora doveva entrare?

Mi infilai nel letto di Charlie, e finsi di dormire, mentre, impassibile Joshua faceva il possibile per non far vedere che era ubriaco marcio.

- Si..

La porta si aprì.

- Dormite?

- Da un po'.. - rispose Joshua.

- E il signor Bennett?

Feci finta di russare, e Joshua fece un cenno della testa, come per dire: è li, che fai non lo vedi?

Jenkins annuì e se ne andò.

Sospirai e sussurrai a Joshua:- Josh, io rimango per un po', perché se mi vede uscire sono guai - ma tanto non mi ascoltava, pensai, e poi Charlie stanotte non tornerà.

Non appena toccai il letto, crollai dal sonno.Fui svegliata da dei mormorii sommessi:

- Line, se vuoi venire a letto con me va bene, ma dammi un po' di tregua.. ho già dato stanotte.. - sghignazzò - e poi mica c'è bisogno che ti infili nel mio letto! Bastava che me lo dicessi!

- Sei.. il più grande.. idio - sbadigliai - ta di tutti i tempi. Fammi andare, va, che se Jenkins mi trova qui è la fine..

Mi ricordai troppo tardi che mi ero tolta il vestito troppo stretto, ed ero già in piedi. Charlie e Joshua strabuzzarono gli occhi. Arrossii, e mi infilai sotto il lenzuolo. Iniziarono a fare commenti idioti:

- Se avessi saputo che eri così bella, ieri sera non mi sarei addormentato.. - Joshua.

- Io sarei tornato prima e mi sarei infilato direttamente nel letto.. - Charlie.

- Passatemi quel maledetto vestito e giratevi, maiali!Scoppiarono a ridere, e io mi unii a loro.Uscii dalla camera e Charlie mi venne incontro.

- Che fai?

- Ti accompagno, e magari, visto che eri così impaziente.. - fece uno sguardo eloquente.

- Smettila di fare l'idiota - sorrisi, quanto avrei voluto che dicesse per davvero

- Com'è andata con..? Cosa?

Scoppiò a ridere, e, visto che eravamo appena arrivati davanti alla mia stanza, gli tappai la bocca, lo spinsi addosso alla porta ed aprii, intenta ad entrare il più velocemente possibile.

- Ma ti sembra il caso di ridere così!? E' mattina, dormono tutti! - mi guardava in un modo strano

- Cosa guardi?

- Sei stata sexy, prima.

- Si.. certo. Sei sicuro che Cretina non di abbia drogato?

- Come l'hai chiamata? - rise.

- Beh, un nomignolo come altri.

- Comunque no, non mi ha drogato. Lo sanno tutti che sei una delle ragazze più belle della scuola, Line.

- Se continui così mi spoglio e vengo a letto con te. Ora - mi misi a ridere.

- Sono qui.

Lo guardai, alzando un sopracciglio. Faceva sul serio? Decisi di testarlo. Mi avvicinai, e appena mii vide così determinata, indietreggiò, mentre io avanzavo. Continuando così si ritrovò disteso sul letto, e ci mettemmo a ridere.

Io lo provocai:- Vedi, non sei ancora pronto per questo - e indicai la mia persona. Gli tirai un bacetto e gli feci un occhiolino. Mi voltai per andare in bagno e cambiarmi, segretamente dispiaciuta che per lui quello fosse solo un gioco tra amici. Ad un certo punto non sentii più il pavimento sotto i piedi, e mi accorsi che mi aveva presa in braccio, neanche fossi uno zaino.

- Mettimi giù!

- Ssssh!

Mi buttò sul letto e iniziò a farmi il solletico.

- Smettila! Dai! Lo sai che odio il solletico! - risi.

Si fermò, e sputò parole che non capii:

- Inizio a frequentarmi con Greta.

Rimasi interdetta da quelle parole, e stupita, ma solo dopo dei momenti, provai dolore. Un dolore così forte che sembrò mi schiacciasse, che mi mozzasse il fiato. Riuscii a sorridere, come?

- Che.. bello!

- Beh, si.. Insomma, lei è carina ed è un po' che le vado dietro..

- Sono contenta - mentii.

- Non è vero - mi scoprì. Riusciva a capire che mi passava per la testa, e mi si fermò il cuore quando pensai che avrebbe potuto capire i miei sentimenti. Continuò - Tu la odi.Fui rasserenata dal fatto che avesse frainteso il mio disappunto, e gli diedi ragione.

- Già, è insopportabile. Ma se ti rende felice..

- Sei fantastica - sorrise.

- Ora, caro il mio cavaliere senza macchia e senza paura, mi dovrei fare la doccia.

- Vado?

- Se vuoi rimanere va bene, ma la tua ragazza che direbbe?

Fece la sua meravigliosa risata e disse:- Va bene! A dopo!

Andai in bagno, chiusi la porta e piansi.






Spazio autrice:

Salve a tutti! Sono nuova e terribilmente impaurita da questa mia pazzia. Questa storia è venuta fuori senza che me ne rendessi conto, e no, prima che me lo chiediate non ero posseduta e so anche che le mie battute sono pessime (si, doveva essere una battuta).


Bando alle ciance! Spero davvero che vi sia piaciuto almeno un po', e se potreste lasciarmi una recensione, la accetto volentieri, perchè sono affamata di critiche e desidero davvero tanto migliorare la mia scrittura!A presto!
G.

 

  
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