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Autore: Callie_05    02/06/2012    0 recensioni
Era una notte da sogno nella Londra magica, il cielo limpido, scintillante di stelle e la luna piena creavano un' atmosfera surreale diventando motivo di poesia per molti amanti. Ma per qualcuno quella notte sarebbe stata la fine.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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1996: Casa Greyback.

In quei giorni le strade del mondo magico erano spettralmente silenziose e le case parevano quasi totalmente abbandonate se non per qualche flebile bagliore emanato da candele accese al crepuscolo, che si spegnevano non appena giungeva la notte. La morte di Albus Silente, uno tra i maghi più amati e più potenti, non solo aveva portato tremenda tristezza e sconforto, ma anche l' attanagliante paura che colui che non dev' essere nominato era realmente tornato e si stava muovendo portando, come l' ultima volta, morte e distruzione.

Dopo la morte di Silente anche Hogwarts era caduta in mano ai mangiamorte e Severus Piton, era divenuto il nuovo preside tra la rabbia di tutti gli studenti che lo ritenevano un traditore ed un assassino.

Fenrir sapeva che non era così, lo aveva scovato molte volte a Nocturne Alley, dopo la sua assoluzione, a parlare con Silente e a scambiarsi informazioni con i membri dell' Ordine della Fenice. Era una talpa e doveva fare la parte del cattivo per salvare il mondo magico da colui che lo aveva portato nelle tenebre, da colui che portava tutti nelle tenebre. Nonostante tutto Fenrir pensava ancora che Hogwarts fosse il luogo più sicuro per suo figlio maggiore Esterion e con la disapprovazione di una Callisto sempre più silenziosa e preoccupata, lo accompagnò alla stazione di King's cross anche quell' anno.

Seduto sul divano dinnanzi al fuoco, Fenrir rimuginava su ciò che sarebbe successo ora che l' Oscuro Signore era tornato e sia lui che Callisto sapevano che prima o poi avrebbe fatto la sua comparsa nella loro casa richiamando a se il suo sottoposto e portandosi via, probabilmente, anche il figlio ormai diciasettenne. I due coniugi comunque non avevano ancora affrontato il discorso anzi, da quando la notizia della presa di Hogwarts era giunta alle loro orecchie, cominciarono a parlarsi sempre meno ed il silenzio cominciò ad avere la meglio nella loro famiglia. L' unica che portava un barlume di gioia in quelle situazioni era Soana, la figlia più piccola della coppia, che nei suoi soli sei anni di vita, innocente ed incosciente, aveva sempre un sorriso stampato sul piccolo viso paffuto che portava speranza ai due genitori già in ansia per la lontananza del loro primogenito.

 

Callisto stava seduta al tavolo di mogano intenta a scrivere un biglietto di condoglianze ad una famiglia che abitava non molto lontano da loro e che, nella nuova guerra, aveva già perso degli affetti. La candida piuma però era ferma sulla pergamena ingiallita, producendo solo una grossa macchia d' inchiostro, mentre la donna con una mano tra i capelli e il bagliore della candela sul volto, si chiedeva quali fossero le giuste parole da scrivere ad una famiglia che era appena stata distrutta. Si ridestò da quella stanca posizione sospirando ed il suo sguardo si posò sulla figura curva e pensante del marito che con una piccola asta di ferro cercava di ravvivare il fuoco del camino, con lo sguardo perso nel vuoto. Sapeva che presto o tardi avrebbe dovuto lasciarli e, guardando il foglio di pergamena che aveva davanti, sperava che un dì non avrebbe dovuto cercare le parole giuste per dire ai propri figli che il loro padre non sarebbe più tornato. Mentre il suo sguardo sondava i filamenti che formavano il foglio, una piccola mano si aggrappò alla sua veste facendola voltare.

« Mamma, non riesco a dormire » La piccola bambina dai lunghi capelli corvini e gli occhi azzurri la guardava assonnata, sperando che la madre trovasse un modo per farla addormentare al più presto.

