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Autore: hobrienxx    30/05/2012    13 recensioni
There's always hope è la storia di cinque adolescenti problematici senza il coraggio di andare avanti con la propria vita ma che, per qualche scherzo del destino, sono destinati ad incontrarsi e a conoscersi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I chased your love around a figure 8
I need you more than I can take.."
- Ellie Goulding.
Logan lerman
 


Il mio fottuto nome è Christian.
Avere 18 anni, gli occhi verdi e i capelli castani è piuttosto normale, no?
Essere gay no, invece. E' la società che lo decide, ormai sono più i casi di ragazzi che decidono di suicidarsi che quelli che sopravvivono e se ne fregano dei maledetti commenti delle persone.
E io queste cose le ho vissute sulla mia pelle.
Due anni fa ho scoperto che le ragazze non mi attraevano, per sedici anni ho mentito a me stesso senza neppure saperlo, ero amato da tutti, ero uno dei piu' popolari ragazzi della scuola se non il piu' popolare, le ragazze mi desideravano, me ne sono fatto a migliaia senza provare mai nulla e non mi sono mai chiesto il motivo di questo, pensando che fosse normalissimo.
Le ragazze dicevano che ero il più bello, un modello, ma lo facevano solo perchè volevano passare una notte con me, ed era facile data la mia reputazione: all'età di 16 anni persi la verginità con una ragazza qualsiasi di cui nemmeno ricordo il nome.. mi pento ancora di quel giorno, di come ero.
Bevevo, fumavo e poi finivo col farmi qualcuna, e se era brutta non doveva nemmeno provare ad avvicinarsi a me. Oggi invece mi evitano anche loro.
Un giorno, sarebbe davvero bello ricordarselo precisamente, mentre partecipavo a una delle solite feste dove era di regola invitarmi, scoprì che non erano le ragazze che mi piacevano, ma i ragazzi, in particolare quella sera uno sconosciuto dagli occhi quasi neri, le labbra sottili e ben disegnate e i capelli mori. Il suo nome era Alex, eravamo entrambi ubriachi, io ero appena stato con una ragazza, lui era della California e dopo quella sera sarebbe partito.
Ero appena uscito dalla stanza quando lo incontrai, era bellissimo, ancora lo ricordo.
Capii che era bellissimo da come, quando mi apparse, il cuore iniziò a battermi forte, le guace presero letteralmente fuoco, lo stomaco sottosopra e non riuscivo a togliere gli occhi dal suo viso, dal suo corpo e giunsi alla conclusione che 'era bellissimo'. Alex mi sorrise e mi seguì a prendere una boccata d'aria dove mi raccontò chi era, da dove veniva e cosa ci faceva lì, trascinato da un amico perchè doveva vedere una ragazza. Da come disse la frase pensai che LUI doveva vederla, la scusa dell'amico era usatissima, poi capì dal modo in cui rise e ripetè la frase che intendeva dire che un suo amico doveva vederla, si perchè lui era gay.
Lo disse senza problemi, senza fare una piega, era così naturale per lui.
Cosa voleva davvero dire essere omosessuale?
Sì, tutti prima o poi tiravano fuori questo argomento ma io non avevo mai avuto tempo di fermarmi a pensare, i miei amici, o meglio dire quelli che si consederavano amici li insultavano ma io non avevo mai detto nulla, annuivo semplicemente facendo finta di ascoltarli pensando invece a quanto fossero ingiusti e stupidi e forse da qui dovevo iniziare a capire che non ero come loro.
Alex rideva, ogni tanto faceva un battuta e io sorridevo divertito, ma i miei occhi cadevano sulle sue labbra perfette continuamente e ad un certo punto lui se ne accorse.
Mi disse se stavo bene e se ci vedessi triplo per colpa dell'alcool, risposi di no, non ero mai stato meglio, ora l'unica cosa che volevo era avere le sue labbra sulle mie, provare qualcosa di nuovo, che forse avrebbe detto chi era Christian realmente. Lui mi fissò con aria felice ed esclamò che ero la miglior cosa che gli fosse capitata in quella noiosa festa, dopo l'alcool ovviamente. Io annuii, ero davvero tentato di baciarlo, ma se era findanzato? E probabilmente lo era data la sua bellezza e spontaneatà, tutti dovevano amarlo.
Ad un certo punto si sdraiò e mi invitò a copiarlo e chiese se ero stato con una ragazza, io mi limitai a muovere la testa per annuire tristemente.
- Qualcosa non va vero? -
- No, nulla - non potevo dirgli cosa provavo o sentivo, non lo sapevo nemmeno io con certezza.
- Non è vero si vede dai tuoi occhi e si poggiò su un fianco verso di me così da potermi fissare negli occhi -
Questo gesto mi fece impazzire, per la prima volta mi guardava intensamente come se avesse voluto dirmi qualcosa.
- Ma non sai nemmeno chi sono - borbottai socchiudendo gli occhi non riuscendo a resitergli.
- Tu dici? So molte cose solo osservandoti - e posò la sua mano sul mio petto, tastandolo. - Apperò, un vero modello - e rscoppiò in una rumorosa risata.
I miei anni di palestra valevano qualcosa alla fin fine.
Come poteva far un gesto del genere, tutti i ragazzi lo avrebbero picchiato in questo momento, lo avrebbero cacciato, insultato, non si sarebbe mai arrischiato, se non... no non è possibile... se non avesse capito qualcosa.. no, no.. non lo so nemmeno io se sono gay come fa a saperlo lui!
Non mi mossi, ma il mio cuore accellerò.
- Hai paura? - chiese confuso lui sentendo il mio battito.
- Forse. - dissi piano, confuso.
Lui si mise seduto, io lo seguii, mi guardò negli occhi un'ultima volta e mi baciò.
Sì, mi baciò.

