Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Blakie    28/05/2012    1 recensioni
La vita è difficile. L'eterna dannazione ancora di più. Una storia nella storia: cosa sarebbe successo se, in un punto cruciale, le cose fossero andate in modo totalmente diverso? Cosa succederebbe se diventasse impossibile per Jacob e Bella amarsi? [Seguito di Eyes On Fire]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie '~ Juliet & Paris' Story'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eternal Moonglow 
capitolo 0
7:


Irrisolto

 

«Ti va di entrare, Jacob? Hai l’aria stanca», commentò Carlisle.
Distolsi gli occhi da quelli di Jake e lo scrutai in viso: non aveva una bella cera.
Lui fece una smorfia, sospirando. «In effetti ho avuto giornate migliori».
«Se vuoi accomodarti, sei il benvenuto. Abbiamo alcune cose di cui parlare», gli disse Carlisle, indicandogli la porta di ingresso.
Jacob sembrava combattuto, tentennava, storcendo il naso e fissando l’interno della casa che riusciva a intravedere dalla porta aperta.
Subito non riuscii a capire il perché della sua indecisione, poi un altro particolare mi tornò in mente: a me non piaceva il suo odore come a lui non piaceva il mio.
E casa Cullen, abitata da ben otto vampiri, non aveva un’aria proprio respirabile, per lui.
Odiai – totalmente priva di raziocinio – me stessa, per quello.
Abbassai gli occhi, amareggiata, ma subito dopo sentii la sua mano calda che si appoggiava leggera contro la mia schiena.
«Entriamo, dai. Ho proprio bisogno di sedermi su qualcosa di morbido», disse, paralizzandomi con un sorriso.

«Prego», disse Carlisle, invitandolo dentro con un gesto. Jacob lo seguì, spingendo anche me, con la mano ancora sulla mia schiena.
Io e Jacob occupammo il divano, mentre Carlisle si sedette sulla poltrona, di fronte a noi.
«Cosa volevi chiedermi, Carlisle?», disse Jake, guardandosi intorno leggermente a disagio. Lo guardai, in apprensione.