« come mai non riesci a dormire, tesoro? » La donna la guardava amorevole scostandole i ciuffi ribelli dal volto.

«ci sono degli strani rumori fuori...» disse la creatura indicando con il piccolo dito la direzione della sua cameretta.

Fenrir e Callisto si guardarono allarmati e l' uomo portò subito mano alla bacchetta, pronto ad attaccare se qualsiasi cosa fosse entrato nel suo rifugio familiare. Callisto prese la piccola in braccio e senza dare a vedere la sua agitazione andò subito nella camera da letto e vi si chiuse dentro, mentre il marito ispezionava la casa. Callisto si sedette sul pavimento e il suo respiro cominciò a farsi corto mentre con un braccio stringeva la bambina e con la mano libera impugnava la bacchetta, qualcosa stava per accadere in casa Greyback.

«mamma...ho paura...» disse la bambina stringendosi al petto della sua mamma e portandosi un pugnetto vicino alla bocca.

« tranquilla Soana, papà sta controllando che sia tutto apposto ».

In un istante bagliori verdi cominciarono a vedersi dal sottile spazio sotto la porta della camera e Callisto capì che i loro timori si erano avverati. Da fuori la porta, secchi tonfi si alternavano a grugniti soffocati che facevano ben intendere che dall' altra parte di quell' uscio si stava combattendo, poi d' improvviso più niente. Dopo qualche istante la porta si aprì e d' istinto la donna si incurvò di lato per proteggere la figlia da qualiasi possibile attacco, pronunciando a gran voce una formula proibita:

« CRUCIO! » ma il bagliore verde che scaturì dalla sua bacchetta venne rimbalzato dall' uomo che si stava avvicinando a loro.

« Callisto fermati! sono Fenrir! » L' uomo, con un gesto della mano, fece scaturire dalla bacchetta un bagliore azzurrino che illuminò la stanza rendendo finalmente visibile la sua figura.

Callisto si alzò di scatto e, con la bambina ancora tra le braccia, andò a baciare il suo uomo che, per un attimo, pensò di aver perso.

« Stai bene?, cos'è successo? » Callisto conosceva troppo bene Fenrir e sapeva che quella luce sinistra che abbagliava i suoi occhi in quel momento non era data dalle ferite della lotta.

« Un mandante di Voldemort... mi ha richiamato a se » la voce dell' uomo era più bassa del solito, strozzata da una rabbia che non poteva uscire, non in quel momento. Sapeva che non si sarebbe potuto tirare indietro perchè l' Oscuro sapeva che ora aveva una famiglia e non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a trucidarli non appena avesse disobbidito a qualche ordine.

Callisto scoppiò in lacrime, sapendo che suo marito non avrebbe avuto alternativa e che in qualunque caso quella sarebbe stata l' ultima volta che lo avrebbe visto. In caso di vincita di Voldemort, Fenrir sarebbe rimasto per sempre soggiogato al suo volere mentre in caso di sconfitta, sarebbe finito ad Azkaban questa volta, e in entrambi i casi il rischio più alto era quello della morte in battaglia. Lo guardava prepararsi, mentre una Soana sempre più confusa non riusciva a trattenere i lacrimoni. Callisto, seduta sul letto con gli occhi puntati su Fenrir, si sentì come Pandora, che aveva rinchiuso nel vaso maledetto la speranza lasciando uscire solo la rabbia e la tristezza.

Fenrir indossò lentamente i suoi abiti di pelle e guardandosi allo specchio giurò a se stesso che non avrebbe fatto riemergere il mostro che per molti, troppi anni aveva oscurato il suo cuore, sarebbe tornato a combattere e ad uccidere se fosse stato strettamente necessario ma solo per loro, per Callisto e per i suoi figli, Esterion e Soana. Sarebbe anche morto pur di salvare le stelle che illuminavano le sue tenebre. 

  
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