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Autore: Giallo4ver    26/05/2012    2 recensioni
''Allora accende la luce del corridoio, e rimane a bocca aperta.
Qualcosa le è caduto in cucina, e quel qualcosa le ha scartavetrato il lampadario dal soffitto, spaccato a metà il tavolo di legno massiccio e fatto una mezza voragine nel pavimento.''
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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d Midgard, America

Tony Stark davvero non sopportava  di ricevere chiamate nel bel mezzo dei suoi ‘affari privati’, per di più a sera, il momento in cui si rilassava.
Era amorevolmente intento a sbaciucchiarsi la sua amatissima miss Pepper, quando il suo cellulare si era messo a squillare.
Avrebbe voluto defenestrare l’oggetto, ma guardando il display, aveva notato che era una chiamata di Fury e aveva dovuto rispondere.
Così, ora eccolo lì, in un bar del quale aveva scordato il nome, a bere vodka e ad aspettare gli altri del gruppo.
Il primo ad arrivare era stato proprio Fury, poi il buon vecchio Cap., seguito da Banner, infine Natasha accompagnata da Clint.
- Bene, signori, abbiamo un problema.- esordì Fury.
- Oh, ma dai, credevo ci avessi riunito per una rimpatriata notturna.- commentò Tony inacidito, ancora irritato per l’occasione persa con Pepper.
- Che tipo di problema?- domandò Steve, fingendo di non aver sentito la battutaccia inopportuna di Tony.
- Alcuni di voi ricorderanno, o avranno sentito parlare, della faccenda dell’esilio di Thor  sulla Terra.- iniziò Fury, sorseggiando velocemente il caffè. I presenti annuirono.- Bene, Thor ci ha…mi ha informato, che la stessa sorte è toccata a suo fratello minore.-
- Loki?- fece Clint, stranito.- Ma che fanno? L’avevano appena accalappiato, lo rispediscono qui?-
- Giusta osservazione.- sottolineò Banner.
- No,  Thor mi ha assicurato che non è una  minaccia.- spiegò il capo della S.H.I.E.L.D.
- Ma potrebbe esserlo, o non ci avresti chiamati a rapporto.- intervenne Natasha.
- Voglio solo stare più tranquillo. Loki viene  sorvegliato abbondantemente da Asgard, ma la prudenza non è mai troppa, soprattutto con quel soggetto.-
- Capisco, e dov’è ora?- volle sapere Tony, fingendosi interessato.
- Clint, questo ci riguarda.- sospirò Fury sconsolato.- E in parte riguarda anche Natasha.-
- Perché?- chiesero in coro e di riflesso i due.

