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Autore: fewlish    28/05/2012    1 recensioni
Sono una bastarda.
Sono cattiva.
Sono senza scrupoli.
Sono subdola.
Sono una bugiarda, mento persino a me stessa.
Mento per sentirmi bene nel mondo e per essere accettata e amata dagli altri.
Porto molteplici maschere: con i miei amici ho un volto, con i miei genitori un altro e con Marco ne avevo un altro ancora.
L’ho fatto soffrire, l’ho fatto star male, gli ho spremuto ogni linfa vitale, ho succhiato ogni goccia del suo sangue finché non è diventato solo un corpo, un automa, un cucciolo indifeso nelle mie mani.
Mi sono cibata dei suoi pensieri, mi sono dissetata con il suo amore.
Era il mio giocattolo, era il burattino e io il burattinaio, l’ho ammaliato, l’ho imprigionato nel mio incantesimo.
L’ho usato, gli ho mentito e poi l’ho lanciato nel vuoto, come foglie al vento.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una bastarda.
Sono cattiva.
Sono senza scrupoli.
Sono subdola.
Mi sento totalmente inutile.
Non ho nessun talento, non so fare nulla e fallisco in tutto quello che faccio.
L’unica cosa che mi riesce, è far soffrire chi mi ama.
Mi comporto come una bambina di sei anni che ha bisogno di stare al centro dell’attenzione.
Mento sempre per non sentirmi inferiore, ma questo non fa altro che logorarmi dentro come la lama affilata di un coltello.
Tutti dovrebbero odiarmi, sono un essere malvagio e senza scrupoli.
Odio le scelte che ho fatto.
Odio le scelte che farò.
Non riesco a capire chi sono e qual è lo scopo della mia esistenza. Questo mio male mi rende totalmente indifferente alla morte. Sopratutto alla mia.
Vorrei morire anche ora, ma non posso.
Non ho paura della morte, più volte nella mia vita ho provato a togliermi la vita.
Mi guardo allo specchio e il mio volto mi disgusta, provo a sorridere come sorrido agli altri, e quello sguardo che vedo di fronte a me, mi spaventa, m’inorridisce. Chiudo le mani a pugno e con un lancio colpisco lo specchio, proprio dove si trova il mio volto. Mentre dei pezzi di vetro cadono a terra, un dolore acuto alla mano mi fa digrignare i denti. È un’emozione così dolce poter finalmente sentire qualcosa oltre il vuoto del mio cuore e del mio spirito.
Sono una bugiarda, mento persino a me stessa.
Mento per sentirmi bene nel mondo e per essere accettata e amata dagli altri.
Porto molteplici maschere: con i miei amici ho un volto, con i miei genitori un altro e con Marco ne avevo un altro ancora.
L’ho fatto soffrire, l’ho fatto star male, gli ho spremuto ogni linfa vitale, ho succhiato ogni goccia del suo sangue finché non è diventato solo un corpo, un automa, un cucciolo indifeso nelle mie mani.
Mi sono cibata dei suoi pensieri, mi sono dissetata con il suo amore.
Era il mio giocattolo, era il burattino e io il burattinaio, l’ho ammaliato, l’ho imprigionato nel mio incantesimo. L’ho usato, gli ho mentito e poi l’ho lanciato nel vuoto, come foglie al vento.
Agli occhi degli altri sono la ragazza perfetta che ogni uomo vorrebbe, essi, però, mi vedono solo con occhi sognanti, ignari dell’orrore che si cela dietro il mio sorriso cordiale.
Se potessero vedere oltre il velo sottile che separa il mio volto amichevole, scorgerebbero l’aspetto terrificante del mostro che si cela dietro.
Vivo dell’ammirazione e del rispetto degli altri, sarei disposta a tutto pur di essere adorata.
Ho bisogno di essere perfetta, non posso sbagliare, mai.
Sono una codarda, ho paura di essere me stessa.
Faccio finta che nulla m’importi, ma questa, è un’altra maschera.
Vivo in un perenne stato d’ansia, il giudizio degli altri mi uccide e le critiche mi soffocano.
Sono una narcisista, amo ammirare la mia figura allo specchio e contemplarne la forma, le curve, ogni singolo dettaglio, anche il più insignificante.
Amo scrivere di me stessa, ma odio parlare agli altri della mia vita.
Mi nascondo dietro ad un velo, ed inorridisco al solo pensiero che qualcuno possa scoprire l’orrore che si cela dietro al mio candido viso.
Odio sbagliare e perdere.
Amo il sapore della vittoria.
Sono una persona vendicativa, senza scrupoli.
Fuggo dai problemi, mi nascondo nella mia ampolla di vetro e scappo dalle responsabilità.
Sono un’egoista, non do nulla a nessuno, voglio tutto per me. Ho voluto anche Marco e ci sono riuscita, ora la sua anima è qui, fra le mie mani.
Sono una persona solitaria, amo il suono del silenzio: quando tutto tace e l’unica cosa che si percepisce è il respiro.
Odio circondarmi di persone, perché odio tutti, ogni singolo essere umano.
Odio l’ipocrisia e la falsità, ovvero le principali qualità dell’uomo, ma sopratutto della sottoscritta.
Odio me stessa, ma ora è troppo tardi per cambiare.
Più volte ho pensato al suicidio come liberazione dal mio peggior nemico, me stessa.
In questo mondo, in questa vita, non mi sento libera di esprimere appieno la mia persona, sono come bloccata in una stretta gabbia di sbarre di ferro, che m’impedisce di volare.
Nel mio cuore c’è solo un vuoto incolmabile, nella mia mente solo le ultime parole di Marco prima di andarsene da me: “Tu non sei nessuno”.
Il peso delle mie colpe, non mi fa prendere sonno.
Il nodo che ho alla gola, non mi fa mangiare.
Il freddo glaciale del mio cuore, m’impedisce di piangere.
In questo momento vorrei andare da Marco, forse si trova nel bar sotto casa sua, forse sta bevendo una birra, magari accompagnandola con una sigaretta, una Malboro, la sua marca preferita. Forse è con un’altra donna, forse la sta tenendo teneramente fra le sue braccia, magari stanno facendo l’amore, forse lui l’ama più di quanto amava me.
Vorrei andare da lui ora; lui, il solo che abbia visto cosa si cela dietro il mio volto amichevole. Vorrei guardare i suoi occhi zaffiro, ormai freddi e non più pieni d’amore, e dirgli per la prima volta, senza mentire: “Ti amo”.
Devo andarmene, devo lasciare questo posto, per sempre, ma non prima di aver purificato la mia anima, per potermene andare in pace con me stessa.
Per espiare ogni mia colpa ho bisogno di scrivere, di liberarmi dal peso che mi affligge e che mi fa perdere il coraggio di togliermi la vita.
Ho bisogno di lasciare che sia la carta a portare il mio peso, non riesco più a tenere tutto dentro.
Solo allora potrò andarmene nel silenzio più totale, un posto perfetto per la mia anima.

Caro lettore, è l'autrice che parla!
Questo era il primo capitolo di una storia a cui sto lavorando da un po' di tempo.
È diversa rispetto all'altra storia che sto scrivendo; mentre quest'ultima è più semplice, più tranquilla e occupa
piacevolmente il mio tempo, questa a parere mio, è più impegnativa, più complessa dal punto di vista psichico.
Ed è per questo motivo che adoro scriverla e entrare nella psiche dei mie personaggi.
Non mi dilungo oltre, aggiungo solo che ogni tipo di recensione è gradita, e le critiche sono accettate dalla sottoscritta
come incentivo per migliorare.
Enjoy it! :)
Baci, fe.

  
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