Christian asciugati le lacrime, muoviti prima che qualcuno ti veda.
Smetti di pensare ad Alex, non tornerà.

Sei innamorato di uno sconosciuto, ti rendi conto dell'assurdità? Smettila.
Scesi dal bus, buttai il fazzoletto, e mi trascinai a scuola.
Il posto piu' odioso del mondo, dita puntate contro di me, risolini, commenti, offese. Succede tutti i giorni, tutte le ore, tutto l'anno, e mi butta sempre piu' giù.
Una volta tutti mi amavano, tanto tempo fa, poi qualcuno riferì di quel bacio, di quello che di proibito feci e il mondo iniziò a crollarmi addosso pezzo dopo pezzo.
A ogni angolo venire chiamato 'frocio' non è la cosa piu' bella del mondo.
Per strada, per scuola, in palestra, ovunque.
Essere gay è la mia condanna, Alex la mia salvezza, ma lui non c'è piu'.
Sospirai, arrivai al mio armadietto dove c'era impresso con l'indelebile 'FINOCCHIO' e fa male, sempre piu' male leggerlo perchè mi ricorda che tutti mi odiano.
Non vuole andare via, quel giorno in cui apparse lì piansi piu' del solito cercando di cancellarlo.
Sì, io piango spesso. Mi chiudo nella mia stanza e piango.
Niente musica, niente di niente. Non ho modi di sfogarmi o di star bene.
In banco sono da solo, sempre solo, nessuno mi vuole vicino, come se fossi un malato infettivo e i professori non dicono nulla, non lo hanno mai fatto e mai lo faranno, a loro va bene così tanto non è la loro vita, è la mia.
E fa schifo.

Sì, mi chiamo Christian, non ho un soprannome, nessuno mi chiama, non ho amici, non ho animali domestici, mia madre e mio padre non vogliono saperne di me, mi mantengono perchè sono obbligati, non ho nemmeno piu' voglia di aprire facebook perchè l'ultima volta la mia bacheca era piena di insulti, di foto di me e Alex che qualcuno si era divertito a scattare. Anche i piu' sfigati non mi vogliono come amico. NESSUNO.
Trascinai i miei piedi verso casa e sulla strada di ritorno che avevo deciso di fare a piedi per evitare insulti trovai un posto nuovo.
Era un bar, non c'era nessuno, in grande l'insegna con scritto 'Fearless' forse è per questo che era disabitato.
Chi mai poteva chiamare un bar 'senza paura'? Era strano..
Ma non c'era nessuno, niente offese, il mio posto forse...
Mi sedetti e osservai il posto, non era tanto brutto, qualche fiore qua e là, ma comuqnue doveva essere messo apposto perchè non era tanto allegro e non invogliava le persone a venirci.
  
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