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Autore: Amor31    27/05/2012    3 recensioni
Un amore tornato.
Un imprevisto sulla strada.
Una soluzione ai limiti del possibile.
(Possibilità di OOC)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Noi - il Gioco del Destino'
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  1. Destino
Le prime luci dell’alba.
Un nuovo giorno.
Una nuova vita ti attende.
E questa volta non hai intenzione di fartela scappare.
-Ci vediamo-, dici infilando il casco e cavalcando la tua preziosa moto.
Lui non ti dice nulla. Si limita a portare due dita alla fronte e a salutarti.
Accendi il motore, lo lasci rombare per qualche istante, poi esci per strada e vai: sai di dover fare in fretta, altrimenti tutto sarà inutile. È Trent che vuoi: ora o mai più.
Ti giri un’ultima volta verso Duncan e alzi un braccio. Forse non lo rivedrai più, anche se non vi siete detti definitivamente addio. Eppure il vostro saluto è sembrato quasi risolutorio; no, tra te e lui non ci sarà niente, in futuro. Perché la tua vita sarà accanto all’unico ragazzo che ami e che in fondo non hai mai smesso di amare, mentre Duncan tornerà dalla sua adorata e odiata Courtney.
Questo è ciò che vuole il destino. E non cambierà.
Acceleri, l’aria ti sferza il viso protetto dal pesante casco nero. Intorno a te il silenzio: il quartiere dorme ancora e sarai proprio tu a farlo risvegliare al passaggio della moto.
Sfrecci via, lontana da quella che ti era parsa una prigione dorata, lontana dagli ultimi mesi vissuti come una non-morta: solo adesso hai ripreso a vivere.
Riesci a respirare e percepisci quei particolari che altrimenti non avresti notato. L’odore dell’asfalto cittadino ti inebria e aumenti ancora la velocità della moto. Il cuore batte all’impazzata, accordato al rumore assordante del motore; i pensieri vagano e finiscono inevitabilmente alla ragione del tuo esistere: presto rivedrai Trent. Presto riavrai la tua luce, quella che circa un anno fa avevi osato spegnere.
“Sto arrivando… Aspettami!”.
Sai bene che a separarti da lui c’è una strada lunga miglia, ma non ti importa. L’unica cosa che non puoi dimenticare è lo scopo per cui sei partita: devi raggiungere l’aeroporto in tempo, altrimenti Trent volerà via e non avrai l’occasione di rivederlo.
“Se riuscisse a perdonarmi… Se capisse che non era mia intenzione ferirlo… È stata solo debolezza, la mia. Avrei voluto allontanare Duncan e non tradire una mia amica, ma le circostanze hanno reso tutto più difficile. Potrà mai accettare le mie scuse?”.
Hai raggiunto i 120 Km/h. Sono troppi per le stradine periferiche della città, ma troppo pochi per cogliere l’ultima possibilità di redenzione. Hai bisogno di essere perdonata e accettata di nuovo, Gwen. E sei disposta a correre perfino i rischi maggiori pur di raggiungere l’obiettivo.
“Spero solo che non sia troppo tardi. Il suo aereo dovrebbe partire alle otto e potrei farcela per quell’ora. Possibile che questa moto non vada più veloce?”.
Il motore romba ancora, mentre ti lasci alle spalle la striscia nerastra del fumo di scappamento. E superi la soglia dei 180 Km/h.
“Ti prego, fammi volare… Portami da Trent!”.
Ora sei vicina all’ingresso dell’autostrada. Luci lontane brillano nella pallida luce della prima mattina.
Sei troppo lontana per distinguere il colore dei semafori all’orizzonte. La velocità presa è troppo alta perché tu possa fermarti in tempo.
“È rosso! Accidenti! Devo frenare, devo frenare…”.
Attraversi l’incrocio. Una vettura ti passa vicino senza provocare danni.
Il cuore si è fermato improvvisamente. Sei indenne. Sei viva.
“Come diamine ho fatto a…”.
Fari. Luci abbaglianti e improvvise.
Uno stridore mai sentito prima ti giunge dalla destra.
Un boato. L’impatto che non avevi previsto.
Ti libri nell’aria, leggera: che sensazione strana…
Sembra che il tempo abbia cessato di scorrere.
Rimani sospesa nel nulla e ti senti come una farfalla, sebbene tu abbia sempre detestato quell’insetto.
Poi l’impatto con la terra. Fredda, inumidita dalla brina notturna.
Chiudi gli occhi e vedi Trent. Sta venendo da te, ha saputo che lo stavi cercando.
Lentamente socchiudi le palpebre e ti volti per cercare una soluzione al mistero.
La tua moto giace inerme a pochi metri da te, completamente distrutta e prossima alle fiamme.
Capisci che cosa è successo. Speri che arrivi qualcuno.
I minuti passano, ma nessuno giunge al tuo fianco. Non c’è Trent. Neanche Duncan è con te.
Sei sola nella notte che si dirada, accompagnata da sirene lontane.
Hai forze per vedere soltanto un’auto della polizia in avvicinamento.
Senti i portelloni aprirsi e richiudersi con uno scatto violento, mentre i passi si fanno sempre più veloci nella tua direzione.
Le immagini riflesse nei tuoi occhi adesso sono sfuocate e pian piano una nebbiolina grigia ti porta via dalla realtà.
Ti sembra di riconoscere il volto del tuo amato in uno dei due poliziotti che si sono inginocchiati a terra. E sussurri il suo nome con un filo di voce, quanto basti per far capire alle orecchie estranee: -Trent…-.
 
   
 
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