«Ovviamente mi preme sapere come è andata col branco», disse Carlisle.
Branco. Quella semplice parola fu capace di scatenare dentro di me un’ansia assurda, e riempire la mia testa di domande: come avevano reagito i licantropi alla mia trasformazione? Si era scatenata una guerra? Il patto era rotto? La chiarezza con cui ricordai quei particolari e tutto ciò che riguardava i miei – ex? – amici licantropi di La Push mi frastornò per un secondo.
Jacob aggrottò le sopracciglia folte, e il suo volto si inscurì.
«Non l’hanno presa bene, ma non dovete preoccuparvi: non la toccheranno», disse, «non lo permetterò».
«Credi che si organizzeranno per un attacco?», domandò Carlisle, irrequieto.
«Non lo so, e non potrei saperlo nemmeno se volessi. Ormai non faccio più parte del branco, e, sfortunatamente, non posso più sentire i loro pensieri. Quando mi sono ribellato al volere di Sam ho sentito le catene che mi legavano a lui spezzarsi; essendo io un alfa non posso far parte di un branco in cui ne è già presente uno, per questo non ho più legami psichici con loro», rispose.
Era rimasto da solo. Aveva voltato le spalle ai suoi fratelli, per me. Si era schierato contro di loro, pur di proteggermi. Era ingiusto.
Non riuscii nemmeno a guardarlo in faccia, per quanto mi vergognavo.
«Perché l’hai fatto, Jacob?», domandai, fissando il pavimento.
«Prima o poi saremmo arrivati a uno scontro, Bella. Un alfa, anche se latente, non può sottostare ad un altro per molto tempo», rispose, tranquillo.
Forse non aveva capito bene la domanda.
«Perché ti sei messo nei guai per proteggermi?», riformulai, alzando la voce.
Carlisle sospirò, mentre Jacob mi guardò interrogativo, per una manciata di secondi.
«Guai? Bells, mi sono semplicemente ribellato a una decisione che non condividevo, e ho avuto il pieno diritto di farlo. Capo Jacob, ricordi?», rispose, cercando di sdrammatizzare.
Rimuginai su quel capo Jacob, ma non mi venne in mente nulla.
Osservò la mia espressione concentrata e, vedendomi in difficoltà, venne in mio soccorso.
«Mi hai affibbiato questo soprannome la prima volta che ti ho parlato di questa storia: il ruolo di alfa, per diritto di nascita, spetterebbe a me invece che a Sam. Oggi ho fatto valere questo mio diritto, tutto qui», disse, sorridendomi.
Non potei fare a meno di imitarlo. Sorrisi, ma per un decimo di secondo.
Tornai istantaneamente – lo sentii – una maschera di rimorso e preoccupazione.
«Non importa», mormorai, «lo hai fatto comunque per proteggere me. E non me lo merito».
Prima che Jacob potesse ribattere, Carlisle intervenne.
«Non devi sentirti responsabile, Bella, né preoccuparti: se ci saranno problemi col branco li affronteremo tutti insieme. Non lasceremo Jacob da solo», cercò di tranquillizzarmi.
Sospirai, tentando con tutta me stessa di mettere da parte l’ansia; nella mia mente di vampira, anche quella era amplificata notevolmente.
«Giusto», dissi, e guardai Jacob.
Lui, di rimando, mi sorrise; il salotto dei Cullen era così illuminato ed arioso che il suo sorriso era smagliante il doppio.
Mi persi a notare i suoi zigomi sollevati, l’espressione nei suoi occhi quando sorrideva.
Avevo ricordi confusi del viso di Jacob dalla mia vita umana, ma ero sicura che, al tempo, avevo ammirato solo una parte minima della sua bellezza e mi ero beata di una parte infinitamente inferiore della vita e del calore che emanava in realtà.
Ora che potevo osservarlo con occhi più acuti e cogliere ogni suo minimo particolare, Jacob era ancora più straordinario.
La voce di Carlisle mi riportò con i piedi per terra. «Il branco non è il nostro unico problema… Jacob, sai qualcosa del tenente Swan?».
Mi bloccai, fissandolo. In una manciata di secondi, la dura realtà mi piombò addosso.
Mancavo da casa da tre giorni e sicuramente Charlie aveva perso la testa.
Charlie.
Cosa avrei fatto con lui? Come potevo vederlo, parlargli o stargli vicino se ero diventata un mostro? Anche se fossi stata in grado di non ucciderlo, dove potevo trovare il coraggio di guardarlo in faccia? Ero una figlia tremenda, che non sapeva fare altro oltre che mettere sottosopra la propria vita e quella delle persone che la circondavano.
Io attiravo disgrazie e Charlie ci finiva sempre in mezzo. Già una volta lo avevo abbandonato, e adesso la storia si ripeteva.
La risposta di Jacob sembrava lontanissima, persa com’ero nella mia nebbia di pensieri. «Sam mi ha detto che Charlie sta cercando Bella dappertutto. Avrà chiamato Billy una trentina di volte per sapere se era con me, ma quando ha capito che anche io mancavo da casa ha dato di matto…». Si voltò per guardarmi, sorridendo. «Crede che Billy stia facendo da complice ad una nostra fuga d’amore», disse, tentando di sdrammatizzare.
Risi brevemente: un po’ perché la preoccupazione per la salute mentale di Charlie stava crescendo di secondo in secondo, un po’ perché l’idea di una fuga d’amore con Jacob (sebbene non fosse possibile) mi elettrizzò momentaneamente. Se fossi stata ancora umana, probabilmente sarei arrossita. Il mio aspetto congelato, se non altro, mascherava bene le mie emozioni, nascondendo anche le mie illusioni.
«E’ un bel problema», commentò Carlisle, sospirando preoccupato. Poi si voltò verso di me. «Sei molto controllata per essere una neonata, quindi, con le giuste precauzioni e misure di sicurezza, si potrebbe provare a farvi incontrare».
«Ma sono troppo diversa… Non voglio dargli anche questo dolore», sussurrai, guardando in basso.
«Non credi che sparire dalla sua vita senza una spiegazione lo farebbe soffrire di più? E poi Charlie è più tosto di quello che pensi, Bella, davvero», mi disse Jacob, sorridendo.
Mi voltai di scatto verso di lui. «Ma, Jacob, come posso farmi vedere da lui così?!».
Quasi urlai, disperata, indicandomi con un gesto della mano.
Già, come poteva Charlie accettarmi se persino io detestavo il mio nuovo aspetto, la mia nuova natura? Era assurdo. Totalmente assurdo.
«Calmati Bella, tranquilla», intervenne Carlisle, toccandomi il braccio con mano. Forse avevo esagerato.
«Stiamo solo facendo delle ipotesi», continuò dolcemente. «Stiamo pensando alla mossa giusta da fare nei confronti di tuo padre».
Mi alzai, poi mi mossi velocemente e arrivai ad affacciare la grande vetrata. Guardai fuori, dando loro le spalle.
«Mi sento confusa, non so cosa fare», ammisi, stringendo i pugni. «Da una parte vorrei vedere mio padre, vorrei tranquillizzarlo e dimostrargli che sono viva… ma dall’altra, nutro solo un gran desiderio di scappare il più lontano possibile». Iniziai a perdere il controllo della voce sulle ultime parole. «Non voglio che mi veda così», sussurrai infine.