Midgard, Italia

Loki aprì a fatica gli occhi.
La prima cosa che avvertì fu dolore, un gran mal di testa, e la schiena a pezzi.
Si mise seduto e stentò a capire di  trovarsi in un’abitazione e che quello su cui era seduto era un divano.
Si guardò attorno, in tempo per veder sbucare dal corridoio una figura dai capelli strambi  e i piedi fasciati, sudata e, forse, irritata.
Quando  quella lo  vide seduto, sospirò sbattendo le palpebre e andò a sedersi su una sedia di fronte a lui.
- Comprendi la mia lingua?- domandò incrociando le braccia al petto e accavallando le  gambe, in una posizione di totale difesa e chiusura.
Loki stentò a riconoscere i fonemi, ma infine capì che si trattava della lingua chiamata ‘Italiano’, del ceppo delle lingue romanze.
Annuì svogliatamente, non sapeva chi fosse la sua interlocutrice, ma non aveva intenzione di darle spiegazioni, né di rispondere alle sue domande.
- Bene, sei consapevole di avermi quasi disintegrato una cucina? A giudicare dal tuo stordimento  direi di no. Ora, dimmi, cosa ci facevi appeso al mio lampadario? Tra l’altro, vestito in quel modo…da…cattivo della Disney…-
- Non ero appeso al tuo lampadario.- obiettò  schiarendosi la voce rauca.
Aveva bisogno di mangiare, ma non le avrebbe mai chiesto niente, con quella sconosciuta stramba e irriverente non voleva averci nulla a che fare.
- Va bene, allora, partiamo dall’inizio. Come ti chiami?-
- Loki.- tanto valeva non nasconderle la sua vera identità, altrimenti che spiegazzione avrebbe dato a quella cucina che la midgardiana diceva che lui aveva distrutto? E poi, magari, lei gli avrebbe mostrato un po' più di rispetto.
- Loki? Come il dio germanico? Di nomi falsi ne ho sentiti, ma questo…-
- Non è un nome falso. È il mio nome.- evidentemente si sbagliava sulla questione "rispetto".
- Certo, ed io mi chiamo Minerva.-
- Non ho nulla da dimostrarti, mortale.-
- E tu chi sei per darmi della  ‘mortale’, il Messia?-
- Non so chi sia questo Messia che cerchi, io sono Loki, il dio  degli inganni.-  
- Te l’ho detto, io  sono Minerva, la dea della saggezza, della tessitura e della guerra razionale e tattica.-
Si squadrarono per un breve istante, lei sbuffò.
- Senti, sottospecie di…di pazzo schizofrenico vestito da idiota, non so chi  tu sia, né perché hai l’aria familiare, ma a me ispiri brutte sensazioni, e di norma non mi sbaglio sulle predizioni. Ergo, quella è la porta, attento a non farti sbranare da Caronte ed Argo, ma soprattutto da Laila, sono i tre cani di…va be’, sappi che la città dista un po' da qui, e se non hai un’astronave e sei a piedi, ti conviene avviarti.-
Loki rimase impassibile, ma stava maledicendo quella donna un miliardo di volte nella sua mente.
“Schizofrenico vestito da idiota”? Ma come si permetteva di rivolgersi a lui, un Dio, in quel modo sconsiderato?
E quel tono ironico da dove saltava fuori? Chi l’aveva autorizzata a parlargli così?  
Aprì bocca per risponderle a tono, ma fu interrotto dal ringhio del  suo stomaco, serrò quindi la mascella di scatto, rivolgendo lo sguardo indignato (e mortalmente imbarazzato per la figuraccia fatta davanti ad una donna  che non aveva perso mai un’occasione di deriderlo) altrove, restò in silenzio.
- Be’…- le sentì biascicare- Forse potrei offriti  qualcosa da  mangiare, mi pare  che le uniche cose che tu abbia demolito siano state il tavolo e il lampadario, oltre al mezzo buco nel pavimento…-
- Non voglio niente da te.- sbottò irritato, ma il suo stomaco lo smentì di nuovo.
- Guarda che ai cani non piacciono solo le ossa, vogliono anche la carne, per cui, prima di farti sbranare…lascia stare, checché tu ne dica, il tuo stomaco si sta attualmente autodigerendo. Vieni, ammesso che tu riesca a reggerti in piedi.-  
Loki la seguì di malavoglia in cucina, notando che, appunto, non c’era il lampadario, c’erano cumuli  di polvere e pezzi di legno negli angoli e al centro del pavimento era impossibile non notare il solco circolare provocato dall’urto che aveva spaccato le mattonelle.
- Tieni.- la donna gli sventolò davanti al naso un  piatto con dentro qualcosa di strano.
- Cos’è?- chiese titubante, scrutando i due triangoli  di materia rossa e bianca che erano nel piatto.
- Pizza. È di ieri, ma è buona, non l’ho neanche toccata. Se vuoi te la riscaldo.-
- Si mangia calda?-
Lei lo squadrò scettica e, aperto il  microonde, mise a riscaldare i due tranci di pizza margherita.
Dato che era mezzogiorno, non poteva offrirgli il  latte  coi  biscotti, e a giudicare dal  brontolio dello stomaco del tizio, suppose che ‘Mortimer/Loki’ avrebbe probabilmente mangiato anche la tazza, quindi preferì ovviare al rischio di privarsi di un altro pezzo di casa, sperando che lui non mangiasse il piatto.
Guardò lo sconosciuto piovutole in casa la notte prima: fissava intensamente il pezzo di pizza che girava nel microonde e non spiccicava parola.
Forse, rifletté, questo qui viene  davvero da un altro pianeta. È impossibile non conoscere la pizza…o il microonde…insomma, tutti ne sentono parlare almeno una volta  nella vita, no?! Ma un  Dio… non che io sia Cristiana praticante ma…un Dio non dovrebbe avere il dono dell’onniscienza?
Il timer del microonde scattò  e lei tirò fuori la pizza e la porse di nuovo all’energumeno.
Stava per dirgli di sedersi, quando si ricordò del tavolo spappolato, quindi lo fece accomodare in salotto.
- Dunque davvero non vuoi dirmi chi sei.- sbuffò  guardandolo mentre lui si rigirava la pizza tra le mani, cercando di capire chissà cosa. - Per Giove!- scattò stanca  di vederlo indugiare su una stupida pizza.- Si mangia coi denti e le mani, addentala! È mozzarella con pomodoro su una patina di impasto!  È una normalissima pizza!-
- È la prima volta che ne vedo una.- le rispose placidamente lui.
- Dio! Non ci posso credere!- borbottò massaggiandosi le tempie.
Loki tralasciò quell’affermazione e iniziò a mangiare quella cosa triangolare che lei chiamava pizza, constatando che in fondo non  aveva un cattivo sapore.
- Comunque, tu non mi hai detto il tuo nome.- le ricordò dopo aver ingoiato.
- Senti Mister Scroccone della malora che usa un nome falso e spadroneggia in casa mia, non sono tenuta a dirti proprio niente, visto come ti comporti.-
- Io te l’ho detto, mi  chiamo Loki.-
- Se se…baggianate.- di cose strane era abituata a vederne, ma a questa proprio non ci credeva.
- Sono stato esiliato sul tuo Pianeta e non ho i miei poteri.-
- Certo, continua pure a…- assottigliò gli occhi cercando il termine adatto.-…a farneticare!-
Lui rimase in silenzio, a fissarla annoiato, mentre masticava.
- Che c’è?- sbottò l’altra, osservandolo di rimando.
- Non ho mai incontrato un midgardiano più scettico e duro di comprendonio di te.-
- Ah! Mi dispiace, ma se non fossi  così non potrei fare il lavoro che faccio. E “midgardiano” che è?-
- Midgardiano, un abitante di Midgard…-
- Momento, Midgard sta per Terra? Pianeta Azzurro?-
- Sì, insomma, il tuo pianeta.-
- Bene.-
- E che lavoro faresti, per essere così…ostinata nella tua riluttanza ad accettare la realtà?-
- Faccio l’archeologa, storica all’occorrenza,  e se non fossi così ostinata nel non accettare per buona qualunque spiegazione mi venga proposta, probabilmente  ora i libri di storia sarebbero un Fantasy coi controfiocchi e io la più grande promulgatrice di stron…cavolate del mondo, altro che Harry Potter.  Per cui, mi riesce davvero difficile  credere in qualcosa come un Dio, tra l’altro, un Dio germanico…che ci fa in Italia un Dio dei germani?-
Loki sospirò.- Non so cosa sia un’archeologa o una storica e quale ruolo svolga nella società questo tipo di  figura, ma posso dirti che sono stato scaraventato qui in esilio, per punizione.-
- Te lo spiego subito: se tu potessi dimostrarmelo, darmi prove certe…sì, ci crederei, ma l’unica cosa che hai fatto fino ad ora è stata distruggermi il tavolo e  buona parte del pavimento in cucina.-
- Perché sono stato scaraventato qui tramite il Tesseract.-  
- Certamen…un momento, il Tesseract?-
- Esatto, il Tesseract.-
Seguirono lunghi minuti di silenzio.
- Ti pregherei di lasciare quest’abitazione non appena avrai finito di  mangiare.- disse ad un certo punto lei, improvvisamente seria e tesa.
Si era ricordata dove poteva averlo visto.
Poi si alzò e filò via  nel corridoio.
 

