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Autore: Midori_    26/05/2012    1 recensioni
Lei è una serpe che sa solo scavare un antro umido in cui rifugiarsi.
Lui è un grifone che ha perso parte del suo coraggio.
Intorno a loro c'è un mondo stanco e spezzato.
E forse insieme, riusciranno a scrivere qualcosa in quel quaderno bianco che è diventato il loro cuore.
[Dalla Storia: ]
-Fra due sere, ti va …Ti va di venire alla festa della squadra di mia sorella?-
Eccolo il contentino.
L’amaro boccone da ingoiare.
Una festa piena di coraggiosi Grifondoro.
Scosse la testa Pansy. –Non sono una tipa da festa.- rispose solamente.
-E allora che genere di persona sei?-
-Una di quelle che preferisce l’azione o il silenzio alle parole di cortesia.- spiegò mentre apriva la porta.
Ron si bloccò e la fissò stranito. –E’ una risposta strana.-
-E’ la risposta più sincera.-
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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#Il Bisogno di Pensare



Faceva ancora freddo.
Nuvole eteree si creavano ogni qualvolta azzardava a spostare la sciarpa.
La neve scricchiolava sotto le sue pesanti scarpe, il ghiaccio si spezzava rilasciando sordi rumori.
Troppo lievi per giungere alle sue orecchie, alla sua mente.
Era troppo occupato a ricordare.
A ricordare i suoi capelli riccioluti, al suo sorriso, al calore delle sue mani.
Tutte cose perdute.
Tutte cose seppellite sotto formali saluti, brevi chiacchierate e decine di migliaia di miglia fra lui e quel sorriso.

Sono scelte.

Lui aveva scelto la sua famiglia.
Lei aveva scelto la sua.
E per la prima volta dopo sette anni, fu messo di fronte al fatto che pur avendo condiviso tavola e tetti per interi anni, non erano una famiglia.
Non erano nati dallo stesso grembo, non avevano foto o ricordi in comune di quando avevano imparato a camminare, non aveva condiviso gioie e dolori dell'infanzia.
Lui e lei erano sempre stati divisi da un muretto, che poi era diventata una bassa ringhiera ed infine si era trasformato in un fortino di cemento.
Invalicabile muro.
Inespugnabile fortino.

Era uscito tardi dal pub, aveva lasciato un George depresso e un Lee ormai ubriaco perso.
Probabilmente non era stato saggio piantarli lì, ma aveva intravisto nella folla che sedeva in quel piccolo locale i capelli rosso fuoco di sua sorella.
Ci avrebbe pensato lei a portarli a casa.
Lui aveva bisogno di camminare e di ritirarsi da qualche parte per leccarsi le ferite.
Di immaginare tutti “e se ...” che la sua mente riusciva a creare e dimenticarsi del resto del mondo.
Per quell'ora, per quella notte valevano solamente i suoi immaginari percorsi di vita.
Se l'avesse fermata, se l'avesse baciata, se solo avesse avuto il coraggio di dirle qualcosa …
Sorrise, ma quando Ronald Weasley aveva dimostrato coraggio?
Quello vero?
Lui era solamente un Grifone stanco e grigio, panciuto e noioso.
Un Leader senza seguito e branco, abbandonato persino da sé stesso.
Un Grifone incapace di ringhiare.

Si fermò nei pressi di un parchetto babbano e si sedette davanti alle altalene di ferro che cigolavano sinistre sotto la spinta lieve di un vento stanco.
Lasciò le mani infilate nelle tasche e nascose ancora di più il naso nella sciarpa cucita da sua madre per natale.
Marrone chiaro, stavolta.
Il melanzana doveva essere finito, per sua fortuna.
Non aveva voglia di guardarsi intorno, ma inevitabilmente qualcosa attirò la sua attenzione.
Era una figura minuta, seduta su un muretto basso, la borsa scura a terra, la giacca grigia.
Da quella panchina poteva solamente dedurre che si trattasse di una ragazza babbana della zona, probabilmente bisognosa anche lei di sistemare i pensieri.

Non appena il freddo divenne troppo intenso, Ron si alzò e di diresse verso l'uscita.
Nel farlo imboccò il piccolo sentiero piastrellato e passò vicino alla ragazza.
Abbastanza vicino per capire chi fosse.
Abbastanza vicino per sobbalzare e mormorare quel nomignolo antico.
La Serpe.

   
 
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