Udii istantaneamente dei passi alle mie spalle e poco dopo avvertii il calore di Jacob contro la mia schiena, come un’aura irradiata dal suo corpo. Il suo respiro caldo intiepidì la mia nuca e il mio collo – ero più bassa di lui – sebbene si fosse tenuto a qualche centimetro di distanza.
Se fossi stata ancora umana, probabilmente il mio cuore sarebbe impazzito.
«Qual è il problema, Bells?», domandò serio.
Chinai la testa, sperando che non riuscisse a scorgere la mia espressione nel riflesso del vetro, sperando di riuscire a nascondermi.
«Ho paura», ammisi, scrollando le spalle come se fosse un’ovvietà.
Ero una vampira neonata, adesso: lo sentivo dalla forza vigorosa che scorreva dentro di me. Grazie a quella forza e alle mie nuove attitudini sarei stata in grado di compiere le imprese più straordinarie; ero indistruttibile, tutto ciò che mi circondava era più fragile di me. Avrei potuto affrontare persino Victoria in quel momento, da sola, senza nessuna paura.
Eppure c’era ancora qualcosa che riusciva a spaventarmi: le emozioni, l’ignoto, il futuro.
Da una parte mi sentivo invincibile – obiettivamente lo ero – ma dall’altra provavo disagio nel mio nuovo corpo. E, lo sapevo, con lo sguardo di Charlie puntato addosso mi sarei sentita ancora più fragile, vulnerabile.
Sentii Jacob fremere, ma non si scompose.
«Di cosa?», domandò.
Appoggiai la mano contro il vetro, freddo quasi quanto me.
«Ho paura di non riuscire a controllare le mie emozioni; ho paura di quello che succederà, ho il terrore del futuro», mormorai, atona. «Mi sono già cacciata nei guai, ma questa volta l’ho combinata davvero grossa. Sono sparita improvvisamente da un giorno all’altro e quel che è peggio è che non posso tornare alla mia vita normale come se niente fosse, perché sono diventata un pericolo per tutte le persone che amo e che conosco. Non posso tornare indietro in nessun modo. E, come se non bastasse, la mia trasformazione ha portato alla rottura del patto tra i Cullen e i Quileute, il che provocherà sicuramente una guerra». Mi sfuggì un singhiozzo. «Non so cosa fare».
Jake si fece ancora più vicino, e il suo calore mi avvolse quasi completamente. Appoggiò una mano sulla mia spalla sinistra, stringendola appena. Avvertii una leggera scossa.
Era incredibile quanto considerassi quel gesto naturale, quanto poco mi dovessi impegnare per mantenere il controllo con lui nonostante fosse un mio nemico naturale. Il mio istinto aggressivo o di autodifesa non scattò nel modo più assoluto, anzi, i miei sensi assorbirono ogni cosa di lui come se fosse la più normale al mondo.
Eccetto l’odore, che mi infastidiva leggermente.
«Ti ho già detto che per il branco non ti devi preoccupare nella maniera più assoluta», replicò. Dal tono di voce capii che stava sorridendo.
«Pensa a quello che vuoi fare con Charlie, invece. Tu vorresti vederlo, non è vero?», domandò comprensivo.
Il suo tono così rassicurante e morbido mi costrinse a dire la verità.
«Sì», ammisi in un sussurro inudibile ad orecchie umane. «Vorrei vederlo, ma non so se sono ancora pronta a incontrarlo di persona», spiegai. «E poi mi manca casa mia. Vorrei rivedere la mia casa, la mia camera».
Mi voltai verso Carlisle, scostandomi da Jacob. «Credi che sia possibile?», domandai.
Lui sorrise e mi volò accanto, accarezzandomi la nuca. «Sei così umana, Bella. E’ sorprendente quanto tu sia ancora attaccata al tuo passato, e quanto questo attaccamento prevalga su ogni tua nuova necessità», proferì con dolcezza. «Certo, certo che è possibile. Possiamo accompagnarti, se lo desideri», propose.
Annuii, sorridendo timidamente. «Lo preferirei. Non sono ancora sicura di riuscire a controllarmi, visto che Charlie è un umano che abita in un quartiere di umani», risposi.
Jacob ridacchiò per un istante, poi assunse un’espressione pensierosa. «E se Charlie fosse in casa?».
«Potremmo aspettare stanotte», rispose prontamente Carlisle.
Stanotte. Sì, era una buona idea. Volevo accertarmi di riuscire a resistere all’odore del sangue caldo e umano di Charlie prima di provare a incontrarlo, e tastare il terreno mentre lui dormiva mi rassicurava. Forse non ero ancora pronta a incrociare il suo sguardo ferito, addolorato, deluso…
«E’ un’ottima idea», commentò Jacob, sorridendo.
Lo guardai per qualche secondo, di sfuggita, senza dire nulla. Lui notò il mio sguardo.
Avrei avuto bisogno di lui quella sera, lo sentivo.
Jacob mi tranquillizzava, era pazzesco: la sola presenza di un mio nemico riusciva a placare la mia ansia più delle parole rassicuranti e dette con dolcezza di Carlisle.
Ma, mentre stavo per aprir bocca, mi tornò in mente la promessa che avevo fatto  a me stessa un istante dopo essermi resa conto di quanto lo amassi ancora: prendere le distanze e lasciarlo in pace.
In quel momento ero pericolosa per tutti, anche per lui. Non potevo lasciarmi sopraffare dal mio egoismo e dal mio desiderio di volerlo sempre accanto, non potevo. Dovevo lasciare che fosse felice lontano da me, non approfittare di ogni occasione per stargli attorno. Dovevo proteggerlo da me stessa e dal nostro rapporto che non poteva portargli altro se non guai e sofferenza.
Perciò scostai lo sguardo e  tacqui, sforzandomi di tenere la bocca chiusa.
«Che ne pensi, Bella?», domandò Carlisle.
Smisi di lasciarmi distrarre dai miei pensieri. «Uh, sì. Per me va bene».
«Perfetto», convenne lui con un sorriso.
«Mentre voi sarete da Charlie, mi offro volontario per controllare la situazione attorno al perimetro», intervenne Jacob.
Da una parte fui contenta che Jake mi avesse risparmiato il disagio di chiedergli di persona di non venire con me, dall’altra invece pensai che l’irruzione notturna a casa di Charlie sarebbe stata meno pericolosa rispetto alla ronda.
«Perimetro?», domandò Carlisle, curioso.
«Sì, la zona circostante al vostro territorio. Non credo che Sam e gli altri varcheranno quei confini; o almeno, lo spero», spiegò, aggrottando le sopracciglia sulle ultime parole, pensieroso.
«Qualunque cosa decideranno di fare, noi saremo pronti: alcuni di noi rimarranno qui stanotte, se avrai bisogno di aiuto», gli assicurò Carlisle, deciso.
Colsi l’occasione al volo: non volevo che Jacob mi seguisse, ma non volevo nemmeno Edward.
«A me basterebbe che mi accompagnassi tu», gli dissi, a bassa voce. «Gli altri potrebbero rimanere qui con Jake».
Carlisle mi sorrise. «Certo, Bella. Ci sarò io con te, non preoccuparti».
Quanto avrei voluto sentire quelle parole uscire dalle labbra di Jacob. Non osai nemmeno guardarlo, in quell’istante.
«Grazie».