Fantabosco (?) dell'autrice:
Salve! Come va? Poiché è l'ultima settimana di scuola e i miei magistri (?) non hanno fatto nulla fino ad ora fuorché mangiare taralli e bere caffè, sono costretta ad aggiornare nel weekend.
-_-
Spero che questo capitolo non sia stato del tutto da buttare via. çAç Mi rendo conto che è un po'...oribbile.
Chiedo perdono!
Comunque, per chi si chiedesse se la ragazza è pazza oppure qualcosadi molto simile ad una pazza perché quando uno sconosciuto le crolla in testa non chiama polizia o non si scompone minimamente, vi prego di aspettare i capitoli successivi (sempre se non fuggirete prima perché saranno orribili xD ), poiché non è mia abitudine rivelare tutto in un unico capitolo esplicativo: sono noiosi. °-°  Già questa storia è orrida, faccio di tutto per non rendela noiosa e spero di riuscire a stuzzicare almeno un po' la curiosità dei lettori, quel tanto che basta per non farla finire nell'indice delle FF proibite e da bruciare poiché son troppo orribili.
Come al solito ringrazio quanti hanno avuto la forza di leggere, quanti l'hanno messa tra le seguite, le preferite oppure in 'da ricordare', e soprattutto _Diane_ che mi ha persino inserita tra 'autori preferiti' çAç sono commossa, grazie!
Dopo questo papiro, che non so chi avrà effittivamente letto xD , al prossimo capitolo (se non mi ucciderete prima per la schifezza  di questo xD ).
Ancora grazie a tutti,
Giallo4ver.
  
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