Angolo autrice.
Ehm, sì, chi non muore si rivede…
Lo so, è da un anno (e più) che non aggiorno questa storia.
Mioddio, il picco di “crisi da pagina bianca”, “blocco dello scrittore” o come lo volete chiamare non è mai stato così alto. Un anno. Mamma mia.
Comunque ora sono tornata, anche se non so davvero dirvi quando uscirà il prossimo capitolo… Spero che questo aggiornamento mi serva da trampolino di lancio per ricominciare con aggiornamenti più frequenti (: Magari ricevere qualche bella recensioncina mi darà una spinta… Nel prossimo, lo dico subito, Bella tornerà a casa sua e un capitolo difficile (da scrivere) si prospetta. Help @_@
Ringrazio tantissimo jakefan, fufe, nalu, raggiodisole90, Lea__91, Atomo e GiulsWeasley per aver recensito lo scorso capitolo. Spero che anche questo sarà di vostro gradimento :)
A presto!
Un bacione,
Bea xxx

Dedica personale ~
Il sentimento principale che fa da fondamento a queste mie storie è l’amore; fino a due anni fa, scrivevo di questa emozione senza averla mai vissuta fino in fondo.
Se, da ora in poi, l’amore che trapelerà da queste pagine sembrerà più reale, sarà solo merito tuo, che me lo fai vivere ogni giorno.
Grazie.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Blakie